Termovalorizzatore a biomassa:
Le ragioni del no
e l’importanza dei Comitati.
Ho letto con attenzione quasi tutti gli articoli
pubblicati sinora sulla vicenda del progetto
inceneritore a S. Salvatore Telesino e devo dire
che, per un motivo o per un altro, li ho trovati
tutti degni di nota ed interessanti.
Anche quelli dell’immancabile “bastian
contrario” servono, se non altro, a riflettere
e a comprendere quanto questa vicenda sia
controversa, sentita e complessa.
Tuttavia vorrei proporre alcune riflessioni da
sottoporre ai lettori del sito “VIVITELESE” che
spero possano dare un utile contributo alla
risoluzione del problema inceneritore.
Intanto vorrei dire che il vero problema non è
tanto discutere della centrale a biomassa in sé,
perché probabilmente, in condizioni NORMALI, con
una gestione accorta ed un approvvigionamento
esclusivo di materia organica tutto in loco,
potrebbe anche non essere tutta questa fonte di
preoccupazioni.
Quello che però davvero preoccupa è che
l’impianto dovrebbe sorgere in CAMPANIA una
regione che vive un’emergenza ultradecennale in
tema di rifiuti; dove sono stoccati milioni di
ECOBALLE DI RIFIUTI; dove c’è la criminalità
organizzata che notoriamente gestisce traffico e
smaltimento dei rifiuti solidi urbani e dove,
per di più, esiste una “cultura
dell’improvvisazione e del precario” che ci
portiamo dietro per ragioni storiche.
Questo scenario, di per sé, è già una prima
forte ragione d’ inquietudine di fronte
all’ipotesi di costruzione di un inceneritore
benché a biomasse.
Ora se a ciò si aggiunge quello che giustamente
faceva notare qualche collega e cioè che grazie
al famigerato articolo 17 comma 1 del D. Lgs.
387/03
sono
ammessi a beneficiare del regime riservato alle
fonti energetiche rinnovabili i rifiuti, ivi
compresa, anche tramite il ricorso a misure
promozionali, la frazione non biodegradabile
ed i combustibili derivati dai rifiuti,
di cui ai decreti previsti dagli articoli 31 e
33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.
92….”,
allora c’è da essere ancora più preoccupati!!!
In virtù di tale disposto la parte non
biodegradabile dei rifiuti viene
assimilata a fonte rinnovabile e come tale può
godere del regime e di tutte le agevolazioni
previste per esse incluse le incentivazioni
economiche!!!!
Questo articolo può essere considerato come una
sorta di “CAVALLO DI TROIA” che ha come unico
scopo di estendere il regime di trattamento ed i
benefici delle incentivazioni ad una parte
consistente dei rifiuti solidi urbani!!!
Ora a quelli che si affannano ancora a sostenere
che, tutto sommato, un impianto a biomassa
sarebbe pienamente legale perché rispetterebbe i
disposti del 387/03 vorrei umilmente far notare
un piccolissimo dettaglio:
è vero, in linea generale, un impianto a
biomassa sarebbe perfettamente in linea con la
normativa nazionale ed europea, ma si dia il
caso che in Italia, e soltanto in Italia,
proprio a causa di quel “disgraziato” articolo
17 così legale proprio non è.
Tanto è vero che la Comunità Europea ha avviato
una procedura d’infrazione contro
l’Italia proprio sulla questione dell’articolo
17 in palese contrasto con la direttiva europea
2001/77/CE che incentiva l’utilizzo
esclusivamente delle fonti rinnovabili
tenendo rigorosamente fuori quelle assimilate!!!
Riguardo quest’ultimo punto, in verità,
recentemente sono intervenute delle novità
parzialmente positive di cui vorrei farvi
partecipi.
La Finanziaria 2007 all’articolo 1 comma 1117 ha
stabilito che i contributi statali possono
essere concessi esclusivamente per la produzione
di energia elettrica da fonti rinnovabili così
come definite all’articolo 2 della direttiva
2001/77/CE del 27/9/2001 quindi con esclusione
di quelle assimilate.
Ma, causa le potenti ed influenti lobby del
settore, nello stesso articolo sono fatti salvi
i finanziamenti concessi agli impianti già
autorizzati e di cui sia stata avviata la
costruzione. (alla Vocem….lo sanno???)
In ogni caso ciò non ci mette comunque al riparo
dal possibile utilizzo di rifiuti non
biodegradabili all’interno dell’inceneritore di
S. Salvatore Telesino poiché essi sono stati
esclusi dai benefici e dalle incentivazioni
statali (limitatamente ai nuovi impianti), ma
non dall’essere catalogati quali fonti
assimilate e come tali utilizzabili nel processo
di combustione, con tutte le pericolose e
devastanti conseguenze per la salute umana.
Quindi a quei pochi irriducibili che ancora si
ostinano, chissà per quale misterioso e
recondito motivo, a sostenere il progetto di
costruzione di un impianto a biomasse a S.
Salvatore Telesino chiedo di riflettere su
quanto esposto e valutare se vale veramente la
pena svendere il nostro territorio, la nostra
storia, le nostre usanze, il nostro ambiente, la
nostra salute e quella di coloro che ci
succederanno in cambio di 20 posti di lavoro….
Riguardo, invece, le modalità e le strategie per
combattere l’assurdo progetto dell’inceneritore
vorrei esprimere la mia sorpresa verso quanti
ancora sono disposti a credere a QUESTA
POLITICA.
Si badi bene che ho detto…QUESTA POLITICA….e
non la POLITICA IN GENERE…quell’arte
nobile ed alta che dovrebbe tutelare e difendere
con passione gli interessi dei cittadini.
Resto esterrefatto di fronte alle affermazioni
di alcune persone che facendo affidamento in uno
sforzo di fiducia estremo, confidano ancora che
l’intervento di questo o quel politico, da solo,
possa servire a scongiurare la sciagurata scelta
di costruzione dell’inceneritore.
Come se non vi fossero sufficienti prove della
inadeguatezza, incapacità, superficialità e
approssimazione di buona parte dell’attuale
classe dirigente.
Possibile che non si riesca a capire che coloro
che ora si invocano per salvarci dall’ipotesi
inceneritore, sono gli stessi che sapevano
perfettamente del progetto e che hanno taciuto
(nella migliore delle ipotesi) o che addirittura
sono stati protagonisti attivi e compiacenti del
progetto???
Come si fa a non capire che QUESTA POLITICA non
rappresenta più nessuno se non gli interessi di
poche ed intoccabili lobby finanziarie???
Come è possibile non rendersi conto del fatto
che tali lobby condizionano pesantemente
le scelte politiche dei partiti imponendo i loro
ricatti su di essi al fine di ottenere
provvedimenti di legge ed atti favorevoli ai
propri interessi economici???
Chiedo a voi: mi spiegate come ci si può fidare
di questi signori e riporre tutte le nostre
azioni ed iniziative unicamente nelle loro mani
mettendo da parte l’encomiabile servizio che i
COMITATI DI CITTADINI ci stanno rendendo???
Sono anni che veniamo sistematicamente
mortificati e presi per i fondelli, cosa vi fa’
pensare che questa volta i politici cureranno
davvero i nostri interessi??
Quale tipo di scempio dovranno arrivare a
produrre prima di cominciare a capire che
occorre muoversi in prima persona per tutelare
davvero l’interesse generale???
E’ per questo motivo che ribadisco quanto
espresso nel mio precedente intervento circa la
necessità di sostenere l’opera di COMITATI
INDIPENDENTI CONTRO IL TERMOVALORIZZATORE.
L’esperienza dimostra che, laddove in Italia si
sono verificate situazioni come quella di S.
Salvatore Telesino, l’intervento dei comitati di
cittadini è STATO DECISIVO alla positiva
evoluzione del caso.
E’ questa la vera novità di quest’inizio di
millennio: la nascita diffusa, un po’ ovunque,
di comitati di persone che stanche delle
storture e scempiaggini di una classe politica,
diventata ormai una “scheggia impazzita”, si
propongono in prima persona per difendere il
proprio territorio ed il proprio ambiente.
E a coloro che sostengono che tali comitati di
cittadini non avrebbero “potere contrattuale”,
rispondo con qualche domanda: in Val di Susa,
dove sono state portate migliaia di persone a
presidiare i siti, la TAV è stata realizzata???
E a Serre, dove volevano aprire una discarica in
un’oasi naturalistica e dove 3000 persone hanno
presidiato il sito, cosa è successo?? E ancora,
a Schieppe di Orciano, nelle Marche, cosa è
accaduto di fronte al tentativo delle autorità
locali di far costruire una centrale a
biomassa???
Provate ad indovinare!!!
Paradossalmente in tutta questa vicenda c’è un
aspetto positivo. Per la prima volta nella sua
storia, la popolazione della Valle Telesina si
trova a dover affrontare una prova importante
che potrebbe diventare un’occasione di riscatto
civile, sociale e culturale: quella di difendere
direttamente il proprio territorio da un
pericolo che potrebbe segnare in maniera
irreparabile e definitiva la sua evoluzione.
E’ il momento di mettere da parte indecisioni,
polemiche e vecchi rancori ed unirsi in un
rinnovato spirito collettivo per il bene di
questa nostra terra.
Gli assenti, questa
volta, non saranno solo dei semplici assenti……ma
saranno responsabili almeno quanto quelli che
hanno ideato e proposto il progetto
inceneritore.
NESSUNO di noi può
chiamarsi fuori da questo preciso e sacrosanto
impegno morale.
Nicola Franco
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