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12
giugno 2007 |
Telese, bisogno di democrazia |
Fulvio Del Deo |
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Ένα το χελιδόνι κι η άνοιξη
ακριβή
για να γυρίσει ο ήλιος θέλει
δουλειά πολλή
(Οδυσσέας Ελύτης)
«In molte parti del Sud Italia,
ancora non si ha una vera
coscienza democratica».
Questa stessa frase, pronunciata
da due persone diverse, in due
circostanze diverse, a distanza
di molti anni, ha suscitato in
me due reazioni molto diverse.
La prima volta, ero molto
giovane e a pronunciarla fu la
grande
Aliza. In quel caso, usai
tutti gli argomenti possibili e
immaginabili, nonché il mio
risentimento di terrone offeso,
per smontare le sue convinzioni,
reputandole frutto della puzza
sotto al naso di una ragazzona
straniera di buona famiglia.
Devo dire che anche lei si seppe
difendere egregiamente. Un vero
match: ashkenazì (lei) contro
parteno-sefardì (io). Un
combattimento comunque leale,
senza alcun colpo sotto la
cintura.
A distanza di molti anni, ho
ascoltato un frase più o meno
identica, pronunciata stavolta
da
Rosaria, del Sud come me, di
Napoli come me. Stavolta, però,
mi sono trovato perfettamente
d'accordo con lei: non solo è
diverso sentirselo dire da "una
di noi" e non da una straniera,
ma c'è anche da dire che
qualcosa è cambiato nel mio
punto di vista, in quanto
vivendo a Telese si è spostato
all'interno della
questione.
Succede qui
al Sud, che
chi dovrebbe
governare
una Regione,
una
Provincia, o
amministrare
un Comune,
da semplice
cittadino si
trasformi,
da un giorno
all'altro,
in monarca,
con tanto di
corte al
seguito e di
servitù.
Se si è fortunati, ci si imbatte in "re illuminati". Questi
ultimi sono
persone
istruite,
leali, e
spesso di
mentalità
più aperta
di quanto
non sia
quella dei
loro stessi
"sudditi".
Sono re che
cercano il
consenso
generale,
tentando di
accontentare
un po'
tutti,
compresi gli
elettori dei
loro
oppositori,
per
guadagnarne
la stima più
che il voto
futuro. Sono
persone che
si sentono
appagate
dalla
riconoscenza
che ne
ricevono.
Tipico
esempio di
"re" di
questo tipo
è stato il
sindaco
Pacelli di
San
Salvatore
Telesino.
Tipi così a me ricordano Abdallah di Giordania, monarca moderno
e colto,
capace di
governare
pacificamente
e con
saggezza un
popolo
notoriamente
irrequieto. |
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Re Abdallah
insieme a
sua moglie
Ranya e uno
dei sui
figli. |
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E' ammirevole il continuo
lavorio che compie sulla
coscienza dei suoi sudditi, per
educarli pian piano alla
democrazia. Notevole è anche il
peso politico di sua moglie
Ranya che si batte per
l'emancipazione delle donne in
tutti i paesi mussulmani.
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Saddam
Hussein
nell'era del
suo declino
s'era
lasciato
crescere la
barba. |
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Di
tutt'altro
tipo è il
"monarca"
che si monta
la testa e
si sente in
diritto di
fare di
tutto, senza
degnarsi di
ascoltare
mai la voce
dei suoi
"sudditi".
In genere si
tratta di
persone di
umili
origini,
spesso poco
istruite,
laureati di
prima
generazione
grazie a
salti
mortali e
sacrifici
compiuti dai
loro
genitori.
Questi sono
i più
pericolosi,
poiché
tendono a
indispettirsi
davanti a
qualsiasi
tipo di
critica e,
in
conseguenza
di ciò, il
più delle
volte
finiscono
per
commettere
degli errori
tremendi che
li portano
inesorabilmente
a concludere
la loro
carriera
nella
maniera più
miserabile.
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Esempio di questo tipo di
"monarchi" è stato Bertini,
sindaco di Marano di Napoli, il
quale, impuntandosi puerilmente
su banali questioni di
toponomastica che suscitarono lo
sconcerto generale
(l'eliminazione di Via dei
Caduti di Nassiria e la
successiva intitolazione di una
via a Yasser Arafat) decretò la
fine della sua carriera
politica. Personaggi di questo
tipo ricordano Saddam Hussein.
E il nostro
attuale
sindaco che
tipo è? chi
ci ricorda?
E' opinione diffusa che il Nostro sia un caso di "visconte
dimezzato".
Fra i
Telesini è
vulgata che
egli non
possa
prendere
decisioni di
sua sponte,
essendo ogni
suo gesto
soggetto al
vaglio del
"vero re".
Non so in
quali dosi
siano dosate
verità e
malignità in
siffatte
affermazioni,
ma tale è
vox populi
e, nel caso
fosse
veritiera
già al 50%,
ci sarebbe
ben poco da
stare
allegri,
essendo il
"vero re" in
questione
del secondo
tipo da me
menzionato,
ossia alla
Saddam
Hussein!
Personalmente, nel nostro reuccio solfureo ufficialmente in
carica non
riesco che a
scorgervi la
somiglianza
che propongo
qui a lato,
soprattutto
dopo averlo
visto in TV,
dove, con
faccia da
giocondo, ha
spudoratamente
approfittato
dello spazio
messogli
fiduciosamente
a
disposizione
da Don
Franco
Piazza per
farsi un po'
di maldestra
propaganda,
senza
curarsi
lontanamente
di far fare
una brutta
figura anche
al generoso
conduttore
della
trasmissione
che, almeno
per la sua
tonaca,
avrebbe
meritato un
tantino di
rispetto in
più, e
invece si è
visto costretto
a scusarsi
coi
telespettatori. |
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Il sindaco
Gennaro
Capasso in
un dipinto
di Leonardo
Da Vinci. |
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Care Aliza e Rosaria, avete
ragione, in molte parti del Sud
si è ancora molto
lontani dall'idea di cosa
sia una vera coscienza
democratica.
"Una è la rondine e la primavera
verrà / ma per far girare il
sole c'è bisogno di molto
lavoro",
così dicono i primi due versi
della canzone che ho citato in
alto. E' una famosissima canzone
della resistenza greca al regime
dei colonnelli. Quel regime
morì dopo soli 7 anni.
Fulvio Del Deo
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Valle
Telesina
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Per intervenire:
invia@vivitelese.it |
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