29 ottobre 2007
Telese, orari commerciali: scelta obbligata
Pietro De Filippo

 

 

In merito all'ordinanza n° 82 del 18/10/2007 del Sindaco di Telese Terme nella quale si rende facoltativa l'apertura degli esercizi commerciali nel giorno di riposo settimanale, in qualità di rappresentante locale della Confesercenti ritengo utile rappresentare i motivi che ci hanno indotto a firmare tale ordinanza:

 

Con una settimana di anticipo, su richiesta della società titolare del Parco Commerciale "Telesia" nella quale si chiedeva in base alla legge regionale che disciplina il commercio , di rendere facoltativa l'apertura degli esercizi commerciali anche nel giorno di riposo infrasettimanale, il Sindaco di San Salvatore Telesino ha emesso un ordinanza che consente tale facoltà creando di fatto un presupposto nell'intera valle ed in particolare nel nostro comune che come sappiamo continua a vantare la maggiore concentrazione di esercizi commerciali di vicinato e di medie strutture (Ipersisa, Lid'l, Eurospar, MD Discount ecc.).

 

Và precisato inoltre che è imminente l'apertura di un'altra media struttura che ,sebbene ricada nel territorio di San Salvatore, di fatto è alle porte di Telese (di fronte al centro Relax) la quale godrà dei nuovi orari previsti dall'ordinanza.

Detto ciò abbiamo ritenuto inevitabile porre il problema alla nostra amministrazione comunale e sollecitarla ad adottare le giuste misure affinché si creassero le condizioni per poter competere ad armi pari con i colleghi di S. Salvatore Telesino.

 

Abbiamo dovuto scegliere una strada obbligata ma siamo perfettamente consapevoli che la causa della nostra "rincorsa" sono le scelte che la politica (nazionale e regionale) ha fatto in tema di commercio negli ultimi anni. Essa ha determinato uno sconvolgimento negativo per i piccoli operatori commerciali, costringendoli ad adottare orari pesanti con conseguenti ulteriori investimenti in risorse umane e quindi a non poter competere con i grossi gruppi. Il bilancio finale per i piccoli operatori è sicuramente negativo mentre si sono avvantaggiati i consumatori , grazie all'aumento smisurato dell'offerta, e le grosse strutture che , essendo ramificate su tutto il territorio nazionale , non hanno problemi di bilancio, gli basta essere presenti sul territorio, marcare la concorrenza anche se non funzionano e anche se devono licenziare centinaia di dipendenti a pochi mesi dalle aperture (vedi i centri commerciali di Benevento).

 

Esiste poi un problema di politica locale. Ad esempio comuni come S. Salvatore e Telese ,sebbene siano legati allo stesso bacino di utenza , non hanno creato nessun tavolo di concertazione riguardo il rilascio di licenze per medie strutture creando uno sbilanciamento tra domanda e offerta. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: i due centri commerciali di Benevento sono fallimentari e le medie strutture sorte in valle telesina negli ultimi due anni sono in sofferenza. In questo contesto quelli che chiudono i battenti però sono i tradizionali negozi di vicinato che si trovano nei piccoli centri urbani, per loro non c'è scampo tranne che per quei pochi che scelgono di specializzarsi proponendo ai propri clienti prodotti e servizi che è difficile trovare nella grossa distribuzione.

 

Peraltro, e sono d'accordo con Gianluca Aceto, le amministrazioni locali non dimostrano particolare attenzione ai problemi della categoria, anzi spesso hanno attuato scelte scellerate: un esempio su tutti e quello di Telese con le soste a pagamento. Noi commercianti le abbiamo sempre contestate ma nessuno ci ha dato mai ascolto (da D'Occhio a Capasso) al punto che è diventato quasi tedioso parlarne ancora; tuttavia, buona parte dei clienti che frequentavano i negozi di Telese si sono stancati di pagare il dazio prima alla SOES e adesso alla SIGEST e a Telese non vengono più da un pezzo; sempre a Telese abbiamo il mercato settimanale che si svolge tra un mucchio di bancarelle addossate tra piazzette, larghi e vicoli in un area sprovvista di parcheggi idonei e nel paese il sabato è difficile muoversi persino in bicicletta.

 

Altra nota dolente è l'assenza del piano pubblicitario, il contratto con il vecchio gestore si è lasciato scadere senza che se ne avesse già un altro pronto , si vedono spuntare tutti i giorni tabelloni e frecce pubblicitarie senza nessuna logica apparente, ma del resto chi chiede di installare regolarmente la pubblicità della propria azienda si sente rispondere che si sta approntando questo fantomatico piano e che bisogna aspettare. 

 

Francamente in questo quadro è difficile immaginare che a breve ci possano essere risvolti positivi per le imprese commerciali e di conseguenza anche per i lavoratori che vi prestano opera.

 

La verità è che le scelte sbagliate portano conseguenze disastrose e fin quando tali scelte non saranno frutto di una concertazione allargata alle parti, fin quando i soggetti politici che ci governano non la smetteranno di pensare a coltivare il proprio orto la situazione non potrà che peggiorare a discapito di tutti.  

 

 

Pietro De Filippo

 

 

 

     

 Valle Telesina


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