I
VIRTUOSISMI DEGLI AMBIENTALISTI E LE BIOMASSE
Se
volessi mettere su un oleificio, la prima cosa
che mi viene consigliato di fare è guardare con
attenzione il territorio agricolo sul quale
insisterà l'opificio, insomma se ci sono
gli olivi, la resa in olio, la presenza
di altri opifici che si interessano della stessa
trasformazione ed in ultimo una accurata ricerca
di mercato che mi consenta di orientare e
stabilire la capacità molitoria dello
stabilimento; infine, a seguito di una adeguata
campagna pubblicitaria, collocare il prodotto
finito e che il Signore me la mandi buona.
Una Centrale termica che brucia biomasse per la
produzione di energia elettrica, per certi
versi, non differisce “dal mio oleificio”: il
primo produce energia elettrica bruciando
biomasse, il secondo produce olio.
Entrambi, per funzionare, hanno bisogno della
materia prima.
E
veniamo al punto: siamo in grado in valle
telesina di avere disponibile una adeguata massa
di biomasse – e mi scuso per il bisticcio di
parole – per far funzionare la centrale 24 ore
al giorno per 365 giorni e 4 ore all'anno? E se
la materia prima viene a mancare come sopperiamo
alla bisogna, la importiamo dalla Finlandia?
Chiudiamo la centrale per mancanza di
combustibile o sopperiamo con altri...mezzi per
l'utilizzo dei quali non vedo niente di
grottesco nel comportamento degli amministratori
che osteggiano fermamente l'insediamento: loro e
noi, tutti insieme, sappiamo bene come vanno a
finire certe cose: si bruci ciò che si vuole,
anzi di più, purché la centrale funzioni, anche
le “masse” senza “bio” avanti vanno bene!
Ammesso che la disponibilità di combustibile è
totale e quindi siamo certi che non si ricorra
all'illecito, l'opinione pubblica va informata
correttamente, sempre. Specialmente da organismi
che si interessano di ambiente.
Dalla comunicazione bisogna bandire le
informazioni artefatte, le incongruenze e
quant'altro possa suscitare confusione e
disorientamento.
E'
vero, la fotosintesi clorofilliana che consente
al regno vegetale di trasformare sali minerali
in sostanza organica ha bisogno, tra l'altro, di
CO2 (anche quella prodotta dalla combustione di
biomasse) ma, per correttezza, bisogna mettere
sull'altro piatto della bilancia, la CO2 che il
regno vegetale restituisce all'ambiente con la
respirazione, che è altrettanto cospicua. La
pianta compie l'organicazione dei sali minerali
durante le ore di luce, ma respira regolarmente
durante l'arco delle 24 ore e conosciamo tutti
il meccanismo della respirazione in quanto è del
tutto simile alla nostra: introduzione di
ossigeno ed espulsione di anidride carbonica.
E
parliamo di riforestazione.
Anche questo è un argomento alquanto complesso
specialmente se correlato alla penuria di acqua
che ormai affligge seriamente il mondo intero.
Se
si pensa che un kg di sostanza secca prodotta
dalle piante, sottrae al terreno e quindi
all'ambiente migliaia di litri di acqua, quel
lord (lord?) inglese - strenuo difensore delle
risorse idriche - che ha dichiarato di tirare lo
sciacquone del suo water ogni quindici giorni
(per la verità non so proprio come se la
sbriga!) per ridurre al minimo i consumi del
prezioso liquido, smetterebbe definitivamente di
servirsi del WC.
E
allora dov'è l'informazione corretta e completa
in tutti i sensi e in tutte le direzioni? Perché
non si pongono correttamente i pro e i contro di
qualsivoglia iniziativa che metta il cittadino
nelle condizioni di operare coscientemente le
proprie scelte e quindi farsi carico anche di
accettare una Centrale a Biomasse, dato per
scontato che bruci solo ed esclusivamente
biomasse?
Voglio esplicitare ancora meglio l'importanza
della correttezza dell'informazione con un altro
dato: per la produzione di un kg. di fieno di
erba medica, la pianta sottrae al terreno ben
1500 litri di acqua; un bovino adulto ingurgita
sino a 30 kg di fieno al giorno.(Pretendendo per
se la disponibilità di fieni e foraggi prodotti
da un ettaro di terreno. Quindi, carta e penna e
cominciamo a far di conto).
Il
bovino adulto, a sua volta, nel suo metabolismo
e ancor più copiosamente con le flatulenze
(anche la vacca scoreggia) emette in un anno una
quantità di metano, che si disperde
nell'ambiente, pari al fabbisogno di una
macchina di media cilindrata per 10.000 km di
percorrenza.(peccato che mi manca il dato
riferito al numero di milioni di bovini
esistenti al mondo)
Come la vogliamo mettere a questo punto? Secondo
me non è il caso di filosofeggiare prendendosela
con gli Amministratori, strenui difensori della
poltrona conquistata e fermamente decisi a
preservarsela: che si spieghi bene al
cittadino tutto quello che il cittadino deve
sapere, correttamente, assumendosi la
responsabilità di quello che si va dicendo e
chissà che alla fine, piuttosto che digrignare i
denti e attaccare a testa bassa, non si
convinca, il cittadino, che le biomasse sono una
grande opportunità, con tutti i pro e tutti i
contro. La famosa pillola da ingoiare,
necessariamente. (con poca acqua, beninteso!)
Vittorio Pagliarulo
|