Valle Telesina: Centrale biomasse, il Prc teme
i... rifiuti
A
Rifondazione non piace la poca trasparenza e
l’esclusione della cittadinanza dalle decisioni
«Siamo preoccupati perché la stessa Vocem
dichiara gli effetti negativi che la struttura
comporta» La voce del circolo telesino ‘Vera
Lombardi’ del Partito della Rifondazione
Comunista inizia a parlare di energia solare ma
per centrare in maniera efficace l’attenzione
sulla questione della centrale a biomasse
prevista a San Salvatore. Si parte, infatti, da
un preciso invito rivolto a Nardone in merito
all’avvio di un confronto costruttivo
sull’energia alternativa per poi sfociare
sull’attualissima questione che anima le
comunità della vallata. “Non siamo contrari –
scrivono – alle centrali a biomasse […] Siamo
tuttavia contrari alle due centrali previste a
San Salvatore Telesino e Reino. Non ci convince
innanzitutto la poca trasparenza dell’iter e la
sostanziale esclusione delle popolazioni dai
processi decisionali. Ad esempio la società
Vocem, che intende realizzare la centrale di San
Salvatore, nonostante fosse stata sollecitata
più volte, ha consegnato il progetto soltanto
pochi giorni prima della conferenza di servizi
convocata per il 25 giugno scorso. Invece la
Energethic srl, che dovrebbe realizzare la
centrale di Reino, pare ritenere che le biomasse
beneventane sarebbero sufficienti a garantire il
funzionamento dell’impianto. Queste
contraddizioni rappresentano l’esatto contrario
di quanto previsto dalla carta di Aalborg, che
impegna tutti i soggetti istituzionali a
condividere e far propri quei principi generali
di democrazia e sostenibilità che devono
informare i piani di sviluppo.
Nel merito, vogliamo rimarcare alcuni aspetti:
1)
Riteniamo sbagliato prevedere due impianti
cosiddetti a biomasse, per una potenza totale di
circa 22 megawatt. Come evidenziato sia dal
Piano energetico ambientale della Provincia di
Benevento, e come si evince dallo stesso
progetto Vocem, i nostri territori non
dispongono di tanto materiale organico di
qualità. Si parla di circa 230.000 tonnellate
all’anno, necessarie a far funzionare i due
impianti: la provincia di Benevento ne può
coprire circa il 6%. Da dove prendere la
cospicua parte mancante? Non dalle regioni
confinanti, dove si registrano gli stessi
problemi, né da coltivazioni ad hoc, che
sarebbero antieconomiche. Ci apprestiamo a
devastare ulteriormente le foreste tropicali e a
far invadere le nostre regioni da carovane di
camion, che consumano tanto carburante ed
inquinano. Proponiamo invece di valutare la
possibilità di costruire alcune minicentrali
(massimo 3 megawatt), da ubicare lì dove è
possibile consumare tutta la biomassa prodotta,
e solo quella. Come avviene nel Nord Italia.
2)
Riteniamo pericolosa la tecnologia proposta, che
è quella «a griglia», indicata in un altro
documento della Provincia (il Piano sperimentale
ad alta sostenibilità ambientale per la gestione
dei rifiuti) come quella più utilizzata per
l’incenerimento dei rifiuti. In effetti, in
mancanza di materia prima, la società dovrà
comunque garantire la produzione di elettricità,
da destinare alla Provincia di Bergamo
(proprietaria della Vocem). Le preoccupazioni
sono dunque fondate. Come ha già pubblicamente
evidenziato il sindaco di Amorosi, Luigi Della
Morte, nella programmazione provinciale sannita
è previsto l’incenerimento del residuo non
recuperabile di rifiuti prodotti ogni giorno
nella nostra provincia, una quantità pari a 75
tonnellate, mentre il solo impianto Vocem
potrebbe bruciare ben 365 tonnellate al giorno.
La sproporzione è lampante. Ed infatti le
richieste ufficiali della Vocem parlano della
costruzione di un impianto per lo smaltimento
dei rifiuti, e non per la produzione di
elettricità (specificamente: le richieste di
autorizzazione sono state fatte ai sensi del
decreto legislativo 152/2006 e non del
387/2003).
3)Siamo inoltre contrari perché la zona in cui
dovrebbe sorgere la centrale è vicina a tre
centri urbani (Puglianello, Amorosi, San
Salvatore) e ad aree di protezione di corridoi
ecologici. Nei tre comuni, inoltre, ci sono siti
turistici ed archeologici nonché produzioni
agroalimentari di pregio. 4) Siamo preoccupati
perché la stessa Vocem dichiara gli effetti
negativi prodotti dalla centrale: la combustione
di 365 tonnellate giornaliere di rifiuti
produrrebbe 45 tonnellate di scorie, da stoccare
in discarica, e 6 tonnellate di polveri, che si
propagano nell’aria; l’abbassamento della falda
acquifera di circa 10-12 metri (l’acqua è
necessaria per raffreddare l’impianto);
l’accumulo di sostanze tossiche al suolo;
l’emissione di calore in atmosfera”. Tanti
rischi, secondo i militanti del Prc. E di fronte
a questi “non ci convincono – dichiarano – le
solite promesse occupazionali. Sono chimere alle
quali non crediamo più, né riteniamo sensato
contrapporre ambiente e lavoro: non si dà l’uno
senza l’altro. E neppure vogliamo subire il
ricatto del contributo pubblico di 12 milioni di
euro, che la Vocem ha avuto per la costruzione
della centrale. Per questo sosteniamo i comitati
civici e i Consigli comunali, che stanno
conducendo una battaglia che parla di civiltà e
futuro”.
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