Telese
Terme, 20 luglio 2007
PRC TELESE
CIRCOLO "VERA
LOMBARDI"
VIA ROMA 254 -
82037 TELESE TERME (BN)
COMUNICATO STAMPA N. 11/2007
Centrali elettriche
o impianti per bruciare i rifiuti?
La provincia di Benevento, negli ultimi
anni, ha voluto rappresentarsi come un modello
di sviluppo tecnologicamente avanzato ed
ambientalmente sostenibile. Proprio per questo,
il circolo "Vera Lombardi" del PRC chiede al
presidente Nardone di valutare seriamente e
celermente una possibile alternativa per la
produzione di energia pulita.
Chiediamo un piano
straordinario per i tetti fotovoltaici, da
installare su tutte le scuole secondarie della
provincia.
L'impatto ambientale sarebbe pari a zero; si
risparmierebbero circa il 16% di energia
all'anno e centinaia di migliaia di euro in
bollette; diverse sarebbero le tonnellate di
anidride carbonica che non verrebbero più
immesse nell'atmosfera; durante i picchi estivi
le scuole potrebbero dare energia alla rete,
contribuendo ad evitare black-out e guadagnando
da tale vendita; i costi dell'investimento
(circa 150.000 euro ad edificio) sarebbero
ammortizzati in 12 anni, mentre la durata media
degli impianti è stimata in 20-25 anni.
Non è il Tempio del sole di cui
abbiamo sentito parlare un po' di tempo fa, ma è
un'alternativa praticabile e seria. Oltretutto
il Governo, dando seguito alle misure della
Finanziaria 2007, dallo scorso febbraio finanzia
questi investimenti. Il tutto andrebbe poi
accompagnato da una vasta campagna di
formazione, sia per gli studenti che per i
docenti, coinvolgendo la Direzione scolastica
regionale e l'università.
La federazione provinciale del PRC e il
circolo "Vera Lombardi" avanzano questa proposta
e chiedono alla cittadinanza e alle istituzioni
l'apertura di un confronto sereno e concreto.
Non siamo contrari alle centrali a
biomasse. Riteniamo importante innovare le
tecniche di produzione dell'energia elettrica
per tentare di non affossare irrimediabilmente
il protocollo di Kyoto e dare una mano al futuro
della Terra. Siamo tuttavia contrari alle due
centrali previste a S. Salvatore e Reino.
Non ci convince innanzitutto la poca
trasparenza dell'iter e la sostanziale
esclusione delle popolazioni dai processi
decisionali. Ad esempio la società Vocem, che
intende realizzare la centrale di San Salvatore,
nonostante fosse stata sollecitata più volte, ha
consegnato il progetto soltanto pochi giorni
prima della conferenza di servizi convocata per
il 25 giugno scorso. Invece la Energethic srl,
che dovrebbe realizzare la centrale di Reino,
pare riteere che le biomasse beneventane
sarebbero sufficienti a garantire il
funzionamento dell’impianto. Queste
contraddizioni rappresentano l’esatto
contrario di quanto previsto dalla carta di
Aalborg, che impegna tutti i soggetti
istituzionali a condividere e far propri quei
principi generali di democrazia e sostenibilità
che devono informare i piani di sviluppo.
Nel merito, vogliamo rimarcare alcuni
aspetti.
1.
Riteniamo sbagliato
prevedere due impianti cosiddetti a biomasse,
per una potenza totale di circa 22 megawatt.
Come evidenziato sia dal Piano energetico
ambientale della Provincia di Benevento, e
come si evince dallo stesso progetto Vocem, i
nostri territori non dispongono di tanto
materiale organico di qualità. Si parla di circa
230.000 tonnellate all'anno, necessarie a far
funzionare i due impianti: la provincia di
Benevento ne può coprire circa il 6%. Da dove
prendere la cospicua parte mancante? Non dalle
regioni confinanti, dove si registrano gli
stessi problemi, né da coltivazioni ad hoc,
che sarebbero antieconomiche. Ci apprestiamo a
devastare ulteriormente le foreste tropicali e a
far invadere le nostre regioni da carovane di
camion, che consumano tanto carburante ed
inquinano.
Proponiamo invece
di valutare la possibilità di costruire alcune
minicentrali (massimo 3 megawatt), da ubicare lì
dove è possibile consumare tutta la biomassa
prodotta, e solo quella.
Come avviene nel Nord Italia.
2.
Riteniamo pericolosa la
tecnologia proposta, che è quella "a griglia",
indicata in un altro documento della Provincia
(il Piano sperimentale ad alta sostenibilità
ambientale per la gestione dei rifiuti) come
quella più utilizzata per l'incenerimento dei
rifiuti. In effetti, in mancanza di materia
prima, la società dovrà comunque garantire la
produzione di elettricità, da destinare alla
Provincia di Bergamo (proprietaria della Vocem).
Le preoccupazioni sono dunque fondate.
Come ha già pubblicamente evidenziato il sindaco
di Amorosi, Luigi Della Morte, nella
programmazione provinciale sannita è previsto
l'incenerimento del residuo non recuperabile di
rifiuti prodotti ogni giorno nella nostra
provincia, una quantità pari a 75 tonnellate,
mentre il solo impianto Vocem potrebbe bruciare
ben 365 tonnellate al giorno. La sproporzione è
lampante. Ed infatti le richieste ufficiali
della Vocem parlano della costruzione di un
impianto per lo smaltimento dei rifiuti, e non
per la produzione di elettricità
(specificamente: le richieste di autorizzazione
sono state fatte ai sensi del decreto
legislativo 152/2006 e non del 387/2003).
3.
Siamo inoltre contrari
perché la zona in cui dovrebbe sorgere la
centrale Vocem è vicina a tre centri urbani
(Puglianello, Amorosi, San Salvatore) e ad aree
di protezione di corridoi ecologici. Nei tre
comuni, inoltre, ci sono siti turistici ed
archeologici (Parco del Rio Grassano ed Antica
Telesia) nonché produzioni agroalimentari di
pregio (vini doc e biologici, mozzarella di
bufala campana dop).
4.
Siamo preoccupati perché
la stessa Vocem dichiara gli effetti negativi
prodotti dalla centrale: la combustione di 365
tonnellate giornaliere di rifiuti produrrebbe 45
tonnellate di scorie, da stoccare in discarica,
e 6 tonnellate di polveri, che si propagano
nell'aria; l'abbassamento della falda acquifera
di circa 10-12 metri (l'acqua è necessaria per
raffreddare l'impianto); l'accumulo di sostanze
tossiche al suolo; l'emissione di calore in
atmosfera.
A fronte di tanti rischi, non ci
convincono le solite promesse occupazionali.
Sono chimere alle quali non crediamo più, né
riteniamo sensato contrapporre ambiente e lavoro:
non si dà l'uno senza l'altro. E neppure
vogliamo subire il ricatto del contributo
pubblico di 12 milioni di euro, che la Vocem ha
avuto per la costruzione della centrale.
Per questo sosteniamo i comitati civici e i
Consigli comunali, che stanno conducendo una
battaglia che parla di civiltà e futuro.
Il direttivo del circolo
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