La crisi alla Provincia di Benevento per
il momento è rinviata. La maggioranza
alla Rocca dei Rettori rischiava di
affogare in Consiglio, sulla discussione
del progetto di delocalizzazione del
Liceo Scientifico di Telese Terme
nell’ex mulino “Capasso e Romano”, ma il
presidente, Carmine Nardone, ha chiesto
una pausa di riflessione sull’argomento
per ricompattare la sua coalizione ma
anche per presentare agli allievi, ai
docenti e ai genitori il progetto di
ristrutturazione elaborato dal suo
Ufficio tecnico.
Alla mediazione operata da Nardone, si è
giunti nella seduta di Consiglio
Provinciale, dello scorso 13 settembre.
Nardone, all’inizio dei lavori, ha
chiesto un ulteriore approfondimento
della questione: “Si tratta di portare
avanti una scelta condivisa nel contesto
di un confronto istituzionale”, ha detto
e ha annunciato che al più presto sarà
organizzato un pubblico dibattito nella
cittadina termale “per ribaltare le
informazioni distorte e sbagliate che
sono arrivate all’utenza”. La proposta è
stata accolta con favore dalla sua
maggioranza ma ha suscitato numerosi
malumori tra le fila dell’opposizione:
“Si tratta di un’espropriazione dei
compiti del Consiglio”, è stata l’accusa
lanciata dall’esponente di Forza Italia,
Lucio Rubano.
Contento della decisione di Nardone di
ascoltare il parere delle istituzioni
locali si è detto il sindaco di Telese,
Gennaro Capasso: “Solo così si potrà
porre fine ad una vicenda di carattere
politico che non ha nulla a che vedere
con il progetto vero e proprio, poco
conosciuto”. Il primo cittadino ha anche
confermato l’approvazione della sua
Amministrazione, della scelta del Mulino
Papasso, quale sede dell’Istituto
Superiore: “Sostenere questo progetto
significa per la nostra cittadina
risolvere due grandi problemi: quello
primario della scuola e quello di un
sito industriale dismesso che urge
riconvertire”.
All’incontro ipotizzato da Nardone sarà
presente anche Assunta Fiengo, dirigente
del Liceo Scientifico di Telese: “Non
abbiamo mai sollecitato un incontro con
i vertici della Provincia ma siamo lieti
di poter discutere con loro anche perché
più volte abbiamo richiesto una
struttura idonea per lo svolgimento
delle attività didattiche del nostro
istituto”.
Chi invece non apre spiragli di dialogo
è il circolo di Rifondazione Comunista
di Telese Terme: “Il Liceo Scientifico –
ha dichiarato il segretario Alfonso
Grillo - fa parte della storia della
nostra comunità e il progetto avanzato
dal Comune e dalla Provincia non
soddisferà mai le esigenze della
popolazione scolastica. L’ex mulino ha
vizi strutturali che nessun recupero
potrà sanare, per non parlare della
viabilità che risulterebbe intasata
dall’arrivo di un polo scolastico”.
Secondo gli esponenti della sinistra
radicale, il vero obiettivo della
sinergia tra Capasso e Nardone sta nel
fatto che il proprietario dell’immobile
è l’ex sindaco di Telese, attuale
assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe
D’Occhio. Se l’operazione andasse in
porto nelle casse del privato andrebbe
una somma considerevole: circa 5 milioni
di euro.
Nota anche la posizione dei genitori
degli alunni che più volte hanno
criticato l’ipotesi di riattare il
vecchio edificio che considerano
inidonea per la capienza, la
dislocazione, la fatiscenza dei locali,
dettata dall’emergenza e da interessi
poco chiari. La proposta formulata dai
genitori è di costruire ex novo
l’istituto, in favore dei bisogni di una
popolazione scolastica in continuo
aumento, per avere un polo scolastico di
eccellenza.
La vicenda legata all’ex mulino ha avuto
inizio nel settembre 2005 quando la
Provincia sottoscrisse con il Comune di
Telese un protocollo d’intesa secondo il
quale la prima si impegnava a realizzare
sul territorio una struttura che
includesse il Liceo Scientifico, una
scuola di eccellenza e un museo d’arte;
e il secondo ad accelerare i processi di
propria competenza (varianti
urbanistiche, destinazione d’uso).
L’intesa era stata ratificata dalla
Giunta Provinciale lo scorso 13 gennaio.
Il provvedimento è stato subito
osteggiato dai rappresentanti degli
studenti e dei genitori che sono stati
affiancati anche dalle sezioni locali
dei Ds, Udeur e Rifondazione. La
spaccatura è emersa anche in Consiglio
Provinciale quando lo scorso 20 luglio
il consigliere della Quercia, Francesco
Gagliardi (ex sindaco di Cerreto), ha
chiesto un rinvio del punto all’ordine
del giorno, per approfondire la
questione della localizzazione effettiva
del Liceo Scientifico.
La questione è ritornata in discussione
il 31 luglio e in quell’occasione, per
marcare la distanza dalle posizioni del
presidente Nardone, i gruppi consiliari
Ds e Udeur hanno abbandonato l’aula
facendo mancare così il numero legale.
L’inquilino della Rocca dei Rettori
minacciò la crisi ma a buttare acqua sul
fuoco fu il segretario provinciale dei
Diesse, Rossano Insogna: “La questione
del Liceo, seppur importante, non può
coinvolgere la stabilità
dell’Amministrazione. I consiglieri
hanno semplicemente chiesto un rinvio
per approfondimenti e per valutare la
possibilità di soluzioni alternative. Le
occasioni di confronto sono sempre
utili, ma se la verifica deve riguardare
solo la questione specifica, abbiamo già
capito che non c’è motivo per farla”.
Trascorsa la pausa estiva, Nardone non
ha fatto marcia indietro. Non è disposto
a rinunciare al progetto di allocare a
Telese un centro di alta formazione che
comprenda anche l’Istituto Superiore.
Con i rappresentanti della comunità
locale, il presidente della Provincia
giocherà una nuova carta: probabilmente
annuncerà l’intenzione di trasferire in
Valle Telesina anche una sezione della
Marsec per ciò che concerne l’agroalimentare.