Riflessioni di un genitore e di un libero
cittadino
I
RAGAZZI CON IL FISCHIETTO (…una settimana dopo)
Erano lì, all’ingresso del palazzo dei
congressi, armati di striscioni, fischietti,
salterelli e del loro entusiasmo giovanile,
orgogliosi di difendere autonomamente un loro
diritto ad una scuola vivibile, moderna, sicura,
condivisibile, ben strutturata per le attività
educative, all’avanguardia, competitiva. Non una
parolaccia, non un’offesa, non odio, ma voglia
di manifestare, un senso di libertà. Erano i
nostri figli (lo dico con un pizzico di
orgoglio). E’ arrivato il Presidente. Sovrastava
tutti in altezza e imponenza. Non era
contrariato o dispiaciuto per l’accoglienza. Si
è fermato una decina di minuti in silenzio a
guardarli, ad ascoltare i fischi e gli slogan,
forse ne è stato anche compiaciuto, forse si è
ricordato di essere un uomo di sinistra, si è
ricordato della sua giovinezza, di quando era
più ingenuo e idealista.
I
ragazzi hanno insistito per avere un confronto,
per esporre le loro idee e perplessità. Alla
fine ha ceduto, ha stravolto il programma della
serata. Forse ha pensato che un confronto
avrebbe dato un senso democratico all’incontro,
oppure ha pensato di essere più forte di loro e
di poterli facilmente dominare con la sua
esperienza di consumato politico. L’ho
apprezzato. Ha parlato per prima. Ha detto
delle cose importanti, ma più importanti ancora
sono le cose che non ha detto. Ha detto che nel
1999 avevano i soldi per costruire a Telese una
scuola di eccellenza, ma non ha detto che non si
è potuta realizzare perché l’amministrazione
comunale telesina non ha mai individuato un
suolo adeguato per al sua realizzazione. Ha
detto che non ci sono soldi, ma non ha detto da
quale cilindro magico usciranno allora gli 8
milioni di euro, di cui ha annunciato la
disponibilità in un comunicato stampa, per
adattare a scuola il Molino Capasso- Romano.
Ha detto che a decidere compete solo
all’amministrazione provinciale e comunale, ma
non ha detto allora che scopo avesse quell’incontro
con la cittadinanza, non veniva allora a
proporre qualcosa per chiedere se veniva
accettata o rifiutata. Non mi è sembrata molto
democratica questa frase, ma sul senso di
democrazia percepita, imperfetta, incerta e
tradita ci tornerò in prosieguo. Ha detto che i
tecnici della provincia hanno lavorato molto
intorno a questo progetto del Molino
Capasso-Romano, ma non ha detto che i tecnici
sono pagati per questo e che il loro compito era
di trovare soluzioni tecniche solo per il
mulino. La rappresentazione è continuata con la
visione di 3 minuti di un video che ci
proponeva 4 fotografie del mulino e 4 piante
dello stesso. Poi ha parlato un rappresentante
degli studenti. Non aveva la cravatta, non avrà
parlato in politichese, era emozionato, ma le
cose le ha dette con spontaneità. Ha concluso
logicamente dicendo che gli studenti sarebbero
stati costretti allo sciopero in mancanza di
risposte adeguate alle loro richieste, ma questo
forse non importava a nessuno dei politici. Per
i partiti politici, DS e PRC hanno detto di
avere dei progetti già pronti per la costruzione
di una cittadella scolastica ex novo (forse
varrebbe la pena di prenderli in
considerazione).
Gli altri interventi dalla platea sono stati
tutti contro la proposta progettuale del mulino
tranne una, ma era di facciata.
Il
presidente Nardone, infine, ha concluso non
apportando nessuna novità alle sue convinzioni
ed ha avuto una reazione esagerata ad una voce
che lo ha interrotto dal fondo della sala, ho
temuto per le sue coronarie. Volevo sottolineare
l’intervento del vice-presidente Grimaldi, che
ha cercato di smontare le critiche al loro
progetto dicendo che per legge per la scuola
pensata dai DS con 40 aule ci vorrebbero 23.800
mq di suolo, mentre loro potrebbero offrire ben
51 aule nel mulino senza altro spazio annesso,
essendo una ristrutturazione, al chè uno
studente gli ha chiesto per 51 aule quanto suolo
sarebbe necessario. E lui non ha colto o non ha
voluto cogliere il senso della domanda. Se la
norma dispone che per una scuola moderna,
efficiente, sicura, provvista di tutti i
requisiti con 40 aule c’è bisogno di 23.800 mq
(cosa da verificare, visto che Grimaldi non è un
tecnico), una scuola costruita in uno spazio
angusto non avrà allora tutte le caratteristiche
che la norma prescrive per una moderna scuola: è
una situazione arrangiata, nonostante vengano
investiti ben 8 milioni di nostri euro.
Sabato scorso i fischietti si sono fatti sentire
ancora, ma non sono stati ascoltati dalle stanze
del potere, perché era già tutto deciso. Il
giorno prima era stato già detto di trasferire
le classi del Liceo Classico al Mulino nel più
breve tempo possibile. Mi sembra un copione già
scritto da tempo. Questo è un esempio di
democrazia tradita.
Democrazia... è stata la frase più ripetuta
durante la serata di martedì e anche
successivamente. Ognuno ha cercato di farsi
maestro di democrazia. La nostra è una
democrazia imperfetta. Il nostro sistema
democratico è di tipo rappresentativo. Chi viene
eletto dovrebbe farsi carico di rappresentare
le esigenze, gli interessi, le necessità dei
suoi elettori. Purtroppo questo non succede
sempre, anzi chi viene eletto (e di solito il
voto viene dato per clientelismo, parentele,
amicizie, disciplina di partito, convenienze
personali, situazioni contingenti, simpatia
personale e più raramente per opinione convinta)
molto spesso rappresenta i soli suoi interessi e
convincimenti, non rispettando la volontà degli
elettori.
Nessuno può dare lezioni di democrazia alla
spontaneità, agli incontaminati entusiasmi, alla
sete di giustizia, agli ideali di vedere
riconosciuti i propri diritti . Non è segno di
inciviltà rappresentare il proprio dissenso con
il fischietto, cercare di fare ascoltare il
proprio pensiero, anzi penso che sia una
conquista democratica, sicuramente non era
possibile nell’era fascista e nei regimi
comunisti dell’est, inoltre con la contestazione
pacifica proprio in alcune nazioni dell’est si è
riusciti a conquistare la democrazia. I ragazzi
con il fischietto si sono guadagnati la
possibilità di essere ascoltati e tutti coloro
che vogliono dare lezioni di democrazia
dovrebbero ascoltarli. Ognuno dovrebbe avere un
fischietto per esprimere la propria voglia di
democrazia.
Il
pericolo è che i ragazzi lasciati soli sono
facile preda di critiche pretestuose: sono
ragazzate, non vogliono andare a scuola, sono
strumentalizzati dai partiti politici, ogni anno
prima di Natale fanno sciopero per allungare le
vacanze natalizie. Bisogna fare, però, molta
attenzione a pulirsi le mani sul candore dei
nostri figli, perché la società degli uomini
onesti, di quelli che rispondono solo alla
propria coscienza, potrebbe un giorno svegliarsi
dal comodo torpore in cui si è rifugiata
timorosa di contrariare i potenti (democrazia
incerta) e chiedersi:
‘Quousque
tandem abutere patientia nostra?’ (Cicerone,
Cat. 1,1).
Telese, città viva, in espansione, merita una
scuola moderna, all’avanguardia, che abbia
tutte le caratteristiche possibili per offrire
ai nostri figli il meglio, perché dobbiamo
accontentarci di una soluzione pasticciata ed
inadeguata?
E’
tanto illogico chiedere di spendere questi 8
milioni di euro (soldi nostri) nella costruzione
di una cittadella scolastica al di fuori del
caos cittadino, con ampi necessari spazi di
vivibilità ed opportunità didattiche confacenti
le esigenze del loro futuro (sala computer,
palestra, auditorium, biblioteca, sala di
musica, laboratorio linguistico, teatrale,
ecc…)?
I
palazzinari trovano il suolo per costruire
dappertutto, continuamente, e gli organismi
competenti in 7 anni non sono riusciti a trovare
uno spazio necessario per un’opera di
fondamentale utilità?
L’ubicazione del liceo non è un problema solo
dei ragazzi e della scuola, è un problema
sociale, un problema di coscienza civile che
investe i cittadini di Telese Terme e della
valle telesina e che peserà gravemente sugli
anni a venire.
Per concludere voglio rappresentare brevemente
due proposte che già ho espresso in altre
occasioni: la difficoltà in cui versa la scuola
dell’obbligo, ormai al limite per il
sovraffollamento, e non solo, e che potrebbe
trovare spazio nella cittadella scolastica
(argomento di competenza comunale);
l’utilizzazione del molino Capasso – Romano
(opera di pregevole imponenza e che appartiene
alla storia di Telese, posto in vicinanza della
torre campanaria di epoca altomedievale) come
sito museale di reperti archeologici, arte
contadina, artigianato locale, importante per
uno sviluppo culturale, turistico ed economico
della cittadina, risparmiando i soldi per la
ristrutturazione, che porterebbe oltretutto alla
sua deturpazione. |