DEMOCRATICI DI SINISTRA -
Sezione di San Salvatore Telesino
COMUNICATO
Abbiamo seguito con attenzione il convegno
“L’inganno dei termovalorizzatori”, voluto,
ed egregiamente organizzato dal Comitato Civico
di San Salvatore Telesino, il 21 luglio scorso,
e dopo aver letto i numerosi articoli che sono
apparsi sulla stampa negli ultimi tempi,
riteniamo che sia necessario un chiarimento.
Affinché questo chiarimento sia efficace, e non
offra spunto per ulteriori strumentalizzazioni,
è opportuno dire subito che la posizione della
Sezione di San Salvatore Telesino dei
Democratici di Sinistra è di assoluta
contrarietà ad ogni ipotesi di realizzazione di
inceneritori, tanto a San Salvatore, come
in qualsiasi altro luogo.
Inoltre, siamo contrari alla realizzazione di
opere, pubbliche o private, di qualsiasi tipo,
che abbiano un impatto significativo in termini
ambientali, paesaggistici ed economici, senza la
preventiva partecipazione, alle relative
procedure decisionali, da parte dei cittadini.
Come ricordato da alcuni, personalmente non sono
contrario alla realizzazione di centrali a
biomasse, purché ci sia il consenso delle
popolazioni coinvolte, in virtù dei vantaggi
economici che esse possono garantire, a
compensazione dei pur innegabili costi
ambientali, e previa redazione di una
Valutazione di Impatto Ambientale conforme alle
direttive europee. Inoltre, per tutelare la
salute di chi vive e lavora nei pressi delle
centrali, non si può prescindere da attenti e
continui controlli, sia delle biomasse
introdotte in centrale, sia delle emissioni.
Le
centrali a biomasse restano, infatti, uno dei
pochi sistemi per la produzione di energia
rinnovabile di cui disponiamo, e, in termini di
sostenibilità, vengono subito dopo
l’idroelettrico, l’eolico e il solare.
E
la situazione energetica ed ambientale del
pianeta ci costringe, da un lato a ridurre
sensibilmente i consumi nei paesi
sovra-sviluppati, e dall’altro ad introdurre e
diffondere tecnologie che sostituiscano
gradualmente i combustibili fossili (petrolio,
gas, carbone), responsabili dell’effetto serra e
dei cambiamenti climatici, e la cui
disponibilità, peraltro, è limitata ad ancora
poche decine di anni.
In
Italia le centrali nucleari, per fortuna, non si
possono realizzare, e venti anni dopo la loro
messa al bando, grazie ad un referendum
popolare, ancora non abbiamo risolto il problema
delle scorie radioattive.
Restano, come abbiamo detto, l’idroelettrico,
l’eolico, il fotovoltaico e, appunto, le
centrali a biomassa.
Peraltro, in molte delle nostre case si trova un
piccolo “termovalorizzatore”: il tanto amato
focolare, dove, bruciando legna, o pellets, o
altre “biomasse”, ci riscaldiamo,
prevalentemente per irraggiamento, e produciamo
acqua calda per uso sanitario e per il
riscaldamento domestico.
Se
però buttiamo in quel focolare della plastica,
come spesso ho visto fare, respireremo diossina
nella nostra stessa casa, e inoltre inquineremo
le ceneri che poi magari useremo come concime
nell’orto. E lo stesso avviene quando si
bruciano plastiche, polistirolo ed altri
materiali di sintesi chimica nelle campagne e
nei giardini.
Ora, diversamente da quanto si sapeva alcuni
mesi fa, e come è stato ampiamente illustrato
nel corso del convegno, sembra che l’impianto
di San Salvatore Telesino, non sarà
semplicemente una centrale a biomasse, pur con
tutti i suoi problemi di approvvigionamento e di
emissioni di CO2, ma potrebbe
trasformarsi in un cosiddetto
“termovalorizzatore”, ovvero in un inceneritore
di rifiuti.
E
come abbiamo già detto, i D.S. sono
assolutamente contrari agli inceneritori, o
termovalorizzatori che dir si voglia, e
condividono in pieno gli interventi, al
convegno, di Maria Pia Cutillo, Nicola Capone,
Massimo Ammendola ed Alex Zanotelli.
L’inceneritore “modello” d’Italia, quello di
Brescia, non offre affatto vantaggi economici:
per non andare in perdita viene pagato
profumatamente dallo Stato per il “combustibile”
smaltito, e vende l’energia prodotta a tre volte
il prezzo di mercato. Recentemente, i Giudici
della Corte europea hanno anche condannato
l’Italia, per violazione delle direttive
comunitarie sull’impatto ambientale proprio per
la vicenda dell’inceneritore di Brescia; e
questa condanna ci costerà altro denaro, così
come le sanzioni che certamente arriveranno se
non sapremo rispettare il protocollo di Kioto
(per il momento le nostre emissioni di gas
serra, anziché diminuire del 6,5 %, sono
aumentate del 12 %).
Gli inceneritori non possono assolutamente
essere considerati una soluzione del problema
dei rifiuti, sia perché tendono a ridurre
l’impegno dei singoli cittadini e delle
istituzioni rispetto alla vera soluzione, ben
individuata dalla Legge Ronchi, ovvero quella
della raccolta differenziata, sia perché hanno
un costo elevatissimo, in termini economici e
ambientali.
Prima ancora di pensare ai sistemi di
smaltimento, è necessario ridurre “a monte”,
quanto più è possibile, la quantità di r.s.u.
conferito alla raccolta (confezioni di minore
volume e peso, contenitori da confezione e
materiali da imballaggio riutilizzabili e
riciclabili, giusto atteggiamento di produttori,
distributori e consumatori, progressivo
abbandono dei prodotti “usa e getta”, ect.).
Peraltro, come già avviene in altre realtà
territoriali, dal rifiuto differenziato, con una
filiera capace di assorbire un’offerta costante
di scarti selezionati, purché questi abbiano
determinate caratteristiche, si può ricavare
ricchezza e occupazione.
Perché ciò sia possibile, serve un balzo in
avanti sul piano culturale, e nuovi ed
innovativi strumenti legislativi ed
amministrativi.
Tutti i prodotti dovrebbero essere ideati,
progettati e realizzati pensando anche al loro
“fine vita”. Se ciò avvenisse, di
indifferenziato resterebbe poco o nulla.
Le
pubbliche amministrazioni, e fra queste
soprattutto le amministrazioni comunali e le
Scuole, che più sono vicine e visibili ai
cittadini, devono dare il buon esempio, e tutti
dobbiamo fare la nostra parte.
La
sezione dei Democratici di Sinistra di San
Salvatore garantisce quindi la sua mobilitazione
al fianco del Comitato di cittadini che si è
spontaneamente e giustamente costituito.
Peraltro, la costituzione di un Comitato che
vuole evidentemente occuparsi dei problemi
ambientali del nostro territorio, si collega con
le nostre proposte sulla partecipazione
democratica dei cittadini alla vita
politica, e testimonia della capacità di
mobilitazione, peraltro assolutamente
trasversale, per la difesa dell’ambiente e della
salute.
In
sintonia con le parole di Padre Alex Zanotelli,
auspichiamo anche che sia l’occasione, questa,
di ripensare il nostro modo di vivere, e che
aumenti la nostra sensibilità verso tutto ciò
che avviene nel nostro territorio; che si possa
avviare, insomma, un processo che porti a
modificare i comportamenti individuali verso una
direzione di maggiore sostenibilità, e che
aumenti, sempre più, l’impegno collettivo per la
difesa dei BENI COMUNI.
Zanotelli ci ha ricordato che il 20% degli
uomini consuma l’80% delle risorse del pianeta;
e noi italiani siamo parte di quel 20% di
privilegiati.
Riduzione dei consumi, risparmio energetico,
sviluppo e diffusione delle energie rinnovabili,
riduzione “a monte” dei rifiuti, soprattutto di
quelli “non riciclabili”, rispetto e
salvaguardia della natura, sono già oggi
priorità assolute, e dobbiamo sentirci tutti
responsabili in prima persona di quanto avviene.
Oltre a dire no agli inceneritori e alle
centrali a biomassa, o alle centrali nucleari,
contemporaneamente dobbiamo impegnarci tutti,
cittadini ed istituzioni, efficacemente, nella
riduzione dei consumi energetici, nella
riduzione dei consumi in generale, e quindi dei
rifiuti, e nella raccolta differenziata.
Pierluigi Santillo
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