1 marzo 2007
Telese, congresso PRC: polemico Di Mezza
Sannio Quotidiano     28-02-2007

 

 

L’accusa: «Anche se l’assemblea fosse legittima ci sono diverse misure che sono prive di efficacia»

Celebrato il congresso del circolo ‘Vera Lombardi’ del Partito della Rifondazione Comunista: le polemiche si fanno sempre più arroventate. All’indomani dell’appuntamento congressuale, che ha sancito l’elezione di Gianluca Aceto a segretario del partito, si alza forte la protesta del gruppo che fa riferimento ad Eduardo Di Mezza e Gianluca Serafini. La protesta giunge attraverso la voce di Eduardo Di Mezza che sottolinea subito: “Continuiamo a contestare e considerare illegittima l’assemblea. Gli atti deliberati sono privi di efficacia…”. Va ancora aggiunto, come già annunciato in precedenza, che questo gruppo ha già chiamato in causa sulla questione gli organi nazionali del partito. “Ammesso che il congresso fosse legittimo – sottolinea ancora Di Mezza – ci sono alcuni atti che vanno assolutamente considerati illegittimi. Il primo di questi – sottolinea Di Mezza – è quello relativo alla nomina dei delegati al comitato politico provinciale. I componenti del comitato sono stati eletti al congresso provinciale e non dai circoli che provvedono, invece, solo ad inviare i delegati al congresso. Per questo motivo – spiega – non esiste il vincolo di mandato tra i componenti del comitato politico provinciale ed i circoli. Quindi, solo il congresso straordinario della federazione provinciale del partito può cambiare i componenti del comitato, atto a cui non può provvedere il circolo, come invece è successo in questo caso. Così come Gianluca Aceto, io distinguo tra malafede e incapacità politica. Considero il provvedimento votato al congresso un atto di cretinismo politico. Delle due l’una: o chi presiedeva l’assemblea è in malafede, oppure siamo di fronte a manifesta incapacità dello stesso relativamente alle regole interne del partito”. Altra questione sollevata da Di Mezza ruota intorno alla carica di tesoriere del circolo. “Non risulta, da quello che leggiamo, che è stato eletto – dichiara il segretario del Prc di alcuni anni addietro – un nuovo tesoriere. Da statuto – illustra – il tesoriere è membro di diritto del direttivo. Visto che non ci risulta che in questo pseudo congresso, almeno da quello che abbiamo appreso, si sia provveduto alla nomina di un nuovo tesoriere non si spiega perché il nome del tesoriere (carica ricoperta da Antonio Teta, così come spiegato dallo stesso Di Mezza) non è inserito tra quelli dei componenti del direttivo. Queste cose – aggiunge – danno l’esatta misura dell’incapacità politica di chi ha preseduto il congresso. E’ singolare che compagni – con almeno dieci anni di esperienza partitica – non conoscano cose che qualsiasi nuovo iscritto, anche di soli 14 anni, conoscerebbe a memoria”. Di Mezza aggiunge ancora: “Tra l’altro leggiamo tra i nomi degli eletti, compagni che non erano nemmeno presenti alla riunione, che alla vigilia avevano manifestato le nostre stesse perplessità riguardo la legittimità dell’assemblea congressuale. Va da se che gli stessi mi hanno annunciato che già domani (oggi per chi legge, ndr) presenteranno per iscritto le loro dimissioni irrevocabili dagli organismi nei quali sono stati eletti”. C’è poi un preciso passaggio dell’intervento di Aceto che provoca una decisa reazione di Di Mezza. Aceto ha parlato, in merito alle differenze dal tandem Di Mezza-Serafini, di “due modelli diversi di partito… Nella federazione di Benevento – ha aggiunto – non c’è spazio né per il cinismo amorale, che vede nella politica solo una tecnica per la conquista del potere, né un patetismo di maniera, dietro cui c’è la ricerca di prestigio personale e privilegi materiali…”. Da qui la secca replica di Di Mezza: “Riguardo a questa accusa voglio invitare Aceto a specificare in modo dettagliato, e se possibile con dovizie di prove, a quali interessi materiali si riferisce, oppure risponderà di queste accuse – conclude – dinanzi al collegio nazionale di garanzia”.


Sannio Quotidiano 27-02-07

Il Prc punta su Gianluca Aceto

Il congresso sceglie all’unanimità il consigliere comunale. Di Mezza e Serafini disertano l’assise

Il nuovo leader: «Scelta dolorosa la sfiducia al segretario provinciale». Pronto un ricorso: assemblea non valida

(anve) Gianluca Aceto segretario del Prc di Telese Terme. Come previsto. La scelta del congresso è giunta all’unanimità, data anche l’assenza del gruppo che fa capo a Di Mezza e Serafini. Come annunciato, ha disertato l’appuntamento, denunciando manovre tese ad indirizzare gli equilibri del circolo. Per esso il congresso non è valido, ricorrerà agli organi di garanzia del partito. La composizione del direttivo: Roberta Damiani, Maria Sollo, Valeria Pacelli, Alfonso Grillo, Boris Miotto, Arturo Ferrigni, Luca Limata, Carmine Conte, Gianluca Serafini, Gianluca Aceto, Elena Prece. Collegio di garanzia: Rosaria Grillo, Filippo Liverini. Delegati al comitato politico provinciale:Alfonso Grillo, Boris Miotto, Valeria Pacelli, Roberta Damiani, Gianluca Serafini, Gianluca Aceto. Aceto segretario. Da dove ricomincia il circolo di Telese? “Dalla politica, cioè da quell’oggetto che per qualcuno di noi era diventato sin troppo distante, nascosto dietro schemi che non hanno molto a che fare con i problemi della gente. Il nostro circolo si è costruito sul lavoro politico costante, attraverso fasi diversamente difficili: ce la faremo anche stavolta, grazie all’apporto di giovani, nonché alla notevole presenza femminile nei rinnovati organismi”. Torna ad occuparsi del partito in un momento non facile. E’ verosimile l’abbandono del mandato di consigliere per dedicarsi al circolo? “No. Sono stato eletto segretario perché Alfonso Grillo non ha ritenuto di ripresentarsi. A lui va il mio grazie sincero per tutto quello che ha fatto, con passione e dedizione. Non mi piace l’idea di ricoprire il ruolo di segretario e di consigliere, ma il mandato elettorale va rispettato. Anzi: cercherò di impegnarmi ancora di più anche sul versante istituzionale, mentre le giovani leve avranno il tempo e il modo di fare la necessaria esperienza prima dell’avvicendamento”. E sulla richiesta di annullamento del congresso avanzata dai suoi avversari, come la mettiamo? “Gli organismi di garanzia sono fatti per dirimere le controversie, per cui... Ciò detto, rimane il nodo politico: è inusuale che un segretario uscente e parte del direttivo non si presentino ad un congresso: dove altro si dovrebbe discutere di politica e anche dei problemi? Sul marciapiede o al bar? Del resto, la grandissima partecipazione dei tesserati dimostra che la scelta di sfiduciare Alfonso Grillo era solo di pochissimi compagni, che hanno pensato di sottrarsi al confronto. Mi spiace molto che nemmeno la crisi di governo li abbia indotti perlomeno a pensare altre forme di protesta, garantendo tuttavia la discussione democratica” Al di la dei comunicati ufficiali, perché ha spinto verso un cambio della segreteria provinciale? Cosa è successo perché la sua ostinazione prendesse corpo nei confronti di Serafini? “Distanza politica, non ostinazione personale: prima o poi i due modelli di partito a cui pensiamo si sarebbero dovuti confrontare. I motivi sono quelli evidenziati nei documenti: svuotamento del partito, che era diventata una sigla in mano a soggetti esterni, gestione opportunistica dei rapporti con altri soggetti della sinistra che non a caso ci avevano isolato, assenza fisica e politica dell’ex segretario, sia sul territorio che nei rapporti con i livelli superiori del partito. Ed infine, pratiche interne molto discutibili, che stavano dando un modello sbagliato soprattutto alle giovani e ai giovani comunisti. La sfiducia a Serafini è stata una scelta dolorosa e difficile, ma è anche un investimento per il futuro della federazione” I suoi avversari interni l’accusano di perseguire egemonie… di aver mal digerito i successi della politica di Serafini a livello provinciale rispetto ai suoi nel periodo in cui ha guidato la Federazione beneventana… “Come potrebbe aspirare all’egemonia uno che si fa rodere dalla gelosia? Mi sembrano due accuse contraddittorie. Esiste il diritto all’errore: io distinguo solo tra chi è in buona fede e chi invece non lo è. Questi compagni paventavano pure il commissariamento della federazione, che invece ha ripreso a lavorare alacremente e gode di ottima salute. Gli stessi compagni avevano addirittura chiesto la presenza di un esponente nazionale al congresso di Telese, e gli è andata male. Chi fa politica deve imparare dalle cose, e le cose parlano chiaro: a mio avviso, quelli che lei definisce «avversari interni» sbagliano le analisi e quindi anche la pratica politica”. Due anime, due correnti. Ormai è un dato. Ma politicamente cosa la differenzia dal tandem Di Mezza-Serafini? “Due modelli diversi di partito. I comunisti dovrebbero caratterizzarsi per passione e disinteresse, o no? Nella federazione di Benevento non c’è spazio né per il cinismo amorale, che vede nella politica solo una tecnica per la conquista del potere, né un patetismo di maniera, dietro cui c’è la ricerca di prestigio personale e privilegi materiali. In fin dei conti, non abbiamo fatto altro che concretizzare quello che lo afferma solennemente lo statuto. Accanto alle questioni di principio e ai contenuti politici, poi, ci sono i numeri: mi creda, davvero non è possibile parlare di due correnti contrapposte, né a Telese né in provincia di Benevento”. Cambierà qualcosa nell’opposizione consiliare telesina, dopo questa fase difficile del Prc? “Credo che nei prossimi mesi assisteremo a novità interessanti, soprattutto in considerazione dei problemi che la città attraversa e a cui l’amministrazione Capasso non sa dare risposte. Noi faremo sempre la nostra parte, anche perché sono bastate alcune settimane di questioni interne perché tutti si accorgessero dell’assenza di Rifondazione”.

 

 

 

 

     

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