4 agosto 2007
Biomasse, i virtuosismi degli ambientalisti
Vittorio Pagliarulo

 

 

I VIRTUOSISMI DEGLI AMBIENTALISTI E LE BIOMASSE

 

 

Se volessi mettere su un oleificio, la prima cosa che mi viene consigliato di fare è guardare con attenzione il territorio agricolo sul quale insisterà l'opificio, insomma se ci sono gli olivi, la resa in olio, la presenza di altri opifici che si interessano della stessa trasformazione ed in ultimo una accurata ricerca di mercato che mi consenta di orientare e stabilire la capacità molitoria dello stabilimento; infine, a seguito di una adeguata campagna pubblicitaria, collocare il prodotto finito e che il Signore me la mandi buona.

 

Una Centrale termica che brucia biomasse per la produzione di energia elettrica, per certi versi, non differisce “dal mio oleificio”: il primo produce energia elettrica bruciando biomasse, il secondo produce olio.

 

Entrambi, per funzionare, hanno bisogno della materia prima.

 

E veniamo al punto: siamo in grado in valle telesina di avere disponibile una adeguata massa di biomasse – e mi scuso per il bisticcio di parole – per far funzionare la centrale 24 ore al giorno per 365 giorni e 4 ore all'anno? E se la materia prima viene a mancare come sopperiamo alla bisogna, la importiamo dalla Finlandia? Chiudiamo la centrale per mancanza di combustibile o sopperiamo con altri...mezzi per l'utilizzo dei quali non vedo niente di grottesco nel comportamento degli amministratori che osteggiano fermamente l'insediamento: loro e noi, tutti insieme, sappiamo bene come vanno a finire certe cose: si bruci ciò che si vuole, anzi di più, purché la centrale funzioni, anche le “masse” senza “bio” avanti vanno bene!

 

Ammesso che la disponibilità di combustibile è totale e quindi siamo certi che non si ricorra all'illecito, l'opinione pubblica va informata correttamente, sempre. Specialmente da organismi che si interessano di ambiente.

 

Dalla comunicazione bisogna bandire le informazioni artefatte, le incongruenze e quant'altro possa suscitare confusione e disorientamento.

 

E' vero, la fotosintesi clorofilliana che consente al regno vegetale di trasformare sali minerali in sostanza organica ha bisogno, tra l'altro, di CO2 (anche quella prodotta dalla combustione di biomasse) ma, per correttezza, bisogna mettere sull'altro piatto della bilancia, la CO2 che il regno vegetale restituisce all'ambiente con la respirazione, che è altrettanto cospicua. La pianta compie l'organicazione dei sali minerali durante le ore di luce, ma respira regolarmente durante l'arco delle 24 ore e conosciamo tutti il meccanismo della respirazione in quanto è del tutto simile alla nostra: introduzione di ossigeno ed espulsione di anidride carbonica.

 

E parliamo di riforestazione.

 

Anche questo è un argomento alquanto complesso specialmente se correlato alla penuria di acqua che ormai affligge seriamente il mondo intero.

 

Se si pensa che un kg di sostanza secca prodotta dalle piante, sottrae al terreno e quindi all'ambiente migliaia di litri di acqua, quel lord (lord?) inglese - strenuo difensore delle risorse idriche - che ha dichiarato di tirare lo sciacquone del suo water ogni quindici giorni (per la verità non so proprio come se la sbriga!) per ridurre al minimo i consumi del prezioso liquido, smetterebbe definitivamente di servirsi del WC.

 

E allora dov'è l'informazione corretta e completa in tutti i sensi e in tutte le direzioni? Perché non si pongono correttamente i pro e i contro di qualsivoglia iniziativa che metta il cittadino nelle condizioni di operare coscientemente le proprie scelte e quindi farsi carico anche di accettare una Centrale a Biomasse, dato per scontato che bruci solo ed esclusivamente biomasse?

 

Voglio esplicitare ancora meglio l'importanza della correttezza dell'informazione con un altro dato: per la produzione di un kg. di fieno di erba medica, la pianta sottrae al terreno ben 1500 litri di acqua; un bovino adulto ingurgita sino a 30 kg di fieno al giorno.(Pretendendo per se la disponibilità di fieni e foraggi prodotti da un ettaro di terreno. Quindi, carta e penna e cominciamo a far di conto).

 

Il bovino adulto, a sua volta, nel suo metabolismo e ancor più copiosamente con le flatulenze (anche la vacca scoreggia) emette in un anno una quantità di metano, che si disperde nell'ambiente, pari al fabbisogno di una macchina di media cilindrata per 10.000 km di percorrenza.(peccato che mi manca il dato riferito al numero di milioni di bovini esistenti al mondo)

 

Come la vogliamo mettere a questo punto? Secondo me non è il caso di filosofeggiare prendendosela con gli Amministratori, strenui difensori della poltrona conquistata e fermamente decisi a preservarsela: che si spieghi bene al cittadino tutto quello che il cittadino deve sapere, correttamente, assumendosi la responsabilità di quello che si va dicendo e chissà che alla fine, piuttosto che digrignare i denti e attaccare a testa bassa, non si convinca, il cittadino, che le biomasse sono una grande opportunità, con tutti i pro e tutti i contro. La famosa pillola da ingoiare, necessariamente. (con poca acqua, beninteso!)

 

Vittorio Pagliarulo

 

 

 

     

 Valle Telesina


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