Arriva Rutelli, scattano i fischi
Protesta contro il ministro che difende
l’impianto di S. Salvatore: «Non accettarlo è
come tornare nel medioevo»
di
Antonio Vecchiarelli
“Scusate se respiro! No all’inganno!” Lo
striscione che accoglie il vicepremier Rutelli
sintetizza la lotta in corso dei comitati civici
contro il termovalorizzatore. Il corposo
spiegamento di uomini delle forze dell’ordine in
attesa del ministro presenta la preoccupazione
di chi deve prevenire atti sconsiderati. Non ce
ne sono. Solo fischi, rumori, qualche grido ad
indirizzo dell’ex sindaco di Roma. Niente di
più. Rutelli scende dall’auto, il volto tirato.
Probabilmente s’aspetta l’impopolarità del
momento e, seguendo un copione rimuginato chissà
quante volte ripete ai cronisti che gli chiedono
del termovalorizzatore: “Non condividerlo
significa tornare al medioevo”.
Accenna a battute, scherza con i giornalisti,
propone il compromesso: prima le foto, poi le
domande dei giornalisti della carta stampata,
poi le televisioni. La ressa è tanta. Lo
circonda un cordone di poliziotti e carabinieri,
lo trasferiscono nell’area attesa delle Terme.
E’ qui che accetta di parlare con una
delegazione dei comitati.
La
tensione cala. “Che fa di bello nella vita?”
Chiede Rutelli. “L’urologo”, risponde Enzo
Tripodi, portavoce delle organizzazioni. Chissà
perché l’espressione del volto del ministro
cambia. “Siamo felici di averla qua…” gli dice
Tripodi. “Felici non mi pare… – replica il
ministro - a me non dispiace la contestazione,
fa parte della democrazia, ma ditemi i vostri
problemi che francamente non condivido, ma si
può trovare una sintesi”.
Tripodi: non siamo stati informati del
progetto…. non lo condividiamo: un
termovalorizzatore per ecomasse rischia di
trasformarsi in un termovalorizzatore ad
ecoballe… questo è l’inganno che si sta
perpetrando. Se lei guarda gli incartamenti si
renderà conto… Non siamo contro il piano
energetico provinciale – continua Tripodi -
vogliamo solo il suo rispetto altrimenti i
comitati civici, ottima forma di democrazia
diretta rischiano di sostituirsi alla democrazia
rappresentativa e questo non lo vogliamo perché
sarebbe la morte di quest’ultima…”Rutelli: “E’
un impianto che può essere installato a 100
metri da casa”.
Parla di scarti dell’agricoltura come
alimentazione dell’impianto: la scelta che è
stata fatta qui… “Se questo diventa un pericolo
è come andare dritti al medioevo”. La
conclusione dell’incontro è più morbido da parte
del ministro: dichiara la sua disponibilità al
confronto soprattutto sulle sovradimensioni
dell’impianto e a ricevere incartamenti sulla
centrale. Poi il convegno del programma della
festa a conclusione del quale Rutelli trova il
tempo di esprimere pubblicamente – ancora una
volta - solidarietà al presidente Nardone
dimissionario.
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