11 ottobre 2007
Inceneritore, sconcertanti immondizia e politici
Vittorio Pagliarulo

 

 

I referendum, le assemblee dei lavoratori, i comitati civici che si costituiscono per dibattere problemi di interesse comune, si dice che rappresentino il sale della democrazia.

 

Sul piano teorico questa asserzione non fa una grinza.

 

Il problema – o se volete, la sorpresa – si pone quando il cittadino, l’uomo della strada, piuttosto che ascoltare o parlare, comincia a pensare: la maggior parte delle volte finisce per rendersi conto che sentire i politici, locali o nazionali che siano, equivale alla ricorrente presa per i fondelli.

 

Di cosa parliamo?

 

Ma dell’inceneritore di San Salvatore Telesino, diamine!

 

Ormai e inequivocabilmente certo che i DS dell’intero Sannio, per questioni di natura puramente elettorale, si sono schierati compatti contro la realizzazione dell’inceneritore di San Salvatore Telesino.

 

Il caso vuole, però, che queste prese di posizioni “contro” si sono confrontate, in pari data (vedi Corriere della Sera del 09/10 u.s.) con l’autorevole “pro” del Ministro DS Bersani che, se avesse avuto a portata di piede il Presidente dell’Ordine Nazionale dei Medici, non avrebbe assolutamente disdegnato di prenderlo a calci.

 

Motivo?

 

Questo signore si è permesso di dire la sua a proposito della triplicazione degli inceneritori di Ferrara. Ne funzionano già due e si vede che l’immondizia si moltiplica in forma esponenziale e non ci sono forni che bastino. Hai voglia, da parte del medico, ad esporre quali sono gli irreversibili danni per l’ambiente e per le persone costrette a viverci nell’ambito di tale ambiente.

 

Il Ministro Bersani, a gran voce, ha sostenuto che tutte queste preoccupazioni sono solo aria fritta e che tutti gli inceneritori operanti sul territorio Italiani, rispettano alla lettera tutti i protocolli di sicurezza sia nazionale che europei; lo sviluppo economico, ha detto il Ministro, passa pure attraverso la distruzione dell’immondizia per produrre energia elettrica.

 

Capito?

 

Seriamente non mi resta che ammirare il coraggio di un Ministro che, lancia in resta, invaghito com’è dello sviluppo economico e dei mezzi per realizzarlo, aggredisce un medico oltre che la collega della Sanità che non ha mosso dito per tacitare un professionista che si è permesso di disturbare i piani nazionali per la produzione di energia da fonti alternative.

 

Non posso ammirare altrettanto i manutengoli della politica, quella locale, che pur sapendo che l’orientamento ormai è produrre energia elettrica di cui siamo oltremodo carenti, bruciando l’immondizia nella quale siamo immersi sino al collo, si dicono contrari per evitare di perdere la poltrona.

 

Ebbene – e  non la si consideri solo una provocazione – provo molto umilmente a dire succintamente quello che avrebbero dovuto dire i nostri politici locali per non offendere la loro dignità e, nel contempo, l’intelligenza di chi si ritrova ad ascoltarli:

 

<< Abbiamo necessità di liberarci dell’immondizia che produciamo; dovranno essere fatti studi particolareggiati di settore per stabilire dove ubicare l’inceneritore; immaginando, ad esempio che un opificio che produce fumi poco raccomandati per il sistema respiratorio, non può avere sede in un sito a 50 metri sul livello del mare ma, magari, sul pizzo di una montagna, il più possibile lontano da insediamenti urbani.

 

Tassativamente, detto inceneritori dovrà eliminare solo ed esclusivamente l’immondizia prodotta nel Sannio insieme alle tanto decantate biomasse; il servizio di smaltimento rifiuti urbani che ritorni a gestione pubblica auspicando, altresì, che la provincia di Bergamo, piuttosto che fare investimenti da noi, provveda a fare tutto ciò che ritiene opportuno per il proprio sviluppo nell’ambito del suo territorio con buona pace dei politici di la e quelli di qua>>.

 

Pensateci bene signori politici del Sannio, locali e nazionali, voi sapete bene che dei distruttori di immondizia non possiamo farne a meno. Per la distruzione dei nostri rifiuti troviamo un sito che danneggi il meno possibile l’ambiente, quello che succede nel bergamasco a noi va bene comunque anche se decidono di costruire il loro a metà strada fra Bergamo di sotto e Bergamo di sopra.

 

Vittorio Pagliarulo     

 

 

     

 Valle Telesina


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