Caro Gianluca,
non mi addentrerò troppo negli argomenti, e le denunce, citati nella tua lettera, anche se li trovo significativi nei
contenuti. Che sono lo specchio della tua fede politica, e del tuo modo di essere e di sentire le problematiche che ci assillano in questo momento storico. Prima di proseguire mi chiedo che cosa accomuni due individui distanti
tra loro per età, formazione scolastica e culturale e diversa formazione politica. Che cosa? Forse perché gli estremi si toccano, forse la condivisione delle stesse battaglie per migliorare la qualità della vita, almeno ai
nostri ragazzi, scolari e studenti, nel proprio coin, o soprattutto la RECIPROCA ONESTA’ INTELLETTUALE? Cos’è più facile, cercare i se o i ma o dire papale papale, come ha fatto il Presidente Bertinotti:
“LA SINISTRA HA FALLITO”. Oppure: “Berlusconi è un animale politico”….Ora, per non smentire il mio sapere libresco citerò un passaggio, che credo illuminante per ciò che dirò poi, da un libro di John Dickie “ COSA
NOSTRA, STORIA DELLA MAFIA SICILIANA” – Capitolo – Corruzione nelle alte sfere – 1890-1904.
“Don Raffaele Palizzolo usava ricevere i postulanti la mattina nella sua casa
palermitana a palazzo Villarosa in via Ruggiero Settimo. Arrivavano portando fiori o altri doni mentre lui se ne stava a letto, seduto con una coperta sulle spalle. (forse soffriva di
torcicollo,… n.d.r.) C’era chi cercava un posto al comune. Ma non mancavano i magistrati e i poliziotti che aspiravano a un trasferimento, a una promozione, a un aumento
di stipendio. O si trattava di persone con una cattiva reputazione che avevano bisogno di un porto d’armi o di protezione contro le vessazioni della polizia; di consiglieri comunali in cerca di
posizione influente in una commissione o un comitato; di studenti liceali o universitari con il problema di farsi cancellare dei brutti voti che minacciavano la loro carriera scolastica…”
“ Lo stile delle udienze mattutine di di Palizzolo,che accompagnarono tutta la sua quarantennale carriera politica, era
improntato a una peculiare sfrontatezza. Ma in questo tipo di potere clientelare e di costruzione di clientele politiche non c’è niente di esclusivamente mafioso, e neppure di
esclusivamente siciliano. Gli stessi meccanismi di fondo sono tuttora osservabili in molte parti d’Italia, per tacere di altri paesi in giro per il mondo. C’è uno scambio di voti
contro favori: uomini politici e funzionari dello Stato si appropriano di risorse pubbliche – posti di lavoro, appalti, licenze, pensioni, sussidi – e le reinvestono privatamente nelle
loro reti di sostegno o clientele personali… potere clientelare, la costruzione di clientele e la corruzione non sono la stessa cosa della mafia. In effetti,
la mafia non sarebbe mai nata se uno STATO MODERNO NON AVESSE QUANTO MENO TENTATO, SIA PURE MALDESTRAMENTE, DI IMPORRE IN SICILIA IL DOMINIO DELLA LEGGE… .” |
Caro Gianluca, nel libro del Dickie non manca l’affermazione che ‘ndrangheta, sacra corona unita e camorra sono speculari alla mafia, e ciò porta ad una considerazione: comunque lo si
voglia giudicare il Fascismo riuscì ad annichilire le varie consorterie mafiose, CIO’ CHE NON HANNO FATTO SESSANTA GOVERNI SUCCEDUTISI NELL’ITALIA REPUBBLICANA: perché? Perché il sedicente sistema democratico italiano, sia prima
della caduta del muro di Berlino che dopo, non ha smesso di colludere con la criminalità organizzata per avere aiuto nel convogliare consenso elettorale. Nessun partito si salva dal gozzoviglio, e quando si accapigliano e si accusano di
questo e di quello è puro spettacolo. La sola guerra vera fra i partiti italiani è quella che si disputa per accaparrarsi il potere, alla faccia del popolo sovrano.
Io chiedo a me e a te: quanti don Palizzolo esistono ancora in giro per il nostro Paese o nella nostra Provincia: c’è qualcuno che è stato eletto con cinquecentomila voti e dopo un
anno a mezzo di governo brandisce: attenti a quel che fate: IO HO UN MILIONE DI VOTI!. Perbacco, verrebbe da dire: COME AVRESTI FATTO A RADDOPPIARE I VOTI? Dillo anche a noi…
Però vorrei dire cose più serie. Censis: “Società italiana 2007 poltiglia di massa”. New York Times: “ Gli italiani sono tristi”. A mio modestissimo avviso, Gianluca, lo sfascio
della società italiana è iniziata con il “glorioso ‘68” Quando un movimento pararivoluzionario sostenuto dai giovani e da qualche cattivo maestro si mise in testa di abbattere lo stato borghese e i suoi valori: Dio, Patria e
Famiglia? Ok, via Dio, Patria e Famiglia. Qualcuno sommessamente domandò: bene, con che li sostituiamo questi valori? Cioè… era l’epoca dei “cioè”…e di …”dobbiamo portare avanti il discorso…” I guerriglieri di papà
vestiti alla Fidel Castro urlavano nei megafoni il loro sostegno a Mao sventolando il di lui libretto rosso, a Ho Chi Minh, il generale eroe della Corea del Nord, condite delle maledizioni Yankee go home… per non parlare
delle femministe più accese che marciavano in cortei, gridando “ la fica è mia e ne faccio quel che voglio…” Si andò a finire nella Strategia della Tensione, la Lotta Armata, le stragi di stato…
Gianluca, scusa questo vecchio brontolone: una volta lessi su una tua maglietta: “Dio è morto, Marx è morto ed io non mi sento troppo bene”. Appunto: i guerriglieri del ’68 la
rivoluzione non la fecero, successivamente non la fece Mani Pulite, lo stato borghese si è rafforzato sulla “poltiglia degli italiani” ed in giro i tanti “Palizzolo” impazzano più che mai.
Ti saluto caramente con l’augurio che tu abbia tanta fortuna.
Ezio Esposito |