13 agosto 2007
Biomasse nella valle di lacrime
Nicola Pacelli

 

 

Per conoscere tutti i particolari sull’ormai famoso termovalorizzatore telesino, è preferibile acquistare i giornali di Bergamo. I giornalisti bergamaschi conoscono alla perfezione il nostro territorio, ci spiegano con dovizia di particolari, ad esempio, dove hanno inizio i confini del Comune di Amorosi e dove terminano i confini di Puglianello, dove si trova esattamente la località “S. Mennitto”, che molti tra noi non ancora hanno individuato con precisione.

 

Sui giornali del beneventano invece, si potranno trovare soltanto frasi rassicuranti di questo tipo: “La centrale, realizzata con tutti gli accorgimenti tecnologici, può e deve diventare una risorsa per i territori che la ospiteranno“, comunicato stampa di Ekoclub International, Circolo di Benevento, del 2 Agosto 2007; oppure : “Il gruppo ha sviluppato una visione positiva incentrata su uno sviluppo del territorio…  nonché…  dello sviluppo dell’area, inteso come valorizzazione dei connotati e delle vocazioni culturali”, dal PEA, promosso dalla Provincia di Benevento.

 

Sono tutte affermazioni sostanzialmente prive di qualunque fondamento ma, evidentemente, vengono ritenute necessarie, onde preparare psicologicamente la popolazione ad accettare passivamente un dramma collettivo che trasformerà, a breve, questa Valle, un tempo considerata un territorio lussureggiante, denso di attrattive, in una vera e propria Valle di lacrime.

 

Se si continua poi a sfogliare la stampa bergamasca, si riuscirà anche a capire finalmente come è nata tutta questa faccenda. Si scoprirà che le numerose aziende operanti in quella zona hanno bisogno di grande quantitativo di energia a basso costo. Che il basso costo si realizza solo al Sud ed in particolare in Campania, unica Regione che offre anche notevoli contributi, soprattutto per opere che dovranno arrecare fastidi alle popolazioni locali (vedi il caso recente della sovvenzione regionale in favore del progetto “Estate al villaggio” nelle terme di Telese, che ha prodotto un vero e proprio esodo non solo dal Parco termale, ma dalla stessa cittadina telesina che, negli ultimi week-end di Sabato 28, Domenica 29 Luglio, 4-5 Agosto, 11-12 Agosto, appariva letteralmente deserta).

 

Leggendo ancora i giornali si scoprirà che la Società Vocem, la quale compare in tutti i documenti e i delicati passaggi del mega progetto ed era ritenuta, probabilmente da qualcuno, la consociata di qualche famoso gruppo industriale europeo, non è altro che la ditta Vozza cementi  (Vo-cem), la quale tratta calce e cemento ed opera tra Marcianise e Casagiove, due località particolarmente chic del casertano, e che, avendo fiutato l’affare plurimiliardario, decide ad un certo punto di venire a collocare il “mostro” proprio in casa nostra.

 

Il resto dell’operazione si snoda senza intoppi e si esaurisce facilmente, mediante strette di mano ed incontri amichevoli tra i due Presidenti delle Province interessate, ed una serie di firme ed approvazioni da parte dei funzionari “responsabili”. Nel clima di grande cordialità instaurato, per il quale ci si aspetta addirittura un plauso da parte delle popolazioni telesine, le quali ricaveranno “vantaggi  incalcolabili” da questa operazione che si potrebbe definire “storica”, vengono opportunamente taciuti, da parte degli organizzatori, alcuni particolari ritenuti di poco conto: che l’impianto servirà soprattutto per la combustione dei materiali cosiddetti CDR, cioè i derivati dei rifiuti urbani e quindi i più dannosi per la salute, che i rischi per le persone sono molteplici, che si verificheranno grosse immissioni di gas nocivi nell’atmosfera, e danni incalcolabili all’ambiente.

 

Ci sarebbe a questo punto solo da osservare che, in questo mega progetto plurimiliardario, preposto all’incenerimento di enormi quantità di rifiuti, sarebbe stato quantomeno opportuno, con una modica spesa, prevedere anche la costruzione di un reparto oncologico nella zona interessata, onde far fronte ai casi di malattie tumorali che, come affermano gli esperti, aumenteranno in maniera esponenziale.

 

Nel frattempo, ad aggravare ancora di più lo stato d’animo e le coscienze già turbate, si viene a sapere – è una notizia dell’ultima ora - che  tonnellate di ecoballe sono state accumulate illegalmente nel Comune di Fragneto Monforte, per cui il Sindaco ha dovuto richiedere l’intervento della magistratura. Altre centinaia di tonnellate risultano già depositate nel vicino Comune di Casalduni.

 

La notizia conferma ciò che già da tempo la gente temeva, e cioè che è in atto una vera e propria offensiva verso tutti i Comuni del beneventano, diretta da un lato a scaricare quantitativi enormi di ecoballe, dall’altro a bruciare rifiuti tossici mediante una dislocazione “selvaggia” di inceneritori.

 

Tuttavia, in tutto questo dramma che da mesi ormai turba l’opinione pubblica, ci sono ancora dei politici locali, i quali tentano di convincerci del contrario.

 

A costoro noi diciamo semplicemente: “Per favore, andate a raccontarle da qualche altra parte, le vostre eco-BALLE!”.

 

 

               Nicola Pacelli

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


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