Intervento riferito a: Telese, non siamo cittadini passivi

 

 

6 giugno 2007
Telese, paese massacrato, deturpato e mortificato
Gianluca Aceto

 

 

Telese Terme, 05 giugno 2007

 

Cari Rosaria e Graziano Savà,

 

rispondo anch'io alle vostre sollecitazioni, e lo faccio innanzitutto presentandomi: mi chiamo Gianluca Aceto, ho trentatré anni, sono nato e cresciuto a Telese, dove ricopro la carica di consigliere comunale.

 

Sia chiaro in premessa: sono un uomo di parte. Mi trovo convintamente e irrimediabilmente dalla parte opposta di chi ha massacrato, deturpato e mortificato il mio paese, sacrificandolo agli interessi privati. L'anno di svolta fu il lontano 1989, quando venne "approvato" il piano regolatore che avrebbe dato la stura a speculazioni infinite.

 

La vostra lettera mi ha dato l'occasione di andare a rivedere il programma elettorale delle due liste che si fronteggiarono nel 2004. Meno male che c'è ViviTelese, che permette di ricordare «le parole e le cose». Si vada al link  http://www.vivitelese.it/candidati2004/index.htm, e in particolare alla sezione "Ambiente". Noi parlavamo della necessità di aree verdi attrezzate, di rinaturalizzazione dei corsi d'acqua, di piantumazione di alberi, di piste ciclabili e camminamenti pedonali (individuando tre percorsi caratteristici). Noi parlavamo di "Telese città dell'acqua e dei servizi", della necessità vitale di una biblioteca vera, di spazi pubblici da garantire a tutti.

 

E loro, che dicevano loro? Se avrete la pazienza di leggere ciò che è scritto nel loro programma, potrete formulare da soli il vostro giudizio. Dico solo questo: la sproporzione tra il predicato e il realizzato è davvero troppo grande. È chiaro che raccontavano frottole: se avessero creduto minimamente in quel che affermavano, oggi non ci sarebbe il disastro che tutti subiamo.

 

Un esempio concreto? Percorrete la cosiddetta pista ciclabile, precisamente quella che, partendo (non a caso...) dall'ex molino Capasso & Romano, ne costituisce la parte destra. Dopo una quarantina di metri vedrete una villa in costruzione, nei pressi della quale giace una pozza d'acqua putrescente. Quella pozza nacque come sfogo naturale della sorgente Voccola, che nel 2002 causò lo sprofondamento del lotto di terreno edificabile situato nella vicina via Udine. Fino ad un certo punto, la pozza è stata affiancata da un piccolo ma significativo pioppeto, di cui oggi non rimane nulla. Furono fatti anche dei lavori, per abbellire l'area della pozza, situata ad un livello inferiore rispetto al piano stradale. Andate a vedere la zona: se l'acqua avesse un ricambio continuo, e non stagnasse, sarebbe davvero un bel posto per portarci i bambini o semplicemente fare due chiacchiere nelle sere d'estate. E dov'è il problema, vi chiederete? Il fatto è questo: nell'ultimo consiglio comunale la maggioranza ha deciso, sostanzialmente, di privatizzare quell'area. Infatti, invece di preoccuparsi di trovare la cifra non esorbitante per porre rimedio ai problemi, ha pensato bene di affidare tutta l'area al soggetto privato che sta costruendosi la villa, e che giustamente si lamenta dell'insalubrità della pozza. In tal modo, per almeno cinque anni, l'area rimarrà recintata ed affidata al privato, anche se si potrà farne richiesta per manifestazioni pubbliche.

 

Il privato dovrà fare quelle opere che il pubblico non ha voluto o saputo realizzare. Nel nostro comune si sprecano tanti soldi: possibile non siano riusciti a trovare due lire per dare a tutti i cittadini un'area verde attrezzata? Non, non è un caso: tutto ciò è il frutto delle loro precise linee politiche, che semplicemente si disinteressano del bene comune. Io che sono malevolo e malpensante, aggiungo che così hanno fatto un altro favore, per il quale riceveranno gratitudine nel momento topico: quello elettorale. Poco importa che tutti gli altri, compresa la vostra famiglia, cari coniugi Savà, debba subire le conseguenze di queste scelte. I nostri Amministratori la pensano così: prima o poi a quasi tutti occorre un favore, grande o piccolo, a fronte del quale troveranno massima disponibilità. Il meccanismo si ripete all'infinito e si riversa nelle urne.

 

Volete sapere dell'altro? Lo stesso privato che ha chiesto l'uso esclusivo delle sponde della pozza è beneficiario di una lottizzazione convenzionata: a fianco alla sua villa costruirà diverse palazzine. Che significa lottizzazione convenzionata? Che in cambio del mancato versamento degli oneri concessori (oneri di urbanizzazione e costi di costruzione) il privato si impegna a dotare l'intera zona delle infrastrutture primarie, come strade, fogne, ecc. Lo deve fare entro il 2010, per cui il tempo ci sarebbe ancora. Speriamo che almeno le orecchie fischino a qualcuno: sarebbe davvero un insulto a tutto il paese se sulle sponde del bellissimo Grassano dovessero sorgere insediamenti privi di fogne, senza che il comune abbia nemmeno incassato un centesimo. Chissà che ne pensano i cittadini delle altre zone (si pensi alla Scafa) che invece gli oneri concessori li hanno versati, e pure salati, e che intanto devono pure pagare lo spurgo delle fosse biologiche.

 

Rimando ancora al programma elettorale del 2004 (sezione "Servizi ai cittadini"), per evidenziare quel che noi affermavamo a proposito di bilancio partecipativo e piano regolatore sociale. Quelle idee rimangono valide. Telese è un comune sui generis, essendo privo di un centro storico e di una identità riconoscibile. Come avevamo compreso già allora, si tratta di dare visibilità, rappresentanza e riconoscibilità ai quartieri telesini, a partire da quelli in cui è più evidente la presenza di nuovi cittadini. Occorre cioè realizzare un inedito e fecondo connubio tra l'elemento identitario (il quartiere) e la pecularietà demografica e sociale (i telesini di recente acquisizione). Non esiste una ricetta precostituita: credo si possano organizzare incontri informali, tesi a conoscere i problemi delle diverse zone del paese, a cominciare da quelle in cui mancano i servizi essenziali. Ma sicuramente ciascuno può dire la sua in merito agli obiettivi e agli strumenti.

 

Nonostante l'amarezza per le continue ferite subite da Telese, è immutata la speranza che continuino ad esserci molte persone che vogliono modificare le cose. Forse mi sbaglio, ma mi pare di scorgere ancora il segno della differenza sostanziale (oserei dire antropologica) che separa gli uni dagli altri, consegnandoli a reciproche distanze che nemmeno la più scafata realpolitik potrebbe colmare: è la differenza che passa tra chi vive DI politica e chi vive PER la politica.

 

Un caro saluto,

Gianluca Aceto

 

 

     

 Valle Telesina


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