Sulla questione delle centrali a biomasse nel
territorio sannita si è aperta una polemica
strumentale che agisce attraverso l’alterazione
sistematica delle posizioni, distorcendone i
contenuti e i significati.
Come già abbiamo avuto modo di ribadire in
questi giorni, il nostro partito sull’energia da
fonti rinnovabili ha assunto orientamenti chiari
e coerenti. Non siamo un partito abituato a
speculare sull’ambiente per fini puramente
politici-elettoralistici, o solo di comodo.
Siamo un partito che vuole capire, ragionare,
osservare, e avanzare proposte. Tutto questo non
può essere tacciato di irresponsabilità o
arretratezza.
Noi chiediamo in modo fermo il rispetto del
Piano Energetico Provinciale, lo abbiamo fatto
per gli insediamenti eolici e lo facciamo oggi
per le due centrali a biomasse. In modo
specifico, il partito sostiene che bisogna
rispettare le misure e i parametri che sono
contemplati nel PEA. Rifondazione, infatti, è
favorevole all’energia alternativa, ma abbiamo
sempre sostenuto che il tutto avvenga a partire
dalle compatibilità territoriali e ambientali.
Così come davvero non si può più pensare di
prescindere dalla partecipazione democratica
delle popolazioni, a cui non possono essere
propinate scelte tanto importanti con la logica
del prendere o lasciare.
Abbiamo sempre sostenuto e sosteniamo che
l’energia derivante da fonti rinnovabili va
appoggiata e potenziata. Ma abbiamo anche il
dovere di fare chiarezza su quello che è già
accaduto sui nostri territori, e cioè che
l’energia pulita è spesso un paravento dietro al
quale si cela una grande speculazione a danno
delle piccole comunità.
Le
società private approfittano dell’indifferenza e
della disinformazione della gente, dovuta spesso
al disagio economico e sociale delle zone
interne, prospettano ricchezza e posti di lavoro
e così offrono pochi euro rispetto ai guadagni
ultramilionari derivanti da queste attività. E
succede che queste società portano via il
bottino lasciando sul territorio già martoriato
solo le briciole.
L’energia alternativa poteva essere una
possibilità di sviluppo reale per le zone
interne, ma l’impressione è che senza una reale
programmazione da parte dello Stato e della
Regione, senza stabilire regole e criteri da
seguire, l’energia pulita sta diventando un
busyness solo per le
società private.
È
necessario che anche Regione faccia la sua
parte, pensando ad una programmazione meno
devastante e più compatibile per le zone
interne. Purtroppo finora non è stato così.
Noi vogliamo avanzare delle prime proposte
rispettando il piano redatto dalla Provincia. La
possibilità di costruire alcune minicentrali di
biomasse da ubicare lì dove è possibile
consumare immediatamente tutti gli scarti
dell’agricoltura, così come avviene nel nord
Italia. Proprio perché la nostra provincia si
presenta come modello di sviluppo
tecnologicamente avanzato ed ambientalmente
sostenibile, chiediamo inoltre un piano
straordinario per i tetti fotovoltaici, da
installare su tutte le scuole secondarie della
provincia e anche su altri edifici, ove
possibile: in questo modo l’impatto ambientale
sarebbe pari allo zero. Infine ci pare
imprescindibile parlare di energie senza
programmare un piano efficace per il risparmi
energetico.
Noi crediamo che le scelte di programmazione
debbano essere operate nell’interesse del
territorio, e non dei privati, e valutando
preventivamente, insieme alle comunità, le
ricadute che queste scelte possono avere
sull’ambiente, sull’economia, sull’occupazione e
sulla vivibilità.
Benevento, 25 agosto 2007
Il
Segretario Regionale PRC-se
Peppe de Cristofaro
Il
Segretario Provinciale della Federazione PRC-se
di Benevento
Giuseppe Addabbo |