E'
oltremodo detestabile essere considerati emeriti
imbecilli da una classe politica di livello
dirigenziale e dai loro portaborse. Se,
intanto, qualcuno mi dice che sono un imbecille
e me lo dimostra, con molta umiltà mi inchino al
luminare di turno e faccio il possibile di dare
una rinfrescata ai neuroni attivi che mi sono
rimasti.
Quando, per eccesso di luminosità intellettuale,
si vuole far passare per imbecilli un'intera
comunità, i 50.000 e passa abitanti della valle
telesina, allora la cosa comincia a puzzare.
La
cosa puzza ancora di più allorquando un politico
di più alto lignaggio “senza sapere ne leggere
ne scrivere“ - come si dice in gergo, per essere
più incisivi – resta allibito non si capisce
bene se per le dimissioni del Presidente della
Provincia oppure per il secco e determinato
rifiuto dei 50.000 e passa abitanti della valle
telesina ad avere in casa propria il così detto
“Termovalorizzatore a biomasse”.
Al
vice premier è diventato peccato mortale vedersi
toccare un diessino, specialmente sino al 14
ottobre quando verranno celebrate le primarie
per eleggere il candidato a reggere il PD.
Pertanto, passata la festa dell'UDEUR, venga da
noi a spiegarci cosa sono i termovalorizzatori a
biomasse e cosa devono bruciare per consentire
agli imprenditori bergamaschi di risparmiare
sull'energia; chissà che non risulti essere più
chiaro e convincente del dr. Nardone.
Biomasse per far funzionare in provincia di
Benevento due centrali non ne abbiamo; anzi se
per biomassa intendiamo finalmente gli scarti
agricoli (principalmente paglia) e i residui
della lavorazione del legno, allora bisogna
procedere per gradi: a) costringere gli
allevatori di bestiame bovino della provincia a
cambiare mestiere allevando magari canarini che
non hanno bisogno di lettiera a base di paglia;
b) credere fermamente nella provvidenza divina
affinché si verifichi ancora una volta il
miracolo della moltiplicazione questa volta
delle paglie visto che per le due centrali di
San Salvatore Telesino e Reino ne occorrono ben
700 tonnellate al giorno (così ho letto su
vivitelese dove si è scritto tanto e ancora di
più sull'argomento).
Ai
20 Consiglieri Provinciali che hanno detto un no
secco al Presidente Nardone, dimostrando alto
senso di responsabilità per la salvaguardia
dell'ambiente e delle persone che in questo
ambiente vivono, mi permetto di dire che se il 6
settembre, in occasione del prossimo Consiglio
Provinciale nel quale verrà trattata la delibera
relativa alla realizzazione di
termovalorizzatori a biomasse a San Salatore T.
e Reino, avessero qualche ripensamento sulle
decisioni assunte in argomento il 20 agosto
scorso, vorrà dire che sono stati vittime di una
solenne ubriacatura e che non rientrano più nei
loro interessi sia i territori che gli elettori
che hanno consentito loro di guadagnare l'ambito
scranno in Consigliere Provinciale.
Vittorio Pagliarulo
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