24 agosto 2007
Provincia, resoconto conferenza di Nardone
Antonio De Lucia

 

 

PROVINCIA di BENEVENTO L’Ufficio Stampa

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Comunicato Stampa n. 2386 del 24.08.2007

Il presidente della Provincia di Benevento Carmine Nardone ha tenuto stamani al President Hotel di Benevento la annunciata Conferenza Stampa annunciata per fare il punto sulla vicenda che ha portato alle sue dimissioni dalla carica dopo il voto del Consiglio provinciale del 20 agosto 2007 circa l’insediamento delle centrali a biomasse nel Sannio.

1. Nardone, innanzitutto, si è detto “intimidito” dall’attenzione nazionale che il caso ha suscitato, ma di aver voluto comunque convocare i giornalisti per consentire all’opinione pubblica di acquisire una informazione la più possibile corretta sulla vicenda, tenuto conto che, ha detto, “v’è stata una overdose improvvisa di notizie, le più fantasiose, su questioni cruciali per lo sviluppo del Sannio.” Nardone ha voluto esprimere innanzitutto la gratitudine (“imbarazzata gratitudine” – ha detto) ai tantissimi (rappresentanti delle Istituzioni, Autorità, semplici cittadini anche dall’estero) che, in queste ore, gli hanno testimoniato la propria solidarietà. Egli ha voluto dedicare anche un pensiero ai lavoratori della Ditta Russo che vedono con preoccupazione il proprio futuro a causa della crisi politica in atto, in quanto la Provincia si era impegnata a realizzare un progetto di riconversione industriale nell’ottica delle politiche energetiche.

2. La Provincia di Benevento - ha spiegato Nardone - si è dotata di strumenti di programmazione territoriale, quali il Piano di coordinamento territoriale, la Carta della naturalità ed il Piano energetico ambientale (PEA), attraverso una serrata procedura di condivisione con le articolazioni della società civile presenti sul territorio. In particolare il PEA è stato redatto dai tecnici dell’ENEA e dell’Università del Sannio, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, ed stata approfonditamente discussa – secondo un metodo voluto dall’Unione Europa – con ben quarantasette soggetti tra Associazioni ambientaliste, imprenditoriali, sindacati, riuniti in seduta pubblica presso la Rocca dei Rettori. Ciascuno di questi soggetti ha presentato osservazioni e suggerimenti che sono stati, tutti, analizzati, accolti e fatti propri dal PEA. Lo stesso è stato quindi approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale. E, proprio per questo, il presidente Nardone si è dimesso dopo il voto del 20 agosto 2007 del Consiglio provinciale dando un forte segnale di carattere istituzionale, prima ancora che politico. Le dimissioni infatti attengono in primo luogo alla credibilità di qualunque strumento di programmazione adottato da parte di un ente pubblico compresa la Provincia di Benevento. E’ evidente, infatti, che le istituzioni operano in base ad uno e più strumenti di programmazione che devono essere riferimento costante per tutti, in particolare per i soggetti che vogliono investire sul territorio. Ora, tali strumenti di programmazione sono naturalmente modificabili ed integrabili, ma tali cambiamenti di indirizzo debbono essere introdotti seguendo le stesse procedure che portarono alla loro approvazione. Non si può d’improvviso cambiare un Piano secondo “illuminazioni” improvvise di questo e quello. Per farlo occorre seguire le medesime procedure ad evidenza pubblica con cui i Piani sono stati approvati, per di più all‘unanimità come nel caso della Provincia. Non ci si può smentire d’improvviso dopo uno studio ponderato che dice alcuni precisi fatti, ha dichiarato Nardone,. Pertanto, le Associazioni, i Sindacati e, soprattutto, l’Università, che hanno contributo alla stesura, non possono essere escluse da verifiche: in caso contrario sono le istituzioni a perdere la credibilità, al di là dalle applicazioni di merito. Una domanda deve essere rivolta alle forze di centrodestra e di centrosinistra – che ovviamente però hanno responsabilità diverse nella vicenda – ha detto Nardone: un Piano, come il PEA, approvato a voti unanimi con procedure condivise, può essere vanificato dal Consiglio provinciale autoconvocato e, per questo stesso fatto, già antagonista con il Governo provinciale, obbedendo alla pressione di questo o quel Comitato? Quale credibilità possono ancora avere le Istituzioni con un simile precedente? Se tutti gli atti approvati debbono essere sospesi o, peggio, cancellati di fronte ad una critica esterna ed estemporanea, che senso hanno ancora le Istituzioni? Nardone ha poi evidenziato che investitori italiani e stranieri hanno accettato di insediarsi nel Sannio (Carlo Gavazzi Space, Merlino, etc.); altri hanno avanzato la stessa istanza: lo hanno fatto a) perché il Sannio vive un clima sociale diverso che in aree contermini; b) perché la Provincia ha stabilito relazioni istituzionali ottime in tutto il mondo; c) perché la Provincia ha avviato politiche di innovazione di processo e di prodotto. Ora, ha affermato Nardone, tutto questo viene smentito clamorosamente da un giorno all’altro: “questo è il danno creato dal voto del Consiglio provinciale il 20 agosto. Si è cancellata una grande opportunità di sviluppo”. Nardone, quindi, ha aggiunto: “Oltre un milione e mezzo di Euro di investimenti per una possibilità occupazionale a regime di oltre 1.600 unità era stata censita attraverso il nostro Documento Strategico della Provincia: si tratta di investitori privati che avevano avuto fiducia nel Sannio e che si sono dichiarati disponibili a venire nel Sannio. Lo saranno ancora oggi?” – si è chiesto polemicamente Nardone.

3. Il PEA assolve a due funzioni prioritarie: 3.1) interloquisce con i potenziali investitori in materia di energia offrendosi come riferimento certo per la loro iniziativa e condotta; 3.2) evita aggressioni selvagge al territorio con impianti non proporzionati ed adeguati alle caratteristiche del territorio ed in assenza di vantaggi per il medesimo. Il PEA, in particolare, vuole essere un freno agli insediamenti irrazionali sul territorio che si sono registrati in passato

4. Nell’ambito delle politiche energetiche della Provincia, la istituzione dell’Agenzia per l’energia intendeva assolvere ad una funzione fondamentale di sviluppo del territorio. Infatti, l’Agenzia, nata in partnership con istituzioni inglesi e spagnole sotto l’egida dell’Unione Europea, interviene affinché: -4.1 si riducano e razionalizzino i consumi energetici locali, -4.2 si instaurino rapporti con i soggetti privati operatori del settore, -4.3 si offra al sistema imprenditoriale locale una disponibilità di energia aggiuntiva, -4.4. soprattutto si intervenga in questo settore strategico mediante l’attivazione di benefit territoriali. In modo particolare, su questo punto il ruolo dell’Agenzia deve essere quello di: 4.4.1) mettere a disposizione delle categorie sociali deboli accessi privilegiati, cioè a basso costo, all’energia (insomma, i benefit territoriali da rendere disponibili da parte degli operatori devono tener conto delle problematiche sociali presenti riservando quote predeterminate di energia per gli usi sociali e civili); 4.4.2) il sistema delle Imprese deve poter può attingere all’energia prodotta nel Sannio a prezzi competitivi rispetto a quelli praticati dagli attuali operatori. L’energia prodotta nel Sannio viene rivenduta a prezzi più bassi che quelli del libero mercato attuale. E’ quanto prevede – ha detto Nardone – il Decreto Bersani, testè approvato: ciò implica da parte degli enti locali una nuova capacità progettuale. Infine, l’Agenzia è impostata in modo innovativo ed inedito il connubio brevetti/investimenti, finanziando attività di ricerca scientifica con le quantità di energia a disposizione. La produzione di energia nell’ambito della sostenibilità ambientale in grado di produrre vantaggi territoriali ci ha spinto a siglare l’accordo per il TEDASS, il Centro di ricerche con l’Università e la Confindustria del Sannio; è stato avviato il progetto per l’Accademia dell’energia a San Bartolomeo in Galdo. Insomma, sulla base del PEA si è risvegliato un interesse per il territorio, al fine di fornire allo stesso strumenti concreti di vantaggio: energia pulita a prezzi competitivi.

5. La prima applicazione di questa strategia delineata da Nardone è stato l’accordo di programma con la EneXon, con Università e Confindustria, nel contesto di un Accordo di programma con la Regione Campania. Esso prevede lo sviluppo di una grande centrale fotovoltaica (“Tempio del Sole”) nonchè della prima fabbrica di moduli fotovoltaici a film sottile in Italia: in tale contesto, la EneXon sta valutando la possibilità di rilevare l’ex stabilimento industriale Russo di Benevento e riconvertirlo al fine di riassumere il personale dopo un programma di formazione professionale. Nell’ambito di questa strategia nasce la cooperazione con la Provincia di Bergamo, nel quadro di cooperazioni scientifiche, tecniche e amministrative strette con altri enti italiani ed esteri.

6. La questione delle biomasse attiene ad una tecnologia che è approvata e sostenuta dall’Unione Europea tanto è vero che la stessa finanzia la realizzazione degli impianti e tanto vero che numerosi Paesi, soprattutto del Nord Europa, coprono percentuali a due cifre (la Finlandia, su tutti, al 18%) del proprio fabbisogno energetico proprio valorizzando le biomasse. I Governi italiani di centrodestra e centrosinistra l’hanno indicata senza equivoci nelle linee guida nazionali di politica energetica: in molte aree del Nord Italia le centrali a biomasse sono una realtà; non è dunque accettabile considerarla “una tecnologia criminale”, - ha detto Nardone, come invece si è sostenuto da più parti. Questa vicenda avrebbe potuto rappresentare – secondo Nardone - l’occasione per una riflessione sulle Istituzioni, sulla loro capacità di essere credibili, di proporre strumenti per risolvere in concreto i problemi quotidiani della società civile; è invece diventata l’occasione per il trionfo della demagogia, della dietrologia e dell’oscurantismo.

7. Nel caso della richiesta avanzata dalla Ditta VOCEM per impianti a San Salvatore Telesino e Reino vengono in rilievo – secondo Nardone - le operazioni di mistificazione e disinformazione con le quali è stato creato allarme nella pubblica opinione. Nel vortice di accuse è stato inoltre sostenuto che nessun benefit territoriale era previsto. Ebbene è facilmente dimostrabile che: 7.1) nel corso della Conferenza di Servizi presso la Regione Campania, VOCEM ha dichiarato a Verbale di non aver mai chiesto di bruciare presso gli impianti a biomasse i rifiuti solidi urbani né di aver intenzione di farlo; 7.2) per quanto riguarda i benefit territoriali VOCEM ha così riassunto i vantaggi territoriali: 1. l’organizzazione di un corso di formazione a cui parteciperanno circa 100 discenti e 15 docenti; 2. l’assunzione, a tempo indeterminato, di circa 32 tecnici altamente qualificati nella conduzione dell’impianto a biomasse; 3. l’indotto che si creerebbe nella logistica, nella raccolta, nella selezione ed approvvigionamento delle biomasse vegetali di scarto, stimabile in altrettante unità; 4. le royalties nei confronti del Comune ospitante l’iniziativa e, in minor parte, nei Comuni limitrofi; 5. l’utilizzo, ove possibile, delle imprese e della manodopera locale nei lavori di realizzazione dell’impianto; 6. la disponibilità a fornire energia elettrica e calore (o freddo) a prezzi vantaggiosi per le aziende e per i privati residenti nel comune di San Salvatore Telesino e nei comuni limitrofi; 7. la disponibilità ad aprire il capitale sociale di Vocem alla Provincia di Benevento e/o a società da quest’ultima partecipate. Nessuno, a giudizio di Nardone, ha comunque mai avvertito la sensibilità di chiedere ufficialmente alla VOCEM una spiegazione, un chiarimento, una informazione ufficiale e completa su quanto intendeva fare. Il presidente Nardone ha anche ammonito che la legge attuale prevede espressamente che vi sia un solo soggetto responsabile titolato a dare risposte alle domande di insediamento, cioè la Regione. Ebbene, finora nessuno – ha detto Nardone – si è rivolto alla Regione. Nardone ha polemizzato con quanti hanno voluto scaricare sulla provincia responsabilità che ad essa non competono: “C’è un consigliere regionale – ha spiegato infatti il presidente – che continua ad addossare alla Provincia tutte le colpe di questo mondo; mentre nulla ha in sede di Conisglio regionale perché la Regione stessa intervenga ufficialmente sulla questione, pur avendone non solo le facoltà e i poteri, ma il dovere preciso”. Il trattamento delle biomasse, ha detto Nardone, si spiega perché il nostro territorio produce una enorme quantità di scarti agricoli e vegetali: questi possono essere un’opportunità ed una ricchezza per il Sannio. Oggi, infatti, cosa succede – a giudizio di Nardone? Poiché l'Unione Europea concede "aiuti disaccoppiati", cioè contributi alle Aziende agricole, anche se i terreni non sono coltivati, aumentano i terreni abbandonati e senza manutenzione che bruciano facilmente d'estate. Tutto questo è devastante per il territorio. Allora, abbiamo pensato – ha detto Nardone - che fosse più utile creare un’opportunità di utilizzo di quei terreni attraverso il conferimento della vegetazione spontanea agli impianti di trattamento di biomasse, trasformando le aree facilmente aggredibili dal fuoco in altrettante occasioni di reddito. Il conferimento di scarti agricoli in un impianto controllato ed autorizzato a smaltirli correttamente, senza pericolose immissioni in atmosfera è incoraggiata dall'Unione Europea ed è stata approvata sia dal Governo Berlusconi che dal Governo Prodi. Ora, il PEA non indica di fatto che gli impianti a biomasse vadano realizzati esclusivamente a San Marco dei Cavoti e e a San Bartolomeo in Galdo, ma si limita ad indicare che lì vi sono grandi quantità di scarti agricoli che si possono utilizzare. E poi - ha detto Nardone – la “pianificazione a coefficiente fisso è di stampo sovietico; la pianificazione moderna è sempre “in fieri”, tiene cioè conto dell’evoluzione della situazione socio-economica e della tecnologia”.

8. Sulla presunta disattenzione (altra accusa rivolta alla Provincia) nei confronti dei Comitati nati a San Salvatore Telesino, si precisa che la Provincia è sempre stata attenta in generale alle istanze provenienti dal territorio, sempreché però queste si manifestino nel rispetto delle regole e degli istituti democratici. E soprattutto con toni civili. La Giunta provinciale, comunque, proprio con il fine di dialogare con le popolazioni locali, aveva deliberato in data 31 luglio di attivare una “procedura speciale” per una analisi aggiuntiva della questione degli insediamenti di San Salvatore Telesino e Reino. La Giunta era intenzionata a promuovere uno studio di fattibilità per le centrali a biomasse che – si ricorda – rientrano nelle linee guida del Governo nazionale (sia a guida centrosinistra che a guida centro destra). Su tale questione il presidente Nardone ha voluto più volte rimarcare che la porta resta aperta, anzi: “Perché mai i Comitati non vogliono prendere in considerazione questa possibilità – si è chiesto?; perché sono stato ricoperto di contumelie quando l’ho ribadita in sede di Consiglio provinciale?; perché non nominano i propri rappresentanti in seno a questo “Comitato tecnico allargato” affiancati ai tecnici dell’ENEA analizzino quanto effettivamente VOCEM vuole fare?”. Il presidente ha ricordato che con il Comitato “Tre Ponti” i rapporti sono ottimi, tanto è vero che grazie alla cooperazione con la Provincia, si impedì l’arrivo di sei milioni di tonnellate di ecoballe nelle vicinanze di Montesarchio, accettando soltanto un quantitativa enormente inferiore, cioè meno del dieci per cento. Nardone ha poi chiarito anche la questione delle ecoballe di Toppa Infuocata in Fragneto Monforte: “Pur non avendone i poteri , ci eravamo offerti di smaltirle attraverso la dissociazione molecolare, la ma la FIBE, che è proprietaria delle stesse, non lo ha consentito”. Nardone poi ha ricordato che c’era solo lui a difendere il territorio il giorno in cui centinaia e centinaia di TIR avevano invaso Fragneto Monforte per scaricare milioni di tonnellate di ecoballe.

9. Tra le numerose, fantasiose e irrazionali accuse rivolte alla provincia v’è anche quella relativa alla creazione del CDR di Casalduni che sarebbe ascrivibile alla Provincia. Ebbene, basta guardare al Piano regionale per rendersi conto che invece la Provincia non aveva né in termini formali, né sostanziali la facoltà di impedirla. Quanto poi alle accuse, alle dietrologie, alle insinuazioni, alle “collusioni misteriose” con la Provincia di Bergamo, Nardone ha spiegato che quella Provincia, governata dal centrodestra – ma senza la Lega – era stata l’unica, in un periodo di difficoltà, a dichiarare la propria solidarietà con la Campania per la questione dei rifiuti. Da una visita ad impianto di trattamento rifiuti di quella Provincia, nacque l’idea di una cooperazione scientifica e tecnologica, come attualmente la stessa Provincia sannita intrattiene con altre realtà italiane e con numerose realtà estere.

10. Nardone ha infine detto che egli non può accettare che sia sia un po’ per le biomasse ed un po’ no; che le stesse vanno bene se si affidano al comune vicino e non al proprio; ma che soprattutto c’è bisogno di responsabilità politica: “c’è gente che non ha prodotto idee negli ultimi trent’anni; noi abbiamo proposto soluzioni concrete ed immediate per migliorare le condizioni del territorio ed offrire allo stesso opportunità. Io sono disponibile a ridiscutere in termini corretti, trasparenti e scientifici la ricaduta di questi due impianti sul territorio; non posso consentire invece che le Istituzioni si pieghino al primo volgere del vento.”

 

 

     

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