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19
gennaio 2007 |
Telese, gli anni passano |
Fulvio Del Deo |
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Nel compilare l'indice dei miei
interventi degli anni precedenti,
ho dato uno sguardo a quello che ho
scritto finora su questo sito, a partire
dal 5 novembre 2002. Ve ne ripropongo
alcuni passaggi, accompagnandoli da
commenti freschi di giornata.
Sono passati più di quattro anni da
quella maledetta scossa che, facendo
crollare la fragile scuola elementare di
San Giuliano di Puglia, uccise decine di
bambini e riempì di angoscia tutti noi.
Nella scuola di Telese, vetusta come
quella del comune molisano, erano in
atto lavori di ristrutturazione,
ampliamento e sopraelevazione di un
piano (lavori che si sono conclusi, a
quanto pare, soltanto quattro giorni
fa); noi genitori chiedevamo alle
autorità competenti che si facesse
un'ispezione seria sulle strutture
portanti dell'edificio, prima di far
tornare fra i banchi i nostri figli.
Tale richiesta fece montare su tutte le
furie il signor Giuseppe D'Occhio,
sindaco del nostro Comune.
"(...) La nostra Cittadina è nata
per dare il benvenuto a tutti: vi è
approdata gente dai Comuni
limitrofi, dal Sud o dal Nord
Italia; i Rom si sono fermati; i
Nordafricani hanno imparato a parlare
dialetto meglio di noi; i Romeni si sono
sentiti finalmente a casa; i Napoletani
(come il sottoscritto) hanno smesso di
aver nostalgia del mare ecc.. A
nessuno è stata mai sbattuta una porta
in faccia e ciascuno si è
sentito libero di offrire il proprio
contributo, allo scopo di forgiare tutti
insieme un'identità comune. (...)" (Non
abbiamo fatto abbastanza per proteggere
i nostri bambini)
Per i telesini il lago è solo un
ricordo. Alcuni vorrebbero metterlo nel
dimenticatoio, perché fa tornare in
mente quei giorni lontani quando si era
più poveri e più allegri e si andava a
piedi con l'asciugamano in spalla a fare
il bagno con gli amici per rinfrescarsi
dalla calura estiva. Un ricordo
increscioso da cancellare, fatto di
juke-box, camicie hawaiane, 127 con lo
stereo a tutta birra e brillantina come
Fonzie.
Nel mio articoletto parlo del lago,
prima che fosse completamente
devastato, diventato oggi una specie di
circonvallazione esterna, passaggio
obbligato fra Telese e i comuni d'oltre
Calore.
"(...) Il Lago, che pace!
Adesso corro a scattargli una
foto da inviare all'amico
straniero. Ma che trovo? Un vero
sfacelo: tutto transennato,
tutto sporco. Sembra
bombardato... ... Torno a casa
con un profondo senso di
vergogna. Copio una vecchia foto
del Lago da un sito ufficiale
telesino e la spedisco, con un
groppo alla gola...
L'altro giorno, il mio
primogenito (che nel frattempo è
cresciuto un bel po') mi fa:
«Guarda, papà, un manifesto che
parla del Lago!»
Ah, finalmente, si sono
ricordati di lui! Andiamo a
dargli un'occhiata.
Sono stati abbattuti tutti
gli alberi sulla destra della
strada e quest'ultima è già
stata allargata a suon di ruspe.
Chissà che cos'altro ci
aspetta. Incrociamo le dita e
auguriamo ogni bene al nostro
caro Lago." (Il
lago di Toìtto)
E Il 10 novembre 2002 (che io
ricordi) è stata l'ultima volta
che a Telese c'è stata una
DOMENICA ECOLOGICA. La
trascorsi in giro in bicicletta
con la mia famiglia... in
verità, il più piccino aveva il
triciclo! Ricordo il Viale
Minieri chiuso al traffico...
gli alberi ancora vivi e
rigogliosi... Bei tempi!
"E dirò di più: perché non
trasformare tutte le domeniche
senza pioggia in Giornate
Ecologiche? Potremmo accogliere
il turista con un cartello che
dice:
BENVENUTI A TELESE
TERME, CITTA' PEDONALE NELLE
DOMENICHE DI SOLE.
Potrebbe essere il
nostro fiore all'occhiello
offrire un'infanzia di "alta
qualità" ai nostri piccini,
regalandogli dei bei ricordi
futuri. Con la speranza che
il nostro esempio faccia
scuola... questo è uno dei
casi in cui è bene osare.
La "trasparenza", come la
vedono i nostri
amministratori.
"La parola più potente
di tutte fu glasnost’ (глacнocть
= caratteristica di ciò che
è di dominio pubblico),
quella che noi abbiamo
tradotto col termine
trasparenza, facendo un
assurdo accostamento alla
parola inglese glass
= vetro, che con il
glas russo (глac
= voce) non ha nulla a che
vedere. Così è nata la
Trasparenza, tipica
ambiguità italiana.
Attenzione: glass
non è глac !
Il vetro non ha voce.
Il vetro non si vede.
Il vetro è molto fragile.
Il vetro è tagliente e fa
sanguinare.
Queste
sono le caratteristiche della
glasnost’ all’Italiana. Possiamo
accorgercene ogni giorno,
ogniqualvolta abbiamo a che fare
con le nostre Istituzioni."
(Trasparenza,
il vetro non ha voce)
Ancora muro di gomma delle
istituzioni, ancora niente
ispezioni alla scuola
elementare. Il Sindaco
diceva che eravamo ridicoli
a preoccuparci e che stavamo
"consegnando il paese alla
comicità".
"Noi genitori all'antica
chiediamo scusa se ancora
siamo legati ai nostri
vecchi miti demodé e andiamo
controcorrente, continuando
ad amare la vita,
soprattutto quella dei
nostri figli: ci auguriamo
di vederli crescere sani,
felici, di vederli
"sistemati" e... che un
giorno ci facciano diventare
nonni.
Chiediamo scusa se il
ricordo di quelle 26 bare
bianche ci provoca ogni
volta un groppo alla gola ed
egoisticamente ci fa temere
per i nostri bimbi.
Saddam Hussein non
voleva le
ispezioni ai siti
militari iracheni
sospettati di contenere
armi batteriologiche e
chimiche; Giuseppe
D'Occhio non voleva le
ispezioni alla scuola
elelmentare sospettata
di essere a rischio come
quella di San Giuliano
di Puglia.
"Eppure sarebbe così
semplice, così bello e
rassicurante se Saddam
dicesse: «Ma prego, si
accomodino signori,
salaam aleicum! Facciano
come se fossero a casa
Loro; non ho nulla da
nascondere, io:
non fabbrico mica
trappole mortali!»
Gli ispettori
controllerebbero tutto
con calma, con
accuratezza e
serenità, prestando
molta attenzione anche
ai particolari, perché
perfino le cose
più insospettabili a
volte possono trasformarsi
in trappole mortali!
Ci fu un'assemblea con
funzioni "chiarificatorie".
Notare come già a quei
tempi si parlasse di
piani "sovversivi" quali
la realizzazione di un
polo scolastico... E poi
col Mulino come
l'avremmo messa a nome?
"L'intervento del
presidente del Consiglio
d'Istituto dott.
Giovanni Malgieri è
stato breve, ma molto
incisivo. (...) Ha
poi espresso il suo
parere riguardo la
scelta fatta
dall'Amministrazione
Comunale di ricorrere
all'ampliamento delle
scuole. Tale scelta, a
suo avviso, non risolve
il problema se non per i
prossimi quattro anni.
Perciò, auscultando il
cuore stanco del
"paziente", ha detto che
sarebbe ora di mandare
in pensione i vecchi
edifici, assumendo
al loro posto una
giovane ed efficiente
Cittadella
Scolastica.
(...)
Come abbiamo potuto
constatare,
all'Assemblea c'erano
tutti. Tutti, tranne i
"documenti tecnici ed
amministrativi che
ineriscono l'evoluzione
storica della
costruzione e successiva
sopraelevazione
dell'Edificio Elementare
di Viale Minieri"... Per
dirla in parole povere,
le "CARTE", quelle che,
per rispetto
della trasparenza,
continuano a essere
"trasparenti"."
(tutti
al capezzale del malato)
Qualcuno disse che
la nostra
preoccupazione era
una
"strumentalizzazione
politica" da parte
di
elementi sovversivi.
3. Homo
Democraticus cercasi
Mi rivolgo ai
lettori risentiti di
"tutto il polverone"
che si è sollevato
per il caso "scuola
elementare".
Qualcuno ha
detto: «Si sta
operando una
strumentalizzazione
politica...»
Su questo sito,
ho letto di ciò
che Rifondazione
Comunista (partito
che non voterei
mai) sta facendo al
riguardo.
Ebbene io dico
che Rifondazione
Comunista sta esercitando
il suo sacrosanto
diritto-dovere di
opposizione:
chi parla
di "scorrettezza" o
di
"strumentalizzazione"
evidentemente non ha
ben chiaro quale sia
il funzionamento
della democrazia.
Vada dal Sindaco a
farselo spiegare e
vedrà che non dico
bugie... ma, come
diceva il grande
Johann Wolfgang
Goete: "Ognuno
ascolta solo quello
che capisce".
Spuntano palazzoni
orrendi fra le acque
di quella che adesso
è la zona mercato.
"(...) Potevo
attraversare la
strada, tanto era
tranquilla! Ma un
giorno i pini sono
scomparsi e al loro
posto, come funghi,
i palazzi di
mattoncini rossi dei
nuovi ricchi. Al
loro posto la nuova
ricchezza dei
Merolla, Paderni,
Garzilli, Lamaro,
ecc. venuti a
rubarci la storia.
(...) Poi, nel
luglio del '93 era
un sabato: mi sentii
chiamare per nome e
cognome, mentre
guardavo i libri
nella vetrina di
Theoria. E Telese
diventò
improvvisamente casa
mia.
Ma, sempre più
improvvisamente,
scomparvero gli
alberi e perfino i
fili d'erba; là
dove io immaginavo
un bel giardino
palustre col corso
d'acqua dallo strano
colore, i giochi per
i bambini, le
panchine per i
nonnini, le
paperelle e tutto il
resto... spuntarono
delle cose
strane che,
nonostante
l'umidità, stavolta
non erano funghi:
erano palafitte!
Sì, palafitte
e ancora
palafitte...
Palafitte vuote
tutt'intorno,
palafitte vuote
dappertutto...
Una favola irachena
che sembra fatta
apposta anche per
noi. Speriamo,
perché è a lieto
fine.
"(...) A che
serve la
potenza, quando è
sopraffazione? A che
servono opere
faraoniche da
mettere in mostra,
quando non c'è
libertà, non c'è
rispetto, quando non
si ascolta la voce
del passato e si fa
scempio del futuro?
Il mio
paese meriterebbe un
po' d'amore.»
Una vecchia canzone
sarda.
¿Sos tristos
corvos
a kie los lassas?
Pienos de tirrias
e malas trassas.
Ma i corvi
cattivi
dove li metti?
Pieni d'imbrogli
e affari scorretti.
Un invito a
partecipare
attivamente a
ViviTelese.
"(...) Sappiate
che è molto
importante disporre
di uno "strumento"
così potente, è una
marcia in più per la
democrazia;
di certo
ne
converranno anche
coloro che ne sono
il "bersaglio"
principale, i
nostri Amministratori.
Sarebbe più facile
governare una massa
informe di sudditi,
è vero, ma sarebbe
un lavoro degradante
sia per chi
governa, sia per chi
è governato. (...)"
(Cari
lettori diViviTelese)
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Valle
Telesina
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Per intervenire:
invia@vivitelese.it |
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