PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
SINISTRA EUROPEA
GIOVANI COMUNISTE/I
COMUNICATO STAMPA n. 6/07
Telese Terme, 14 aprile 2007
Il
mistero della centrale fotovoltaica: a cosa sono
serviti quasi 710.000 euro?
Si
fa un gran parlare di energie rinnovabili,
inquinamento atmosferico, Protocollo di Kyoto,
Carta di Aalborg: a Telese si agisce! Infatti,
prima che i comuni cittadini si rendessero conto
di quel che accadeva, l'allora sindaco D'Occhio,
oggi assessore ai lavori pubblici, ci regalava
una di quelle perle che non scorderemo più: la
centrale fotovoltaica.
Questo impianto, virtualmente destinato alla
produzione di energie elettrica mediante
pannelli solari, sorge accanto al depuratore
comunale, e in origine aveva lo scopo di
alimentare quest'ultimo. Com'è risaputo, il
depuratore per molti anni è stato abbandonato a
se stesso, entrando in funzione solo nel
novembre del 2005. Anche grazie alla pervicace
azione di stimolo esercitata dal gruppo INSIEME
PER TELESE, infatti, il sindaco Capasso alla
fine ha trovato la soluzione, affidando il
depuratore alla GESESA, che l'ha ristrutturato e
messo in funzione e oggi lo gestisce.
La
centrale fotovoltaica, invece, forse non ha mai
prodotto un solo chilowatt di energia,
nonostante il sindaco Capasso affermi il
contrario. L'ultima richiesta in tal senso,
inoltrata nel gennaio 2007, ha avuto come
risposta il rimando ad una precedente missiva
del sindaco, datata 13 giugno 2005, in cui si
afferma che:
-
la centrale è stata collaudata il 24/02/2002 ed
è funzionante;
-
la le somme derivanti dall'immissione in rete
dell'energia elettrica sono incassate dalla
ditta che ha costruito la centrale e la
gestisce, vale a dire la Teletron srl di
Casandrino.
Insomma, né i consiglieri né i cittadini possono
soddisfare la curiosità di sapere se
l'investimento è produttivo. Evidentemente la
trasparenza, come da tradizione, non rientra tra
le prerogative dell'amministrazione comunale
telesina.
Cos'altro c'è da sapere? Che la tecnologia
utilizzata per l'impianto era già obsoleta prima
di porla in opera, anche se il sindaco scrive il
contrario; e che la "pazziella" è costata circa
509 mila euro alla regione Campania, 127 mila
euro ai cittadini di Telese, i cui
amministratori hanno contratto il solito mutuo,
e infine solo 74 mila euro alla ditta
appaltatrice.
Delle due l'una: o l'investimento è
remunerativo, e il privato intascherà cifre
esorbitanti rispetto a quanto ci ha messo, o
l'investimento non è servito a ricavare energia
elettrica dal sole ma a drenare ingenti risorse
pubbliche, una parte considerevole delle quali
direttamente provenienti dalle tasche dei
telesini. In tal caso, a cosa sono serviti tutti
questi soldi? Dove sono andati a finire? Non
vorremmo che l’unica ragione dell’investimento
fosse quella di far smaltire un impianto
superato ad una ditta amica delle persone
giuste…
Purtroppo a noi questa vicenda sembra chiara,
così come pare evidente che essa ben rappresenta
le modalità correnti di gestione dei lavori
pubblici. I quali, nel nostro comune, non hanno
lo scopo primario di migliorare le condizioni di
vita dei cittadini, ma di creare tortuosi e
imperscrutabili percorsi, al termine dei quali
alla gente rimangono i disagi, il consumo
inutile e sconsiderato del territorio, la
sensazione di impotenza, l'amarezza per un modo
di gestire la cosa pubblica che riserva ai
soliti prediletti i vantaggi concreti e
tangibili.
Cosa rispondono il sindaco e l'assessore ai
lavori pubblici? Probabilmente rimarranno nel
solito silenzio.
Gianluca Aceto
Segretario circolo “Vera Lombardi”
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