Caro fitti, grande distribuzione e strisce blu:
le cause della crisi del commercio
Assediati dalla grande distribuzione, sempre più
miope che continua a clonare se stessa
all’infinito, dal caro affitti, dalle politiche
comunali e dalle tasse: la rete dei piccoli
negozi, sempre più in sofferenza, non riuscendo
a tenere il passo getta la spugna.
Una girandola di piccole e nuove attività che
aprono e chiudono nel giro di giorni, settimane
o pochi mesi: non sfugge a questa dinamica
generalizzata il comune di Telese Terme, per
molti negozianti venuti da lontano, miraggio di
possibili successi e guadagni rivelatosi, come
tutti i miraggi effimero ed illusorio.
Locali che aprono e richiudono con le scadenze
di fine mese quando i soldi in cassa bastano a
mala pena per tornarsene al paesello natio
abbandonando le luci della "città": sotto accusa
soprattutto il caro affitti con locali che
arrivano a costare per dimensione ed ubicazione
dai 500 euro ai 2000/3000 euro di pigione.
Nella classifica delle cause e concause sempre
più forze politiche di opposizione e
commercianti puntano il dito sull’eccessiva
espansione delle strisce blu (sosta a pagamento)
che finiscono per scoraggiare di fatto gli
avventori che preferiscono dirottarsi nei centri
commerciali dove non avvertono l’assillo della
mannaia pecuniara.
Centri commerciali sempre più grandi e
competitivi in continua crescita e che si
caratterizzano per essere sempre più luoghi di
svago affiancando all’offerta commerciale
attività ludiche e ricreative di forte richiamo.
Almeno una ventina le attività aperte e
malamente chiuse nel solo ultimo anno e molte,
in sofferenza, sul punto di dismettere a breve
con evidenti ricadute su quanti, soprattutto
giovani, pensavano di poter risolvere almeno in
parte la fame di lavoro che assilla le plebi
meridionali.
Resistono
i negozi più “antichi” che si affidano a
prodotti collaudati ed ad una clientela
acquisita, anche loro però pronti a tirar fuori
un nutrito quaderno di dolenze che chiama in
causa soprattutto gli enti istituzionali piccoli
e grandi rei di politiche, a loro dire, lontane
dei veri interessi delle strategie commerciali.
Una guerra di posizioni dove in mezzo c’è il
povero avventore, sempre più squattrinato, in
corsa perenne per far quadrare i conti.
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