28 agosto 2007
Inceneritore, parlano gli esperti: è un attentato
Sannio Quotidiano  27 agosto 2007

 

 

Parlano gli esperti: la centrale è un attentato alla salute dell’uomo e all’ambiente

 

Il tossicologo Marfella e l’idrologo Coppola

al convegno ‘Le ragioni del no’

 

Colasanto alla popolazione: «Restate uniti, questa battaglia si vince solo se la vincete voi»

 

“Informati, presenti e consapevoli di quanto sta accadendo sulle nostre teste”.

 

Emilio Bove leader dell’opposizione consiliare di San Salvatore Telesino e tra i rappresentanti del comitato civico “Terra mia”che lotta contro l’insediamento di un inceneritore di San Salvatore Telesino , ha disegnato la tipologia del partecipante tipo alla lotta.

 

Lo ha fatto in apertura del convegno scientifico “Le ragioni del no al termovalorizzatore” tenuto sabato sera in un gremitissimo centro congressi delle Terme di Telese. Questo del convegno è un’iniziativa inserita in una più ampia dal titolo: “Non sto a guardare. Adesso io mi muovo” che ha considerato anche la marcia di protesta di ieri pomeriggio e il concerto “Musica per la mia terra” che si è svolto sempre ieri in serata. Informazione, sensibilizzazione e vicinanza, intesa come condivisione di ogni scelta da compiere, sono stati gli elementi individuati da Bove come base per continuare la lotta senza trascurare la collaborazione con i sindaci e gli altri comitati. Ha poi presentato il barattolo di aria pulita della Valle Telesina prima della costruzione del termovalorizzatore . annata 2007; un contenitore con dentro nulla se non l’aria: il bene prezioso che con l’insediamento dell’impianto muterà certamente la sua composizione.

 

La commozione di Emilio Bove, l’applauso convinto della platea accorsa numerosa. Lo sviluppo dell’incontro ha considerato gli interventi: di Gennaro Capasso, sindaco di Telese Terme; di Giovanni Liverini, leader del gruppo di opposizione e tra gli ispiratori del comitato civico “Terra mia”; del direttore della Coldiretti Campania, Vito Amendolara; di Antonio Marfella, oncologo e tossicologo della Fondazione Pascale di Napoli, di Antonio Coppola docente di Idrologia presso l’Università degli Studi della Basilicata; del consigliere regionale Luca Colasanto, di quello provinciale Bozzi.

 

Assente per sopraggiunti gravi problemi familiari il sostituto procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Donato Ceglie. Capasso ha parlato anche in veste di presidente del consorzio idrotermale (di cui fanno parte sia Telese che San Salvatore): l’ente, che maggiormente, a giudizio del primo cittadino, ha da perdere in termini d’immagine dalla costruzione del termovalorizzatore.

 

Un danno, questo, che per Capasso è anche della cittadina che amministra che ha puntato sui servizi, sanità, sul turismo a differenza di altri Comuni che hanno puntato sulle aree industriali: vero elemento di rischio per l’insediamento di inceneritori. Incoerenza tra piano energetico provinciale e questo progetto, richiesta di inserimento di Telese nella conferenza dei servizi, gli altri punti toccati da Capasso e l’invito alla politica a risolvere il problema che essa stessa ha creato.

 

Liverini ha parlato di “deficit grave di democrazia”. Una convinzione indotta da diversi elementi: il mancato coinvolgimento dei cittadini; le affermazioni del presidente Nardone che “dice che non abbiamo capito niente”: le accuse di qualcuno di essere fondamentalisti perché ci si oppone ad un progetto che non dà alcun vantaggio se non 32 persone occupate. Il problema della dismissione dell’impianto dopo i 20 anni di funzionamento e il trattamento delle scorie sono dtati gli altri punti toccati da Liverini: altri elementi per dire no al termovalorizzatore.

 

La mancanza di un piano energetico regionale – regole che evitino conflittualità continue tra istituzioni sul territorio –; le ripercussioni sul settore agricolo che rappresenta il 41% dell’economia regionale, l’assenza di materie prime per far funzionare l’impianto, hanno fatto dire ad Amendolara: “Stiamo cedendo in uso gratuito il nostro territorio a gente che fa business”.

Ma se bisogna dare un contributo per la soluzione del problema energetico, ha suggerito micro impianti con 10 – 30 aziende associate. E ha concluso difendendo il diritto dei cittadini di scegliersi il modello di sviluppo che vogliono.

 

Il professore Marfella ha parlato di 300 sostanze chimiche introdotte nell’ambiente ogni mese. Sostanze che devono essere riciclate. E lo si può fare solo se si è a conoscenza della tipologia, ma molto spesso è impossibile per effetto di smaltimenti gestiti dalla criminalità organizzata. Tant’è che parecchie tonnellate di rifiuti su base annua non si sa che fine fanno. La stretta ripercussione sulla salute dell’uomo di elementi inquinati (particolato, ceneri, ossido di carbonio) introdotti nell’ambiente è stata evidenziata da Marfella da un esempio: le analisi cliniche approfondite di un americano che vive in luogo senza particolari elementi inquinanti, hanno rivelato tracce abbondanti di immondizia nel suo corpo, immaginarsi laddove la presenza di sistemi contaminanti e più incisiva!

 

In Campania questo primato, secondo uno studio epidemiologico, appartiene all’area immediatamente prossima all’asse mediano, tra Napoli e Caserta, dove maggiormente si registra l’insorgenza di tumori. Infine l’ammonimento: chi lavora per noi, ma senza di noi, in realtà lavora contro di noi.

 

Coppola ha fornito alla platea, attraverso una planimetria, l’individuazione della ricaduta sul territorio di alcuni inquinanti confrontando anche i contenuti del progetto presentato per l’inceneritore di San Salvatore Telesino e considerando anche la presenza di vento. L’analisi di Coppola ha interessato anche le falde acquifere. Ha evidenziato il fenomeno della subsidenza (Abbassamento del suolo dl terreno) e i problemi legati allo smaltimento delle acque reflue.

 

“La battaglia si vince se la vincete voi”: ha esordito il consigliere regionale Luca Colasanto, mettendo in guardia chi ripone fiducia nella politica per la soluzione del problema. Ha riferito delle difficoltà in Regione patite nell’affermare gli interessi dei cittadini soprattutto quando i problemi sono grandi e c’è chi intende risolverli per conto proprio. A questo si aggiungono i vari modelli di orientamento adottati da chi ha interesse nel perseguire uno scopo: associazioni ambientaliste partner di protocolli con le stesse società che si occupano di eolico; finanziamenti a giornali…

 

“E poi ci accusano di oscurantismo – ha rimarcato Colasanto - solo perché ci opponiamo a queste schifezze”. Parlando più propriamente del termovalorizzatore il consigliere regionale ha evidenziato, carte alla mano, di contatti tra la provincia di Bergamo e quella beneventana già nel 2003-2004 e di richieste di quest’ultima affinché quote del Marsec diventassero elemento di completamento dell’affare. Una centrale che non serve, ha ripetuto Colasanto, perché siamo già ben oltre quanto previsto dal piano energetico provinciale e che può solo arricchire il privato che con i soldi pubblici realizza l’impianto...

 

“State uniti…”: l’ultima raccomandazione di Luca Colasanto che ha concluso il suo intervento tra gli applausi. L’ultimo intervento è stato del consigliere provinciale Giovanni Bozzi. Ha ripercorso le tappe salienti dei lavori del consiglio che ha determinato le dimissioni di Nardone, ha parlato di possibile revisione del piano energetico provinciale, di più impianti... purchè se ne discuta con la gente.
 

 

     

 Valle Telesina


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