"A
Visalli e... non solo"
Caro Dott. Visalli,
mi
rivolgo a lei sia perché la ritengo un
rappresentante di una schiera che ritiene lo
"sviluppo" come metro unico di valutazione della
qualità della vita e del benessere di una
comunità più o meno estesa ( comune, provincia,
regione...), sia perché e' portatore di un
interesse privato a fronte di uno sfruttamento
irreversibile di beni comuni. Mi permetto di
collocarLa in tale schiera perché nei suoi
discorsi, seppur ragionati, da’ per scontato la
necessità ineluttabile di costruire centrali a
biomasse, inceneritori e quant’altro: nemmeno
una parola, un cenno nei suoi comunicati e nelle
sue repliche a Maria Pia o a Vittorio
Pagliarulo, delle pratiche di RISPARMIO e di
RIDUZIONE, come le competerebbe, in quanto
operatore avanzato nel settore
energetico-ambientale.
Questo e' un approccio figlio dell'equazione
Sviluppo = Crescita del PIL: proviamo a chiedere
in giro in quale altro modo si sa o si vuole
misurare lo sviluppo, come se il benessere
coincidesse con le spese sanitarie per curarsi
anche dall'impatto di centrali che
inceneriscono, con le spese per le bonifiche
ambientali o le speculazioni private sui beni
comuni (tutte queste voci concorrono al PIL e
quindi allo sviluppo).
Un
pensiero lo spenderei anche per quello che lei
chiama sviluppo sostenibile. Per quanto lo
sviluppo possa essere sostenibile (ed un
impianto che brucia "biomasse" che arrivano non
si sa da dove, rilasciando ceneri smaltite non
si sa dove, prelevando acqua 8,1l/s in
condizioni di normale funzionamento, un’enormità
viste le emergenze idriche campane, rilasciando
PM 10, ecc., non può certo configurarsi neppure
come parte di una filiera dello sviluppo
sostenibile), qualunque forma di produzione
comporta sfruttamento e consumi di risorse
naturali e ambientali, "deterioramento" di beni
comuni" quali aria, acqua e territorio,
incremento di rifiuti da smaltire, da nascondere
sotto al tappeto al minor costo possibile o,
come in moltissimi casi, remunerati con il
drogaggio di leggi dello Stato che
sciaguratamente ne incenti(va)vano la
combustione, come quella delle "fonti
assimilabili a rinnovabili", reperimento
disperato di risorse energetiche...
Perché non iniziamo a porre come modello di
progresso intelligente un modello basato sulla
riduzione controllata (e quindi intelligente)
dei consumi, della conseguente produzione di
rifiuti e dei fabbisogni energetici? Perché non
incitiamo alla produzione diffusa dell’energia
(ciascuno produce quanto gli serve, anche fra le
mura domestiche) come le tecnologie solari ormai
permettono?
Tale modello, certo, non si addice a quello di
una economia che il Premio Nobel Watson
definirebbe da bianco occidentale intelligente
(?) che con la sua cultura altrettanto
"intelligente" e progressista (?) porterebbe,
nel giro di pochi decenni, all'esaurimento delle
risorse ( ci vorrebbero 5 pianeti Terra per
soddisfare le esigenze del modello di sviluppo
Occidentale qualora tutta l'umanità ci imitasse
) e degli spazi da adibire per riporre i propri
rifiuti ( vedi avanzata inesorabile delle
discariche ed inceneritori in Italia ): in
questo caso meglio essere stolti ed antistorici
o anti-progressisti. La chiamano intelligenza,
bah...
Ma
siamo sicuri che sia più "progressista" un' idea
che presuppone un tasso di consumi superiore
alle capacità di rigenerazione delle risorse
ambientali rispetto ad un'idea che va oltre
questo approccio ?
Facciamo degli esempi concreti e che, per
carità, Dott. Visalli, non voglio fare carico
personalmente a lei ma anche a lei.
Dobbiamo necessariamente "incenerire" per
rimuovere i nostri rifiuti dalle strade ?
Si
potrebbe adottare, a partire dal nostro Comune o
a questo punto dal nuovo ATO (i rifiuti sono
stati provincializzati, con buona pace degli
equilibri regionali di cui parlava), un piano di
riduzione dei rifiuti basato su:
-
Sensibilizzazione sulla bontà dell'acqua dei
rubinetti: la maggioranza relativa del volume
dei rifiuti e' costituita dalle bottiglie di
plastica che contengono acqua. Non c'è vero
motivo per doverla preferire ai rubinetti se non
il lustro dato dalla pubblicità.
-
Utilizzo di detersivi alla spina: incentivare
gli esercenti ad utilizzare gli erogatori dando
loro riconoscimenti ( medaglie al petto che
significano pubblicità ) ed agevolazioni sulle
tariffe sui rifiuti.
-
Re-incentivare il vetro "vuoto a rendere": siamo
agli ultimi posti in Europa per questa pratica
molto semplice.
-
Far pagare le tasse sui rifiuti sulla base della
quantità e della qualità dei rifiuti prodotti
anziché usare il sistema più da bilancio
economico che da bilancio ecologico basato sulla
superficie della casa !!! Si creerebbe persino
un indotto del riciclo che farebbe abbassare i
costi dello smaltimento
-
ecc. ecc. ecc.
Basta visitare su internet le reti dei comuni
virtuosi, delle cittadinanze attive... per
vedere applicazioni concrete di progetti di
successo sulla riduzione dei rifiuti: le hanno
pubblicate apposta.
Caro Dott. Visalli, lei e' di Napoli, si occupa
di inceneritori ed ambiente e certamente non e'
uno sprovveduto: non le sembra il caso di farsi
portavoce di istanze di questo tipo se ha a
cuore il suo territorio ? Non le sembra strano
che, in piena emergenza rifiuti (da 15 anni)
nessuna voce, ne' intellettuale ne' di popolo
ne' di organi di informazione abbia mai parlato
di pratiche del genere sulle nostre terre
martoriate e dileggiate ?
Orsù uno scatto di orgoglio e provate a
disincrostare la vostra mente da queste logiche
viziose e distruttive basate su discariche,
percolato eco-balle ed inceneritori !!!
Quando manca l'acqua la prima reazione istintiva
è quella di razionarla e stringere i rubinetti,
quando hai la monnezza che ti arriva alla bocca
perché non "stringiamo" la fonte che li produce?
Basta leggere i dati ISTAT o di Legambiente che
dimostrano una crescita inarrestabile della
produzione dei rifiuti in Campania...
Dimostrate che voi "Cittadini" siete più avanti
di noi "provinciali" e che riuscite a recepire
in anticipo QUESTE istanze di progresso:
progredire vuol dire andare avanti, sta alla
società, a quelli come lei che non possono non
sapere ( “che t'abbiamo fatto studiare a fare
?", direbbero i miei genitori ),che devono
andare oltre, dargli un indirizzo intelligente.
Per la definizione di intelligenza, magari, si
potrebbe discutere per ore, ma non credo ci
possano essere dubbi sull’ attribuire
l'aggettivo STOLTO a chi pregiudica la
sopravvivenza delle generazioni future con le
proprie azioni, e non esagero: basta leggere i
bollettini degli oncologi, le prese di posizione
degli ordini dei medici, le rinunce che iniziamo
a fare su prodotti provenienti da zone più che
sospette...Rifletta su questo e rinunci a
venirci a spiegare come sono belle ed
inevitabili le centrali che vuole proporci!
Dobbiamo affrontare problemi di fabbisogno
energetico ? Siamo sicuri che ci sia bisogno di
una centrale elettrica alimentata da rifiuti ?
Partendo dalle amministrazioni comunali (o
provinciale o regionale o...) perché non si
danno, invece, esempi nell'applicazione delle
buone pratiche di risparmio e riduzione degli
sprechi energetici nonché di produzione
"virtuosa", attuando progetti che prevedono
l'introduzione di pannelli solari termici,
fotovoltaici, termomanti...ecc. nei e sui locali
pubblici? Stiamo parlando di investimenti dal
sicuro ritorno economico ma sopratutto
ambientale e di immagine! E
chissà...malauguratamente... anche i cittadini
diffidenti potrebbero crederci di più.
-Perché non porre vincoli concreti sulla
edilizia adottando con coerenza le pratiche che
prevedono la certificazione energetica degli
edifici che bloccherebbero e disincentiverebbero
quelli che hanno consumi superiori alle soglie
individuate da standard ormai collaudati? A
Bolzano e non sulla luna abbiamo esempi concreti
e di successo su queste pratiche ottime e non
venitemi a dire che hanno più sole di noi !!!!
Non si devono per forza fare inceneritori per
essere autonomi e "sostenibili".
-Perché non sensibilizzare a tappeto la
popolazione sulle pratiche di risparmio
energetico ? Perché non entrare nelle scuole con
programmi che prevedono un investimento di tempo
(soldi santi) per la cultura del territorio, per
il consumo sostenibile e consapevole e che
mettono in relazione il prodotto con il suo
smaltimento mediante discarica o inceneritore,
gli sprechi energetici con la necessità di
bruciare petrolio o, di nuovo, i rifiuti.
In
condizioni del genere il brodo di cultura di cui
si nutre "lo sviluppo senza se e senza ma"
verrebbe via via prosciugato e non ci sarebbe
bisogno di un Visalli che ci viene a spiegare la
necessità di "termovalorizzare", per giunta per
interessi privati, bensì di valorizzare e basta.
Le
mie, Dott. Visalli, sono ovviamente delle
provocazioni, ed ho preso al balzo questa
vicenda per riferirmi a Lei, ma tenga ben
presente che se vuole venire a conferire per
perorare la causa della VOCEM si armi anche
contro questo tipo di difese che potrebbero
rivelarsi ben più affilate di dimostrazioni di
dissenso, per quanto sacrosante in certi casi,
basate sulle urla e sulla forza della
disperazione.
In
ultimo voglio cogliere l'occasione per esortare
i nostri politici locali a farsi portavoce di,
nonché a riflettere su qualcuna delle semplici
proposte che ho sintetizzato (questi discorsi
meritano la giusta attenzione) anziché spendersi
per trovare una "simpatica" collocazione
culturale-politica-folcloristica
(...sessantottini, maoisti, nostalgici,
malinconici, fessi che rinunciano alle proprie
ferie...) a dei cittadini che provano a mettere
una stampella proprio ai loro errori più o meno
ingenui, a persone che auspicano la
consapevolezza e la partecipazione politica, la
passione politica, la delega politica vigilata.
Francesco Pascale
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