Comitato “Valle Telesina Terra Mia”
Vigorosa protesta degli abitanti di un comune
beneventano: "Ma quale paglia, andate altrove a
bruciare i rifiuti!".
La
preoccupazione principale è che la centrale
venga utilizzata per bruciare i rifiuti
dell’intera Campania.
Il
progetto prevede la costruzione del mostro (tra
vigneti e uliveti di grande pregio) in una
caratteristica e incontaminata valle, che
potrebbe diventare di lacrime.
San Salvatore Telesino
- Domenica 26
agosto
Si sono riuniti,
hanno formato un comitato intercomunale(14
comuni), denominato
“Valle
Telesina - Terra Mia”,
per fronteggiare
con una forte ed incisiva azione popolare la
realizzazione della centrale a biomasse nel
territorio comunale di San Salvatore Telesino e
contestualmente per avviare una campagna
informativa sui rischi connessi alla
installazione della centrale.
E sono scesi in
piazza massicciamente, con una marcia di
protesta (hanno partecipato-uomini,
donne,bambini, e un nutrito gruppo di ciclisti e
coltivatori) che ha attraversato le strade del
comune sannita, per dire no al mostro. Una
centrale che vogliono costruire nella
incontaminata e lussureggiante Valle Telesina,
famosa per la produzione di
oli
e
vini,
esportati in tutto il mondo.
“Chi ha deciso per noi, senza informare prima la
popolazione del comprensorio-
dichiara Raffaele Pucino, componente del
comitato, consigliere comunale-
ha
intenzione di trasformare la nostra splendida
valle telesina, in una valle di lacrime. Lacrime
amare per tutto il comprensorio, per questo
scempio annunciato, che si vuole realizzare quì
a San Salvatore Telesino. Una decisione
scellerata, in un territorio con vocazione
agricola, nel bel mezzo di uliveti, vigneti,
allevamenti, nei pressi di un importante sito
archeologico, la Vecchia Telesia, e
dell’insediamento termale di Telese Terme”.
TIMORI DI UN BLUFF
La
preoccupazione principale è che quella che in
teoria dovrebbe essere una
centrale
a biomasse,
nella sostanza si trasformi in un
termovalorizzatore,
con tutte le conseguenti problematiche di
carattere ambientali e di ordine sanitario per
la salute dei cittadini.
“Lotteremo con tutte le nostre forze
- precisa Emilio
Bove, medico chirurgo del posto-portavoce del
comitato- convinto che la centrale rappresenti
un pericolo per la salute dei cittadini e uno
scempio ambientale di notevoli proporzioni-.
Noi abbiamo
il dovere di salvaguardare la salute di tutti e
delle future generazioni, assicurare ai nostri
figli una vita sana come vissuta finora da noi e
dai nostri nonni”.
Il Movimento
Difesa del Cittadino sceso in campo con il
comitato civico- ha epressamente richiesto un
intervento ad hoc presso gli Enti e le
Istituzioni responsabili dei procedimenti
autorizzativi affinchè diano un parere negativo,
in sintonia con la volontà dei cittadini e nel
rispetto del Piano Energetico Ambientale (PEA)
della Provincia di Benevento, che non prevede
tali Centrali.
"Esiste
il rischio
- dichiara Giovanni Liverini, rappresentante del
comitato -
che la
centrale possa essere trasformata in un
inceneritore di rifiuti, possibilità da non
escludere viste le problematiche presenti ed
irrisolte da decenni nella Regione Campania
inerenti lo smaltimento e lo stoccaggio dei
rifiuti”.
MA QUALE PAGLIA?
La tecnologia dell’impianto lo permetterebbe e
questo potrebbe avvenire anche per
l’insufficiente quantità di biomasse (paglia,
scarti di produzione agricola, ecc.) presente
nella provincia di Benevento- e nelle aree
limitrofe utile ad alimentare un impianto di
tali dimensioni. Vi è il concreto pericolo del
peggioramento della qualità dell’aria -
derivante dalle immissioni di polveri fini e
ultrafini (nanopolveri) ed altri inquinanti,
determinate anche dal flusso veicolare di mezzi
pesanti per il trasporto di biomasse e/o rifiuti
e per il conferimento a discarica della notevole
quantità di cenere prodotta dalla combustione
del materiale.
È possibile un inquinamento delle acque delle
falde e del sottosuolo derivante dalla
reimmissione in circolo dell’acqua alterata dai
processi di lavorazione e di eventuali
inquinanti presenti. Sotto accusa il degrado
della qualità della vita dei cittadini che
abitano e lavorano in un ampio raggio di
distanza dall’impianto che si intende
realizzare. Cittadini preoccupati, anche per la
svalutazione delle proprietà immobiliari spesso
realizzate con notevoli sacrifici (abitazioni,
attività produttive, terreni che in questi
ultimi anni sono stati attrezzati con impianti
di distribuzione irrigua per incentivare una
agricoltura di qualità e più produttiva) nelle
aree circostanti alla centrale.
“Un disastro ambientale
da evitare assolutamente - rilevano in coro
(nella foto da
sinistra)
Emilio Bove, Raffaele Pucino,
Antonio
Coppola,
Giovanni
Liverini
e
Reodolfo
Mongillo
- vulcanici rappresentanti del comitato- che
darà filo da torcere a chi vuole costruire la
centrale. E il glorioso popolo sannita di
battaglie memorabili può vantarne!
Alla
manifestazione, ha partecipato la nota
cantautrice e testimonial per la pace, Agnese
Ginocchio, definita dall’autorevole inserto
del
Corriere della Sera,
la
Joan
Baez casertana-
che ha cantato la canzone a tema - intitolata
“Fermate il
Mostro”-
scritta in occasione della protesta contro la
mega-discarica-eco-mostro Lo Uttaro di Caserta.
Un bellissimo testo, buono per tutte le
“stagioni".
articolo e foto a cura di Giuseppe Sangiovanni
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