Giovedì 18 maggio, il Sindaco e il
Vice-sindaco hanno ricevuto una delegazione
di cittadini di Telese Terme
residenti oltre il confine della linea
ferroviaria, tra i quali c'ero
anch'io. Scopo della convocazione:
informarci sui nuovi sviluppi dell'annosa
questione "fognature".
Il Sindaco ha esordito pregandoci di non
fare parola alcuna, al di fuori di quelle
quattro mura, di ciò di cui si andava a
parlare e, rivolgendosi a me in particolare,
ha chiesto di non divulgare
assolutamente via internet i segreti di cui
ci avrebbe messi al corrente.
Io gli ho spiegato che, alcuni lustri orsono,
all'esame di ammissione al MOSSAD sono stato
bocciato proprio alla "prova di segretezza":
infatti, il mio esaminatore (la signorina
Aliza, una stangona bruna dagli occhi blu,
alta un metro e ottantacinque) scoprì che la
sera facevo sbellicare dalle risate gli
amici, raccontando loro fin nei minimi
particolari il lato ridicolo della giornata
da apprendista agente-segreto. Fu così che
passai il mese di luglio a dirigere il
traffico nel deserto del Neghev...
A quel punto, il Sindaco ha nascosto
prontamente i documenti segretissimi di cui
sopra e ha detto che dovremo
aspettare ancora un pochino prima di poter
dire addio alla ditta di spurgo che, oltre a
quel liquido maleodorante, si diverte a
succhiarci il sangue dalla vene.
«Dovremo aspettare San Giovanni, no?», ho
chiesto prontamente io, per far vedere che
avevo studiato.
Speravo di sentirmi dire «Bravo!», invece
Giovanni Caporaso ha risposto che quella
data ormai non conta più nulla, se non come
suo personale onomastico, e che a noi
toccherà aspettare un tantino oltre per
brindare alla soluzione del problema.
A quel punto alcuni dei componenti della
nostra delegazione sono scoppiati in
lacrime. Io per primo. Per il 24 giugno, non
solo ci avevamo messo il pensiero, ma anche
un cospicuo anticipo, versato ai vari
fornitori di servizi, quali:
- il pizzaiolo verace, che sarebbe venuto
apposta da Forcella
- il pasticciere garantito dalla scuola di
Pintauro
- il gruppo musicale Is Taglia-Origas,
campidanese d.o.c.
Io ho mostrato al Sindaco gli inviti che già
avevamo stampato, cercando di impietosirlo;
ma non ho ottenuto nulla, se non l'effetto
contrario.
Mentre il Vice-sindaco distribuiva gratis
fazzolettini di carta per farci asciugare le
lacrime, il nostro Primo cittadino ha
richiamato noi tutti all'ordine,
ricordandoci che è necessario essere
lungimiranti e ha fatto appello al nostro
senso della realtà, poiché è
giustappunto il senso della realtà la nostra
"arma segreta", quella che ci rende capaci
di compiere azioni guidate non già dal
semplice soddisfacimento dei nostri bisogni
immediati o del nostro piacere, ma
finalizzate a mete ben più lontane e nobili.
Noi esseri umani possediamo la facoltà di
comprendere meccanismi di causa-effetto
complessi e concatenati: di ciò dobbiamo
andare fieri.
Meschini saremmo noi se ci accontentassimo
soltanto di poter sversare nel Nostro
Depuratore Comunale pagando le stesse
tariffe degli utenti della rete fognaria!
Misera sarebbe la nostra gioia se ci
sentissimo appagati da un banale servizio di
spurgo appaltato dal Comune a prezzi
irrisori per l'utenza!
Non dobbiamo lamentarci, dobbiamo bensì
gioire, perché il nostro Sindaco ci
ama e non permetterà che noi ci abbandoniamo
a futili piaceri, a fugaci paradisi.
Solo chi ha fede sarà un giorno
ricompensato.
A quel punto, non ho potuto fare a meno di
ritornare col pensiero al mio esame da
agente-segreto, quando l'esaminatore di cui
sopra, seduto di fronte a me con una gonna
con spacco mozzafiato, accavallando le gambe
mi chiese: «Mi atà?» (Chi sei?) e
io, in preda a una crisi mistica, pensando a
Mosè che poneva questa stessa domanda a un
rovo in fiamme, risposi prontamente come il
cespuglio «Anì Elokhim!» (Sono colui che
è) Mi sa che già da quell'istante
la grande Aliza cominciava a concepire
l'idea di spedirmi fra le sterpaglie del
Neghev...
Poi mi sono ricordato del mio impegno di
aspirante agnostico... così, sfidando
apertamente la fede cieca degli astanti, ho
proclamato: «Io non ci credo finché
non lo vedo!»
Meno male che non c'era nessuno coi
pomodori, altrimenti me li avrebbero tirati
addosso! Grazie a Dio, i roghi e gli
autodafé sono roba d'altri tempi (o almeno
d'altri luoghi...)
Posso ritenermi davvero fortunato. Primo,
perché ne sono uscito illeso. Secondo,
perché fuori dal Municipio, ero
l'unico indenne da quella inusitata
fede nelle fognature a venire...
Comunque, accomiatandomi dal Sindaco, gli ho
detto che non mi importa come farà, non so
se ha un cappello magico o una bacchetta...
ma se davvero farà il miracolo gli salterò
in braccio e gli schioccherò un
bacio appassionato giusto in mezzo
alla fronte.
Ripensandoci adesso, non so se ho fatto bene
a dirglielo, o se questa prospettiva lo
scoraggerà un tantino dal tener fede alla
sua parola...
Con tenacia e speranza.
Fulvio Del Deo
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