In merito all'ordinanza n° 82 del 18/10/2007 del
Sindaco di Telese Terme nella quale si rende
facoltativa l'apertura degli esercizi
commerciali nel giorno di riposo settimanale, in
qualità di rappresentante locale della
Confesercenti ritengo utile rappresentare i
motivi che ci hanno indotto a firmare tale
ordinanza:
Con una settimana di anticipo, su richiesta
della società titolare del Parco Commerciale "Telesia"
nella quale si chiedeva in base alla legge
regionale che disciplina il commercio , di
rendere facoltativa l'apertura degli esercizi
commerciali anche nel giorno di riposo
infrasettimanale, il Sindaco di San Salvatore
Telesino ha emesso un ordinanza che consente
tale facoltà creando di fatto un presupposto
nell'intera valle ed in particolare nel nostro
comune che come sappiamo continua a vantare la
maggiore concentrazione di esercizi commerciali
di vicinato e di medie strutture (Ipersisa, Lid'l,
Eurospar, MD Discount ecc.).
Và precisato inoltre che è imminente l'apertura
di un'altra media struttura che ,sebbene ricada
nel territorio di San Salvatore, di fatto è alle
porte di Telese (di fronte al centro Relax) la
quale godrà dei nuovi orari previsti
dall'ordinanza.
Detto ciò abbiamo ritenuto inevitabile porre il
problema alla nostra amministrazione comunale e
sollecitarla ad adottare le giuste misure
affinché si creassero le condizioni per poter
competere ad armi pari con i colleghi di S.
Salvatore Telesino.
Abbiamo dovuto scegliere una strada obbligata ma
siamo perfettamente consapevoli che la
causa della nostra "rincorsa" sono le scelte che
la politica (nazionale e regionale) ha fatto in
tema di commercio negli ultimi
anni. Essa ha determinato uno sconvolgimento
negativo per i piccoli operatori commerciali,
costringendoli ad adottare orari pesanti con
conseguenti ulteriori investimenti in risorse
umane e quindi a non poter competere con i
grossi gruppi. Il bilancio finale per i piccoli
operatori è sicuramente negativo mentre si sono
avvantaggiati i consumatori , grazie all'aumento
smisurato dell'offerta, e le grosse
strutture che , essendo ramificate su tutto il
territorio nazionale , non hanno problemi di
bilancio, gli basta essere presenti sul
territorio, marcare la concorrenza anche se non
funzionano e anche se devono licenziare
centinaia di dipendenti a pochi mesi dalle
aperture (vedi i centri commerciali di
Benevento).
Esiste poi un problema di politica locale. Ad
esempio comuni come S. Salvatore e
Telese ,sebbene siano legati allo stesso bacino
di utenza , non hanno creato nessun tavolo di
concertazione riguardo il rilascio di licenze
per medie strutture creando uno sbilanciamento
tra domanda e offerta. Il risultato è sotto gli
occhi di tutti: i due centri commerciali di
Benevento sono fallimentari e le medie strutture
sorte in valle telesina negli ultimi due anni
sono in sofferenza. In questo contesto quelli
che chiudono i battenti però sono i tradizionali
negozi di vicinato che si trovano nei piccoli
centri urbani, per loro non c'è scampo tranne
che per quei pochi che scelgono di
specializzarsi proponendo ai propri clienti
prodotti e servizi che è difficile trovare nella
grossa distribuzione.
Peraltro, e sono d'accordo con Gianluca Aceto,
le amministrazioni locali non dimostrano
particolare attenzione ai problemi della
categoria, anzi spesso hanno attuato scelte
scellerate: un esempio su tutti e quello di
Telese con le soste a pagamento. Noi
commercianti le abbiamo sempre contestate ma
nessuno ci ha dato mai ascolto (da D'Occhio a
Capasso) al punto che è diventato quasi tedioso
parlarne ancora; tuttavia, buona parte dei
clienti che frequentavano i negozi di Telese si
sono stancati di pagare il dazio prima alla SOES
e adesso alla SIGEST e a Telese non vengono più
da un pezzo; sempre a Telese abbiamo il mercato
settimanale che si svolge tra un mucchio di
bancarelle addossate tra piazzette, larghi e
vicoli in un area sprovvista di parcheggi idonei
e nel paese il sabato è
difficile muoversi persino in bicicletta.
Altra nota dolente è l'assenza del piano
pubblicitario, il contratto con il vecchio
gestore si è lasciato scadere senza che se ne
avesse già un altro pronto , si vedono spuntare
tutti i giorni tabelloni e frecce pubblicitarie
senza nessuna logica apparente, ma del resto
chi chiede di installare regolarmente la
pubblicità della propria azienda si sente
rispondere che si sta approntando questo
fantomatico piano e che bisogna aspettare.
Francamente in questo quadro è difficile
immaginare che a breve ci possano essere
risvolti positivi per le imprese commerciali e
di conseguenza anche per i lavoratori che vi
prestano opera.
La verità è che le scelte sbagliate portano
conseguenze disastrose e fin quando tali scelte
non saranno frutto di una
concertazione allargata alle parti, fin quando i
soggetti politici che ci governano non la
smetteranno di pensare a coltivare il proprio
orto la situazione non potrà che peggiorare a
discapito di tutti.
Pietro De Filippo
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