20 ottobre 2007
Inceneritore, lettera per Visalli...e non solo
Francesco Pascale

 

 

"A Visalli e... non solo"

 

Caro Dott. Visalli,

mi rivolgo a lei sia perché la ritengo un rappresentante di una schiera che ritiene lo "sviluppo" come metro unico di valutazione della qualità della vita e del benessere di una comunità più o meno estesa ( comune,  provincia,  regione...), sia perché e' portatore di un interesse privato a fronte di uno sfruttamento irreversibile di beni comuni. Mi permetto di collocarLa in tale schiera perché nei suoi discorsi, seppur ragionati, da’ per scontato la necessità ineluttabile di costruire centrali a biomasse, inceneritori e quant’altro: nemmeno una parola, un cenno nei suoi comunicati e nelle sue repliche a Maria Pia o a Vittorio Pagliarulo, delle pratiche di RISPARMIO e di RIDUZIONE, come le competerebbe, in quanto operatore avanzato nel settore energetico-ambientale.

Questo e' un approccio figlio dell'equazione Sviluppo = Crescita del PIL: proviamo a chiedere in giro in quale altro modo si sa o si vuole misurare lo sviluppo, come se il benessere coincidesse con le spese sanitarie per curarsi anche dall'impatto di centrali che inceneriscono, con le spese per le bonifiche ambientali o le speculazioni private sui beni comuni (tutte queste voci concorrono al PIL e quindi allo sviluppo).

Un pensiero lo spenderei anche per quello che lei chiama sviluppo sostenibile. Per quanto lo sviluppo possa essere sostenibile (ed un impianto che brucia "biomasse" che arrivano non si sa da dove, rilasciando ceneri smaltite non si sa dove, prelevando acqua 8,1l/s in condizioni di normale funzionamento, un’enormità viste le emergenze idriche campane,  rilasciando PM 10, ecc., non può certo configurarsi neppure come parte di una filiera dello sviluppo sostenibile), qualunque forma di produzione comporta sfruttamento e consumi di risorse naturali e ambientali, "deterioramento" di beni comuni" quali aria, acqua e territorio, incremento di rifiuti da smaltire, da nascondere sotto al tappeto al minor costo possibile o, come in moltissimi casi, remunerati con il drogaggio di leggi dello Stato che sciaguratamente ne incenti(va)vano la combustione, come quella delle "fonti assimilabili a rinnovabili", reperimento disperato di risorse energetiche...

Perché non iniziamo a porre come modello di progresso intelligente un modello basato sulla riduzione controllata (e quindi intelligente) dei consumi, della conseguente produzione di rifiuti e dei fabbisogni energetici? Perché non incitiamo alla produzione diffusa dell’energia (ciascuno produce quanto gli serve, anche fra le mura domestiche) come le tecnologie solari ormai permettono?

Tale modello, certo, non si addice a quello di una economia che il Premio Nobel Watson definirebbe da bianco occidentale intelligente (?) che con la sua cultura altrettanto "intelligente" e progressista (?) porterebbe, nel giro di pochi decenni, all'esaurimento delle risorse ( ci vorrebbero 5 pianeti Terra per soddisfare le esigenze del modello di sviluppo Occidentale qualora tutta l'umanità ci imitasse ) e degli spazi da adibire per riporre i propri rifiuti ( vedi avanzata inesorabile delle discariche ed inceneritori in Italia ): in questo caso meglio essere stolti ed antistorici o anti-progressisti. La chiamano intelligenza, bah...

Ma siamo sicuri che sia più "progressista" un' idea che presuppone un tasso di consumi superiore alle capacità di rigenerazione delle risorse ambientali rispetto ad un'idea che va oltre questo approccio ?

 

Facciamo degli esempi concreti e che, per carità, Dott. Visalli, non voglio fare carico personalmente a lei ma anche a lei.

 

Dobbiamo necessariamente "incenerire" per rimuovere i nostri rifiuti dalle strade ?

Si potrebbe adottare, a partire dal nostro Comune o a questo punto dal nuovo ATO (i rifiuti sono stati provincializzati, con buona pace degli equilibri regionali di cui parlava), un piano di riduzione dei rifiuti basato su:

- Sensibilizzazione sulla bontà dell'acqua dei rubinetti: la maggioranza relativa del volume dei rifiuti e' costituita dalle bottiglie di plastica che contengono acqua.  Non c'è vero motivo per doverla preferire ai rubinetti se non il lustro dato dalla pubblicità.

- Utilizzo di detersivi alla spina: incentivare gli esercenti ad utilizzare gli erogatori dando loro riconoscimenti ( medaglie al petto che significano pubblicità ) ed agevolazioni sulle tariffe sui rifiuti.

- Re-incentivare il vetro "vuoto a rendere": siamo agli ultimi posti in Europa per questa pratica molto semplice.

- Far pagare le tasse sui rifiuti sulla base della quantità e della qualità dei rifiuti prodotti anziché usare il sistema più da bilancio economico che da bilancio ecologico basato sulla superficie della casa !!! Si creerebbe persino un indotto del riciclo che farebbe abbassare i costi dello smaltimento

- ecc. ecc. ecc.

Basta visitare su internet le reti dei comuni virtuosi,  delle cittadinanze attive... per vedere applicazioni concrete di progetti di successo sulla riduzione dei rifiuti: le hanno pubblicate apposta.

Caro Dott. Visalli, lei e' di Napoli, si occupa di inceneritori ed ambiente e certamente non e' uno sprovveduto: non le sembra il caso di farsi portavoce di istanze di questo tipo se ha a cuore il suo territorio ? Non le sembra strano che, in piena emergenza rifiuti (da 15 anni) nessuna voce, ne' intellettuale ne' di popolo ne' di organi di informazione abbia mai parlato di pratiche del genere sulle nostre terre martoriate e dileggiate ?

Orsù uno scatto di orgoglio e provate a disincrostare la vostra mente da queste logiche viziose e distruttive basate su discariche, percolato eco-balle ed inceneritori !!! 

Quando manca l'acqua la prima reazione istintiva è quella di razionarla e stringere i rubinetti, quando hai la monnezza che ti arriva alla bocca perché non "stringiamo" la fonte che li produce?

Basta leggere i dati ISTAT o di Legambiente che dimostrano una crescita inarrestabile della produzione dei rifiuti in Campania...

 

Dimostrate che voi "Cittadini" siete più avanti di noi "provinciali" e che riuscite a recepire in anticipo QUESTE istanze di progresso: progredire vuol dire andare avanti, sta alla società, a quelli come lei che non possono non sapere ( “che t'abbiamo fatto studiare a fare ?", direbbero i miei genitori ),che devono andare oltre, dargli un indirizzo intelligente.

 Per la definizione di intelligenza, magari, si potrebbe discutere per ore, ma non credo ci possano essere dubbi sull’ attribuire l'aggettivo STOLTO a chi pregiudica la sopravvivenza delle generazioni future con le proprie azioni, e non esagero: basta leggere i bollettini degli oncologi, le prese di posizione degli ordini dei medici, le rinunce che iniziamo a fare su prodotti provenienti da zone più che sospette...Rifletta su questo e rinunci a venirci a spiegare come sono belle ed inevitabili le centrali che vuole proporci!

 

Dobbiamo affrontare problemi di fabbisogno energetico ? Siamo sicuri che ci sia bisogno di una centrale elettrica alimentata da rifiuti ?

Partendo dalle amministrazioni comunali (o provinciale o regionale o...)  perché non si danno, invece, esempi nell'applicazione delle buone pratiche di risparmio e riduzione degli sprechi energetici nonché di produzione "virtuosa", attuando progetti che prevedono l'introduzione di pannelli solari termici, fotovoltaici, termomanti...ecc. nei e sui locali pubblici? Stiamo parlando di investimenti dal sicuro ritorno economico ma sopratutto ambientale e di immagine! E chissà...malauguratamente... anche i cittadini diffidenti potrebbero crederci di più.

-Perché non porre vincoli concreti sulla edilizia adottando con coerenza le pratiche che prevedono la certificazione energetica degli edifici che bloccherebbero e disincentiverebbero quelli che hanno consumi superiori alle soglie individuate da standard ormai collaudati? A Bolzano e non sulla luna abbiamo esempi concreti e di successo su queste pratiche ottime e non venitemi a dire che hanno più sole di noi !!!!

Non si devono per forza fare inceneritori per essere autonomi e "sostenibili".

 

-Perché non sensibilizzare a tappeto la popolazione sulle pratiche di risparmio energetico ? Perché non entrare nelle scuole con programmi che prevedono un investimento di tempo (soldi santi) per la cultura del territorio, per il consumo sostenibile e consapevole e che mettono in relazione il prodotto con il suo smaltimento mediante discarica o inceneritore, gli sprechi energetici con la necessità di bruciare petrolio o, di nuovo, i rifiuti.

In condizioni del genere il brodo di cultura di cui si nutre "lo sviluppo senza se e senza ma" verrebbe via via prosciugato e non ci sarebbe bisogno di un Visalli che ci viene a spiegare la necessità di "termovalorizzare", per giunta per interessi privati, bensì di valorizzare e basta.

Le mie, Dott. Visalli, sono ovviamente delle provocazioni, ed ho preso al balzo questa vicenda per riferirmi a Lei, ma tenga ben presente che se vuole venire a conferire per perorare la causa della VOCEM si armi anche contro questo tipo di difese che potrebbero rivelarsi ben più affilate di dimostrazioni di dissenso, per quanto sacrosante in certi casi, basate sulle urla e sulla forza della disperazione.

 

In ultimo voglio cogliere l'occasione per esortare i nostri politici locali a farsi portavoce di, nonché a riflettere su qualcuna delle semplici  proposte che ho sintetizzato (questi discorsi meritano la giusta attenzione) anziché spendersi per trovare una "simpatica" collocazione culturale-politica-folcloristica  (...sessantottini, maoisti, nostalgici, malinconici, fessi che rinunciano alle proprie ferie...) a dei cittadini che provano a mettere una stampella proprio ai loro errori più o meno ingenui, a persone che auspicano la consapevolezza e la partecipazione politica, la passione politica, la delega politica vigilata.

 

Francesco Pascale

 

 

 

     

 Valle Telesina


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