Signora,
allo struggente pathos di una mamma in pena che
si mette sotto accusa perchè il figlio o la
figlia, frutto di una generazione che "avrebbe
potuto" anche commettere delle imperdonabili
defezioni, dovute a tante motivazioni, si può
rispondere ponendo delle domande:
1-
gli alunni di oggi e i genitori cosa vogliono
dalla scuola?
2-
i discenti di un Liceo Scientifico hanno la
piena responsabilità delle loro azioni? Sentono
ancora la responsabilità dell'educere, del
sacrificio che comporta lo studio?
3-
gli adolescenti si vedono più esternamente che
interiormente nel senso che essi vivono più la
loro corporeità esterna che il loro corpo come
involucro di valori etici, morali, civili?
4-
i giovani sentono, percepiscono quel rispetto
verso le Istituzioni e la convivenza civile?
5-
tutto il mondo giovanile ama la cittadinanza
attiva?
Leggiadra signora, risponda a queste domande,
magari, con suo figlio o sua figlia e, forse, si
accorgerà che le verranno tanti dubbi.
Secondo chi scrive, la scuola deve essere una
grande, seria ed efficace cellula educante in
cui la famiglia dialogante gioca un ruolo
importantissimo: insegnare il rispetto verso gli
altri, osservare l'orario di lezioni e se vi
fosse o sorgesse qualche problema discuterne con
gli organi competenti.
Bisognerebbe che si apprendesse la tecnica del
PEER TO PEER e io aggiungerei EDUCATION.
Ci
lamentiamo di tutto e di tutti e con molto
permissivismo - oggi non si applica più la
pedagogia del no - con il dare tutto, abbiamo
creato degli insoddisfatti, dei paurosi,degli
illogici e degli irrispettosi. Si risponderà:"
ma...è la società di oggi". Scusa più grossa per
nascondere i propri fallimenti.
Come cittadino e come studioso di cose i scuola
mi permetto di indicare la lettura di Platone,
Aristotele, Pitagora, Chateaubriand, Crepet,
Wilkings, Renzo Titone, Popper, J.J. Rousseau ed
altri per rendersi conto che bisogna agire
criticamente nella conduzione della difficile
arte dell'educazione e, per i docenti, di
impiegare con tutto l'amore dovuto, il tempo a
loro assegnato ad un buon insegnamento delle
discipline, della transdisciplinarietà e della
convivenza civile.
I
mestieri più difficilI sono quelli di fare il
BUON GENITORE e il BUON INSEGNANTE.
Con cordialità
A.R. Mongillo
Dirigente Scolastico
dell'Istituto Comprensivo J.F.Kennedy
Cusano Mutri
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