Sono pienamente d’accordo con quanto scritto da
Giovanni Forgione nel suo articolo del 12
novembre, “ La casta e i cittadini “, in cui
denuncia la degenerazione della politica e il
suo arroccamento su posizioni di privilegio e di
arroganza. La vicenda del Mulino/Liceo è solo un
esempio tra tanti della inadeguatezza della
nostra classe politica, incapace di programmare
seriamente lo sviluppo dei nostri territori
nell’interesse di tutti e non solo di pochi, nel
rispetto delle vocazioni territoriali e dei
bisogni delle persone.
La
volontà di destinare a sede del Liceo di Telese
un ex mulino fatiscente, ubicato su un corso
d’acqua, su una strada molto trafficata con
marciapiedi quasi inesistenti, vicino ad una
centrale Enel, senza vie di fuga, per citare
solo alcuni dei problemi che presenta, ha
dell’incredibile. E’ così evidente la sua
improponibilità che si stenta a credere che vi
siano amministratori, eletti dai cittadini per
attuare le politiche necessarie a garantire lo
sviluppo e il benessere delle loro comunità,
capaci di proporre una tale assurdità, e di
difenderla senza provare nessuna vergogna. Solo
una classe politica divenuta casta, lontana e
indifferente alle esigenze e ai diritti delle
persone che amministra, può pensare di proporre
qualcosa di così indecente, sicura di far
prevalere la propria volontà e di non subirne le
conseguenze.
Ciò che non vedo, a differenza di Giovanni, è la
reazione dei cittadini contro un sistema lesivo
dei loro diritti. E questo perché, soprattutto
qui al sud, oltre al mancato sviluppo, alla
mancanza di servizi, ai disservizi, all’assenza
di prospettive, ciò che il sistema della casta
ha causato è il degrado sociale e
l’annientamento delle coscienze che garantiscono
un’accettazione passiva del malgoverno,
percepito come un danno, ma subìto come
inevitabile perché non è possibile, o non
conviene, fare niente contro un tale sistema.
Allora, il problema dell’inadeguatezza
dell’attuale sede del Liceo, e della soluzione
persino peggiore del mulino, diventa un problema
irrisolvibile contro cui è inutile lottare,
tanto a decidere sono poteri forti contro cui
nulla si può! Anzi, chi dovrebbe protestare, e
inchiodare alle proprie responsabilità politici
che nulla hanno fatto in tanti anni per dare una
soluzione dignitosa ad un liceo importante e
strategico per tutti i Comuni della Valle
telesina, preferisce stare zitto per non urtare
i potenti e difendere il proprio “ orticello “.
L’orticello, nel nostro caso, è mantenere a
tutti i costi la sede del Liceo, anche se in
condizioni da terzo mondo, nel Comune di Telese,
per la falsa convinzione che la sede a Telese
attragga più iscrizioni e quindi garantisca la
conservazione di un “ posto “ comodo.
Non importa che l’Amministrazione di Telese non
abbia mai cercato di risolvere il problema,
lasciandolo aggravare fino all’inverosimile. Non
importa che la Provincia niente abbia fatto per
risolvere un problema fondamentale nascondendosi
dietro la mancanza di soldi, o la comoda
possibilità di scaricare su altri le proprie
colpe. Una Provincia che non si è minimamente
preoccupata di garantire condizioni ottimali di
lavoro e di studio ad una parte notevole di
cittadini, ma che si vanta di essere
tecnologicamente avanzata, inserita in un
circuito internazionale per incentivare
l’innovazione e le soluzioni tecnologiche più
avanzate per il monitoraggio dell’ambiente,
dovrebbe essere messa di fronte alle sue
responsabilità, non agevolata nel perseguimento
di scelte scellerate.
Come giustamente ricorda Giovanni, Benevento è
la penultima città in Italia per vivibilità,
indice di scelte sbagliate di cui si dovrebbe
chiedere conto ai nostri “ illuminati “politici.
Invece, la difesa dell’orticello, ha fatto sì
che l’opposizione ad una proposta così
irragionevole sia stata portata avanti solo
dagli studenti, spesso ostacolati, criticati,
accusati dai docenti di essere strumentalizzati,
di non tener conto del fatto che il mulino sia
l’unica soluzione possibile, di non capire il
rischio dello spostamento di alcune classi in un
altro comune, e che, invece, dovrebbero lottare
per andare al mulino! Ho sentito docenti
addirittura dire che gli studenti vogliono stare
a Telese per poter camminare su Viale Minieri,
andare per negozi o in qualche locale popolare
tra i giovani. Non credo che l’attrazione di una
scuola si debba basare su ciò che offre il posto
in cui è situata. La scuola attrae quando crea
condizioni ottimali per l’apprendimento, per la
crescita e lo sviluppo dell’autonomia degli
studenti.
In
un mondo globalizzato, con continue
delocalizzazioni, con infinite possibilità di
comunicazione a distanza, ciò che si fa passare
tra i giovani è il più bieco localismo e la
necessità di rassegnarsi passivamente al gioco
dei potenti. Come si dovrebbero rendere i
giovani consapevoli dei problemi della
globalizzazione e delle ingiustizie causate da
un modello di sviluppo basato sul profitto, così
si dovrebbero aiutare i giovani a leggere la
propria realtà e a reclamare i propri diritti,
ad indignarsi di fronte a scelte poco chiare e
che negano il diritto alla partecipazione e a
condizioni di vita dignitose. E tutto ciò per
non disturbare la casta e distoglierla dalla
cura dei propri interessi personali.
E’
possibile accusare chi si oppone al mulino di
fare politica strumentale, ma non è possibile
accusare di fare politica chi difende scelte
dettate da puri interessi personali. E’ vero che
alcuni si oppongono, ma la maggioranza della
gente non prende posizione, nascondendosi dietro
la cinica osservazione che così va il mondo, che
se i politici hanno deciso una cosa la faranno
perché comandano loro.
Il
problema, allora, è come modificare questo
atteggiamento di rassegnazione e di
indifferenza, da
“
io speriamo che me la cavo “, frutto della
degenerazione del nostro sistema politico, e che
ha causato l’allontanamento dalla politica
attiva di tanti cittadini e di tantissimi
giovani, delusi dalla deriva della politica
verso l’affarismo e la corruzione.
Nota positiva: vedo con piacere il rinnovato
impegno del Comitato genitori, e spero che sia
l’inizio di una nuova fase di lotta contro
politiche scellerate e dannose per la qualità
della vita nei nostri territori. E spero che sia
da stimolo per un ritorno alla politica attiva
dei cittadini e dei giovani, per affermare il
loro diritto a partecipare alle scelte che li
riguardano, ad essere ascoltati , e non solo
usati e manipolati dalla casta quando utili per
perseguire i suoi fini.
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