27 marzo 2007

Telese e il "salto di qualità" - prima puntata

Fulvio Del Deo

 

 

 

 

Sarò breve e telegrafico, perché oggi abbiamo tutti una gran fretta e non riusciamo nemmeno a guardarci negli occhi; figuriamoci se possiamo permetterci di perder tempo a leggere le cazzate scritte da Fulvio Del Deo!

 

Punto primo: Telese ha sacrificato la sua anima ai soldi e all'esteriorità.

 

Come si suol dire, ha venduto l'anima la diavolo. E il diavolo non ha nemmeno mantenuto la parola (se no che diavolo sarebbe!)

 

Un tempo: società patriarcale, mentalità paesanotta e provinciale; ma, fra le mille contraddizioni e l'obbligatoria "cazzimma del poverommo" che ovunque esiste, un mondo di umanità.

 

Di punto in bianco, il poverommo se n'è sagliuto 'e pressione.

Con la grande pioggia. Pioggia di soldi fatti di cemento.

 

Niente più mani callose, niente più che ricordasse il passato contadino.

 

Il salto di qualità.

 

Ma, nel profondo, niente di nuovo. Stessa mentalità, con più vuoto dentro.

 

Palazzi a centinaia.

 

Soldi a palate, per qualcuno. Gelido nulla che si espande, per tutti.

 

Poi, come se non bastasse, lo scempio del lifting, del restyling, delle cartoline che sono cartoline che saranno bellissime, nel 2009 o forse nel 2023 come cantava Dalidà.

 

Labbroni gonfiati dal chirurgo... e non fa nulla che s'incagliano penosamente alla gengiva a ogni sorriso.

 

Tette al silicone... e pazienza se i capezzoli hanno perduto per sempre la loro originaria sensibilità.

 

Il Viale. Un tempo, galleria verde di platani, oggi come la galleria di un'autostrada, con quelle stesse luci che falsano i colori.

 

Falso, la parola chiave per risolvere l'enigma. Tutto falso, taroccato, pezzottato.

 

«Signora, con questa lozione i suoi capelli torneranno morbidi e lucenti come quelli di una quindicenne». Piccolo particolare: la lozione era cancerogena e la signora cominciò a morire lentamente, già dopo la prima applicazione.

 

E -cosa che più sconvolge- non sono extraterrestri gli artefici di questo salto di qualità: sono indigeni, cosidetti telesini d.o.c..

 

Anche la mia città fu devastata da un'ondata simile. Ma fu opera di un armatore straniero sorrentino, un alieno monarchico, borbonico. Lauro.

 

E nelle bidonville che dal Porto a San Giovanni a Teduccio ancora negli Anni Sessanta erano alloggio degli sfollati della Seconda Guerra, il chilo di pasta della corruzione dava l'illusione di salvare una vita ai bambini denutriti.

 

E da piccolo ne ho conosciuti di bambini che della denutrizione portano tutt'oggi il segno.

 

Il chilo di pasta che saccheggiò Napoli non è neanche lontanamente paragonabile al favore concesso a chi invece già avrebbe tutto ma non si accontenta!

 

(continua)

 

 

 

     

 Valle Telesina


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