21 maggio 2006
Telese, tutti i segreti delle fognature segrete
Fulvio Del Deo

 

 

Giovedì 18 maggio, il Sindaco e il Vice-sindaco hanno ricevuto una delegazione di cittadini di Telese Terme residenti oltre il confine della linea ferroviaria, tra i quali c'ero anch'io. Scopo della convocazione: informarci sui nuovi sviluppi dell'annosa questione "fognature".

Il Sindaco ha esordito pregandoci di non fare parola alcuna, al di fuori di quelle quattro mura, di ciò di cui si andava a parlare e, rivolgendosi a me in particolare, ha chiesto di non divulgare assolutamente via internet i segreti di cui ci avrebbe messi al corrente.

Io gli ho spiegato che, alcuni lustri orsono, all'esame di ammissione al MOSSAD sono stato bocciato proprio alla "prova di segretezza": infatti, il mio esaminatore (la signorina Aliza, una stangona bruna dagli occhi blu, alta un metro e ottantacinque) scoprì che la sera facevo sbellicare dalle risate gli amici, raccontando loro fin nei minimi particolari il lato ridicolo della giornata da apprendista agente-segreto. Fu così che passai il mese di luglio a dirigere il traffico nel deserto del Neghev...

A quel punto, il Sindaco ha nascosto prontamente i documenti segretissimi di cui sopra e ha detto che dovremo aspettare ancora un pochino prima di poter dire addio alla ditta di spurgo che, oltre a quel liquido maleodorante, si diverte a succhiarci il sangue dalla vene.

«Dovremo aspettare San Giovanni, no?», ho chiesto prontamente io, per far vedere che avevo studiato.

Speravo di sentirmi dire «Bravo!», invece Giovanni Caporaso ha risposto che quella data ormai non conta più nulla, se non come suo personale onomastico, e che a noi toccherà aspettare un tantino oltre per brindare alla soluzione del problema.

A quel punto alcuni dei componenti della nostra delegazione sono scoppiati in lacrime. Io per primo. Per il 24 giugno, non solo ci avevamo messo il pensiero, ma anche un cospicuo anticipo, versato ai vari fornitori di servizi, quali:
  1. il pizzaiolo verace, che sarebbe venuto apposta da Forcella
  2. il pasticciere garantito dalla scuola di Pintauro
  3. il gruppo musicale Is Taglia-Origas, campidanese d.o.c.
 
Io ho mostrato al Sindaco gli inviti che già avevamo stampato, cercando di impietosirlo; ma non ho ottenuto nulla, se non l'effetto contrario.

Mentre il Vice-sindaco distribuiva gratis fazzolettini di carta per farci asciugare le lacrime, il nostro Primo cittadino ha richiamato noi tutti all'ordine, ricordandoci che è necessario essere lungimiranti e ha fatto appello al nostro senso della realtà, poiché è giustappunto il senso della realtà la nostra "arma segreta", quella che ci rende capaci di compiere azioni guidate non già dal semplice soddisfacimento dei nostri bisogni immediati o del nostro piacere, ma finalizzate a mete ben più lontane e nobili. Noi esseri umani possediamo la facoltà di comprendere meccanismi di causa-effetto complessi e concatenati: di ciò dobbiamo andare fieri.

Meschini saremmo noi se ci accontentassimo soltanto di poter sversare nel Nostro Depuratore Comunale pagando le stesse tariffe degli utenti della rete fognaria! Misera sarebbe la nostra gioia se ci sentissimo appagati da un banale servizio di spurgo appaltato dal Comune a prezzi irrisori per l'utenza! 

Non dobbiamo lamentarci, dobbiamo bensì gioire, perché il nostro Sindaco ci ama e non permetterà che noi ci abbandoniamo a futili piaceri, a fugaci paradisi. Solo chi ha fede sarà un giorno ricompensato.

A quel punto, non ho potuto fare a meno di ritornare col pensiero al mio esame da agente-segreto, quando l'esaminatore di cui sopra, seduto di fronte a me con una gonna con spacco mozzafiato, accavallando le gambe mi chiese: «Mi atà?» (Chi sei?) e io, in preda a una crisi mistica, pensando a Mosè che poneva questa stessa domanda a un rovo in fiamme, risposi prontamente come il cespuglio «Anì Elokhim!» (Sono colui che è) Mi sa che già da quell'istante la grande Aliza cominciava a concepire l'idea di spedirmi fra le sterpaglie del Neghev...
 
Poi mi sono ricordato del mio impegno di aspirante agnostico... così, sfidando apertamente la fede cieca degli astanti, ho proclamato: «Io non ci credo finché non lo vedo!»
 
Meno male che non c'era nessuno coi pomodori, altrimenti me li avrebbero tirati addosso! Grazie a Dio, i roghi e gli autodafé sono roba d'altri tempi (o almeno d'altri luoghi...)
 
Posso ritenermi davvero fortunato. Primo, perché ne sono uscito illeso. Secondo, perché fuori dal Municipio, ero l'unico indenne da quella inusitata fede nelle fognature a venire...
 
Comunque, accomiatandomi dal Sindaco, gli ho detto che non mi importa come farà, non so se ha un cappello magico o una bacchetta... ma se davvero farà il miracolo gli salterò in braccio e gli schioccherò un bacio appassionato giusto in mezzo alla fronte.
 
Ripensandoci adesso, non so se ho fatto bene a dirglielo, o se questa prospettiva lo scoraggerà un tantino dal tener fede alla sua parola...
 
Con tenacia e speranza.
 
Fulvio Del Deo
 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it