11 agosto 2007
Biomasse, preoccupanti interventi di La Monaca
Michele Clarizia

 

 

Gli interventi del Presidente Provinciale  di Ekoclub International sul tema del termovalorizzatore a  biomasse sono, a dir poco, preoccupanti. Qualche giorno fa discutevo di quest’iniziativa con un’amica la quale, ad un certo punto, asseriva: “Dobbiamo essere più aperti verso le innovazioni,  anche gli ambientalisti sono favorevoli, vai a vedere sul sito Vivitelese”.

Un cittadino, non informato con completezza su argomenti così delicati,  legge un parere proveniente da una fonte autorevole che ritiene credibile e fa suo quel parere. Questo è il risultato di una informazione parziale, che spesso è fuorviante, come nel caso dell’intervento del citato Presidente Provinciale.

Il comunicato stampa del 2 Agosto di Ekoclub International indirizza, nella sostanza, verso queste conclusioni:

1. La decisione del termovalorizzatore a biomasse in Provincia di Benevento è stata presa per il bene della collettività;

2. Parlare di inquinamento, tossicità e pericolo per le popolazioni il cui territorio ospita un impianto di biomasse è una esagerazione e una speculazione politica;

3. Se l’impianto non si dovesse fare, il Sannio perderà una grossa occasione di sviluppo economico ed ambientale.

Insomma io, cittadino non informato compiutamente sulla questione, deduco che l’impianto nascente a San Salvatore Telesino è una cosa bella e buona.

Nell’era del villaggio globale non è difficile informarsi, e così ho fatto. Sono tornato dalla mia amica e le ho detto che tutto quanto sosteneva l’ambientalista su Vivitelese era condivisibile, tuttavia in quel comunicato stampa mancava un particolare fondamentale, che avrebbe orientato verso convincimenti diversi. Premesso che lo Stato assicura un premio monetario a chi sviluppa e produce e usa impianti che producono calore o elettricità dalle fonti rinnovabili, ho descritto dunque questo particolare:

1. L’Unione Europea, con la direttiva 2001/77/CE, definisce "biomassa", la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani;

2. L’Italia recepisce tale Direttiva con il Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387; in tale decreto di recepimento il governo infila l’art. 17 (nella cabala “la disgrazia”) che recita: “...ammessi a beneficiare del regime riservato alle fonti energetiche rinnovabili i rifiuti, ivi compresa, anche tramite il ricorso a misure promozionali, la frazione non biodegradabile ed i combustibili derivati dai rifiuti.”

I rifiuti urbani sono stati fatti diventare “biomasse”, e vengono anch’essi premiati con sovvenzioni statali.

A causa del famigerato art. 17  la legge italiana di recepimento è in contrasto con le direttive europee e l’Italia è stata denunciata per questa violazione; in particolare, con lettera di messa in mora del 13 dicembre 2005, n. 2004/4336 la Commissione contesta all’Italia che l’articolo 17 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, di attuazione della direttiva 2001/77/CE, configuri la possibilità che il recepimento della norma comunitaria in questione possa tradursi nel sostegno a fonti energetiche non definite come rinnovabili dalla direttiva stessa.

La mia amica, perplessa, mi chiede: “Ma allora quest’impianto sarà brutto e cattivo?”.

Le rispondo: “Non è detto che sarà, ma potrebbe diventare brutto e cattivo”. E lei, di rimando: “la sola ipotesi mi fa essere contraria”.

Concludo con una riflessione: lo statuto di Ekoclub International prevede di (art. 3 punto d) “approfondire, in particolare con i giovani, i problemi di difesa dall’inquinamento e di salvaguardia dell’ambiente naturale”; credo che il Presidente Provinciale di Benevento potrebbe avere la riconoscenza di tutti se promuovesse in futuro iniziative di approfondimento sulle più importanti questioni, che investono la salute e l’ambiente.

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it