8 settembre 2007
Provincia: Nardone torna, i dubbi restano
Sannio Quotidiano   07-09-2007

 

 

Delibera approvata con 18 voti favorevoli e 2 contrari. Borrelli, Gagliardi, Capocefalo e Pozzuto: sì con riserva (pb)

Carmine Nardone torna sui suoi passi. “Ho deciso di ritirare le dimissioni”, ha annunciato nel corso della vibrante seduta di Consiglio, svoltasi ieri alla Rocca, il presidente rimasto per 17 giorni senza carica, da quel 20 agosto che aveva visto venti consiglieri votare un ordine del giorno contro il quale si era schierato soltanto lo stesso Nardone. Ieri un nuovo pronunciamento del Consiglio, di segno chiaramente diverso: 18 voti a favore (Nardone astenuto) e 2 contrari, quello dell’oppositore alleatino Teodoro De Cianni ma anche quello dell’udeurrino sindaco di San Salvatore Telesino (uno dei centri interessati dalla realizzazione di centrali a biomasse), Giuseppe Creta. Un no pesante quello espresso dal consigliere di maggioranza, dal momento che il consesso provinciale era chiamato ieri a pronunciarsi in merito alle dimissioni di Nardone e alla fiducia ribadita al presidente dai partiti di maggioranza attraverso una nota congiunta dei capigruppo. “I gruppi consiliari del centrosinistra – si legge nel documento approvato a maggioranza dal Consiglio - alla luce del dibattito in corso, nel pieno rispetto degli interessi del territorio e della comunità ed alla stregua dell’ulteriore istruttoria della Regione, esprimono solidarietà e fiducia al Presidente Nardone ed all’Amministrazione, ribadendo il loro pieno sostegno fino al completamento del mandato amministrativo. Prendono atto con soddisfazione – conclude il testo del documento scacciacrisi - del chiarimento politico intervenuto”.

Il “chiarimento”. Un chiarimento tutto politico, “che riguarda solo il centrosinistra”, come hanno evidenziato i consiglieri di Forza Italia e Cdl, Rubano, Napolitano e Lombardi, lasciando l’aula prima del voto. La delibera approvata ieri rimuove di fatto solo le difficoltà di ordine politico, rinnovando fiducia a Nardone e invitandolo a tornare in sella. Nel merito restano però ancora grosse perplessità, che dovrebbero essere sviscerate dal ‘Tavolo tecnico – scientifico per la verifica della compatibilità delle centrali di Reino e San Salvatore’, la cui istituzione era stata già prevista dalla delibera di Giunta provinciale numero 509 del 31 luglio. Un documento che avrebbe dovuto dunque essere ampiamente conosciuto dai consiglieri provinciali al momento della seduta di Consiglio del 20 agosto ma che non fu citato nella delibera approvata all’unanimità, con il solo voto contrario di Nardone. In quell’ordine del giorno, varato in una sala consiliare gremita di sindaci e rappresentanti dei territori interessati dall’insediamento delle due centrali, si rilevava la difformità dei due progetti rispetto al Piano Energetico Ambientale (P.E.A.) della Provincia, e si esprimeva la contrarietà del Consiglio alla prosecuzione dell’iter autorizzativo dei progetti, in attesa di approfondimenti. Gli approfondimenti che adesso dovrà effettuare l’organismo tecnico che sarà costituito dai tecnici dell’Enea, dell’Università del Sannio e della Fondazione Idis, con la prevista partecipazione di un tecnico di fiducia rispettivamente per i comuni di Reino e San Salvatore, uno indicato (per ogni progetto) dai comitati civici, uno in rappresentanza dei comuni limitrofi. Questa la proposta formulata da Nardone, che ha poi precisato: “Le nomine fatte dai comuni e dai comitati devono però riguardare tecnici di riconosciuta competenza specifica”.

Le proteste. Una proposta tutta da verificare quella di Nardone. Non è affatto scontato che i comitati accetteranno di inserire propri rappresentanti nel ‘Tavolo tecnico – scientifico’, anzi è probabile che non lo faranno, come già annunciato mercoledì nell’audizione in Regione, pur avendo tra loro scienziati di chiara fama. La protesta ha infatti accompagnato i lavori consiliari. Assiepati nel cortile della Rocca dove era stato posizionato un maxi schermo per consentire di seguire i lavori a quanti non era stato permesso di accedere alla straripante sala consiliare, i rappresentanti dei comitati hanno spesso indirizzato sonore fischiate al parlamento provinciale, senza mai travalicare il limite della civile contestazione. La lunga seduta di Consiglio era stata preceduta dalla manifestazione di protesta promossa dai comitati civici di Reino, San Marco, Fragneto l’Abate, Puglianello, Amorosi, Circello, e dai cittadini di Pesco Sannita, giunti addirittura con un trattore. “No agli inceneritori”, “Non bruciateci il futuro”, alcuni degli slogan campeggianti sugli striscioni. I manifestanti hanno quindi atteso la fine dei lavori per rivolgere salve di fischi ai protagonisti “negativi” della seduta.

I dubbi restano. Seduta che, a detta di molti, non ha sgomberato il campo delle perplessità. In particolare: quali sono gli effetti sulla salute pubblica della installazione di inceneritori, quand’anche alimentati a biomasse? Quali sono, se ci sono, i benefici territoriali per le comunità interessate dall’insediamento delle centrali? Dove si andranno a reperire i materiali naturali (biomasse) necessari ad alimentare centrali da ben 10 megawatt ognuna, per 250mila tonnellate annue di materiali da bruciare? Dubbi che permangono anche in alcuni consiglieri provinciali. L’indipendente Spartico Capocefalo, il diessino Francesco Gagliardi, il capogruppo udeurrino Mario Borrelli e l’udeurrino Angelo Pozzuto hanno infatti approvato il deliberato di ieri con alcune riserve.

Per Borrelli, ad esempio, nel tavolo tecnico – scientifico andranno inseriti rappresentanti di tutti i comuni che si sono mobilitati contro la centrale di San Salvatore Telesino, condizione che però Nardone ha sostanzialmente respinto affermando che non è immaginabile un organismo eccessivamente pletorico. Borrelli ha quindi ulteriormente rafforzato il concetto in serata, dichiarando: “Resto assolutamente convinto degli effetti devastanti che avrebbe per il territorio della Valle telesina la realizzazione dell’impianto di biomasse da parte della Vocem. Il voto di oggi non ha affatto annullato la decisione del Consiglio del 20 agosto, allorchè fu acclarata la contrarietà dell’assemblea tutta a questo tipo di impianti. Ma non è la Provincia ad avere l’ultima parola sull’argomento, che spetta invece alla Regione”.

Capocefalo ha ribadito che allo stato non si conoscono benefit territoriali significativi, e Pozzuto si è detto perfettamente in sintonia con l’intervento del vicesindaco di Pesco Sannita.

Gagliardi ha riscosso una messe di applausi ribadendo la conferma integrale del deliberato di Consiglio del 20 agosto che indicava la difformità dei progetti rispetto al Piano energetico. Interrogativi ai quali ha provato a rispondere, ma solo in parte, Carmine Nardone nel suo intervento. “Non c’è stato un luogo ove comunicare quali sono i benefit territoriali, e cioè la cessione a basso costo di energia per le aziende del posto. C’è inoltre la possibilità per gli enti locali di acquisire quote societarie”. Per quanto riguarda lo sforamento del tetto massimo di megawatt per energia da biomasse previsto dal Piano energetico provinciale, il presidente ha spiegato che “tale limite va considerato orientativo ed è auspicabile anzi una produzione di energia da fonti rinnovabili superiore ai limiti fissati dal Pea”.

Nardone ha fortemente polemizzato per lunghi tratti del suo intervento, pur non citandolo esplicitamente, con il senatore di An ed ex sindaco di Benevento, Pasquale Viespoli, che aveva accusato Nardone di favorire un neo colonialismo in terra sannita da parte della Provincia di Bergamo. “Se questo è neocolonialismo – ha detto Nardone – allora lo è anche l’insediamento nel Sannio della trevigiana Telsey o della milanese Gavazzi, aziende leader nei rispettivi settori che impiegano decine di giovani neo laureati sanniti, impegnati in vari progetti in tutto il mondo”.

Da chiarire il criptico riferimento di Nardone a presunte intromissioni negli uffici della Provincia da dove sarebbero state “trafugate lettere riservate”.

 

 

 

     

 Valle Telesina


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