La dittatura
degli imbecilli.
Se c’è una cosa
che sopporto malamente e che trovo
insopportabile nei politici è l’idea di essere
sempre nati ieri, per cui come parvenues alla
politica essi non si riconoscono nessuna colpa
e possono parlare liberamente di tutto e tutti
con una tale innocenza di chi in fondo non ha
mai partecipato alle decisioni che hanno
governato il paese, riconoscendo le colpe di
ritardi sociali, culturali ed economici sempre e
comunque agli altri: ma a chi?
Se i processi
sociali, culturali ed economici nascono e vivono
da soli senza essere determinati o almeno
guidati o quantomeno regolati da progetti di
società disegnati dalla politica allora quale
rimane la funzione dei politici? Perché non
lasciare tutto ad un autodeterminismo sociale
che si autogoverna, muore e si rinnova come
l’araba fenice e si alimenta nel brodo di
coltura di una indistinta umanità?
Eppure,
continuamente, i politici si arrogano il diritto
di governare i processi come loro
specializzazione principale!
La riflessione
più immediata che mi viene da fare di fronte
all’overdose di politica e politicanti che
questi ultimi giorni affolla la piazza telesina
è che si tratta di un pensiero debole, incapace
prima di leggere ed interpretare i processi
sociali e poi di camminare vicino alla gente,
capaci di elaborare spezzoni di politica ma mai
un progetto di società.
Quale pensiero
forte possono esprimere formazioni che si
autoalimentano fondendosi continuamente,
spostandosi da destra a sinistra, cambiandosi
casacca; è pur vero che alcuni dicono che le
ideologie sono morte e che nessuno più ragioni
in termini ideologici ma credo che non siano
morte anche le idee, altrimenti sarebbe la fine
di qualsiasi sogno, di qualsiasi ambizione di
futuro migliore.
Ho raggiunto
un’età in cui la memoria storica mi permette di
fare analisi e sintesi sulla storia politica di
questo paese e di ricordare come le classi
dirigenti di oggi siano le stesse di ieri e chi
non era precisamente in prima linea cresceva
alle spalle di molti politici, alcuni ancora
oggi attivi, e quindi per questo non può non
sentirsi responsabile del fatto che aldilà delle
belle parole, abbiamo: un debito pubblico
spaventoso, siamo sati superati in pochi anni
dalla Spagna, dalla Grecia, dalla FINLANDIA,
dalla IRLANDA; che il Sud è tutt’oggi nelle mani
della malavita che frena lo sviluppo sociale ed
economico; che per il futuro dei nostri figli
c’è, forse, solo lavoro precario e soprattutto
al Nord del paese, per non parlare di scuola,
università, infrastrutture, sanità e tant’altro.
Allora non vedo
cosa c’è di tanto plaudente nelle folle che
accorrono in massa ad osannare il Cristo e
l’Anticristo , certe pratiche
plebiscitarie generano mostri a cui il successo
finisce per dare alla testa creando capi che
credono per questo di avere sempre ragione.
Gino di Vico
|