15 novembre 2006
Telese, Nardone non convince per niente
Fabrizio Bisesto

Foto di Giuseppe Grimaldi

 

Martedì 14-11-2006: un giorno importante per la comunità telesina, con grande dimostrazione di senso civile da parte dei cittadini tutti.

Ieri, 14 novembre 2006, si è tenuto, con sede al Palazzo dei Congressi delle Terme di Telese, l'atteso confronto istituzioni-cittadini circa il tema, sempre più scottante, della costruzione del nuovo polo scolastico nella nostra cittadina termale. L'esimio Carmine Nardone, Presidente della Provincia di Benevento, ha trovato un ritaglio del suo tempo, tra la miriade di affari urgenti da sbrigare, da dedicare alla “questione Liceo” che affligge ormai Telese da anni.

Durante il meeting organizzato dall'amministrazione provinciale, con la partecipazione dell'ente comunale, è stato presentato alla cittadinanza il progetto steso dai tecnici dell'UTE (Ufficio Tecnico Edile) e che troverebbe, così come sembrerebbe, ampia realizzazione nella struttura dell'ex Molino Capasso-Romano, il quale sarebbe sottoposto ad una grande opera di ristrutturazione.

Certo, sembrerebbe proprio che per Telese si profili la messa in esecuzione di un'importante opera pubblica, senza dubbio tra le più importanti degli ultimi anni. Ma purtroppo, anche in questa che può sembrare a primo acchitto una nuova icona della realtà ingegneristica moderna, cela dietro di sé delle perplessità, non di irrilevante valore. Tutt'altro.

Dagli interventi che si sono susseguiti nel corso del dibattito, da parte dei presenti in sala, sono venuti alla luce quelli che sono i veri motivi del NO al Molino da parte della cittadinanza telesina, in primis degli studenti, la classe sociale maggiormente chiamata in causa nell'affrontare questo problema. Le motivazioni presentate sono di vario genere: dal problema della viabilità a quello della sicurezza sanitaria, a cui fa compagnia l'inadeguatezza strutturale dell'edificio in questione. Ma passiamo a valutare questi che sono i punti cardini su cui si basa il NO categorico all'opzione Molino.

Innanzitutto la salute. Applicando il buon vecchio proverbio napoletano “Quando c'è la salute, c'è tutto”, non avremmo niente. Infatti, come tutti ne sono a conoscenza, a meno di cento metri dall'edificio vi è la centrale di trasformazione dell'energia elettrica, la quale provoca, a causa del passaggio continuo di elettricità ad alto voltaggio, l'emissione di onde elettromagnetiche, alquanto dannose per la nostra salute. Ciò è dimostrato scientificamente e tutt'oggi ci sono ancora studi che attestano quanto siano nocive queste radiazioni, così come ha confermato la Karolinska Institut di Stoccolma (centro di riferimento dell’OMS e del premio Nobel), la quale ha ribadito la pericolosità di tali emissioni radioattive, tra i principali imputati per l'aumento di tumori maligni nel mondo. Oltre che della suddetta centrale, l'edificio tanto osannato nei progetti della Provincia gode della compagnia delle antenne della telefonia mobile, recentemente installate sul suo tetto. Naturalmente ciò sempre a testimoniare l'assoluta pericolosità per la salute di chi dovrebbe trascorrere gran parte della giornata per cinque anni, o più nel caso degli impiegati amministrativi, della propria vita nel Molino.

 

La viabilità, poi, rappresenta un altro punto a sfavore per questa soluzione. L'edificio, infatti, è collocato lungo la strada più importante e maggiormente trafficata del nostro paese, via Roma, per di più nel punto in cui essa si raccorda alla SS-87. La fermata degli autobus, delle auto dei genitori degli studenti e la mole di mezzi a due ruote, rappresenterebbero tutti fattori di intralcio al traffico cittadino, già di per sé non molto scorrevole. Inoltre non vi sono marciapiedi ampi per permettere agli studenti pedoni di raggiungere la propria sede lavorativa in tutta tranquillità, senza dover continuamente salire e scendere dal gradino di marmo, utilizzando in questo modo il manto stradale per camminare, a causa dell'ingente numero di studenti presenti nei pressi della scuola.

Ultima, ma non per importanza, l'inadeguatezza strutturale. Premesso che un edificio viene realizzato modellando la sua struttura alla funzione che andrà a svolgere, come può un sito industriale in disuso essere adibito a scuola? Certo, ci saranno delle ristrutturazioni, ma l'edificio in sé avrà sempre dei limiti. Basti pensare al cortile angusto presente al di là del cancello del Molino, che dovrebbe rappresentare il punto di ritrovo per quasi mille ragazzi durante i dieci minuti di intervallo. Ma dovrebbe svolgere anche un'importante funzione di sicurezza nel caso in cui fosse necessaria l'evacuazione dalla struttura, a causa di eventi sismici o incendiari. La conseguenza sarebbe che, molto probabilmente, molte persone non ne uscirebbero sane e salve, considerando anche la mancanza di un punto di raccolta, dal momento che ci si troverebbe costretti ad invadere la strada, e anche a causa dell'elevata altezza di quello che dovrebbe essere un Polo di Eccellenza e di Formazione della Valle Telesina. Così lo chiamano in quel di Benevento; poi gli riservano una sistemazione di seconda mano.

Questa soluzione, inoltre, presenta anche delle incomprensioni dal punto di vista economico. Il Presidente Nardone, infatti, sembra deciso a perseguire la politica che ha contraddistinto il suo mandato di governatore in questi otto anni in materia di edilizia scolastica, ovvero l'utilizzo dei finanziamenti per le pigioni dei locali presi in affitto per gli Istituti in rate per il pagamento di mutui accesi per la costruzione di un edificio ex novo, così come avvenuto per l'Istituto Alberghiero “Le Streghe”, sito in Benevento. La ristrutturazione del Molino, infatti, comporterebbe spese di gran lunga superiori a quelle necessarie per la costruzione di una nuova struttura, senza operare alcuna riqualificazione strutturale e con risultati di molto inferiori alla soluzione di erigere un nuovo edificio .

Tutti questi dubbi e perplessità non sono stati chiariti dalla troupe dell'amministrazione provinciale in visita a Telese. E' stato fatto più volte riferimento al lavoro svolto da un'equipe di tecnici qualificati, senza però che fosse permesso a questi di poter spiegare gli eventuali motivi dell'infondatezza delle titubanze della quasi totalità della popolazione telesina.

Ed è qui che le cose continuano ad essere non proprio cristalline. Se è proprio vero che queste paure non hanno solide basi, così come il Presidente Nardone ha voluto far credere, perché non sono intervenuti i tecnici in prima persona ad illustrare la genuinità del progetto, dal momento che dalla bocca del Sindaco Gennaro Capasso è stata formulata la frase “i politici non possono diventare tecnici”?

Nessuno a questo mondo può esprimere giudizi assoluti in merito a qualcosa, ma può formulare la propria opinione. La mia giovane età forse non mi dona la saggezza e l'esperienza necessarie per capire a fondo i motivi di una tale ostinazione da parte dell'amministrazione provinciale di propinare a noi, cittadini di Telese, una soluzione che nelle sue specifiche appare di un livello abbastanza scarso, nonostante le dure opposizioni della cittadinanza, a partire da noi studenti che, me lo si consenta di dire, abbiamo dimostrato un grande senso civico nell'affrontare un tal problema. I motivi, probabilmente, risiedono in questioni di carattere politico che, a dir la verità, non muovono il mio interesse.

Però, divertirsi al gioco dei partiti in una situazione che merita una certa serietà sarebbe limitativo, per le istituzioni prima di tutto e poi, conseguenzialmente, per noi Telesini.

Quello che è certo, è che noi studenti non ci lasceremo convincere dai toni ammaliatori dei politici, ma andremo fino in fondo a questa che si preannuncia come un'importante tappa nella storia di Telese, consci dell'appoggio del Sindaco Gennaro Capasso nel far ubicare il Polo di Eccellenza e Formazione nel nostro Comune, purché si trovi una nuova collocazione.

BISESTO FABRIZIO

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it