«San Mennitto, da area agricola a industriale»
Seconda trance dell’intervento del leader
dell’opposizione Emilio Bove, sulla questione
termovalorizzatore. Nell’edizione di domenica si
sono evidenziate le responsabilità del sindaco
nell’avallare l’impianto. I contenuti di una
lettera inviata alla Vocem hanno rivelato la
disponibilità. Sul “Sannio Quotidiano” di domani
l’ultima parte dell’intervento di Emilio Bove.
*
* *
“Continua pietosamente a sostenere che è
legittimato perché ha vinto le elezioni. Ripete
più volte il ritornello perché se ne vuole
convincere da solo ben sapendo che la sua
maggioranza, quella del 2002, è uscita con le
ossa rotte dall’ultima consultazione ed è stata
giubilata grazie all’apporto delle new entry. Ma
il consenso popolare non è incondizionato né
immutabile. Oggi l’opinione pubblica ha aperto
gli occhi e un’idea di come è stata condotta la
vicenda termovalorizzatore se l’è ampiamente
fatta. Ed è questo il motivo – prosegue Bove –
per cui il sindaco ha paura di parlare e resta
disperatamente aggrappato alla sua poltrona
ignorando le richieste di dimissioni che ormai
giungono da più parti ed appellandosi ad un
elettorato che lo ha riconfermato grazie alle
sue omissioni su temi e questioni di
fondamentale importanza! Oggi la sua strategia è
chiara: per sminuire le sue responsabilità tenta
disperatamente di trascinare tutti nel suo
fango! Tutti sono responsabili per cui nessuno è
responsabile! E’ troppo comodo affrontare così
la vicenda! Le carte parlano chiaro. Ne diamo un
primo assaggio!
La
lettera che pubblichiamo (quella che abbiamo
divulgato domenica scorsa, ndr) non è
ininfluente, visto che è servita alla «Vocem»
per poter accedere ai fondi CEE ed ai fondi
nazionali previsti alla legge 488 che riserva
uno specifico capitolo per la produzione di
energia da fonti rinnovabili. Senza quel primo
sciagurato atto non ci sarebbe stata alcuna
conseguenza. Anzi oggi, con la documentazione in
nostro possesso, emergono anche altre e più
gravi responsabilità che, alla luce dei fatti,
dimostrano le amicizie e le connivenze di cui ha
goduto la società bergamasca presso la nostra
Amministrazione. Non ci riferiamo solo ai
ripetuti incontri tra esponenti della
maggioranza e rappresentanti della «Vocem». Non
ci riferiamo nemmeno alle note proiezioni
filmate trasmesse nell’aula consiliare (alla
presenza dei soli consiglieri di maggioranza).
Non ci riferiamo neppure alle cene ed ai
colloqui ottenuti al fine di concretizzare
l’iniziativa.
Ci
riferiamo invece a qualcosa di meno risaputo e
più grave: ad iniziative specifiche, ad atti
deliberativi che testimoniano come il sindaco
avesse preso a cuore le esigenze bergamasche.
All’epoca della sua famosa disponibilità, egli
indicò l’area in cui poteva essere costruito
l’inceneritore, ed alla «Vocem» fu fatto
acquistare un terreno agricolo. L’anno
successivo, fu sottoposta al Consiglio comunale,
una singolare perimetrazione dell’area
industriale.
La
maggioranza consegnò ai consiglieri una mappa in
cui aveva tracciato, con l’evidenziatore giallo,
la delimitazione entro cui potevano essere
espletate le attività imprenditoriali. Guarda
caso anche il terreno di S. Mennitto (quello
della «Vocem») fu incluso all’interno di tale
perimetro (delibera consiliare n° 36 del 17
gennaio 2005). All’epoca non riuscivamo a
comprendere il perché di tale premura. Oggi
tutto è più chiaro: si trasformava di fatto in
area industriale un terreno agricolo. Di questo
la «Vocem» non ringrazierà mai abbastanza (per
la cronaca, le minoranze contrastarono tale
decisione). Questi sono i fatti di cui il primo
cittadino non ha memoria.
Ed
ancora: quando sul Bollettino Regionale n° 48
del 23 ottobre 2006 è stato pubblicato il
Decreto dell’Assessore all’Ambiente della
Campania che esprimeva parere favorevole alla
realizzazione del Termovalorizzatore a San
Salvatore Telesino, cosa ha fatto il nostro
sindaco? Quanto alle nostre dichiarazioni sulle
energie alternative ribadiamo di essere
favorevoli alla realizzazione di progetti,
rispettosi dell’ambiente e del territorio, che
possano favorire occasioni di crescita, di
sviluppo e di occupazione.
Tutto ciò non ha nulla a che vedere con il
progetto proposto dalla «Vocem» che ha
dichiarato, fin dal primo momento, di voler
bruciare rifiuti in un mega inceneritore di
oltre 10 MW. In conclusione: che
l’amministrazione fosse favorevole
all’inceneritore è cosa nota a tutti. Per tale
ragione chi doveva preventivamente vagliare la
bontà dell’iniziativa «Vocem» non l’ha fatto. O
meglio, si è dimostrato particolarmente
accondiscendente infischiandosene anche delle
direttive impartite in sede provinciale dal
Piano energetico ambientale. Il sindaco prende
le distanze oggi da un’iniziativa che ha
favorito in tutti i modi senza mai dire “ho
sbagliato”.
Anche se in cuor suo sa che la credibilità,
quella per cui è messo alla berlina da tutti i
cittadini della Valle Telesina, l’ha
definitivamente persa! La nostra domanda, che
attende ancora una risposta – incalza il
capogruppo dell’opposizione - è sempre la
stessa: il Piano energetico Ambientale (PEA)
della Provincia di Benevento, approvato dal
Consiglio provinciale (e quindi anche dal nostro
sindaco) nel marzo 2004 prevede la realizzazione
di impianti a biomassa nella zona del Valfortore.
Perché, quando egli riceve la richiesta di
istallare un analogo impianto a San Salvatore
Telesino (ottobre 2004), anziché riscontrare
positivamente, non risponde che il PEA non
contempla la realizzazione di tale impianto sul
nostro territorio? Avrebbe risolto il problema
sul nascere! Forse non aveva letto il PEA che
lui stesso aveva contribuito ad approvare appena
qualche mese addietro? Se così fosse la sua
posizione sarebbe ancora più grave.
Perché oltre ad essere un sindaco smemorato ed
incoerente sarebbe anche un consigliere
provinciale distratto ed assente! Nardone avrà
le sue responsabilità ma chi ha spalancato le
porte alla «Vocem» è stato il sindaco Creta,
anche se oggi vorrebbe dimenticarlo!!”
Continua
|