Negli ultimi tempi sto
seguendo con attenzione quanto sta avvenendo in
merito alla questione delle centrali a biomasse
in Valle Telesina, e vorrei esprimere alcune
considerazioni, premettendo che:
·
non sono un esperto;
·
non sono un addetto ai lavori;
·
non sono direttamente interessato sul piano
economico (se non come cittadino contribuente.
Credo che innanzitutto occorra focalizzare
l’attenzione sul vero problema, che non è se
fare o no impianti di trattamento (biomasse, CDR
o altro), ma come smaltire i rifiuti che
comunque produciamo.
La Campania vive da decenni nell’emergenza
rifiuti, e lo dico con cognizione di causa,
visto che venti anni fa abitavo a Napoli ed
avevo cumuli di immondizia davanti al mio
palazzo, senza che si riesca a definire una
politica di trattamento dei rifiuti civile ed
ecocompatibile, come probabilmente avviene nel
resto d’Europa visto che non ho mai sentito che
altrove si viva lo stesso problema.
Ogni volta che si parla di una possibile
soluzione, sento subito un coro di grida
manzoniane che si rivolta contro:
·
le discariche inquinano le falde;
·
gli impianti a CDR producono diossina;
·
per le centrali a biomasse manca la materia
prima;
Allora io chiedo agli esperti (visto che io non
lo sono): cosa ne faccio dei rifiuti?
Non credo che lasciare immondizia nei
cassonetti, che poi vengono bruciati all’aria
aperta, magari sotto la mia finestra, sia meno
inquinante di un qualsiasi impianto, e tanto
meno possono esserlo le varie discariche abusive
(tempo fa ne fu scoperta una sotto un magnifico
campo di cavoli).
La risposta potrebbe essere che bisogna
riciclare, ma per farlo occore
realizzare in maniera seria ed efficace la
raccolta differenziata, ma i sindaci della Valle
Telesina, che tanto animosamente si oppongono
alle centrali, sono finora riusciti a
realizzarla?
La raccolta differenziata va fatta, ma dal
riciclo dei rifiuti avanzerà comunque qualcosa
(le percentuali le lascio agli esperti) che va
smaltita, e torniamo al problema iniziale, anche
se in misura ridotta.
Ho letto alcuni interventi che si oppongono alle
centrali, paventando il timore se non
addirittura la certezza che tali centrali non
verrebbero usate solo per le biomasse; non credo
che sia un buon motivo, perché allora non dovrei
comprare neanche un pacco di pasta o una
bottiglia di vino, nel timore che possano essere
adulterati; se decido di fare qualcosa, lo
faccio mettendo in atto tutti i controlli
necessari affinché si realizzi tutto e solo
quello che ho deciso.
Ho sentito ache autorevoli interventi che
descrivono scenari da brivido laddove si
realizzino impianti di trattamento, ma allora si
potrebbe ipotizzare il reato di disastro
ambientale lì dove sono già stati realizzati?
Ho letto che il PEA non prevede centrali a
biomasse, e che nel nostro territorio non ci
sono biomasse da utilizzare (Maria Pia Cutillo,
“Inceneritore, il dopo Rutelli”, 28/08/07); il
presidente Nardone afferma il contrario
(Comunicato stampa n. 2326 del 12/07/07):
CHI MENTE?
E’ vero che il PEA approvato, come scritto da
L’Eco di Bergamo il 10/04/07, individua diversi
siti per l’installazione di impianti a biomasse?
Se è vero:
·
in base a quali studi tecnici di impatto
ambientale, e in base a quali accordi su base
locale sono stati individuati tali siti?
·
perché la maggioranza che ha approvato tale
Piano, ne sconfessa l’esecuzione?
·
ci sono accordi con Enti Locali da questi
disattesi?
E’ vero che il presidente Nardone sigla il
protocollo di intesa nel luglio 2005, e la
Commissione Regionale approva la Valutazione di
Impatto Ambientale a novembre dello stesso anno?
Se è vero:
·
perché i vari oppositori, compreso quelli che
non potevano non sapere, si stanno agitando solo
adesso?
·
perché noi cittadini non siamo stati informati
prima di quanto stava accadendo?
In conclusione, questa nota non vuole essere un
intervento a favore o contro le centrali, ma
poiché da semplice cittadino resto estremamente
confuso da quanto vedo e sento, vorrei chiedere
a tutti, favorevoli e contrari,
CHIAREZZA
sgombrando il campo da qualsiasi
strumentalizzazione politica, altrimenti sorge
sempre il sospetto dietologico che gli interessi
in gioco non siano solo quelli che appaiono; ma
soprattutto vorrei che da parte dei tecnici e
dei responsabili politici si indicasse una
proposta chiara ed esauriente sull’intero ciclo
dei rifiuti da attuare secondo il loro
convincimento.
Un’ultima annotazione riguarda i comitati
civici, ai quali va senz’altro riconosciuto il
merito di aver posto la questione all’attenzione
dell’opinione pubblica, ma non per questo
possono autodefinirsi rappresentanti dell’intera
popolazione della Valle Telesina, in quanto non
mi sembra sia stato effettuato un referendum
sull’argomento.
Grazie.
Luciano Frittelli |