Ai politici di Telese
Politica:
s. f.
1 Teoria e pratica che hanno per
oggetto l'organizzazione e il governo dello
stato (del comune, nel nostro caso ndr); insieme
dei fini cui tende uno stato e dei mezzi
impiegati per raggiungerli.
2
L'attività di chi prende parte alla vita
pubblica; modo di governare, di gestire.
Cit. Garzanti linguistica.
In
pratica, io che decido di fare il politico,
elaboro delle idee, in conformità ai miei
ideali, le sottopongo ai cittadini chiedendone
il consenso, le applico o faccio il possibile
per farlo se ne ricevo il mandato: quasi
matematico.
Telese è piena di politici. Corporazioni di
rappresentanze partitico/politiche mescolate ad
eccellenti rappresentanti della società civile,
uniti dai medesimi cartelli elettorali e divisi
quasi equamente dall’ultima tornata elettorale:
sarebbe bastata una minima epidemia influenzale
per spostare l’ago della bilancia da una parte o
dall’altra. Un po’ come è accaduto alla nostra
nazione, che ancora conta e riconta le schede
per capire chi ha vinto o chi ha imbrogliato.
E’
questo sintomo di grande incertezza: la gente
non capisce, la gente non si ritrova negli
ideali che per anni hanno alimentato
partecipazione e senso civico, manca l’analisi e
la critica all’operato dei nostri rappresentanti
al governo. Così ci rallegriamo per il “favore
personale”, chiudendoci occhi,bocca ed orifizi
vari per gli sconci che si consumano quasi
quotidianamente: basta che ci spostino il
cassonetto dei rifiuti, che ci rilascino
un’autorizzazione un po’ “frettolosamente”, che
ci cancellino la multa per divieto di sosta e
siamo pronti a dimenticarci di “salotti” andati
a male, di laghi trasformati in discariche, di
palestre ridotte in macerie, di colate di
cemento (di qualità anche scadente…) che
seppelliscono fertili distese, di strade che si
sgretolano come pavesini.
Nel nostro Comune è da tempo che va di moda il
riempirsi la bocca di dichiarazioni epocali, si
sbandierano progetti irrealizzabili oppure
improbabili, ci si illumina di immenso nel
mentre si taglia il nastro di un ponte che 2
mesi dopo l’inaugurazione è ancora work in
progress, si emettono comunicati di alto
livello politico della serie “solo chiacchiere e
distintivo”, ma il tutto è pieno di niente.
Ricordate, per esempio, la querelle
estiva dell’assessore ex AN, poi ex-ex
assessore, poi UDEUR, poi chissà? C’è stato il
coinvolgimento di partiti e vertici di partito,
fulmini e tuoni beneventani contro anatemi
mastelliani, parevano questioni di vita o di
morte e si discuteva di roba che fregava poco o
nulla alla pacata cittadinanza locale, poco
avvezza all’entrare nelle beghe da retrobottega.
Poi c’è stato un evento. L’affare mulino Capasso
& Romano, una storia che ha visto mobilitazioni
di centinaia di studenti, di tantissimi
genitori, della quasi totalità del corpo
docenti, ma anche di tanti cittadini che non
erano né l’uno né l’altro: manifestazioni con
cortei (ce ne sono mai stati a Telese?) un
pubblico incontro dove il palazzo dei congressi
sembrava scoppiare, consigli di istituto sempre
andati deserti ora stracolmi di spettatori.
E
questa, che fuori di ogni dubbio, è sembrata una
vera, delicata ed incontrovertibile
questione politica ha visto unicamente
coinvolti, con anima e trasporto, i Democratici
di Sinistra e Rifondazione Comunista locali.
Poi più nessuno, se parliamo di politici.
Delle tante rappresentanze locali: AN, SDI,
FORZA ITALIA, UDC, UDEUR, MARGHERITA cioè,
nessuno ha proferito sillaba.
Per quelle che erano le competenze, in verità,
ci sono state prese di posizioni istituzionali
in Provincia, qualche dichiarazione di illustri
politici beneventani, ma i locali hanno taciuto,
i politici di Telese sono scomparsi.
Tutti i protagonisti delle diatribe estive, gli
assessori defenestrati, gli assessori in
restyling, gli assessori padroni dell’immobile,
tutti senza parole…
Uno lo telefonano e si rende irreperibile, un
altro è fuori regione, l’altro ancora non
rilascia interviste…
Ma
come, cari signori, nella vostra città, quella
che avete amministrato da secoli, quella che
volete ancora amministrare per millenni, quella
che volete centro della valle e non solo della
valle, ma centro della Campania, salotto
d’Europa, anzi salotto del mondo, c’è un
presidente di Provincia che vuole cambiargli i
connotati e voi non dite nulla?
Eppure un amministratore che si rispetti deve
avere voce in capitolo sulle questioni che
riguardano la propria comunità, o mi sbaglio?
Forza! Noi tutti vorremmo capire il pensiero di
quelli di AN che in estate si sono incavolati
per il perentorio cambio di gabbana del loro
pilastro in giunta, rivendicando ogni santo
giorno che nostro Signore spediva quaggiù in
terra, la loro vi-si-bi-li-tà. Ora c’è un bel
palcoscenico di migliaia di persone che pendono
dalle vostre parche labbra, fatevi avanti!
E
i signori dello SDI? Un tritamento di cosiddetti
per un paio di mesi, i “ci stiamo e non ci
stiamo”, le solenni dichiarazioni in consiglio
comunale dell’assessore buttato fuori, e poi più
niente…neve al sole.
Pare che la storia del mulino non esiste per
loro, bocche cucite, no comment!
Tutta la prosopopea dei mesi scorsi che fine ha
fatto? A noi poveri concittadini vostri che vi
abbiamo votato e che vogliamo ancora votarvi
tanto tanto non rilasciate nemmeno uno straccio
di dichiarazione?
Ma
fateci capire se ‘sta scuola la volete nel
mulino o no, se la volete gialla, verde o
azzurra, con il pennacchio in testa o no, se
deve avere il panorama sul Grassano o verso il
Taburno, o se non ve ne frega veramente nulla…e
che diamine!
Ma
forse non è che non volete parlare…forse non
potete…
Intelligenti pauca…
Guglielmo Caiazza
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