1 settembre 2007
Politica, la dittatura degli imbecilli
Gino Di Vico

 

 

La dittatura degli imbecilli.

Se c’è una cosa che sopporto malamente e che trovo insopportabile nei politici è l’idea di essere sempre nati  ieri, per cui come parvenues alla politica essi non si riconoscono nessuna colpa  e possono parlare liberamente di tutto e tutti con una tale innocenza di chi in fondo non ha mai partecipato alle decisioni che hanno governato il paese, riconoscendo le colpe di ritardi sociali, culturali ed economici sempre e comunque agli altri: ma a chi?

Se i processi sociali, culturali ed economici nascono e vivono da soli senza essere determinati o almeno guidati o quantomeno regolati da progetti di società disegnati dalla politica allora quale rimane la funzione dei politici? Perché non lasciare tutto ad un autodeterminismo sociale che si autogoverna, muore e si rinnova come l’araba fenice e si alimenta nel brodo di coltura di una indistinta umanità?

 Eppure, continuamente, i politici si arrogano il diritto di governare i processi  come loro specializzazione principale!

La riflessione più immediata che mi viene da fare di fronte all’overdose di politica e politicanti che questi ultimi giorni affolla la piazza telesina è che si tratta di un pensiero debole, incapace prima di leggere ed interpretare i processi sociali e poi di camminare vicino alla gente, capaci di elaborare spezzoni di politica ma mai un progetto di società.

Quale pensiero forte possono esprimere formazioni che si autoalimentano fondendosi continuamente, spostandosi da destra a sinistra, cambiandosi casacca; è pur vero che alcuni dicono che le ideologie sono morte e che nessuno più ragioni in termini ideologici ma credo che non siano morte anche le idee, altrimenti sarebbe la fine di qualsiasi sogno, di qualsiasi ambizione di futuro migliore.

Ho raggiunto un’età in cui la memoria storica mi permette di fare analisi e sintesi sulla storia politica di questo paese e di ricordare come le classi dirigenti di oggi siano le stesse di ieri e chi non era precisamente in prima linea cresceva alle spalle di molti politici, alcuni ancora oggi attivi, e quindi per questo non può non sentirsi responsabile del fatto che aldilà delle belle parole, abbiamo: un debito pubblico spaventoso, siamo sati superati in pochi anni dalla Spagna, dalla Grecia, dalla FINLANDIA, dalla IRLANDA; che il Sud è tutt’oggi nelle mani della malavita che frena lo sviluppo sociale ed economico; che per il futuro dei nostri figli c’è, forse, solo lavoro precario e soprattutto al Nord del paese, per non parlare di scuola, università, infrastrutture, sanità e tant’altro.

Allora non vedo cosa c’è di tanto plaudente nelle folle che accorrono in massa ad osannare il Cristo e l’Anticristo , certe pratiche plebiscitarie generano mostri a cui il successo finisce per dare alla testa creando capi che credono per questo di avere sempre ragione.

 

Gino di Vico  

 

 

 

     

 Valle Telesina


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