Parlano gli esperti: la centrale è un attentato
alla salute dell’uomo e all’ambiente
Il tossicologo Marfella e l’idrologo Coppola
al convegno ‘Le ragioni del no’
Colasanto alla popolazione: «Restate uniti,
questa battaglia si vince solo se la vincete
voi»
“Informati, presenti e consapevoli di quanto sta
accadendo sulle nostre teste”.
Emilio Bove leader dell’opposizione consiliare
di San Salvatore Telesino e tra i rappresentanti
del comitato civico “Terra mia”che lotta contro
l’insediamento di un inceneritore di San
Salvatore Telesino , ha disegnato la tipologia
del partecipante tipo alla lotta.
Lo
ha fatto in apertura del convegno scientifico
“Le ragioni del no al termovalorizzatore” tenuto
sabato sera in un gremitissimo centro congressi
delle Terme di Telese. Questo del convegno è
un’iniziativa inserita in una più ampia dal
titolo: “Non sto a guardare. Adesso io mi muovo”
che ha considerato anche la marcia di protesta
di ieri pomeriggio e il concerto “Musica per la
mia terra” che si è svolto sempre ieri in
serata. Informazione, sensibilizzazione e
vicinanza, intesa come condivisione di ogni
scelta da compiere, sono stati gli elementi
individuati da Bove come base per continuare la
lotta senza trascurare la collaborazione con i
sindaci e gli altri comitati. Ha poi presentato
il barattolo di aria pulita della Valle Telesina
prima della costruzione del termovalorizzatore .
annata 2007; un contenitore con dentro nulla se
non l’aria: il bene prezioso che con
l’insediamento dell’impianto muterà certamente
la sua composizione.
La
commozione di Emilio Bove, l’applauso convinto
della platea accorsa numerosa. Lo sviluppo
dell’incontro ha considerato gli interventi: di
Gennaro Capasso, sindaco di Telese Terme; di
Giovanni Liverini, leader del gruppo di
opposizione e tra gli ispiratori del comitato
civico “Terra mia”; del direttore della
Coldiretti Campania, Vito Amendolara; di Antonio
Marfella, oncologo e tossicologo della
Fondazione Pascale di Napoli, di Antonio Coppola
docente di Idrologia presso l’Università degli
Studi della Basilicata; del consigliere
regionale Luca Colasanto, di quello provinciale
Bozzi.
Assente per sopraggiunti gravi problemi
familiari il sostituto procuratore della
Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Donato
Ceglie. Capasso ha parlato anche in veste di
presidente del consorzio idrotermale (di cui
fanno parte sia Telese che San Salvatore):
l’ente, che maggiormente, a giudizio del primo
cittadino, ha da perdere in termini d’immagine
dalla costruzione del termovalorizzatore.
Un
danno, questo, che per Capasso è anche della
cittadina che amministra che ha puntato sui
servizi, sanità, sul turismo a differenza di
altri Comuni che hanno puntato sulle aree
industriali: vero elemento di rischio per
l’insediamento di inceneritori. Incoerenza tra
piano energetico provinciale e questo progetto,
richiesta di inserimento di Telese nella
conferenza dei servizi, gli altri punti toccati
da Capasso e l’invito alla politica a risolvere
il problema che essa stessa ha creato.
Liverini ha parlato di “deficit grave di
democrazia”. Una convinzione indotta da diversi
elementi: il mancato coinvolgimento dei
cittadini; le affermazioni del presidente
Nardone che “dice che non abbiamo capito
niente”: le accuse di qualcuno di essere
fondamentalisti perché ci si oppone ad un
progetto che non dà alcun vantaggio se non 32
persone occupate. Il problema della dismissione
dell’impianto dopo i 20 anni di funzionamento e
il trattamento delle scorie sono dtati gli altri
punti toccati da Liverini: altri elementi per
dire no al termovalorizzatore.
La
mancanza di un piano energetico regionale –
regole che evitino conflittualità continue tra
istituzioni sul territorio –; le ripercussioni
sul settore agricolo che rappresenta il 41%
dell’economia regionale, l’assenza di materie
prime per far funzionare l’impianto, hanno fatto
dire ad Amendolara: “Stiamo cedendo in uso
gratuito il nostro territorio a gente che fa
business”.
Ma
se bisogna dare un contributo per la soluzione
del problema energetico, ha suggerito micro
impianti con 10 – 30 aziende associate. E ha
concluso difendendo il diritto dei cittadini di
scegliersi il modello di sviluppo che vogliono.
Il
professore Marfella ha parlato di 300 sostanze
chimiche introdotte nell’ambiente ogni mese.
Sostanze che devono essere riciclate. E lo si
può fare solo se si è a conoscenza della
tipologia, ma molto spesso è impossibile per
effetto di smaltimenti gestiti dalla criminalità
organizzata. Tant’è che parecchie tonnellate di
rifiuti su base annua non si sa che fine fanno.
La stretta ripercussione sulla salute dell’uomo
di elementi inquinati (particolato, ceneri,
ossido di carbonio) introdotti nell’ambiente è
stata evidenziata da Marfella da un esempio: le
analisi cliniche approfondite di un americano
che vive in luogo senza particolari elementi
inquinanti, hanno rivelato tracce abbondanti di
immondizia nel suo corpo, immaginarsi laddove la
presenza di sistemi contaminanti e più incisiva!
In
Campania questo primato, secondo uno studio
epidemiologico, appartiene all’area
immediatamente prossima all’asse mediano, tra
Napoli e Caserta, dove maggiormente si registra
l’insorgenza di tumori. Infine l’ammonimento:
chi lavora per noi, ma senza di noi, in realtà
lavora contro di noi.
Coppola ha fornito alla platea, attraverso una
planimetria, l’individuazione della ricaduta sul
territorio di alcuni inquinanti confrontando
anche i contenuti del progetto presentato per
l’inceneritore di San Salvatore Telesino e
considerando anche la presenza di vento.
L’analisi di Coppola ha interessato anche le
falde acquifere. Ha evidenziato il fenomeno
della subsidenza (Abbassamento del suolo dl
terreno) e i problemi legati allo smaltimento
delle acque reflue.
“La battaglia si vince se la vincete voi”: ha
esordito il consigliere regionale Luca Colasanto,
mettendo in guardia chi ripone fiducia nella
politica per la soluzione del problema. Ha
riferito delle difficoltà in Regione patite
nell’affermare gli interessi dei cittadini
soprattutto quando i problemi sono grandi e c’è
chi intende risolverli per conto proprio. A
questo si aggiungono i vari modelli di
orientamento adottati da chi ha interesse nel
perseguire uno scopo: associazioni ambientaliste
partner di protocolli con le stesse società che
si occupano di eolico; finanziamenti a giornali…
“E
poi ci accusano di oscurantismo – ha rimarcato
Colasanto - solo perché ci opponiamo a queste
schifezze”. Parlando più propriamente del
termovalorizzatore il consigliere regionale ha
evidenziato, carte alla mano, di contatti tra la
provincia di Bergamo e quella beneventana già
nel 2003-2004 e di richieste di quest’ultima
affinché quote del Marsec diventassero elemento
di completamento dell’affare. Una centrale che
non serve, ha ripetuto Colasanto, perché siamo
già ben oltre quanto previsto dal piano
energetico provinciale e che può solo arricchire
il privato che con i soldi pubblici realizza
l’impianto...
“State uniti…”: l’ultima raccomandazione di Luca
Colasanto che ha concluso il suo intervento tra
gli applausi. L’ultimo intervento è stato del
consigliere provinciale Giovanni Bozzi. Ha
ripercorso le tappe salienti dei lavori del
consiglio che ha determinato le dimissioni di
Nardone, ha parlato di possibile revisione del
piano energetico provinciale, di più impianti...
purchè se ne discuta con la gente.
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