Condivido nel tono e
nel merito le argomentazioni di Piero De
Filippo. Il nodo centrale del commercio,
attualmente, è il passaggio alla grande
distribuzione, che se da un lato comporta alcuni
vantaggi per i consumatori, dall'altro determina
sconvolgimenti rilevanti e la chiusura di molti
esercizi di vicinato.
Si tratta di problemi
complessi, certamente non risolvibili su scala
comunale. Sulle cause generali si inseriscono
tuttavia fattori locali, alcuni dei quali
richiamati dallo stesso Piero e dal comunicato
di Rifondazione Comunista. È possibile fare
qualcosa di utile per mitigare i danni per il
commercio al dettaglio? Se si, quali misure
occorre realizzare? Le domande sono queste:
poche, chiare, concrete.
La buona politica,
che non è solo gestione del presente ma anche
programmazione a medio e lungo termine, deve
saper intervenire. Nel caso specifico, ad
esempio, sarebbe utile chiamare a raccolta un
po' di teste pensanti, di esperti che ci aiutino
a trovare una strada praticabile. Credo che
sarebbero soldi spesi bene. L'Amministrazione
comunale, inoltre, potrebbe coordinarsi con i
comuni limitrofi (a cominciare proprio da San
Salvatore), con le organizzazioni di categoria,
con la Camera di commercio e quant'altro. Si
parla tanto di sistemi locali e quasi mai si
agisce. Perché non partiamo dai problemi del
commercio?
Noi di Rifondazione
Comunista non ignoriamo tutto questo, anzi;
abbiamo però provato ad introdurre,
letteralmente, un altro punto di vista:
quello delle lavoratrici e dei lavoratori. Credo
sia doveroso che l'amministrazione pubblica non
sia strabica, e che cerchi invece di portare a
sintesi le diverse e spesso contrapposte
esigenze. Anche sotto questo aspetto vedo una
scarsa propensione, o perlomeno scarsissimi
risultati.
Siamo quindi
disponibili a dialogare sui problemi concreti,
come sempre. E non abbiamo certo paura di
manifestare il nostro pensiero. Anche se poi
qualcuno si sente legittimato a dare fiato alle
trombe, a pontificare in virtù di chissà quale
sapienza infusa, a vaneggiare di centri
commerciali naturali, a polemizzare
sterilmente, senza nemmeno usare un po' di
fantasia o ironia.
Fantasia? Ironia? Ma
che dico: basterebbe loro un po' di memoria, per
riconoscere chi capisce di commercio nel nostro
comune, e magari ricordare chi si è adoperato -
o almeno ha provato a farlo - quando ci sono
stati problemi per qualche commerciante...
Del resto non è
giusto pretendere tanto. La storia non si ripete
mai uguale a se stessa, ma conserva alcune
costanti. I servi rimangono servi, sempre, anche
se la NOSTRA amata Costituzione
garantisce loro il diritto di espressione.
30 ottobre 2007
Gianluca Aceto
Segretario
Circolo PRC-SE "Vera Lombardi"
Telese Terme
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