18 ottobre 2007
S.Salvatore, Creta: un sindaco "altrove"
Emilio Bove

 

 

Già l’articolo a firma di Stefano Avitabile: «San Salvatore non merita il silenzio del sindaco» aveva sottolineato il silenzio istituzionale, l’inerzia e l’abulia di una Giunta incapace di intraprendere iniziative concrete sulla vicenda dell’inceneritore.

C’è stata poi, venerdì scorso, l’assemblea organizzata al Comitato Civico di San Salvatore Telesino. Vi hanno partecipato un discreto numero di cittadini; è stata invece disertata dall’intera maggioranza consiliare (con la sola eccezione dell’assessore La Fazia e del consigliere Mazzarelli).

Scopo dell’iniziativa era quello di porre domande ai politici locali e fare il punto della situazione.

L’atmosfera è quella malinconica – stile post-sessantottino – l’impegno e la lotta, la rivendicazione di una totale dedizione alla causa (c’è perfino chi non ha fatto le ferie). Si distribuiscono opuscoli ciclostilati. Rispuntano i “ta-ze-bao”, come all’epoca del grande timoniere, dove si racconta la storia dell’inceneritore  vista dalla parte del comitato. Non c’è un canovaccio, il microfono viene dato alla rinfusa ma a tutti è consentito di parlare. Si va avanti per qualche ora tra utili domande e futili considerazioni personali. 

La verità è che mancano i veri interlocutori e gli organizzatori si ritrovano smarriti e costretti a modificare la scaletta all’ultimo momento. Come quando sul palco di Sanremo non si presenta l’ospite d’onore ed il presentatore intrattiene audacemente il pubblico chiedendo a ciascuno di raccontare qualcosa.

Conclusione: ognuno dice la sua ed alla fine tutti tornano a casa senza che si sia concluso niente.

L’unica cosa rilevante è l’assenza degli amministratori di maggioranza, più volte stigmatizzata dall’assemblea. Gli organizzatori avevano preparato domande a raffica per loro, quasi un terzo grado. Un processo, davanti ad un tribunale del popolo, che non si è potuto celebrare, per mancanza di contraddittorio. 

Molte domande cadono inevitabilmente nel vuoto, qualche risposta (per la verità poco convincente) viene  dall’assessore La Fazia, l’unico che ha avuto il coraggio di metterci la faccia.

Sul versante amministrativo un silenzio completo e premeditato.

Il silenzio, in questo caso, assomiglia molto ai versi struggenti di un’antica e popolare melodia dell’indimenticabile poeta Libero Bovio dal titolo “silenzio cantatore”.

In essa il giovane sposo riesce ad interpretare i sentimenti della persona amata dai suoi silenzi raccontati, per lei, dalla voce del mare e dai comportamenti muti, quasi assenti.

Ebbene, anche il silenzio del sindaco Creta è “cantatore”.

Svela, cioè, la difficoltà di apparire e – al tempo stesso – la necessità di assumere posizioni defilate, di condurre una battaglia di retroguardia, per evitare di attirare su di sé gli strali di una popolazione sbigottita.

Come altrimenti si spiegherebbe l’assenza del primo cittadino alle tante iniziative intraprese per lottare contro l’inceneritore?

E’ stato assente all’importante convegno scientifico organizzato presso il Salone dei Congressi delle Terme di Telese (era impegnato altrove).

E’ mancato alla manifestazione popolare di protesta svoltasi a San Salvatore (era impegnato altrove).

E’ venuto meno al concerto in piazza dove hanno preso la parola i rappresentanti dei Comitati Civici (era impegnato altrove).

Oggi si dichiara costernato, dimostrando di essere un sindaco perennemente “altrove”.

Anche alla Provincia si è trovato “altrove” votando contro il Presidente Nardone senza motivare alcunché e riuscendo nel solo intento di porsi fuori dalla sua maggioranza politica senza nemmeno far emergere le ragioni della protesta che da mesi attanaglia la popolazione.

All’audizione tenutasi in Regione ha sostenuto che la vicenda «Vocem» è sostanzialmente un affare che riguarda un suo ex assessore, presentandosi come un qualsiasi cittadino che dalla montagna scende candidamente a valle senza conoscere le ragioni del suo peregrinare.

Eppure le carte dicono il contrario. Dalla loro analisi emergono le responsabilità, affiorano le omissioni, traspare la superficialità con cui è stata condotta la vicenda.

Lo conferma anche il dott. Visalli (della “Vocem”) quando, rivolgendosi al sindaco, dichiara: «non esiste alcun mistero circa i rifiuti da trattare nell’impianto; sono gli stessi da sempre, e sono stati anche elencati dettagliatamente durante l’audizione».

Dunque, era tutto chiaro!

Il silenzio del sindaco permane – ed è ancora più eloquente – quando l’Assessore all’Ambiente, fresco di nomina (ed a cui si voleva passare la “patata bollente”) ha rigettato l’incarico denunciando il mutismo, l’inazione e la frammentazione politica sull’inceneritore, ritenendole inadeguate al momento così difficile e decisivo per le sorti dell’intera Valle telesina.

Nessun commento. Le sue decisioni non sono state nemmeno comunicate ufficialmente all’organo consiliare, e questo la dice lunga sulla correttezza istituzionale dell’amministrazione!

Nello stesso giorno in cui l’assessore La Fazia ha rimesso la delega all’ambiente, in Consiglio comunale, la votazione sugli equilibri di bilancio ha visto il voto contrario di un altro esponente della maggioranza, sfiduciato (per ragioni di palazzo) dall’incarico di Assessore alla Comunità Montana.

Senza nessuna spiegazione (anche qui il sindaco ha dimostrato di essere altrove).

Ha ragione Avitabile: viviamo momenti difficili. Probabilmente i più bui della storia politica della nostra cittadina.

Il conto consuntivo del 2006 non è stato ancora approvato e la sua scadenza non è stata rispettata.

E’ un conto che, per la gestione di competenza, si chiude in rosso.

Intanto il Consiglio comunale viene chiamato ad approvare la “permanenza” degli equilibri del bilancio 2007 senza aver prima analizzato e compreso le motivazioni del disavanzo 2006.

Tutto ciò è palesemente in contrasto con le regole del buon andamento economico e testimonia di come l’Amministrazione segua percorsi gestionali intricati ed incomprensibili.

Il Consiglio non ha avuto ancora la possibilità di conoscere le motivazioni di tale disavanzo.

Anche qui c’è un preoccupante silenzio: che cosa non ha funzionato nella passata gestione finanziaria?

I consiglieri non hanno nemmeno potuto appurare dal locale organo di revisione quali meccanismi hanno determinato lo squilibrio nonostante le garanzie fornite mediante i suoi pareri, durante le passate verifiche finanziarie.

E non finisce qui!

Fioccano – a scadenze ormai mensili – bollette per il recupero del canone dell’acqua. Un canone mai richiesto prima. Forse per incuria, forse per opportunismo. Un tributo che è uno schiaffo alle famiglie che hanno sofferto la grave carenza idrica estiva: oltre al danno, la beffa.

La nuova segnaletica stradale – modificata un giorno sì e l’altro pure – testimonia di come si viva, ormai, alla giornata: oggi un senso unico, domani un divieto d’accesso. Il caos generato da provvedimenti estemporanei e strampalati è secondo solo al pericolo per l’incolumità dei pedoni e degli automobilisti.

Si rattoppa una pezza dietro l’altra senza un minimo di programmazione seria.

Insomma, si tira a campare.

La sensazione è che tutto proceda per inerzia, senza scatti d’orgoglio, senza dignità politica, come dimostra la vicenda dell’inceneritore. Un sindaco decoroso rimetterebbe il suo mandato.

Anche per sgombrare il campo dagli equivoci e dalle mezze verità. Anche per evitare l’imbarazzo e fugare qualsiasi ragionevole dubbio.

La fiducia dei cittadini non è né immutabile né incondizionata. Da sola, non può giustificare un comportamento disinteressato e superficiale.

L’Amministrazione è lacerata da troppe incertezze, molte delle quali vengono dal passato ma oggi si confrontano con la dura realtà.

Nemmeno il comportamento del vice-sindaco può essere biasimato: una persona che appare sempre più demotivata ad interpretare il suo ruolo di nobile custode di un’etica politica da cui questa amministrazione è lontana anni-luce.

C’è uno scollamento evidente, una frattura insanabile a cui porre rimedio.

Bisogna farlo nell’interesse del paese, che merita una classe politica degna di rappresentare i propri concittadini.

Con le sue dimissioni il sindaco ha la possibilità, una volta tanto, di non apparire “altrove” ed uscire a testa alta dalle fosche nubi dell’inceneritore.

Se proprio non vuole farlo, almeno faccia sentire la sua “vocem” (pardon: volevo dire “voce”).

 

Emilio Bove

 

 

 

     

 Valle Telesina


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