23 luglio 2007
S.Salvatore, DS: NO all'inceneritore
Pierluigi Santillo

 

 

DEMOCRATICI DI SINISTRA - Sezione di San Salvatore Telesino

 

COMUNICATO

 

Abbiamo seguito con attenzione il convegno “L’inganno dei termovalorizzatori”, voluto, ed egregiamente organizzato dal Comitato Civico di San Salvatore Telesino, il 21 luglio scorso, e dopo aver letto i numerosi articoli che sono apparsi sulla stampa negli ultimi tempi, riteniamo che sia necessario un chiarimento.

 

Affinché questo chiarimento sia efficace, e non offra spunto per ulteriori strumentalizzazioni, è opportuno dire subito che la posizione della Sezione di San Salvatore Telesino dei Democratici di Sinistra è di assoluta contrarietà ad ogni ipotesi di realizzazione di inceneritori, tanto a San Salvatore, come in qualsiasi altro luogo.

 

Inoltre, siamo contrari alla realizzazione di opere, pubbliche o private, di qualsiasi tipo, che abbiano un impatto significativo in termini ambientali, paesaggistici ed economici, senza la preventiva partecipazione, alle relative procedure decisionali, da parte dei cittadini.

 

Come ricordato da alcuni, personalmente non sono contrario alla realizzazione di centrali a biomasse, purché ci sia il consenso delle popolazioni coinvolte, in virtù dei vantaggi economici che esse possono garantire, a compensazione dei pur innegabili costi ambientali, e previa redazione di una Valutazione di Impatto Ambientale conforme alle direttive europee. Inoltre, per tutelare la salute di chi vive e lavora nei pressi delle centrali, non si può prescindere da attenti e continui controlli, sia delle biomasse introdotte in centrale, sia delle emissioni.

 

Le centrali a biomasse restano, infatti, uno dei pochi sistemi per la produzione di energia rinnovabile di cui disponiamo, e, in termini di sostenibilità, vengono subito dopo l’idroelettrico, l’eolico e il solare.

 

E la situazione energetica ed ambientale del pianeta ci costringe, da un lato a ridurre sensibilmente i consumi nei paesi sovra-sviluppati, e dall’altro ad introdurre e diffondere tecnologie che sostituiscano gradualmente i combustibili fossili (petrolio, gas, carbone), responsabili dell’effetto serra e dei cambiamenti climatici, e la cui disponibilità, peraltro, è limitata ad ancora poche decine di anni.

 

In Italia le centrali nucleari, per fortuna, non si possono realizzare, e venti anni dopo la loro messa al bando, grazie ad un referendum popolare, ancora non abbiamo risolto il problema delle scorie radioattive.

Restano, come abbiamo detto, l’idroelettrico, l’eolico, il fotovoltaico e, appunto, le centrali a biomassa.

 

Peraltro, in molte delle nostre case si trova un piccolo “termovalorizzatore”: il tanto amato focolare, dove, bruciando legna, o pellets, o altre “biomasse”, ci riscaldiamo, prevalentemente per irraggiamento, e produciamo acqua calda per uso sanitario e per il riscaldamento domestico.

 

Se però buttiamo in quel focolare della plastica, come spesso ho visto fare, respireremo diossina nella nostra stessa casa, e inoltre inquineremo le ceneri che poi magari useremo come concime nell’orto. E lo stesso avviene quando si bruciano plastiche, polistirolo ed altri materiali di sintesi chimica nelle campagne e nei giardini.

 

Ora, diversamente da quanto si sapeva alcuni mesi fa, e come è stato ampiamente illustrato nel corso del convegno, sembra che l’impianto di  San Salvatore Telesino, non sarà semplicemente una centrale a biomasse, pur con tutti i suoi problemi di approvvigionamento e di emissioni di CO2, ma potrebbe trasformarsi in un cosiddetto “termovalorizzatore”, ovvero in un inceneritore di rifiuti.

 

E come abbiamo già detto, i D.S. sono assolutamente contrari agli inceneritori, o termovalorizzatori che dir si voglia, e condividono in pieno gli interventi, al convegno, di Maria Pia Cutillo, Nicola Capone, Massimo Ammendola ed Alex Zanotelli.

 

L’inceneritore “modello” d’Italia, quello di Brescia, non offre affatto vantaggi economici: per non andare in perdita viene pagato profumatamente dallo Stato per il “combustibile” smaltito, e vende l’energia prodotta a tre volte il prezzo di mercato. Recentemente, i Giudici della Corte europea hanno anche condannato l’Italia, per violazione delle direttive comunitarie sull’impatto ambientale proprio per la vicenda dell’inceneritore di Brescia; e questa condanna ci costerà altro denaro, così come le sanzioni che certamente arriveranno se non sapremo rispettare il protocollo di Kioto (per il momento le nostre emissioni di gas serra, anziché diminuire del 6,5 %, sono aumentate del 12 %).

 

Gli inceneritori non possono assolutamente essere considerati una soluzione del problema dei rifiuti, sia perché tendono a ridurre l’impegno dei singoli cittadini e delle istituzioni rispetto alla vera soluzione, ben individuata dalla Legge Ronchi, ovvero quella della raccolta differenziata, sia perché hanno un costo elevatissimo, in termini economici e ambientali.

Prima ancora di pensare ai sistemi di smaltimento, è necessario ridurre “a monte”, quanto più è possibile, la quantità di r.s.u. conferito alla raccolta (confezioni di minore volume e peso, contenitori da confezione e materiali da imballaggio riutilizzabili e riciclabili, giusto atteggiamento di produttori, distributori e consumatori, progressivo abbandono dei prodotti “usa e getta”, ect.).

 

Peraltro, come già avviene in altre realtà territoriali, dal rifiuto differenziato, con una filiera capace di assorbire un’offerta costante di scarti selezionati, purché questi abbiano determinate caratteristiche, si può ricavare ricchezza e occupazione.

 

Perché ciò sia possibile, serve un balzo in avanti sul piano culturale, e nuovi ed innovativi strumenti legislativi ed amministrativi.

Tutti i prodotti dovrebbero essere ideati, progettati e realizzati pensando anche al loro “fine vita”. Se ciò avvenisse, di indifferenziato resterebbe poco o nulla.

 

Le pubbliche amministrazioni, e fra queste soprattutto le amministrazioni comunali e le Scuole, che più sono vicine e visibili ai cittadini, devono dare il buon esempio, e tutti dobbiamo fare la nostra parte.

La sezione dei Democratici di Sinistra di San Salvatore garantisce quindi la sua mobilitazione al fianco del Comitato di cittadini che si è spontaneamente e giustamente costituito.

 

Peraltro, la costituzione di un Comitato che vuole evidentemente occuparsi dei problemi ambientali del nostro territorio, si collega con le nostre proposte sulla partecipazione democratica dei cittadini alla vita politica, e testimonia della capacità di mobilitazione, peraltro assolutamente trasversale, per la difesa dell’ambiente e della salute.

 

In sintonia con le parole di Padre Alex Zanotelli, auspichiamo anche che sia l’occasione, questa, di ripensare il nostro modo di vivere, e che aumenti la nostra sensibilità verso tutto ciò che avviene nel nostro territorio; che si possa avviare, insomma, un processo che porti a modificare i comportamenti individuali verso una direzione di maggiore sostenibilità, e che aumenti, sempre più, l’impegno collettivo per la difesa dei BENI COMUNI.

 

Zanotelli ci ha ricordato che il 20% degli uomini consuma l’80% delle risorse del pianeta; e noi italiani siamo parte di quel 20% di privilegiati.

 

Riduzione dei consumi, risparmio energetico, sviluppo e diffusione delle energie rinnovabili, riduzione “a monte” dei rifiuti, soprattutto di quelli “non riciclabili”, rispetto e salvaguardia della natura, sono già oggi priorità assolute, e dobbiamo sentirci tutti responsabili in prima persona di quanto avviene.

Oltre a dire no agli inceneritori e alle centrali a biomassa, o alle centrali nucleari, contemporaneamente dobbiamo impegnarci tutti, cittadini ed istituzioni, efficacemente, nella riduzione dei consumi energetici, nella riduzione dei consumi in generale, e quindi dei rifiuti, e nella raccolta differenziata.

 

Pierluigi Santillo

 

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it