17 ottobre 2007
Inceneritore, gli argomenti al Question time
Maria Pia Cutillo

 

 

Comitato Civico

 contro la costruzione

dell'INCENERITORE

a San Salvatore Telesino e a Reino

 

San Salvatore Telesino, 16 ottobre 2007

 

Ci scusiamo con i lettori per la sinteticità del messaggio inviato precedentemente ma a volte gli avvenimenti si sovrappongono e non resta il tempo per coordinarsi e mantenere un  livello di  informazioni sempre all’altezza delle aspettative.

L’interrogazione in forma scritta permetterà inoltre, a chi oggi non avrà o avrà avuto la possibilità di seguirlo su Sky, di conoscerne il contenuto.

L’interrogazione , diretta al Consiglio Regionale,  dell’On.Mario Ascierto Della Ratta è stata presentata già da qualche giorno e conseguentemente richiesto il  “ question time “ all’On.Nocera.

Il Question Time consiste in una serie di domande rivolte al presidente della Regione Campania o agli assessori, cui seguiranno risposte immediate.

 


Il 16 ottobre alle ore 15.00 seduta del Consiglio Regionale della Campania per il question time dedicato alle interrogazioni dei gruppi politici. Tra queste, quella presentata a firma del consigliere Mario Ascierto Della Ratta all’assessore regionale all’Ambiente Luigi Nocera, sulla vicenda del termovalorizzatore a biomasse di San Salvatore Telesino.

 

In particolare, il consigliere Ascierto chiede di conoscere “quali atti vorrà porre in essere l’Assessore Nocera, allo scopo di rigettare definitivamente l’istanza autorizzativa della VOCEM srl, sia in virtù dei numerosi vizi procedurali e normativi, che alla luce dei presumibili aspetti penali, ed ancor più entro quali termini ciò avverrà vista l’importanza che il fattore temporale assume”.

 

Tra le considerazioni tecnico-ambientali ed amministrative, doviziosamente esposte nell’interrogazione rivolta all’assessore Nocera, è opportuno sottolineare “come  sia risultata acclarata l’incongruenza del progetto presentato dalla VOCEM rispetto ai vari strumenti di pianificazione sovracomunale (PTCP, PSASAGR e PEA)  della Provincia di Benevento. Inoltre, non dimentichiamo – ha continuato Ascierto Della Ratta - che con la delibera del Consiglio Provinciale di Benevento n.63 del 20/08/2007, ben 20 consiglieri (su 20 presenti) hanno inconfutabilmente rilevato la difformità rispetto al Piano Energetico Ambientale dell’impianto a biomasse previsto a San Salvatore Telesino. Altresì, è utile rammentare come in più occasioni è stata la stessa VOCEM ad evidenziare importanti difformità amministrative, ad esempio, a pag. 226 della Valutazione d’Impatto Ambientale si afferma la non congruenza del progetto con il Piano Energentico Provinciale.

 

 

A queste ed altre osservazioni, poi, si sommano i danni ambientali e sanitari derivanti dall’attivazione della centrale a biomasse, danni, oltretutto dichiarati dalla VOCEM nella valutazione d’impatto ambientale corredata al progetto:  l’abbassamento della falda acquifera di 10 -12 mt.; l’accumulo di sostanze tossiche al suolo, la modifica della biocenosi aerea, acquatica e terrestre; l’emissione di calore in atmosfera; l’alterazione del quadro sanitario. Per non dire – ha concluso il consigliere regionale Mario Ascierto Della Ratta – che nel progetto non vi è traccia di  come e dove verranno stoccate le scorie residuanti dalla lavorazione”.

 

Come allegato riteniamo utile inserire Tutto  il contenuto dell’interrogazione posta all’attenzione dell’On. Nocera da cui saranno estrapolati i quesiti, nei 3 minuti , del question time.

 

 


 

 

All’On. Luigi Nocera Assessore Ambiente Regione Campania

Prot.nr. Napoli 12/10/07

Oggetto: Interrogazione ai sensi dell’art. 79 bis del Regolamento Consiliare

Il sottoscritto Mario Ascierto Della Ratta Consigliere Regionale gruppo A.N.

 

Premesso

• che con nota datata 27 luglio 2005, la VOCEM s.r.l. richiedeva alla Regione Campania una “approvazione e autorizzazione alla realizzazione, ex art.27 D.Leg.vo 22/1997 e succ. mod., ed all’esercizio, ex art.28 D.Leg.vo 22/1997 e succ. mod., delle operazioni di smaltimento con recupero energetico a mezzo di un impianto di valorizzazione energetica attraverso ciclo termico in forno a griglia di rifiuti non pericolosi a matrice prevalentemente lignea quali biomasse residuali di natura vegetale assimilabili a fonti rinnovabili in località San Salvatore Telesino (BN)”.

• che è chiaramente invocato l’ex D.Lgs.vo 22/97 (poi trasfuso nel D. Lgs.vo 152/2006) che regola la materia dei rifiuti, dei rifiuti pericolosi, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi, e non il D.Lgs.vo 387/2003 (specifico per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili).

• che un tecnico di fiducia della VOCEM, con propria dichiarazione giurata del 22/05/2005, riferisce che trattasi di “ un impianto di trattamento rifiuti speciali ed altri materiali assimilabili a fonti rinnovabili” .

• che la VOCEM aveva (e presumibilmente ha) intenzione di bruciare anche CDR (vedi nota dell’ABM - del 16/05/05 inviata ai Presidenti degli Enti Provinciali di Benevento e Bergamo).

• che la Regione Campania - Settore Ecologia e Tutela dell’Ambiente - poneva sotto gravame la carenza di legittimazione attiva (per carenza di titolo) e la mancanza dei requisiti di legge (come confermato nella nota del 03/04/2007 - prot. 0307843 – in cui la Regione Campania comunicava alla VOCEM srl “carenze amministrative” chiedendo integrazione documentale;

• che nonostante tra i documenti richiesti vi fossero 1) titolo di proprietà del terreno, in copia conforme, nonchè 2) requisiti del D.T. per l’iscrizione all’albo nazionale smaltitore rifiuti per la categoria 6H , documenti questi assolutamente indispensabili all’avvio della procedura, per circa un anno e mezzo essa ha continuato il suo percorso;

• che dalla certificazione camerale del 22/03/2005 (prot. CEW/5806/2005/CBG0176), riflessa all’oggetto sociale non si evince l’abilitazione della VOCEM s.r.l. all’esercizio delle operazioni di smaltimento con recupero energetico a mezzo di un impianto di valorizzazione.

• Che persino la stessa società richiedente è cosciente delle argomentazioni esposte, poiché nel verbale di riunione del 06/07/05 “il Presidente illustra ai presenti che, ai fini della medesima iscrizione di cui discusso in precedenza, è necessario integrare l’oggetto sociale di VOCEM s.r.l. prevedendo la possibilità di costruire e gestire impianti per lo stoccaggio, il trattamento, la distribuzione e lo smaltimento dei rifiuti “;

• Che le circostanze menzionate sottolineano gravi carenze dei requisiti essenziali, indispensabili a consacrare la conformità normativa degli iter istruttori, propedeutici alla successiva pontificazione dei titoli permissivi.

Considerato

• che da numerose informazioni assunte presso gli Enti Locali interessati - è emersa la mancata comunicazione di avvio del procedimento imposta dalla L.241/90 e succ..

• che la trasparenza amministrativa, l’accesso agli atti, la partecipazione al procedimento di quanti interessati, non sono stati garantiti

• che con varie note e nutrita corrispondenza tra Regione Campania, VOCEM e qualche Amministrazione Locale emergeva la carenza assoluta di contatti e la mancata trasmissione – da parte della società proponente – di qualsiasi atto progettuale (fino al mese di giugno 2007).

• che La partecipazione popolare (in ogni caso, un obbligo di Legge), è stata invocata dal Comune di San Salvatore Telesino in numerose missive inviate alla VOCEM ed è espressamente prevista anche dall’ex D.Lgs.vo n.22/1997.

• che è risultato acclarata l’incongruenza del progetto rispetto a vari strumenti di pianificazione sovracomunale ( PTCP, PSASAGR e PEA della Provincia di Benevento).

• che con la delibera di Consiglio Prov.le n.63 del 20/08/2007, ben 20 Consiglieri Provinciali (su 20 presenti) hanno inconfutabilmente rilevato “la difformità rispetto al Piano Energetico Ambientale“ dell’impianto in questione;

• che la stessa VOCEM è convinta della incongruenza del progetto presentato con il PEA della Provincia di Benevento, come risulta dalla lettura degli atti allegati al verbale della conferenza di servizi del 25/06/2007 dove emergono due notule estremamente interessanti: una quella del 23/03/2005, inviata via e-mail (con “messaggio riservato e personale”) ad un assessore del Comune di San Salvatore Telesino, e l’altra dell’ABM (datata 16/05/2005) inviata ai Presidenti degli Enti Provinciali di Benevento e Bergamo; lettere queste che sanciscono, in maniera inequivoca e gravissima, la necessità di “inserire il nostro progetto (VOCEM; n.d.r.) all’interno del Piano Energetico Provinciale e Piano Sperimentale ad Alta Sostenibilità Ambientale” , ancorché di “armonizzare i due succitati strumenti pianificatori con la centrale VOCEM”.

• che a pag. 226 della VIA (redatta dalla VOCEM) si afferma la non congruenza con il PEA in vigore;

• che sono evidenti insuperabili contrasti urbanistici e l’assoluta carenza delle infrastrutture e servizi di rete;

• che appaiono insuperabili anche le eccezioni formulate in merito agli aspetti geologici ed idrogeologici (vedi la stessa VIA);

Constatato:

• che la Regione Campania con la D.G.R. n.700 del 18/02/2003 ha effettuato la Individuazione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola (B.U.R.C. n.12 del 17/03/2003) e che tra le aree individuate e riportate su mappa figura proprio quella di insediamento dell’impianto in questione (loc. San Mennitto);

• che per tali aree la normativa (in particolare D.Lgs.vo 152/99 e DM 18 settembre 2002 ) prevede la Predisposizione ed attuazione di programmi di azione tesi a migliorare e non a peggiorare la situazione con ulteriori emissioni;

• che a pag. 362 del SIA si legge: “Gli impatti possibili di queste azioni sono: l’abbassamento della falda ad opera dell’emungimento, reso necessario dai fabbisogni idrici dell’impianto (circa 50 m3/h quale picco e ca. 10-12 in via ordinaria)”.

• che, dato che la curva caratteristica del Pozzo n° 1 (pag. 434 SIA) mostra chiaramente che con portate oltre 8 l/sec (c.a 29 mc/h) la falda è già in condizioni di sovrasfruttamento, non si capisce come è possibile prevedere l’installazione di n. 2 pompe da 50 mc/h (con prelievo a 65 m di profondità) e picchi di emungimento di pari portata (prelievi di tale entità sarebbero causa di un esaurimento irreversibile della falda acquifera;

• che, sebbene la stessa Regione Campania con il prot. N. 030784372007 del 03/04/2007 abbia richiesto alla VOCEM la valutazione di approvvigionamento idrico dell’impianto “atteso che il progetto prevede una stazione di pompaggio di 50 mc/h”, non si ha contezza della eventuale avvenuta valutazione;

• che tra l’altro, l’abbassamento piezometrico di quasi 10 m causato dalla portata di 3 l/s “in via ordinaria” avrebbe un effetto devastante sull’economia di tutte quelle aziende agricole che emungono, per fini irrigui e/o domestici, acqua dalla prima falda.;

• che le tavole grafiche compiegate al progetto sono esemplificative e sufficienti a dimostrare il coinvolgimento di un nutrito numero di territori comunali sottoposti (almeno in parte) a tutela paesistica (ex Legge 1497/1939), ovvero vincolate ai sensi e per gli effetti della ex L.431/85, oppure ai sensi del D.Leg.vo 431/99 (T.U. in materia di beni culturali ed ambientali) [E’ opportuno precisare, a tale proposito, che i territori di alcuni comuni contermini e/o comunque interessati dalla ricaduta di sostanze inquinanti rientrano nella perimetrazione di Parchi Regionali (Parco Reg.le del Matese e Parco Reg.le del Taburno) di Comunità Montane (Titerno e Taburno) o addirittura costituiscono SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e che i medesimi Enti usufruiscono di canali privilegiati di finanziamento regionale, statale e comunitario tesi a salvaguardia e valorizzazione e non a detrimento];

• che sarebbe stata opportuna una valutazione ambientale strategica (VAS), ancorché una valutazione di incidenza (anche per la presenza di aree SIC).

• che non si comprende in che maniera e perché tutti coloro che saranno in possesso degli scarti di lavorazioni agricole, ecc. dovrebbero fornire il materiale da bruciare, né su chi ricadrebbero e quali sarebbero i costi di trasporto;

• che medesima la biomassa in questione è tenuta in conto in altri (e probabilmente numerosi) impianti in corso di progetto e/o realizzazione;

• che non si comprende neppure come sono salvaguardati i siti archeologici presenti sul territorio (per molti altri versi protetti), né il perché la ricaduta a terra delle ceneri e delle polveri (sia pure nei limiti consentiti) non dovrebbero avere influenza su ecosistema ed economia, tantomeno su come sia possibile tollerare tale fenomeno in aree di elevato pregio ambientale (addirittura parchi regionali e siti SIC).

• che non è dato sapere come sono state salvaguardate le attività agricole ad alta redditività di produzione di vino D.O.C., i prodotti agricoli di pregio e quelli biologici, i corridoi ecologici regionali, la filiera termalòe, le attività turistiche ed economiche in generale;

• che non è dato sapere come sono stati valutati gli odori emessi e l’impatto visivo, né se sia stato effettuato lo studio sul bilancio idrico di area di cui all’art.90 del P.T.C.P.;

• che la valutazione dell’impatto acustico di impianto ed attività correlate appare inadeguata;

Visto

• il D.Leg.vo 22/01/2004 n. 42 , il D.Leg.vo 03/04/2006 n.152 ; il Protocollo di Kyoto; tutte le norme vigenti in materia di difesa del suolo, dell’aria, delle acque e delle aree protette; tutte le norme in materia procedurale; le norme Europee a cui si rimane assoggettati.

• che dalla combustione delle 365 ton. giornaliere si producono circa 45 ton. di scorie, da portare in discarica, più 6 ton. di polveri, sempre al giorno, distribuiti nell’ambiente;

• che altri danni dichiarati dalla società proponente sono: l’abbassamento della falda acquifera di 10-12 mt.; l’accumulo di sostanze tossiche al suolo, la modifica della biocenosi aerea, acquatica e terrestre; l’emissione di calore in atmosfera (100 000 metri cubi di fumi all’ora a 160°), l’alterazione del quadro sanitario;

• che non è specificato come e dove verranno stoccate le scorie residuanti, anche alla luce del D. Lgs.vo 152/2006, testo unico in materia ambientale; Preso Atto

• che la stessa VIA riconosce che l’ambiente è allo stato più che salubre,

• che Arsenico, Cadmio, Cromo esavalente, Nichel, Mercurio, IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici), etc. sono cancerogeni certi per l’uomo e che queste sostanze sono emesse in atmosfera da un inceneritore;

• che per le nanoparticelle da PM 2.5 a 0.1 , le più piccole e dannose, non esiste al momento una normativa nazionale e che pertanto non appare chiaro come sarebbe gestito il monitoraggio dell’immissione in atmosfera;

• che l’esistenza di filtri per tale particolato sembra essere più un fatto legale che non tecnicamente reale;

• che c’è un aumento della mortalità -da circa 1% per le PM 10 a 6% per le PM 2.5- con sommazione degli effetti per ogni 10 microgrammi in più di nanoparticelle!! (e si parla di sole biomasse!!!!);

• che essendo presenti in un processo di combustione ad alta temperatura acido cloridrico e polifenoli non si capisce come si possa escludere l’immissione in atmosfera di diossina, cancerogena a qualsivoglia bassa concentrazione (dati OMS!!) e che non è chiaro se e come si preveda il sua monitoraggio in atmosfera e al suolo;

• che non è chiaro quale sia il programma di prevenzione, diagnosi precoce e terapia delle malattie, tumorali e non, collegate da nesso causale all’attività di incenerimento, per i residenti e non, né come verrà valutato il danno e come sarà effettuato il risarcimento;

• che non è chiaro come la Regione Campania preveda di trovare la copertura finanziaria per le rilevanti spese sanitarie indotte, per il risarcimento del danno alla salute, all’ambiente, alle attività produttive, ai beni immobili, etc.;

• che d’altra parte il risarcimento del danno ambientale è chiaramente previsto dal D. Lgs.vo 152/2006;

• che non è chiaro né quali siano le misure preventive di eventuali incidenti né gli eventuali interventi su popolazione e ambiente nel caso essi si verifichino;

• che il tutto è aggravato dal fatto che i cittadini non sono stati messi al corrente del progetto a tempo debito;

• che le citate implicazioni sanitarie sarebbero ben più gravi in caso di combustioni diverse dalla biomassa;

• che la circostanza sta già producendo una consistente svalutazione di tutti i beni immobili nell’area interessata;

 

SI CHIEDE

quali atti vorrà porre in essere l’Assessore in indirizzo, allo scopo di rigettare definitivamente l’istanza autorizzativa di cui in epigrafe, sia in virtù dei numerosi ed in parte citati vizi procedurali e normativi, che alla luce dei presumibili aspetti penali, ed ancor più entro quali termini ciò avverrà vista la vitale importanza che il fattore temporale assume.

 

 

Il Consigliere Mario Ascierto Della Ratta

 

 

Comitato civico San Salvatore Telesino

comitatocivicotm@libero.it

telefono 333 29232

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it