Domani 14 novembre a Telese ci sarà una mobilitazione.
Essa nasce da istanze studentesche, riflessioni
politiche di partiti, consiglieri comunali e
provinciali, preoccupazioni di genitori e
associazioni locali. L'oggetto del contendere è
il caso che riguarda la futura allocazione del
liceo scientifico e classico.
Le
dinamiche sono lapalissiane, quasi ovvie nella
loro quotidiana evidenza. Non le ripercorro,
perchè sono disponibili centinaia di pagine
(interrogazioni comunali, parlamentari, rassegne
stampa) e ogni sintesi sarebbe approssimata e
superficiale.
Quello che voglio dire è che è arrivato il
momento di gridare con tutta la forza e la
passione di cui siamo capaci che la nostra terra
vive e cresce solo se alimentata in ogni passo
dalla modernità. La modernità, a sua volta, ha
come suo alito di vita la cultura, l'istruzione,
la ricerca.
Investire in un progetto innovativo e moderno
significa emergere dalle dinamiche bieche
dell'ars arrangiandi, speculari, tra l'altro al
malaffare.
Tale spirale deve essere combattuta con
decisione e coraggio. Dagli studenti, in primis,
ma anche da tutti coloro che, ancora, hanno a
cuore il futuro di Telese. Non mi riferisco ad
un ritorno al passato o a errate pretese
ambientalistiche. Parlo di avvenire, di
modernità. Spesso ci riempiamo la bocca con il
termine Europa, relegandolo ad una sorta di zona
d'ombra metafisica, lontana, ambigua. L'Europa
si costruisce a partire dal territorio, da
Telese, anche dalla questione del liceo, dalle
scelte coraggiose.
E'
necessario, o Nardone, fare un passo indietro
per farne cinque avanti. I carrozzoni sono
destinati ad affondare. Lasciamoli al loro
destino! Presenzieremo l'incontro di domani per
dire la nostra. Buon lavoro... Alessandro
Liverini |