A Telese, negli ultimi anni è
avvenuto un vero e proprio
disastro ambientale. La
Legambiente ha sì e no detto una
parolina solo sulla sorte degli
alberi di Viale Minieri.
Intanto, diversi alberi di Viale
Minieri sono morti, a decine ne
sono stati tagliati un po'
dappertutto, a partire dalle
Terme Jacobelli e chissà se si
finirà mai...
E la Legambiente? Zitta e
muta... aveva altro a cui
pensare.
Fa niente se poi tutto il paese
sversa i suoi liquami in un
depuratore che non funziona o
direttamente nel fiume o nelle
falde... Fa niente se si
costruisce sull'acqua...
Legambiente non si abbassa a
pensare a queste inezie.
Legambiente si occupa di cose
mooolto più importanti, come combattere
il "pericolo micidiale degli
OGM".
C'è gente in Italia che è
stipendiata per fare ricerche
che tentino di dimostrare a
tutti i costi la dannosità degli
OGM.
Avete letto bene: fanno una
ricerca non per capire
se fanno male,
ma per
dimostrare che fanno male!
Ma, ditemi voi, dove s'è vista
mai una ricerca (degna di tale
nome!) che parta per partito
preso da una conclusione
prestabilita, da dimostrare a
tutti i costi, anche a costo di
arrampicarsi sui vetri???
Dove s'è vista? SOLO IN ITALIA !
L'Italia è quel paese
che spinge le menti pensanti a
fuggire all'estero.
E' quel paese che un tempo
mandava a morte Giordano Bruno,
condannava Galileo Gallilei
e oggi costringe a viaggi
in luoghi più civili per
un'inseminazione artificiale...
Fino a quando
l'Italia continuerà a battersi a
spada tratta contro il
progresso, in nome del
privilegio di lobby, del più
bieco oscurantismo, o nome delle
Sacre Scritture che in tal
modo profana?
Ok, è mo' andate pure a firmare,
prego:
http://www.vivitelese.it/00%20archivio%202007/vita%20sociale/Telese/Fasano%203.htm
Fulvio Del Deo
Era ora, l' Italia punta i piedi
il resto del mondo va avanti
Roma
«Per fortuna c`è l`Europa.
Questa decisione dimostra che
mentre l`Italia punta i piedi,
il resto del mondo va avanti».
Gilberto Corbellini, che insegna
storia della scienza
all`università La Sapienza, fa
parte del Comitato nazionale di
bioetica ed è copresidente
dell`associazione Luca Coscioni
per la libertà della ricerca
scientifica, plaude al via
libera di Bruxelles.Da dove
nasce la sua soddisfazione?
«L`Europa ha più buon senso di
noi. Ha speso 70 milioni di euro
delle nostre tasse e negli
scorsi 15 anni ha fatto tutte le
ricerche possibili per
dimostrare la sicurezza degli
ogm. Alla fine, come era logico,
li ha autorizzati». «La
sicurezza di questi prodotti è
stata quindi dimostrata?» "Si, è
stato osservato che i rischi di
queste coltivazioni sono
trascurabili sia per l`uomo che
per l`ambiente. Parliamo di
pericoli insignificanti se
paragonati alla maggior parte
delle attività che compiamo
quotidianamente, dall'andare in
macchina al respirare l`aria
inquinata delle nostre città».
L`Italia però non è sola nella
sua protesta. Anche la Francia
si è dettacontraria alla
decisione dell`Unione Europea.
«La Francia è un Paese
produttore di semi e ha
interessi economici da
difendere. A preoccuparmi di
più, per quanto riguarda il
nostro Paese, sono le posizioni
ideologiche e antiscientifiche
che si sono mobilitate per
osteggiare gli ogm. Andando
avanti così, l`Italia rischia di
finire sotto una cappa di
oscurantismo». Ora è stata
approvata la commercializzazione
di quattro ogm. Dobbiamo
attenderci anche la produzione
diretta? «Sono già molti gli
stati in Europa che non si
pongono problemi a coltivare ogm.
Attualmente, dal punto di vista
della legislazione, c`è il caos
più totale. Ben vengano delle
norme che portino un po` di
ordine, anche perché i prodotti
geneticamente modificati sono
quelli più sottoposti a
controlli e regolamentazioni. La
sicurezza del mais geneticamente
modificato è sotto certi aspetti
superiore a quella del mais
italiano».
(La Repubblica di Elena Dusi -
25 Ottobre, 2007)
Chi pagherà tutti i "no" agli
Ogm? Gilberto Corbellini e
Roberto Defez
L’Italia è un Paese strano. Chi
lo governa paga (poco) migliaia
di ricercatori per fare ricerca,
anche allo scopo di trarne
applicazioni di interesse
economico. Ma poi ignora
completamente i dati
scientifici. Anzi decide in
direzione opposta.
Da circa 10 anni gli scienziati
che fanno ricerca di qualità
internazionale sostengono che
gli Ogm sono sicuri sia dal
punto di vista della salute
umana sia dal punto di vista
dell’impatto
agronomico-ambientale. A
sostenere che gli Ogm
rappresentano una formidabile
opportunità e quindi vanno
studiati e che quelli già
dimostrati sicuri vanno
coltivati si sono schierate
l’Ue, la Fao, l’Onu, l’Oms,
l’Agenzia per la Sicurezza
Alimentare Europea e tutte le
più prestigiose accademie
scientifiche internazionali.
Inclusa la Pontificia Accademia
per le Scienze. Nella scelta
oscurantista di vietare lo
studio degli Ogm in pieno campo
l’Italia è isolata sia a livello
mondiale sia europeo.
L’aspetto paradossale è che la
discriminazione contro gli Ogm
viene praticata nel nome
dell’interesse economico e della
protezione della salute e
dell’ambiente. In realtà, la
censura danneggia economicamente
i consumatori e gli agricoltori,
a vantaggio della grande
distribuzione e dell’agricoltura
assistita, aumentando l’impatto
ambientale e i rischi per la
salute dei cittadini.
Infatti, costringe gli italiani
ad acquistare prodotti da
agricoltura biologica o lotta
integrata, aumentando di quasi
il 30% la spesa media
alimentare. Una stangata da 600
euro l’anno a nucleo familiare.
Inoltre, se si prende in esame
il caso del mais, si può
constatare che la scelta di non
coltivare il mais BT (cioè
trasformato con un gene
prelevato da un bacillo per
renderlo naturalmente resistente
ai parassiti) ha comportato
danni enormi agli agricoltori
italiani. In otto anni le
produzioni italiane medie per
ettaro di mais non hanno subito
alcun incremento, perché non vi
è stata innovazione. L’Italia
importa quantitativi sempre più
consistenti (tra pochi anni fino
a tre milioni di tonnellate di
mais, pari a 540 milioni di
euro) del mais che non riesce
più a produrre. Gli agricoltori
italiani oggi perdono il 12%
della produzione potenziale, che
convertita in resa di un campo
coltivato con mais si aggira sui
430 euro per ettaro. Insomma,
per la smania di protagonismo di
qualche politico, l’Italia
rinuncia ogni anno a oltre 600
milioni. Triste constatazione,
mentre va in scena la commedia
della Finanziaria!
Il lettore penserà: però ci
guadagnano la nostra salute e
l’ambiente. No! Perché il mais
tradizionale contiene una
quantità di tossine vegetali di
molto superiore, in alcuni casi
fino a 100 volte quelle
contenute nel mais Ogm. In
particolare fumonisine, che
causano tumori all’esofago
nell’uomo e possono indurre
malformazioni al sistema nervoso
centrale del feto di donne in
gravidanza. Le nuove norme
europee per la presenza delle
fumonisine (regolamento
1881/2006) prevedono che nei
cibi destinati all’infanzia il
contenuto di fumonisine debba
essere di 200ppb, ossia 20 volte
più basso della soglia
consentita per il mais non
lavorato. Il mais tradizionale,
confrontato nell’unico
esperimento italiano condotto in
pieno campo, ha un contenuto di
fumonisine pari a 6000. Ossia è
vietato al commercio. Con la
nuova normativa europea oltre il
50% di tutto il mais italiano
risulterà fuorilegge. Quello
Ogm, con 60ppb di fumonisine, è
buono anche per i bambini. A
peggiorare le cose, da un punto
di vista ambientale, sul mais BT
non si devono usare pesticidi,
mentre sono indispensabili sul
mais tradizionale.
Il governo e il Parlamento hanno
il dovere di mettere gli
agricoltori italiani, che
desiderano sperimentare gli Ogm
sui terreni di loro proprietà
(rispettando la Direttiva
europea 556/2003), nelle
condizioni di farlo. Nonché di
erogare fondi competitivi per la
ricerca pubblica in modo da
studiare a fondo l'impatto degli
Ogm in pieno campo sui suoli
italiani, restituendo alla
ricerca, anche nel nostro Paese,
quel ruolo di alta consulenza
che svolge in tutti gli Stati
sviluppati.
(la Stampa - 17 ottobre 2007)
Fulvio Del Deo
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