COMUNICATO STAMPA
Abbiamo letto molti interventi in favore del
Presidente Nardone. In alcuni di essi si
etichettano coloro che hanno idee diverse come
“retrogradi”, “ignoranti”, “vili”. Alcuni altri
autorevoli personaggi politici rimangono
addirittura “avviliti” per quello che è
successo.
La
provincia di Benevento ha fatto grandi passi
nella direzione dell’innovazione e della ricerca
tecnologica, grazie soprattutto ad un’azione
politica autorevole ed esemplare. Far finta di
non vedere e non accettare che alcune scelte
siano state sbagliate è un ulteriore errore che
può costare caro.
È
in atto una scientifica azione di mistificazione
e falsificazione della realtà: i livelli
regionali e nazionali di alcuni partiti,
contraddicendo il voto espresso in provincia,
sembrano convinti che i comitati civici e i
partiti locali siano contrari alle fonti
rinnovabili. La confusione è tale che il
Ministro dell’ambiente mette a disposizione i
propri tecnici per supportare il dissociatore
molecolare. Peccato che il dissociatore, in
tutta questa storia, non c’entri assolutamente
nulla.
Il
dimissionario presidente Carmine Nardone è
lontano dalla realtà quando afferma che
l’articolato Piano Energetico Ambientale
(approvato all’unanimità da tutto il Consiglio
provinciale) è rispettato in pieno.
Sbaglia
quando fa passare il messaggio che gli
oppositori delle biomasse sono contro il futuro:
gli impianti previsti a San Salvatore e Reino,
infatti, sono pensati per bruciare combustibile
da rifiuti (CDR), poiché in provincia non
disponiamo delle quantità di biomasse
sufficienti a garantire il funzionamento delle
due centrali. Sappiamo bene cosa significhi il
CDR in regione Campania.
Nardone sbaglia ancora
quando afferma che le cosiddette ecoballe non
siano bruciabili in quanto di proprietà della FIBE: basti pensare a cosa sta accadendo in
virtù delle indagini della magistratura e dei
sequestri in atto.
Nardone sbaglia quando pensa
più a grandi proclami che a misure concrete ed
efficaci: perché non si predispone un piano per
i tetti fotovoltaici delle scuole secondarie
della provincia?
Nardone, inoltre, ha sbagliato
anche qualche tempo fa, sempre in tema di
energia alternativa: gli impianti eolici della Val Fortore (più di 600 turbine senza contare
gli ultimi mega-impianti autorizzati dalla
Regione Campania) producono energia che supera
abbondantemente i 50 Mw stabiliti come limite
massimo dal Piano provinciale ma su questo il
Presidente Nardone non ha mai “alzato la voce”.
Se
tutto l’arco parlamentare, da desta a sinistra,
si è espresso contro il Presidente, e se i
comitati civici hanno mobilitato migliaia di
persone, qualche motivo ci deve essere. Di
sicuro non sono giochi politici né pretesti: è
solo l’espressione più genuina di un territorio
che sa distinguere le cose buone da quelle
cattive.
Non siamo stati e non saremo mai contro
l’energia alternativa ma siamo convinti che
prima di prendere decisioni irreversibili
bisogna valutare meglio i pro e i contro e
attuare progetti che rispettano il territorio e
che assicurano un vantaggio reale per le nostre
comunità.
I
soloni dell’ultima ora si mettano l’anima in
pace: nessuno vuole bloccare le riforme e la
modernizzazione, a patto che ci si intenda sui
termini. Scanzano, la Val di Susa, Acerra,
Vicenza dimostrano che c’è un protagonismo
consapevole da parte dei territori e della gente
in carne ed ossa.
Sarebbe ora che chi governa, a
tutti i livelli, se ne rendesse conto.
Benevento, 23 agosto 2007
Rifondazione Comunista
sinistra europea
Federazione di Benevento
COMUNICATO STAMPA
Sulla vicenda legata alle biomasse interviene
con una dichiarazione il Senatore TOMMASO
SODANO, Presidente della Commissione Ambiente al
Senato.
“Il Presidente della Provincia di Benevento si è
dimesso dall’incarico dopo che il Consiglio
provinciale ha bocciato all’unanimità l’ipotesi
di costruire due centrali elettriche a biomasse.
Le reazioni spropositate da parte di esponenti
nazionali del centro sinistra, che hanno
smentito i propri rappresentanti territoriali,
usano sempre lo stesso linguaggio artificioso e
strumentale. Così come per Scanzano, Acerra,
Vicenza, Val di Susa, da una parte i
modernizzatori, dall’altra i retrogradi che non
avrebbero a cuore il futuro e che sarebbero
atterriti dalle nuove tecnologie.
Ancora una volta, così come sta avvenendo sul
tema della precarietà del lavoro, piuttosto che
entrare nel merito delle questioni si preferisce
aggredire con furore e pregiudizio ideologico le
posizioni diverse.
E’
necessaria una riflessione seria sul deficit
democratico che questa vicenda, analogamente a
tante altre vertenze territoriali, evidenzia in
maniera esemplare. Le due centrali, previste nei
comuni di San Salvatore Telesino e Reino,
produrrebbero 22 megawatt di energia all’anno.
Il Piano Energetico e Ambientale (PEA) della
Provincia, anch’esso approvato all’unanimità,
prevede invece due centrali a biomasse per
complessivi 8,4 megawatt annui di energia.
Il
territorio sannita però non dispone di tutte le
biomasse necessarie a garantire il funzionamento
delle due centrali, precisamente ne potrebbe
fornire solo il 6 (sei) per cento.
Quindi o si
importano biomasse o si bruciano i rifiuti.
Nella prima ipotesi alimenteremmo la spoliazione
delle foreste tropicali e un traffico di camion
tale da vanificare ogni buon proposito in tema
di riduzione delle emissioni inquinanti.
Nel
secondo caso avremmo invece i rischi legati ad
una gestione dei rifiuti che ha fatto della
regione Campania un caso mondiale, senza le
dovute garanzie per la tutela della salute dei
cittadini e la dell’ambiente.
C’è poi un altro elemento da considerare. Mentre
il progetto di Reino afferma che le biomasse
locali sono sufficienti (cosa non vera), quello
di San Salvatore è più esplicito e parla di
incenerimento del residuo non recuperabile di
rifiuti. E la tecnologia prescelta, a griglie
mobili, è quella più utilizzata per
l’incenerimento dei rifiuti.
Ora, nella
provincia sannita è previsto l’incenerimento di
una quantità pari a 75 tonnellate, mentre il
solo impianto di San Salvatore potrebbe bruciare
ben 365 tonnellate al giorno. La sproporzione è
lampante.
Come si vede, dunque, la confusione che viene
fatta è grande e non si comprende dove sarebbe
il “No agli impianti ecologici” (titolo del
Corsera di oggi) perché non siamo di fronte ad
impianti ecologici.
Partendo da queste considerazioni è opportuno
auspicare un ripensamento del Presidente Nardone
e il ritiro delle dimissioni in virtù del buon
lavoro svolto sino ad oggi. La provincia di
Benevento si è caratterizzata negli anni della
sua presidenza per innovazione e modernità
attraverso l’utilizzo di strumentazioni
tecnologiche uniche in Italia, grazie anche al
lavoro in sinergia con l’Università. L’elenco
delle cose buone sarebbe lungo.
La vicenda
legata alle biomasse, a mio parere, rappresenta
un intoppo sicuramente non voluto che può essere
utile per rivedere il tema della partecipazione
democratica alle scelte e per rilanciare un
modello di sviluppo ancora più innovativo basato
sul rispetto dei territori e dell’ambiente”.
Benevento 23 agosto 2007 |