Per conoscere
tutti i particolari sull’ormai famoso
termovalorizzatore telesino, è preferibile
acquistare i giornali di Bergamo. I giornalisti
bergamaschi conoscono alla perfezione il nostro
territorio, ci spiegano con dovizia di
particolari, ad esempio, dove hanno inizio i
confini del Comune di Amorosi e dove terminano i
confini di Puglianello, dove si trova
esattamente la località “S. Mennitto”, che molti
tra noi non ancora hanno individuato con
precisione.
Sui giornali del
beneventano invece, si potranno trovare soltanto
frasi rassicuranti di questo tipo: “La
centrale, realizzata con tutti gli accorgimenti
tecnologici, può e deve diventare una risorsa
per i territori che la ospiteranno“,
comunicato stampa di Ekoclub International,
Circolo di Benevento, del 2 Agosto 2007; oppure
: “Il gruppo ha sviluppato una visione
positiva incentrata su uno sviluppo del
territorio… nonché… dello sviluppo dell’area,
inteso come valorizzazione dei connotati
e delle vocazioni culturali”, dal PEA,
promosso dalla Provincia di Benevento.
Sono tutte
affermazioni sostanzialmente prive di qualunque
fondamento ma, evidentemente, vengono ritenute
necessarie, onde preparare psicologicamente la
popolazione ad accettare passivamente un dramma
collettivo che trasformerà, a breve, questa
Valle, un tempo considerata un territorio
lussureggiante, denso di attrattive, in una vera
e propria Valle di lacrime.
Se si continua
poi a sfogliare la stampa bergamasca, si
riuscirà anche a capire finalmente come è nata
tutta questa faccenda. Si scoprirà che le
numerose aziende operanti in quella zona hanno
bisogno di grande quantitativo di energia a
basso costo. Che il basso costo si realizza solo
al Sud ed in particolare in Campania, unica
Regione che offre anche notevoli contributi,
soprattutto per opere che dovranno arrecare
fastidi alle popolazioni locali (vedi il caso
recente della sovvenzione regionale in favore
del progetto “Estate al villaggio” nelle terme
di Telese, che ha prodotto un vero e proprio
esodo non solo dal Parco termale, ma dalla
stessa cittadina telesina che, negli ultimi
week-end di Sabato 28, Domenica 29 Luglio, 4-5
Agosto, 11-12 Agosto, appariva letteralmente
deserta).
Leggendo ancora i
giornali si scoprirà che la Società Vocem, la
quale compare in tutti i documenti e i delicati
passaggi del mega progetto ed era ritenuta,
probabilmente da qualcuno, la consociata di
qualche famoso gruppo industriale europeo, non è
altro che la ditta Vozza cementi (Vo-cem), la
quale tratta calce e cemento ed opera tra
Marcianise e Casagiove, due località
particolarmente chic del casertano, e che,
avendo fiutato l’affare plurimiliardario, decide
ad un certo punto di venire a collocare il
“mostro” proprio in casa nostra.
Il resto
dell’operazione si snoda senza intoppi e si
esaurisce facilmente, mediante strette di mano
ed incontri amichevoli tra i due Presidenti
delle Province interessate, ed una serie di
firme ed approvazioni da parte dei funzionari
“responsabili”. Nel clima di grande cordialità
instaurato, per il quale ci si aspetta
addirittura un plauso da parte delle popolazioni
telesine, le quali ricaveranno “vantaggi
incalcolabili” da questa operazione che si
potrebbe definire “storica”, vengono
opportunamente taciuti, da parte degli
organizzatori, alcuni particolari ritenuti di
poco conto: che l’impianto servirà soprattutto
per la combustione dei materiali cosiddetti CDR,
cioè i derivati dei rifiuti urbani e quindi i
più dannosi per la salute, che i rischi per le
persone sono molteplici, che si verificheranno
grosse immissioni di gas nocivi nell’atmosfera,
e danni incalcolabili all’ambiente.
Ci sarebbe a
questo punto solo da osservare che, in questo
mega progetto plurimiliardario, preposto
all’incenerimento di enormi quantità di rifiuti,
sarebbe stato quantomeno opportuno, con una
modica spesa, prevedere anche la costruzione di
un reparto oncologico nella zona interessata,
onde far fronte ai casi di malattie tumorali
che, come affermano gli esperti, aumenteranno in
maniera esponenziale.
Nel frattempo, ad
aggravare ancora di più lo stato d’animo e le
coscienze già turbate, si viene a sapere – è una
notizia dell’ultima ora - che tonnellate di
ecoballe sono state accumulate illegalmente nel
Comune di Fragneto Monforte, per cui il Sindaco
ha dovuto richiedere l’intervento della
magistratura. Altre centinaia di tonnellate
risultano già depositate nel vicino Comune di
Casalduni.
La notizia
conferma ciò che già da tempo la gente temeva, e
cioè che è in atto una vera e propria offensiva
verso tutti i Comuni del beneventano, diretta da
un lato a scaricare quantitativi enormi di
ecoballe, dall’altro a bruciare rifiuti tossici
mediante una dislocazione “selvaggia” di
inceneritori.
Tuttavia, in
tutto questo dramma che da mesi ormai turba
l’opinione pubblica, ci sono ancora dei politici
locali, i quali tentano di convincerci del
contrario.
A costoro noi
diciamo semplicemente: “Per favore, andate a
raccontarle da qualche altra parte, le vostre
eco-BALLE!”.
Nicola Pacelli
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