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Un terzo degli italiani evade il fisco.
Parola di Prodi, Presidente del
Consiglio, in una intervista a Famiglia
Cristiana. Anzi ha rimproverato alla
Chiesa di non parlare quasi mai di
evasione fiscale durante le omelie delle
sante Messe, nonostante la valenza etica
del problema. In realtà
dalle ultime dichiarazioni dei redditi è
risultato che solo 300.000 italiani su
40 milioni di contribuenti hanno
dichiarato un reddito superiore a
100.000 euro annui.
Evidentemente questo popolo di
poeti,navigatori ed evasori non ha paura
del carcere o sa che non lo vedrà mai. |
Il Valentino nazionale ha portato in primo piano
il problema dell’evasione fiscale e ne
approfittiamo per illustrare brevemente il
problema specificando fin da subito che
si intende per imposta evasa la differenza tra
l’imposta effettivamente dovuta e quella
indicata nella dichiarazione oppure l’intera
imposta dovuta nel caso di omessa dichiarazione.
Il Decreto legislativo n.74 del 10
marzo 2000, tutt’ora in vigore ma forse non
abbastanza temuto, ha disciplinato le nuove
sanzioni in materia di imposte dirette ed iva,
prevedendo quattro ipotesi principali,sanzionate
penalmente, che di seguito si riassumono e si
richiamano all’attenzione di quanti fossero
interessati. Con il nuovo decreto il processo
tributario può continuare anche se è in corso il
processo penale.
DICHIARAZIONE INFEDELE
(Reclusione da uno a tre anni)
E’ l’ipotesi più ricorrente e si ha quando si
dichiara un attivo inferiore a quello vero ed un
passivo, fittizio, superiore a quello subìto. Se
dalla comparazione tra attivo e passivo risulta
un’evasione superiore a 200 milioni e l’attivo
sottratto all’imposizione fiscale è superiore
del 10% dell’attivo indicato in dichiarazione (o
comunque superiore a 4 miliardi), scatta la
denunzia penale con la previsione della pena
della reclusione da uno a tre anni.
OMESSA DICHIARAZIONE
(Reclusione da uno a tre anni)
Giornalmente la Guardia di Finanza scopre gli
evasori totali, quelli sconosciuti al fisco, pur
avendo un’attività imprenditoriale. Chi omette
la dichiarazione annuale pur essendovi
obbligato, al fine di evadere il fisco, è punito
con la reclusione da uno a tre anni se l’
evasione è superiore a 150 milioni per singola
imposta.
Non vi è omissione se la dichiarazione
è presentata entro 90 giorni dalla scadenza del
termine o se, per errore, non è stata
sottoscritta o non è stata redatta sullo
stampato conforme al modelli prescritti.
DICHIARAZIONE FRAUDOLENTA CON FALSE FATTURE
(Reclusione da un anno e mezzo a sei anni)
La fantasia del contribuente non ha limiti e
spesso si dichiara un falso passivo (per
diminuire le tasse che si pagano sull’attivo)
corredato da fatture o altri documenti che
attestano operazioni in realtà inesistenti (le
c.d. false fatturazioni). Chi compie tale
operazione
è punito con la reclusione da un anno e sei mesi
a sei anni.
Il reato scatta se tale falsa
documentazione è registrata nelle scritture
contabili obbligatorie, al fine di precostituire
prove nei confronti dell’amministrazione
finanziaria.
La pena è ridotta e va da sei mesi a
due anni se il passivo documentato falsamente è
inferiore a 300.000 milioni di lire.
DICHIARAZIONE FRAUDOLENTA CON ALTRI ARTIFICI
(Reclusione da un anno e sei mesi a sei anni)
Ma oltre alle false fatture ci sono anche altri
sistemi se il legislatore ha previsto che il
contribuente può cercare di evadere il fisco
manomettendo le scritture contabili obbligatorie
con mezzi fraudolenti idonei ad ostacolare
l’accertamento fiscale,sempre al fine di far
risultare un attivo inferiore a quello effettivo
o un passivo fittizio superiore. In tal caso la
pena prevista è della reclusione da un anno e
sei mesi fino a sei anni, se l’imposta evasa è
superiore a 150 milioni e l’ammontare
dell’attivo sottratto all’imposizione è
superiore al 5% dell’attivo indicato in
dichiarazione (o comunque è superiore a 3
miliardi)
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EMISSIONE DI FALSE FATTURE
(Reclusione da un anno e 6 mesi fino a 6
anni) Ma se c’è chi le usa
evidentemente c’è anche chi le emette.
Chi emette le false fatture o altri
documenti idonei ad attestare operazioni
in realtà inesistenti al fine di
consentire ad altri di evadere le
imposte, è punito con la reclusione da
un anno e sei mesi fino a sei anni.
La pena è ridotta da sei mesi a due anni
se l’importo delle false fatture è
inferiore a 300 milioni. |
OCCULTAMENTO O DISTRUZIONE DI DOCUMENTI
CONTABILI
Chi occulta o distrugge le scritture contabili
per evadere le tasse o per consentire ad altri
di evaderle, in maniera che non è possibile
ricostruire i redditi e il volume di affari, è
punito con la reclusione da sei mesi a cinque
anni (se il fatto non costituisce anche più
grave reato).
SOTTRAZIONE DI BENI
Quando il fisco arriva si può pensare di
spogliarsi dei propri beni per risultare
nullatenente. Chi vende in maniera simulata i
propri beni o compie atti fraudolenti idonei a
rendere inefficace la procedura di riscossione
coattiva per non pagare le imposte,interessi o
sanzioni pecuniarie superiori a 100 milioni, è
punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni (se
la cosa non costituisce reato più grave).
PAGAMENTO DEL DEBITO TRIBUTARIO
In caso di ravvedimento (o di paura del carcere)
si può pagare tardivamente estinguendo il debito
e le sanzioni prima dell’apertura del
dibattimento penale di 1° grado. La somma da
pagare può essere quella che è risultata dalla
procedura conciliativa con il fisco o
dall’avvenuto accertamento tributario.
ESTINZIONE DEL DEBITO PER PRESCRIZIONE ED EQUA
RIPARAZIONE
Considerate le lungaggini procedurali, è
possibile che il debito con il fisco si estingua
per prescrizione o per decadenza. In tal caso,
restando in piedi il procedimento penale,
l'imputato di taluno dei delitti fin qui
indicati può chiedere di essere ammesso a
pagare, prima della dichiarazione di apertura
del dibattimento di primo grado, una somma, da
lui indicata, a titolo di equa riparazione
dell'offesa recata all'interesse pubblico
tutelato dalla norma violata. La somma deve
essere ritenuta congrua dal giudice, sentito il
PM (si omette di indicare tutta la procedura
necessaria per tale ipotesi). Nel caso di
assoluzione o di proscioglimento la somma pagata
sarà restituita.
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