23 luglio 2007
S.Salvatore, centrale biomasse, il Prc teme i... rifiuti
Sannio Quotidiano    21-07-2007

 

 

Valle Telesina: Centrale biomasse, il Prc teme i... rifiuti

 

A Rifondazione non piace la poca trasparenza e l’esclusione della cittadinanza dalle decisioni

«Siamo preoccupati perché la stessa Vocem dichiara gli effetti negativi che la struttura comporta» La voce del circolo telesino ‘Vera Lombardi’ del Partito della Rifondazione Comunista inizia a parlare di energia solare ma per centrare in maniera efficace l’attenzione sulla questione della centrale a biomasse prevista a San Salvatore. Si parte, infatti, da un preciso invito rivolto a Nardone in merito all’avvio di un confronto costruttivo sull’energia alternativa per poi sfociare sull’attualissima questione che anima le comunità della vallata. “Non siamo contrari – scrivono – alle centrali a biomasse […] Siamo tuttavia contrari alle due centrali previste a San Salvatore Telesino e Reino. Non ci convince innanzitutto la poca trasparenza dell’iter e la sostanziale esclusione delle popolazioni dai processi decisionali. Ad esempio la società Vocem, che intende realizzare la centrale di San Salvatore, nonostante fosse stata sollecitata più volte, ha consegnato il progetto soltanto pochi giorni prima della conferenza di servizi convocata per il 25 giugno scorso. Invece la Energethic srl, che dovrebbe realizzare la centrale di Reino, pare ritenere che le biomasse beneventane sarebbero sufficienti a garantire il funzionamento dell’impianto. Queste contraddizioni rappresentano l’esatto contrario di quanto previsto dalla carta di Aalborg, che impegna tutti i soggetti istituzionali a condividere e far propri quei principi generali di democrazia e sostenibilità che devono informare i piani di sviluppo.

Nel merito, vogliamo rimarcare alcuni aspetti:

1) Riteniamo sbagliato prevedere due impianti cosiddetti a biomasse, per una potenza totale di circa 22 megawatt. Come evidenziato sia dal Piano energetico ambientale della Provincia di Benevento, e come si evince dallo stesso progetto Vocem, i nostri territori non dispongono di tanto materiale organico di qualità. Si parla di circa 230.000 tonnellate all’anno, necessarie a far funzionare i due impianti: la provincia di Benevento ne può coprire circa il 6%. Da dove prendere la cospicua parte mancante? Non dalle regioni confinanti, dove si registrano gli stessi problemi, né da coltivazioni ad hoc, che sarebbero antieconomiche. Ci apprestiamo a devastare ulteriormente le foreste tropicali e a far invadere le nostre regioni da carovane di camion, che consumano tanto carburante ed inquinano. Proponiamo invece di valutare la possibilità di costruire alcune minicentrali (massimo 3 megawatt), da ubicare lì dove è possibile consumare tutta la biomassa prodotta, e solo quella. Come avviene nel Nord Italia.

2) Riteniamo pericolosa la tecnologia proposta, che è quella «a griglia», indicata in un altro documento della Provincia (il Piano sperimentale ad alta sostenibilità ambientale per la gestione dei rifiuti) come quella più utilizzata per l’incenerimento dei rifiuti. In effetti, in mancanza di materia prima, la società dovrà comunque garantire la produzione di elettricità, da destinare alla Provincia di Bergamo (proprietaria della Vocem). Le preoccupazioni sono dunque fondate. Come ha già pubblicamente evidenziato il sindaco di Amorosi, Luigi Della Morte, nella programmazione provinciale sannita è previsto l’incenerimento del residuo non recuperabile di rifiuti prodotti ogni giorno nella nostra provincia, una quantità pari a 75 tonnellate, mentre il solo impianto Vocem potrebbe bruciare ben 365 tonnellate al giorno. La sproporzione è lampante. Ed infatti le richieste ufficiali della Vocem parlano della costruzione di un impianto per lo smaltimento dei rifiuti, e non per la produzione di elettricità (specificamente: le richieste di autorizzazione sono state fatte ai sensi del decreto legislativo 152/2006 e non del 387/2003).

3)Siamo inoltre contrari perché la zona in cui dovrebbe sorgere la centrale è vicina a tre centri urbani (Puglianello, Amorosi, San Salvatore) e ad aree di protezione di corridoi ecologici. Nei tre comuni, inoltre, ci sono siti turistici ed archeologici nonché produzioni agroalimentari di pregio. 4) Siamo preoccupati perché la stessa Vocem dichiara gli effetti negativi prodotti dalla centrale: la combustione di 365 tonnellate giornaliere di rifiuti produrrebbe 45 tonnellate di scorie, da stoccare in discarica, e 6 tonnellate di polveri, che si propagano nell’aria; l’abbassamento della falda acquifera di circa 10-12 metri (l’acqua è necessaria per raffreddare l’impianto); l’accumulo di sostanze tossiche al suolo; l’emissione di calore in atmosfera”. Tanti rischi, secondo i militanti del Prc. E di fronte a questi “non ci convincono – dichiarano – le solite promesse occupazionali. Sono chimere alle quali non crediamo più, né riteniamo sensato contrapporre ambiente e lavoro: non si dà l’uno senza l’altro. E neppure vogliamo subire il ricatto del contributo pubblico di 12 milioni di euro, che la Vocem ha avuto per la costruzione della centrale. Per questo sosteniamo i comitati civici e i Consigli comunali, che stanno conducendo una battaglia che parla di civiltà e futuro”.

 

 

     

 Valle Telesina


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