Martedì 14-11-2006: un giorno importante per la
comunità telesina, con grande dimostrazione di
senso civile da parte dei cittadini tutti.
Ieri, 14 novembre 2006, si è tenuto, con sede al
Palazzo dei Congressi delle Terme di
Telese, l'atteso confronto istituzioni-cittadini
circa il tema, sempre più scottante, della
costruzione del nuovo polo scolastico nella
nostra cittadina termale. L'esimio Carmine
Nardone, Presidente della Provincia di
Benevento, ha trovato un ritaglio del suo tempo,
tra la miriade di affari urgenti da sbrigare, da
dedicare alla “questione Liceo” che affligge
ormai Telese da anni.
Durante il meeting organizzato
dall'amministrazione provinciale, con la
partecipazione dell'ente comunale, è stato
presentato alla cittadinanza il progetto steso
dai tecnici dell'UTE (Ufficio Tecnico Edile) e
che troverebbe, così come sembrerebbe, ampia
realizzazione nella struttura dell'ex Molino
Capasso-Romano, il quale sarebbe sottoposto ad
una grande opera di ristrutturazione.


Certo, sembrerebbe proprio che per Telese si
profili la messa in esecuzione di un'importante
opera pubblica, senza dubbio tra le più
importanti degli ultimi anni. Ma purtroppo,
anche in questa che può sembrare a primo
acchitto una nuova icona della realtà
ingegneristica moderna, cela dietro di sé delle
perplessità, non di irrilevante valore. Tutt'altro.
Dagli interventi che si sono susseguiti nel
corso del dibattito, da parte dei presenti in
sala, sono venuti alla luce quelli che sono i
veri motivi del NO al Molino da parte della
cittadinanza telesina, in primis degli studenti,
la classe sociale maggiormente chiamata in causa
nell'affrontare questo problema. Le motivazioni
presentate sono di vario genere: dal problema
della viabilità a quello della sicurezza
sanitaria, a cui fa compagnia l'inadeguatezza
strutturale dell'edificio in questione. Ma
passiamo a valutare questi che sono i punti
cardini su cui si basa il NO categorico
all'opzione Molino.



Innanzitutto la salute. Applicando il
buon vecchio proverbio napoletano “Quando c'è la
salute, c'è tutto”, non avremmo niente. Infatti,
come tutti ne sono a conoscenza, a meno di cento
metri dall'edificio vi è la centrale di
trasformazione dell'energia elettrica, la quale
provoca, a causa del passaggio continuo di
elettricità ad alto voltaggio, l'emissione di
onde elettromagnetiche, alquanto dannose per la
nostra salute. Ciò è dimostrato scientificamente
e tutt'oggi ci sono ancora studi che attestano
quanto siano nocive queste radiazioni, così come
ha confermato la Karolinska Institut di
Stoccolma (centro di riferimento dell’OMS e del
premio Nobel), la quale ha ribadito la
pericolosità di tali emissioni radioattive, tra
i principali imputati per l'aumento di tumori
maligni nel mondo. Oltre che della suddetta
centrale, l'edificio tanto osannato nei progetti
della Provincia gode della compagnia delle
antenne della telefonia mobile, recentemente
installate sul suo tetto. Naturalmente ciò
sempre a testimoniare l'assoluta pericolosità
per la salute di chi dovrebbe trascorrere gran
parte della giornata per cinque anni, o più nel
caso degli impiegati amministrativi, della
propria vita nel Molino.


La viabilità, poi, rappresenta un altro
punto a sfavore per questa soluzione.
L'edificio, infatti, è collocato lungo la strada
più importante e maggiormente trafficata del
nostro paese, via Roma, per di più nel punto in
cui essa si raccorda alla SS-87. La fermata
degli autobus, delle auto dei genitori degli
studenti e la mole di mezzi a due ruote,
rappresenterebbero tutti fattori di intralcio al
traffico cittadino, già di per sé non molto
scorrevole. Inoltre non vi sono marciapiedi ampi
per permettere agli studenti pedoni di
raggiungere la propria sede lavorativa in tutta
tranquillità, senza dover continuamente salire e
scendere dal gradino di marmo, utilizzando in
questo modo il manto stradale per camminare, a
causa dell'ingente numero di studenti presenti
nei pressi della scuola.


Ultima, ma non per importanza,
l'inadeguatezza strutturale. Premesso che un
edificio viene realizzato modellando la sua
struttura alla funzione che andrà a svolgere,
come può un sito industriale in disuso essere
adibito a scuola? Certo, ci saranno delle
ristrutturazioni, ma l'edificio in sé avrà
sempre dei limiti. Basti pensare al cortile
angusto presente al di là del cancello del
Molino, che dovrebbe rappresentare il punto di
ritrovo per quasi mille ragazzi durante i dieci
minuti di intervallo. Ma dovrebbe svolgere anche
un'importante funzione di sicurezza nel caso in
cui fosse necessaria l'evacuazione dalla
struttura, a causa di eventi sismici o
incendiari. La conseguenza sarebbe che, molto
probabilmente, molte persone non ne uscirebbero
sane e salve, considerando anche la mancanza di
un punto di raccolta, dal momento che ci si
troverebbe costretti ad invadere la strada, e
anche a causa dell'elevata altezza di quello che
dovrebbe essere un Polo di Eccellenza e di
Formazione della Valle Telesina. Così lo
chiamano in quel di Benevento; poi gli riservano
una sistemazione di seconda mano.

Questa soluzione, inoltre, presenta anche delle
incomprensioni dal punto di vista economico.
Il Presidente Nardone, infatti, sembra deciso a
perseguire la politica che ha contraddistinto il
suo mandato di governatore in questi otto anni
in materia di edilizia scolastica, ovvero
l'utilizzo dei finanziamenti per le pigioni dei
locali presi in affitto per gli Istituti in rate
per il pagamento di mutui accesi per la
costruzione di un edificio ex novo, così come
avvenuto per l'Istituto Alberghiero “Le
Streghe”, sito in Benevento. La ristrutturazione
del Molino, infatti, comporterebbe spese di gran
lunga superiori a quelle necessarie per la
costruzione di una nuova struttura, senza
operare alcuna riqualificazione strutturale e
con risultati di molto inferiori alla soluzione
di erigere un nuovo edificio .
Tutti questi dubbi e perplessità non sono
stati chiariti dalla troupe
dell'amministrazione provinciale in visita a
Telese. E' stato fatto più volte riferimento al
lavoro svolto da un'equipe di tecnici
qualificati, senza però che fosse permesso a
questi di poter spiegare gli eventuali motivi
dell'infondatezza delle titubanze della quasi
totalità della popolazione telesina.
Ed
è qui che le cose continuano ad essere non
proprio cristalline. Se è proprio vero che
queste paure non hanno solide basi, così come il
Presidente Nardone ha voluto far credere, perché
non sono intervenuti i tecnici in prima persona
ad illustrare la genuinità del progetto, dal
momento che dalla bocca del Sindaco Gennaro
Capasso è stata formulata la frase “i politici
non possono diventare tecnici”?

Nessuno a questo mondo può esprimere giudizi
assoluti in merito a qualcosa, ma può formulare
la propria opinione. La mia giovane età forse
non mi dona la saggezza e l'esperienza
necessarie per capire a fondo i motivi di una
tale ostinazione da parte dell'amministrazione
provinciale di propinare a noi, cittadini di
Telese, una soluzione che nelle sue specifiche
appare di un livello abbastanza scarso,
nonostante le dure opposizioni della
cittadinanza, a partire da noi studenti che, me
lo si consenta di dire, abbiamo dimostrato un
grande senso civico nell'affrontare un tal
problema. I motivi, probabilmente, risiedono in
questioni di carattere politico che, a dir la
verità, non muovono il mio interesse.

Però, divertirsi al gioco dei partiti in una
situazione che merita una certa serietà sarebbe
limitativo, per le istituzioni prima di tutto e
poi, conseguenzialmente, per noi Telesini.
Quello che è certo, è che noi studenti non ci
lasceremo convincere dai toni ammaliatori dei
politici, ma andremo fino in fondo a questa che
si preannuncia come un'importante tappa nella
storia di Telese, consci dell'appoggio del
Sindaco Gennaro Capasso nel far ubicare il Polo
di Eccellenza e Formazione nel nostro Comune,
purché si trovi una nuova collocazione.
BISESTO FABRIZIO |