Le
cellette, dove le api depositano il miele, sono
così unite che a voler elucubrare su una sola di
esse porterebbe inevitabilmente a considerare
tutto l’alveare. Forse l’esempio non calza a
quanto si dirà in seguito ma con un po’ di
fantasia… anche gli avvenimenti umani, racchiusi
in un certo periodo storico, presi uno per uno,
possono dare un quadro dell’insieme.
Partendo dalla cronaca di questi giorni,
inerente l’ex mulino Capasso&Romano, facciamo un
passo indietro nel tempo…
L’edilizia scolastica pubblica, in Telese,
risale agli anni ’50 quando la popolazione
scolastica era circa un quarto di quella
attuale… una edilizia ben prima del terremoto
dell’80, costruita con i criteri di allora e già
solo per questo inadatta ai nostri giorni,
malgrado tutte le pezze e le
ristrutturazioni intervenute ai giorni nostri…
Al
potere, negli anni ’50 c’era la Democrazia
Cristiana dei De Gasperi e Don Luigi Sturzo e la
classe dirigente di Telese, in testa la buona
memoria di Gerardino Romano, era ancora
portatrice dei valori e dei principi etici
ereditati dalla cultura fascista: rispetto della
Cosa Pubblica e delle risorse dello Stato.
Il
fatto poi che le opere pubbliche portassero
appiccicata la lastra di marmo “questa opera
è stata realizzata dall’Amministrazione
democratica cristiana” induceva soltanto a
qualche sorriso.
Proseguendo a volo, fino al 1980, si possono via
via piantare delle pietre miliari. Il Fascismo
mise in quarantena le associazioni
camorristiche, mafiose e massoniche: lo Stato
Etico, nato dalla ricerca filosofica di Giovanni
Gentile e adottato dal Fascismo, non consentiva
altra autorità che non fosse propria dello
Stato. Con la scomparsa del fascismo tutte le
più bieche e criminali consorterie rialzarono la
testa e cominciarono a proliferare.
A
partire dal 1960, governo Tambroni, quando le
sinistre impedirono al Movimento Sociale,
partito di governo, di tenere il congresso
nazionale a Genova (fatti di Reggio Emilia e di
Genova con morti e feriti) in Italia, artefice
Amintore Fanfani, nacquero e si succedettero
numerosi e brevi governi di centrosinistra con
sporadiche presenze del P.L.I.
Qualcuno si chiederà: perché spostarsi dalle
vicende telesine a quelle nazionali? Perché
Telese, seppur piccola, è una cella
dell’alveare, ancora più importante, come tante
altre, perché parte di quella Campania
Infelix e di tutto il Sud dello Stivale.
Con i governi di centrosinistra, proseguiti con
l’arco costituzionale, creato da De Mita
per chiudere in un recinto il M.S.I. e gettare
la chiave, si fece in modo di interagire anche
con il P.C.I, non potendo quest’ultimo Partito,
Yalta ricordando, poter entrare organicamente
nell’area del potere governativo anche se l’inciucio
non mancava.
Diventata la Repubblica Italiana un coacervo di
partiti e di correnti all’interno degli stessi,
e di caporioni in lotta all’arma bianca gli uni
contro gli altri per accaparrarsi fette di
potere… A tal punto le varie cosche mafiose e
criminali in cerca anch’esse di potere e di
danari si infiltrarono nella classe dirigente
portando un messaggio semplice e chiaro:
scusate, vi servono i voti, il consenso… e noi
possiamo darvi una mano… . In tal modo la
mentalità criminale entrò a far parte del
bagaglio culturale di buona parte delle classi
dirigenti… - ed è per questo che la criminalità
organizzata non può essere distrutta… .
“…Ministri, deputati, professori, artisti,
finanzieri, industriali: quella che si suole
chiamare la classe dirigente. E che cosa
dirigeva in concreto, effettivamente? Una
ragnatela nel vuoto, la propria labile
ragnatela. Anche se di fili d’oro.”
Così Leonardo Sciascia nel ’71 in Todo Modo.
Peccato che il grande scrittore
dimenticasse le banche
e l’alta finanza, e che non potesse sapere che
la ragnatela di fili d’oro si sarebbe allargata
sempre più a governatori regionali, a presidenti
provinciali, a sindaci, agli assessorati, ai
tecnici, e alle imprese di fiducia…
Quanta gentaglia, ormai, è dedita a saccheggiare
e sperperare la ricchezza estorta ai cittadini
mentre opere pubbliche essenziali come le scuole
restano sempre le stesse di sessanta anni fa.
.
Dall’annuario del Liceo Scientifico Statale di
Telese si ricava che nel 1985 – inizio dell’era
D’Occhio – nel Liceo, sommando tutte le sezioni,
dalle prime ai maturandi, erano presenti 268
studenti! Ora soltanto al Liceo gli studenti
sono Circa 1000. Cosa ha prodotto, il
ventennio di D’Occhio al potere, in materia di
edilizia scolastica? Lo sa l’assessore ai lavori
pubblici che nelle Scuole Medie, in tempi di
multirazzialità, ci sono stivati più di trenta
ragazzi per aula? C’è la coscienza per capire
che anche l’ambiente condiziona e forma quei
ragazzi che saranno il nostro domani?
Ma
come fanno questi governanti che hanno fatto
“faccia e culo una cosa” salvo le doverose
eccezioni, a blaterare: oh, ah!: di colossale
debito pubblico e di parametri di Maastricht.
Mani Pulite a cosa è servita se poi è peggio di
prima? O forse si sa?
Ormai quasi quotidianamente in contemporanea al
teatrino della politica che recita la sua farsa
– destra, sinistra, centro – chissenefrega,
coraggiosi giornalisti d’inchiesta, sulla stampa
e in televisione, documentano sterminati
sperperi di pubbliche risorse.
Quello che si sa, riguardo l’orticello Telese,
sembra sia nata finalmente l’idea di progettare
una cittadella scolastica. Si spera. Di solido
c’è, si dice, che di 30miliardi elargiti alla
filiera termale 14 sono già stati spesi, senza
risultati di rilievo. E questa è un’altra
storia.
Ezio Esposito
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