15 agosto 2007
Biomasse, per il NO importanti i Comitati
Nicola Franco

 

 

Termovalorizzatore a biomassa:

Le ragioni del no e l’importanza dei Comitati.

 

 

Ho letto con attenzione quasi tutti gli articoli pubblicati sinora sulla vicenda del progetto inceneritore a S. Salvatore Telesino e devo dire che, per un motivo o per un altro, li ho trovati tutti degni di nota ed interessanti.

Anche quelli dell’immancabile “bastian contrario” servono, se non altro,  a riflettere e a comprendere quanto questa vicenda sia controversa, sentita e complessa.

Tuttavia vorrei proporre alcune riflessioni da sottoporre ai lettori del sito “VIVITELESE” che spero possano dare un utile contributo alla risoluzione del problema inceneritore.

Intanto vorrei dire che il vero problema non è tanto discutere della centrale a biomassa in sé, perché probabilmente, in condizioni NORMALI, con una gestione accorta ed un approvvigionamento esclusivo di materia organica tutto in loco, potrebbe anche non essere tutta questa fonte di preoccupazioni.

Quello che però davvero preoccupa è che l’impianto dovrebbe sorgere in CAMPANIA una regione che vive un’emergenza ultradecennale in tema di rifiuti; dove sono stoccati milioni di ECOBALLE DI RIFIUTI; dove c’è la criminalità organizzata che notoriamente gestisce traffico e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e dove, per di più, esiste una “cultura dell’improvvisazione e del precario” che ci portiamo dietro per ragioni storiche.

Questo scenario, di per sé, è già una prima forte ragione d’ inquietudine di fronte all’ipotesi di costruzione di un inceneritore benché a biomasse.

Ora se a ciò si aggiunge quello che giustamente faceva notare qualche collega e cioè che grazie al famigerato articolo 17 comma 1 del D. Lgs. 387/03 sono ammessi a beneficiare del regime riservato alle fonti energetiche rinnovabili i rifiuti, ivi compresa, anche tramite il ricorso a misure promozionali, la frazione non biodegradabile ed i combustibili derivati dai rifiuti, di cui ai decreti previsti dagli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 92….”, allora c’è da essere ancora più preoccupati!!!

In virtù di tale disposto la parte non biodegradabile dei rifiuti viene assimilata a fonte rinnovabile e come tale può godere del regime e di tutte le agevolazioni previste per esse incluse le incentivazioni economiche!!!!

Questo articolo può essere considerato come una sorta di “CAVALLO DI TROIA” che ha come unico scopo di estendere il regime di trattamento ed i benefici delle incentivazioni ad una parte consistente dei rifiuti solidi urbani!!!

 

Ora a quelli che si affannano ancora a sostenere che, tutto sommato, un impianto a biomassa sarebbe pienamente legale perché rispetterebbe i disposti del 387/03 vorrei umilmente far notare un piccolissimo dettaglio:

è vero, in linea generale, un impianto a biomassa sarebbe perfettamente in linea con la normativa nazionale ed europea, ma si dia il caso che in Italia, e soltanto in Italia, proprio a causa di quel “disgraziato” articolo 17 così legale proprio non è.

 

Tanto è vero che la Comunità Europea ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia proprio sulla questione dell’articolo 17 in palese contrasto con la direttiva europea 2001/77/CE che incentiva l’utilizzo esclusivamente delle fonti rinnovabili tenendo rigorosamente fuori quelle assimilate!!!

Riguardo quest’ultimo punto, in verità, recentemente sono intervenute delle novità parzialmente positive di cui vorrei farvi partecipi.

La Finanziaria 2007 all’articolo 1 comma 1117 ha stabilito che i contributi statali possono essere concessi esclusivamente per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili così come definite all’articolo 2 della direttiva 2001/77/CE del 27/9/2001 quindi con esclusione di quelle assimilate.

Ma, causa le potenti ed influenti lobby del settore, nello stesso articolo sono fatti salvi i finanziamenti concessi agli impianti già autorizzati e di cui sia stata avviata la costruzione. (alla Vocem….lo sanno???)

In ogni caso ciò non ci mette comunque al riparo dal possibile utilizzo di rifiuti non biodegradabili all’interno dell’inceneritore di S. Salvatore Telesino poiché essi sono stati esclusi dai benefici e dalle incentivazioni statali (limitatamente ai nuovi impianti), ma non dall’essere catalogati quali fonti assimilate e come tali utilizzabili nel processo di combustione, con tutte le pericolose e devastanti conseguenze per la salute umana.

Quindi a quei pochi irriducibili che ancora si ostinano, chissà per quale misterioso e recondito motivo, a sostenere il progetto di costruzione di un impianto a biomasse a S. Salvatore Telesino chiedo di riflettere su quanto esposto e valutare se vale veramente la pena svendere il nostro territorio, la nostra storia, le nostre usanze, il nostro ambiente, la nostra salute e quella di coloro che ci succederanno in cambio di 20 posti di lavoro….

Riguardo, invece, le modalità e le strategie per combattere l’assurdo progetto dell’inceneritore vorrei esprimere la mia sorpresa verso quanti ancora sono disposti a credere a QUESTA POLITICA.

Si badi bene che ho detto…QUESTA POLITICA….e non la POLITICA IN GENERE…quell’arte nobile ed alta che dovrebbe tutelare e difendere con passione gli interessi dei cittadini.

Resto esterrefatto di fronte alle affermazioni di alcune persone che facendo affidamento in uno sforzo di fiducia estremo, confidano ancora che l’intervento di questo o quel politico, da solo, possa servire a scongiurare la sciagurata scelta di costruzione dell’inceneritore.

Come se non vi fossero sufficienti prove della inadeguatezza, incapacità, superficialità e approssimazione di buona parte dell’attuale classe dirigente.

Possibile che non si riesca a capire che coloro che ora si invocano per salvarci dall’ipotesi inceneritore, sono gli stessi che sapevano perfettamente del progetto e che hanno taciuto (nella migliore delle ipotesi) o che addirittura sono stati protagonisti attivi e compiacenti del progetto???

Come si fa a non capire che QUESTA POLITICA non rappresenta più nessuno se non gli interessi di poche ed intoccabili lobby finanziarie???

Come è possibile non rendersi conto del fatto che tali lobby condizionano pesantemente le scelte politiche dei partiti imponendo i loro ricatti su di essi al fine di ottenere provvedimenti di legge ed atti favorevoli ai propri interessi economici???

Chiedo a voi: mi spiegate come ci si può fidare di questi signori e riporre tutte le nostre azioni ed iniziative unicamente nelle loro mani mettendo da parte l’encomiabile servizio che i COMITATI DI CITTADINI ci stanno rendendo???

Sono anni che veniamo sistematicamente mortificati e presi per i fondelli, cosa vi fa’ pensare che questa volta i politici cureranno davvero i nostri interessi??

Quale tipo di scempio dovranno arrivare a produrre prima di cominciare a capire che occorre muoversi in prima persona per tutelare davvero l’interesse generale??? 

E’ per questo motivo che ribadisco quanto espresso nel mio precedente intervento circa la necessità di sostenere l’opera di COMITATI INDIPENDENTI CONTRO IL  TERMOVALORIZZATORE. L’esperienza dimostra che, laddove in Italia si sono verificate situazioni come quella di S. Salvatore Telesino, l’intervento dei comitati di cittadini è STATO DECISIVO alla positiva evoluzione del caso.

E’ questa la vera novità di quest’inizio di millennio: la nascita diffusa, un po’ ovunque, di comitati di persone che stanche delle storture e scempiaggini di una classe politica, diventata ormai una “scheggia impazzita”, si propongono in prima persona per difendere il proprio territorio ed il proprio ambiente.

E a coloro che sostengono che tali comitati di cittadini non avrebbero “potere contrattuale”, rispondo con qualche domanda: in Val di Susa, dove sono state portate migliaia di persone a presidiare i siti, la TAV è stata realizzata??? E a Serre, dove volevano aprire una discarica in un’oasi naturalistica e dove 3000 persone hanno presidiato il sito, cosa è successo?? E ancora, a Schieppe di Orciano, nelle Marche, cosa è accaduto di fronte al tentativo delle autorità locali di far costruire una centrale a biomassa???

Provate ad indovinare!!!

Paradossalmente in tutta questa vicenda c’è un aspetto positivo. Per la prima volta nella sua storia, la popolazione della Valle Telesina si trova a dover affrontare una prova importante che potrebbe diventare un’occasione di riscatto civile, sociale e culturale: quella di difendere direttamente il proprio territorio da un pericolo che potrebbe segnare in maniera irreparabile e definitiva la sua evoluzione. E’ il momento di mettere da parte indecisioni, polemiche e vecchi rancori ed unirsi in un rinnovato spirito collettivo per il bene di questa nostra terra.

Gli assenti, questa volta, non saranno solo dei semplici assenti……ma saranno responsabili almeno quanto quelli che hanno ideato e proposto il progetto inceneritore.

NESSUNO di noi può chiamarsi fuori da questo preciso e sacrosanto impegno morale.

Nicola Franco

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it