23 agosto 2007
Biomasse, sconcertanti reazioni pro Nardone
Rocco Cirocco

 

 

Rifondazione Comunista

sinistra europea

Giovani Comuniste/i

Federazione di Benevento

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

Abbiamo letto molti interventi in favore del Presidente Nardone. In alcuni di essi si etichettano coloro che hanno idee diverse come “retrogradi”, “ignoranti”, “vili”. Alcuni altri autorevoli personaggi politici rimangono addirittura “avviliti” per quello che è successo.

 

La provincia di Benevento ha fatto grandi passi nella direzione dell’innovazione e della ricerca tecnologica, grazie soprattutto ad un’azione politica autorevole ed esemplare. Far finta di non vedere e non accettare che alcune scelte siano state sbagliate è un ulteriore errore che può costare caro.

 

È in atto una scientifica azione di mistificazione e falsificazione della realtà: i livelli regionali e nazionali di alcuni partiti, contraddicendo il voto espresso in provincia, sembrano convinti che i comitati civici e i partiti locali siano contrari alle fonti rinnovabili. La confusione è tale che il Ministro dell’ambiente mette a disposizione i propri tecnici per supportare il dissociatore molecolare. Peccato che il dissociatore, in tutta questa storia, non c’entri assolutamente nulla.

 

Il dimissionario presidente Carmine Nardone è lontano dalla realtà quando afferma che l’articolato Piano Energetico Ambientale (approvato all’unanimità da tutto il Consiglio provinciale) è rispettato in pieno.

 

Sbaglia quando fa passare il messaggio che gli oppositori delle biomasse sono contro il futuro: gli impianti previsti a San Salvatore e Reino, infatti, sono pensati per bruciare combustibile da rifiuti (CDR), poiché in provincia non disponiamo delle quantità di biomasse sufficienti a garantire il funzionamento delle due centrali. Sappiamo bene cosa significhi il CDR in regione Campania.

 

Nardone sbaglia ancora quando afferma che le cosiddette ecoballe non siano bruciabili in quanto di proprietà della FIBE: basti pensare a cosa sta accadendo in virtù delle indagini della magistratura e dei sequestri in atto.

 

Nardone sbaglia quando pensa più a grandi proclami che a misure concrete ed efficaci: perché non si predispone un piano per i tetti fotovoltaici delle scuole secondarie della provincia?

 

Nardone, inoltre, ha sbagliato anche qualche tempo fa, sempre in tema di energia alternativa: gli impianti eolici della Val Fortore (più di 600 turbine senza contare gli ultimi mega-impianti autorizzati dalla Regione Campania) producono energia che supera abbondantemente i 50 Mw stabiliti come limite massimo dal Piano provinciale ma su questo il Presidente Nardone non ha mai “alzato la voce”.

 

Se tutto l’arco parlamentare, da desta a sinistra, si è espresso contro il Presidente, e se i comitati civici hanno mobilitato migliaia di persone, qualche motivo ci deve essere. Di sicuro non sono giochi politici né pretesti: è solo l’espressione più genuina di un territorio che sa distinguere le cose buone da quelle cattive.

 

Non siamo stati e non saremo mai contro l’energia alternativa ma siamo convinti che prima di prendere decisioni irreversibili bisogna valutare meglio i pro e i contro e attuare progetti che rispettano il territorio e che assicurano un vantaggio reale per le nostre comunità.

 

I soloni dell’ultima ora si mettano l’anima in pace: nessuno vuole bloccare le riforme e la modernizzazione, a patto che ci si intenda sui termini. Scanzano, la Val di Susa, Acerra, Vicenza dimostrano che c’è un protagonismo consapevole da parte dei territori e della gente in carne ed ossa.

 

Sarebbe ora che chi governa, a tutti i livelli, se ne rendesse conto.

 

Benevento, 23 agosto 2007

 

Rifondazione Comunista

sinistra europea

Federazione di Benevento


 

COMUNICATO STAMPA

 

Sulla vicenda legata alle biomasse interviene con una dichiarazione il Senatore TOMMASO SODANO, Presidente della Commissione Ambiente al Senato.

 

“Il Presidente della Provincia di Benevento si è dimesso dall’incarico dopo che il Consiglio provinciale ha bocciato all’unanimità l’ipotesi di costruire due centrali elettriche a biomasse.

 

Le reazioni spropositate da parte di esponenti nazionali del centro sinistra, che hanno smentito i propri rappresentanti territoriali, usano sempre lo stesso linguaggio artificioso e strumentale. Così come per Scanzano, Acerra, Vicenza, Val di Susa, da una parte i modernizzatori, dall’altra i retrogradi che non avrebbero a cuore il futuro e che sarebbero atterriti dalle nuove tecnologie.

 

Ancora una volta, così come sta avvenendo sul tema della precarietà del lavoro, piuttosto che entrare nel merito delle questioni si preferisce aggredire con furore e pregiudizio ideologico le posizioni diverse.

 

E’ necessaria una riflessione seria sul deficit democratico che questa vicenda, analogamente a tante altre vertenze territoriali, evidenzia in maniera esemplare. Le due centrali, previste nei comuni di San Salvatore Telesino e Reino, produrrebbero 22 megawatt di energia all’anno. Il Piano Energetico e Ambientale (PEA) della Provincia, anch’esso approvato all’unanimità, prevede invece due centrali a biomasse per complessivi 8,4 megawatt annui di energia.

 

Il territorio sannita però non dispone di tutte le biomasse necessarie a garantire il funzionamento delle due centrali, precisamente ne potrebbe fornire solo il 6 (sei) per cento.

 

Quindi o si importano biomasse o si bruciano i rifiuti.

 

Nella prima ipotesi alimenteremmo la spoliazione delle foreste tropicali e un traffico di camion tale da vanificare ogni buon proposito in tema di riduzione delle emissioni inquinanti.

 

Nel secondo caso avremmo invece i rischi legati ad una gestione dei rifiuti che ha fatto della regione Campania un caso mondiale, senza le dovute garanzie per la tutela della salute dei cittadini e la dell’ambiente.

 

C’è poi un altro elemento da considerare. Mentre il progetto di Reino afferma che le biomasse locali sono sufficienti (cosa non vera), quello di San Salvatore è più esplicito e parla di incenerimento del residuo non recuperabile di rifiuti. E la tecnologia prescelta, a griglie mobili, è quella più utilizzata per l’incenerimento dei rifiuti.

 

Ora, nella provincia sannita è previsto l’incenerimento di una quantità pari a 75 tonnellate, mentre il solo impianto di San Salvatore potrebbe bruciare ben 365 tonnellate al giorno. La sproporzione è lampante.

 

Come si vede, dunque, la confusione che viene fatta è grande e non si comprende dove sarebbe il “No agli impianti ecologici” (titolo del Corsera di oggi) perché non siamo di fronte ad impianti ecologici.

 

Partendo da queste considerazioni è opportuno auspicare un ripensamento del Presidente Nardone e il ritiro delle dimissioni in virtù del buon lavoro svolto sino ad oggi. La provincia di Benevento si è caratterizzata negli anni della sua presidenza per innovazione e modernità attraverso l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche uniche in Italia, grazie anche al lavoro in sinergia con l’Università. L’elenco delle cose buone sarebbe lungo.

 

La vicenda legata alle biomasse, a mio parere, rappresenta un intoppo sicuramente non voluto che può essere utile per rivedere il tema della partecipazione democratica alle scelte e per rilanciare un modello di sviluppo ancora più innovativo basato sul rispetto dei territori e dell’ambiente”.

 

Benevento 23 agosto 2007

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it