da
Il Mattino - 01/08/2006
Mulino: salta l’acquisto, scoppia la polemica
Consiglio provinciale, non va in porto
l’acquisto del mulino in disuso a Telese per
adibirlo a polo scolastico.
E
alla Provincia torna a tirare aria di crisi:
ieri pomeriggio il presidente Nardone, proprio
in considerazione di quanto emerso in Consiglio,
ha inviato una lettera ai partiti della
maggioranza. Nella nota, il presidente, preso
atto della stato di lacerazione e di crisi nei
rapporti tra i partiti della maggioranza e tra
la maggioranza medesima, la Giunta e lo stesso
presidente, ha chiesto l’apertura di una
verifica politica da svolgersi in tempi
brevissimi.

Ma
partiamo dalla seduta di ieri mattina. Dopo una
lunga riunione a porte chiuse dei capigruppo i
consiglieri si sono ritrovati in aula in dieci:
troppo pochi per varare l’operazione, intorno
alla quale nei giorni scorsi si era già creato
un clima di polemica. In proposito Nardone, a
inizio dei lavori, ha anche preannunciato azioni
in sede giudiziaria nei confronti di chi ha
messo in dubbio la correttezza dell’operato
dell’Ufficio Tecnico della Rocca: «Il rispetto
della legalità – ha detto – è stata ed resta la
chiave interpretativa dell’azione di governo di
questa Provincia». Alla movimentata seduta erano
presenti anche cittadini ed esponenti politici
di Telese, e il deputato di Rifondazione
Francesco Caruso. E Rifondazione, con una nota
della segreteria provinciale, ha manifestato la
propria soddisfazione per l’accaduto, senza
lesinare critiche al numero uno della Rocca: «La
mancata approvazione dell’acquisto dell’ex
molino Capasso & Romano è una buona notizia per
quanti credono nella programmazione politica e
nelle istituzioni. Purtroppo il presidente
Nardone ancora non coglie il senso e lo spirito
di una mobilitazione territoriale che ha
coinvolto non solo i partiti ma la gente comune,
gli studenti, gli insegnanti, il personale Ata.
La comunità telesina si è mobilitata contro
un’ipotesi irrazionale e incomprensibile, per i
motivi evidenziati negli ultimi mesi».
Quanto all’immobile al centro della vicenda,
Rifondazione plaude al sopralluogo effettuato
dall’assessore Grimaldi e da alcuni dei
consiglieri della Commissione provinciale Lavori
pubblici: «È stato proprio quel sopralluogo a
far capire qual è il rale stato delle cose. Al
punto che sorge il dubbio che Nardone quell’immobile
non lo veda da tempo. Tra l’altro nell’occasione
si è potuto constatare che nell’immobile sono in
corso dei lavori di ristrutturazione di cui
nessuno sa nulla: né il Comune di Telese
(secondo cui si tratta di semplici pulizie), né
i vigili urbani, né i Consiglieri comunali. Non
esiste nemmeno la tabella di cantiere. Sarebbe
bello che Nardone consentisse ai cittadini, agli
studenti, agli insegnanti di visitare il luogo
che vorrebbe far diventare il ”nuovo” liceo, per
poi ascoltare la loro opinione».
In
definitiva, secondo Prc, «bisogna ripensare
l’intervento, partendo dall'obiettivo comune di
dare una struttura degna e funzionale al liceo,
che deve rimanere a Telese».
m.s.p.
da
Il Sannio Quotidiano - 01-08-2006
Un
mulino fa tremare la Rocca
Nuova spaccatura ieri in Consiglio provinciale
sulla delocalizzazione del Liceo Scientifico di
Telese. Nardone chiede la verifica
Il
Presidente: «Basta ingiurie, ora partono le
querele». Rifondazione: «Anzichè minacciare,
pensi a dialogare»
Che sia Telese il capolinea del centrosinistra
alla Provincia? E' ancora presto per dirlo ma
certamente la situazione si è fatta
incandescente alla Rocca dei Rettori, dopo la
infruttuosa seduta di Consiglio di ieri mattina
e la immediata richiesta di verifica politica
formulata dal presidente Nardone. Casus belli
all'interno del centrosinistra è il progetto di
delocalizzazione del Liceo Scientifico di Telese
Terme nell'ex mulino 'Capasso e Romano', nella
stessa cittadina termale.
Dopo la clamorosa spaccatura verificatasi in
Consiglio qualche giorno fa, ieri la maggioranza
è riuscita a fare addirittura peggio: seduta
sciolta dopo pochi minuti per mancanza del
numero legale. Determinanti anche in questo
frangente le assenze dei consiglieri diessini e
dell'Udeur, che hanno abbandonato l'aula nel
momento topico della riunione, alla ripresa dopo
la pausa chiesta dal riformista Lamparelli. Un
lungo briefing che avrebbe dovuto uniformare le
opinioni all'interno della maggioranza e che
invece ha palesato ancora una volta le distanze
esistenti tra le forze del centrosinistra. Al
rientro in aula, tra i banchi non c'erano i due
consiglieri diessini che avevano risposto
presente all'appello iniziale, Francesco
Gagliardi e Nicola Damiano, e il capogruppo
udeurrino, Mario Borrelli. Assenze pesantissime,
del resto già verificatesi nella seduta del 10
luglio, che confermano la frattura esistente
nella maggioranza e all'interno delle stesse
forze che la compongono.
“Presidente, è arrivato il momento che si
dimetta”, ha detto senza mezzi termini Spartico
Capocefalo al presidente Carmine Nardone. “Non
ha più una maggioranza – ha argomentato il
consigliere indipendente, da sempre vicino a
Nardone - e il suo stesso gruppo non la segue”.
Capocefalo ha inoltre evidenziato la
contraddittorietà della condotta dei Ds e dell'Udeur,
ricordando la delibera di Giunta provinciale del
13 gennaio, varata all'unanimità dagli
assessori, con la quale si ratificava il
protocollo d'intesa tra Provincia e Comune di
Telese.
Inviti alla “riflessione” sono giunti anche dai
consiglieri di minoranza: “Va stigmatizzato –
denuncia il capogruppo di Forza Italia, Lucio
Rubano - il comportamento poco decoroso e
rispettoso del Consiglio tenuto dai
rappresentanti dell'Udeur e dei Ds. Dopo la
sospensione, infatti, non hanno avuto il
coraggio di venire a esporre le proprie
posizioni in aula e di assumersi le loro
responsabilità. E' il segno che questa
maggioranza, malgrado abbia conseguito oltre il
70 per cento dei consensi alle elezioni, non è
in grado di governare e di affrancarsi dai
'ricatti' posti da qualche singolo esponente o
da qualche associazione. E non si può
assolutamente tollerare – ha aggiunto il
forzista – che si accenni impunemente ad affari
e interessi poco chiari dietro l'operazione. Chi
fa simili affermazioni dovrebbe avere il
coraggio di argomentarle e, se il caso,
rivolgersi alle autorità competenti”.
E
non a caso il presidente Nardone nel suo
intervento ha annunciato “la tutela in sede
giudiziaria dell'onorabilità dei funzionari
pubblici, ingiuriati in maniera del tutto
ingiustificata. Il rispetto della legalità – ha
aggiunto Nardone – è stato e resta la chiave
interpretativa dell'azione di governo di questa
Provincia”. Presente nel pubblico anche il
parlamentare eletto nelle liste di Rifondazione
Comunista, Francesco Caruso. La questione sta
particolarmente a cuore ai bertinottiani
sanniti, che sulla questione avevano già
minacciato di togliere il proprio sostegno a
Nardone.
“Il Presidente Nardone – si legge nella nota
diramata ieri dalla Federazione provinciale -
minaccia querele contro chi si è mobilitato per
far comprendere l'irrazionalità delle scelte che
si apprestava a far votare dal Consiglio
provinciale: come mai non si chiede perché la
sua ostinata volontà non convince la
maggioranza?La mancata approvazione
dell'acquisto dell'ex molino Capasso & Romano è
una buona notizia per quanti credono nella
programmazione politica e nelle istituzioni.
Purtroppo il Presidente Nardone ancora non
coglie il senso e lo spirito di una
mobilitazione territoriale che ha coinvolto non
solo i partiti organizzati ma la gente comune,
gli studenti, gli insegnanti, il personale ATA.
Il Presidente ha perfino giudicato “inopportuno”
il sopralluogo effettuato dall'assessore
Grimaldi e da alcuni dei consiglieri che
compongono la Commissione provinciale Lavori
pubblici. Eppure è stato proprio quel
sopralluogo a far capire qual è il reale stato
delle cose ed è stata anche l'occasione perché i
consiglieri provinciali constatassero che
nell'immobile sono in corso dei lavori di
ristrutturazione di cui nessuno sa nulla: né il
Comune di Telese (secondo cui si tratta di
semplici pulizie), né i vigili urbani, né i
consiglieri comunali. Non esiste nemmeno la
tabella di cantiere. Sarebbe bello – aggiungono
i bertinottiani - che Nardone consentisse ai
cittadini, agli studenti, agli insegnanti di
visitare il luogo che vorrebbe far diventare il
“nuovo” liceo, per poi ascoltare la loro
opinione”.
Piena solidarietà a Nardone giunge dal leader
provinciale della Margherita, il coordinatore
Mario Pepe: “Condivido lo sfogo del Presidente.
Si appalesa chiaro un tentativo di
destabilizzare l'Amministrazione al quale siamo
fermamente contrari perchè bisogna completare un
disegno programmatico – strategico e rilanciare
le questioni vere che sono sul territorio.
Occorre fare una verifica rigorosa e chiara –
aggiunge Pepe – finalizzata non a chiudere ma,
al contrario, a rilanciare l'Amministrazione
guidata dal Presidente Nardone”.
da
Il denaro.it - 1-08-2006
http://www.denaro.it/go/a/_articolo.qws?recID=246949
Polo scolastico di Telese Terme: maggioranza
consiliare spaccata Consiglio provinciale, si
sfiora di nuovo la crisi: la seduta viene
sospesa per mancanza di numero legale e quindi
viene rimandata la discussione sull’acquisto del
mulino di Telese Terme da adibire a liceo.
di
Margherita Merone
Fumata nera al Consiglio provinciale
sull’acquisto di un mulino in disuso in Telese
Terme al fine di adibirlo, dopo la necessaria
ristrutturazione, a polo scolastico. L’argomento
ha di fatto bloccato la seduta dell’Assemblea:
dopo una lunga riunione di capigruppo a porte
chiuse, la seduta è andata deserta per mancanza
di numero legale, e alla conta da parte del
segretario generale i presenti tra i banchi
della Sala consiliare risultano solo dieci,
mentre gli assenti quindici.
E’
la seconda volta che si verifica l’impasse della
maggioranza sullo stesso argomento: già nel
corso dello scorso Consiglio, infatti, i gruppi
Ds e Udeur avevano votato a favore del rinvio
della discussione, quindi contro l’indicazione
del presidente diessino Carmine Nardone e del
vice presidente udeurrino Pasquale Grimaldi ,
che avevano corso il rischio di far passare la
proposta con il sostegno delle minoranze.
Pericolo scongiurato solo in extremis, con
l’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri
di centro-sinistra. In merito alla questione,
Rifondazione sostiene da tempo che l’acquisto
dell’ex molino di Telese rappresenta una scelta
irrazionale per l’ubicazione della struttura ed
eccessivamente onerosa per la Provincia,
proponendone una alternativa.
La
vicenda rischia di avere, oltre che ovvi
contraccolpi politici, anche ripercussioni
legali perché il presidente della Provincia
Carmine Nardone si è espresso, ad apertura dei
lavori, con durezza nei confronti di chi nei
giorni scorsi ha messo in dubbio sulla stampa e
in riunioni pubbliche la correttezza
dell’operato dell’Ufficio Tecnico sulla
questione ed ha annunciato la tutela in sede
giudiziaria dell’onorabilità dei funzionari
pubblici, ingiuriati in maniera del tutto
ingiustificata, secondo il presidente. “Il
rispetto della legalità , precisa Nardone, è
stata ed resta la chiave interpretativa
dell’azione di governo di questa Provincia”.
La
seduta, cominciata alla presenza di alcuni
cittadini ed esponenti politici di Telese Terme,
nonché del deputato del Prc Francesco Caruso, è
stata subito sospesa su richiesta del
Consigliere Giuseppe Lamparelli per una riunione
dei capigruppo, allargata anche ai consiglieri,
al fine di verificare le possibilità di una
chiarificazione sulla vicenda; la richiesta, pur
respinta dal Consigliere Lucio Rubano, secondo
il quale il Consiglio non poteva essere ostaggio
delle decisioni prese da due segreterie
politiche, si è regolarmente svolta, ma non ha
dato esiti positivi.
Al
termine della riunione, infatti, non si è
raggiunta una intesa politica tale da rendere
possibile continuare la discussione in Aula e,
di conseguenza, è venuto a mancare il numero
richiesto dalla legge per la validità della
seduta. |