Comitato civico di Guardia Sanframondi
contro la costruzione del termovalorizzatore a
San Salvatore Telesino
Comitato civico
di Guardia Sanframondi contro il
termovalorizzatore
e-mail:
comitatocivicoguardia@hotmail.it
I
comitati civici nascono su questioni specifiche,
e sentite come fondamentali, quando i cittadini
percepiscono le azioni dei politici come
contrarie ai propri bisogni e diritti. La
vicenda della costruzione dei due
termovalorizzatori a San Salvatore Telesino e
Reino ne è un esempio. I cittadini hanno dato
vita ad una forte mobilitazione quando sono
venuti a conoscenza, purtroppo a cose quasi
fatte, di progetti giustificati in base ad
argomentazioni rivelatesi poi contraddittorie o
pretestuose. Non vogliamo parlare di quanto
detto e ridetto, anche se i politici fanno finta
di ignorarlo, sulle incongruenze dei progetti
rispetto al Piano Energetico Ambientale della
Provincia, del mancato coinvolgimento delle
popolazioni interessate, o dell’assurdità di
impianti del genere in un territorio a vocazione
agricola e turistica.
Vogliamo porre l’attenzione sul tentativo di far
passare la protesta dei comitati come emotiva,
arretrata, dettata dall’interesse particolare,
contro lungimiranti politiche innovative pensate
nell’interesse di tutti.
Per noi le politiche innovative sono quelle che
puntano a garantire i diritti delle persone, in
primo luogo il diritto di partecipare a scelte
che riguardano l’ambiente e la salute.
In
una regione che è stata trasformata nella
pattumiera d’Europa per la devastazione del
territorio ad opera della criminalità, favorita
dalla colpevole assenza delle istituzioni, con
conseguente aumento del degrado sociale e
culturale, chi era preposto ad evitare tutto ciò
taccia di arretratezza e infondatezza la
protesta di cittadini che,finalmente, anche nel
nostro territorio marginale e con poca
tradizione di partecipazione, e perciò oggetto
di scelte incomprensibili e sospette, cominciano
a discutere di scelte che non condividono.
Non siamo contro i termovalorizzatori per
partito preso e senza le dovute conoscenze.
Lo
siamo perché, a differenza dei nostri politici,
siamo molto preoccupati del disastro campano,
certo non colpa di comuni cittadini tenuti
accortamente lontani da decisioni mascherate da
innovazioni tecniche avanzate patrimonio di
pochi eletti. E’ giusto spendere soldi ed
energie per l’innovazione, ma, intanto, la
qualità della vita nelle nostre zone peggiora
sempre più, basti pensare alle condizioni delle
nostre scuole, dei nostri ospedali, dei servizi
sociali destinati ai giovani, alle donne, agli
anziani.
E
siamo molto preoccupati dello stato del nostro
pianeta e dei rischi che corre a causa di un
sistema economico ormai insostenibile per la sua
stessa sopravvivenza,
I
documenti di associazioni ed enti
internazionali, basati sullo studio di migliaia
di scienziati di fama indiscussa ( Living Planet
Report; Millennium Ecosystem Assessment Report,
ecc.) sullo stato del pianeta presentano un
quadro allarmante sui cambiamenti climatici
causati dall’inquinamento prodotto dalle
attività umane e sulle conseguenti catastrofi
ambientali che si verificheranno, in un futuro
neanche troppo lontano, se non si cercherà
immediatamente di eliminare quanto più possibile
le emissioni di sostanze inquinanti in
atmosfera. Molte nazioni hanno messo al centro
della loro politica la questione ambientale,
riconoscendone l’importanza per la possibilità
stessa di vita sul nostro pianeta. A fronte di
tutto ciò, a noi viene proposto qualcosa che
risponde ad una logica tradizionale che non
tiene conto della necessità di rivedere scelte
che portano ad un maggiore inquinamento, con
gravi effetti sull’ambiente e sulla salute delle
persone. Sempre nel PEA si ammette che uno dei
problemi principali delle centrali a biomasse,
e non solo degli inceneritori di rifiuti, è
l’emissione di sostanze inquinanti in atmosfera.
Noi pensiamo che oggi il buon governo di un
territorio si misuri sulla capacità di invertire
un modello di sviluppo dimostratosi disastroso
per l’ambiente e per le persone.
Invece di creare un muro con i cittadini, e
ricattare i politici con decisioni come le
dimissioni, il Presidente Nardone dovrebbe dare
prova di responsabilità e discutere davvero con
i cittadini su questioni che investono il futuro
di questo territorio e il diritto ad un ambiente
sano e ad uno sviluppo sostenibile ed
ecocompatibile.
Per il Comitato
Maria Mucci
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