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Non era mai stato tanto famoso come in
questi ultimi mesi, prossimo alla
pensione, dopo essere stato per una vita
chiuso nel suo gabbiotto anonimo, lì nel
maestoso palazzone a due passi dal
Tevere, che scorre placido verso l’isola
Tiberina nella sua corsa verso il mare.
E’ felice Don Gennaro, ricercato da
giornalisti e TV, portavoce del palazzo,
citato anche nel sito ufficiale del
ministero. |
A
lui mi ero rivolto il primo giorno, nel lontano
1974 quando, neo vincitore di concorso, ero
stato convocato a Roma e mi ero fatto guidare da
lui nel labirinto degli uffici.
Allora era viceusciere in prova, oggi è una
persona soddisfatta, simpatica, inappuntabile
nel suo abito di lavoro grigio ferro, serioso
nel suo nuovo ruolo, i capelli bianchi, lunghi,
da uomo di mondo.
“Dottò, quà non si vive più, il telefono squilla
di continuo, mi cercano tutti.. - mi ha detto
con quell’ aria falsamente modesta di chi si
sente ormai indispensabile e valorizzato - la
guerra è cominciata nel mese di giugno, giù in
Calabria, quando a De Magistris è venuta in
mente quella benedetta inchiesta Why Not”.
L’accento sull’ultima “i” di De Magistrìs
denunzia la comune origine con la terra del
magistrato.
“Don Gennà ho letto qualcosa sui giornali, ma
spiegatemi come stanno le cose visto che siete
la fonte ufficiale”.
“De Magistris ha cominciato ad indagare su un
gruppo di persone che gestiva denaro pubblico,
roba grossa, roba da milioni di euro, S.Marino,
Bruxelles,Catanzaro. Ha messo i telefoni sotto
controllo, ha fatto tante perquisizioni e fin
qui tutto regolare. Poi a luglio qualche
settimanale ha scritto che tra gli indagati
c’era anche il Presidente del Consiglio e allora
le cose si sono complicate, anche se il
Procuratore Capo di Catanzaro aveva detto subito
che non gli risultava l’iscrizione di Prodi nel
Registro degli Indagati, altrimenti De Magistris
glielo avrebbe dovuto dire. Insomma il Sostituto
e il Capo della Procura non andavano d’accordo,
ci sono stati inciuci e qui a Roma dovevamo
prendere provvedimenti ”
“Va bè ma questo cosa significa?” rispondo
apprezzando il suo plurale maiestatis. Fa caldo
nel bar e Don Gennaro si toglie la giacca.
“Dottò e mica si lavora così. Il Ministro per
vederci chiaro ha mandato a Catanzaro i suoi
ispettori, gente grossa, dottò, gente in gamba,
magistrati anche loro. Sono andati a vedere cosa
stava succedendo, sia per questa Why Not sia per
altre inchieste sempre di De Magistris. Tornati
a Roma, a settembre hanno consegnano il loro
rapporto e il Ministro il 21 settembre ha
chiesto al Consiglio Superiore della
Magistratura di aprire un procedimento
disciplinare contro De Magistris.
Anzi, ha chiesto anche il trasferimento
cautelare d’ufficio, urgente,per lui e il suo
Capo.
Subito dopo non sono uscite notizie di stampa
che il Ministro era stato iscritto a Catanzaro
nel registro degli indagati per l’inchiesta Why
Not? Dottò, ma secondo voi si può fare? Sì va
bene, la cosa è stata smentita ma avete visto
tutto quello che è successo? Articoli e
articoli, ore di trasmissioni televisive,
Santoro,quel Ravaglio, Ballarò. Dottò qui non si
è capito più niente, io ho lavorato notte e
giorno,un casino!”
“Però, Don Gennà, ho visto che il Consiglio
Superiore della Magistratura non ha condiviso
l’urgenza e ha rinviato tutto al 17 dicembre”
“Non è vero, adesso ci hanno ripensato e pare
che vogliono esaminare la pratica in questi
giorni. Anzi il Dr.Lombardi, il Capo di De
Magistris, ha già chiesto di essere trasferito
da Catanzaro alla Cassazione di Roma, senza
attendere l’esito dell’udienza del 17 dicembre.
Dottò ma voi avete letto che poi De Magistris
aveva iscritto veramente nel registro degli
indagati il Ministro e senza che lui ne sapesse
niente? L’ha saputo dai giornali? Ma come fa
allora Di Pietro a chiedere le dimissioni del
Ministro e a invitarlo ad andare a parlare con
De Magistris se quello che sa lo sa solo dai
giornali? Dottò allora mi sono incazzato e ho
scritto quattro male parole a Di Pietro. Pensate
– aggiunge con aria soddisfatta - che questa
cosa me l’hanno messa anche sul sito ufficiale
del ministero, a mia firma.
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Di
Pietro attapirato: l'usciere di
via Arenula conferma che è
ignorante
L'usciere di via Arenula, dopo
le dichiarazioni del ministro Di
Pietro a Striscia la Notizia,
conferma che l'ex Pm di
manipulite "è ignorante e
attapirato, e non conosce il
diritto".
"Come fa il Guardasigilli - si
chiede il dicastero della
Giustizia - a correre dal
Giudice dal momento che nessuno,
tranne le cronache dei giornali,
gli ha notificato niente di
niente. Di cosa si dovrebbe
scusare e su che cosa dovrebbe
dare spiegazioni?"
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Per fortuna che poi ci ha pensato la Procura
Generale di Catanzaro che ha avocato
l’inchiesta, così De Magistris non può fare più
niente.”
“Ho visto, ho visto Don Gennà! Però non mi è
sembrato una grande soluzione. Voi lo sapete che
con l’avocazione il Procuratore Generale si
sostituisce ad un Procuratore quando è
necessario porre rimedio a situazioni di inerzia
nel corso delle indagini ovvero a situazioni di
contrasto o di mancato coordinamento tra più
pubblici ministeri che appartengono a diversi
uffici di Procura. In questo caso non mi pare
che ci sia stata inerzia. Tra l’altro il
Procuratore Generale era facente funzione perché
era imminente la nomina del titolare
dell’ufficio e poteva pure aspettare l’arrivo
del titolare, di lì a pochi giorni”
“E’ vero, però comunque la posizione di De
Magistris era un po’ incompatibile, come si
dice, in conflitto d’interessi. Lui poteva
continuare ad indagare sul Ministro che il
giorno prima aveva chiesto il suo trasferimento
d’ufficio da Catanzaro? Dottò la cosa non era
tanto chiara. E allora il Procuratore Generale
gliela ha avocata e ha trasmesso tutti gli atti
dell’inchiesta alla Procura di Roma per
l’eventuale inoltro al Tribunale dei Ministri.
La legge infatti dice che il Presidente del
Consiglio dei Ministri ed i Ministri, anche se
cessati dalla carica, sono sottoposti, per i
reati commessi nell'esercizio delle loro
funzioni, alla giurisdizione del giudice
ordinario, previa autorizzazione del Senato
della Repubblica o della Camera dei Deputati,
adottata a maggioranza assoluta”.
“Don Gennà ma adesso cosa succede? Ho letto oggi
sul Sole 24 ore che il Ministro, con atto
dovuto, “è stato iscritto a Roma nel registro
degli indagati per le ipotesi di reato di abuso
d'ufficio, finanziamento illecito dei partiti e
truffa. Si tratta delle stesse ipotesi di reato
giá formulate a Catanzaro dal pubblico ministero
Luigi De Magistris prima che l'inchiesta gli
venisse tolta con l'avocazione da parte della
Procura Generale di Catanzaro. Gli atti
dell'inchiesta (raccolti in 30 faldoni) in
mattinata erano giunti a Piazzale Clodio per
essere visionati dal capo della Procura Giovanni
Ferrara, il quale, dopo averli esaminati, dovrà
trasferirli al tribunale dei ministri che
esaminerà la posizione del Guardasigilli.”
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“ E che deve succedere? Il Tribunale dei
Ministri deciderà se archiviare gli atti
o se rilasciare l’autorizzazione a
procedere davanti alla magistratura
ordinaria. Ma comunque questa storia
dell’avviso di garanzia va un po’
smontata, dottò, quelli i giornali
appena dicono avviso di garanzia o
iscrizione nel registro degli indagati
già pensano che uno è colpevole.
Essere iscritti nel registro degli
indagati non significa niente, non è un
giudizio sulla colpevolezza di un
individuo. La gente legge i giornali e
pensa subito che uno è colpevole, che
poco poco è un delinquente. Praticamente
l’hanno già condannato e buttata via la
chiave” |
“Lo so – Don Gennà - si viene iscritti nel
registro degli indagati quando a seguito di una
denuncia o una querela, o più in generale, di
una notizia di reato giunta in Procura, per
quanto fantomatica sia, vengono svolte indagini
sul conto di un cittadino. Una persona iscritta
nel registro degli indagati, da un punto di
vista tecnico, non può nemmeno definirsi
“sospettato”, né tanto meno “accusato”. Il
codice distingue il significato delle parole
indagato e imputato, poiché solo con la
richiesta di rinvio a giudizio da parte del PM
cambia la veste del sottoposto a indagini. E non
si tratta di una semplice differenza
terminologica: l’indagato diventa imputato solo
quando il PM, depositando la richiesta di rinvio
a giudizio, ritiene, ad una sommaria
valutazione, che sussistano elementi idonei a
sostenere l’accusa nel giudizio”
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“Bravo dottò, perciò quando sui giornali
leggiamo che il cittadino iscritto nel
registro degli indagati è “accusato” di
aver commesso un reato, io m’incazzo
perché c’è non dico un abuso, ma
un’imprecisione. Comunque, ritornando a
Why not, vedrete che si sistemerà tutto,
con calma. Dottò, noi abbiamo le spalle
larghe. Mo’ faccimm passà ‘a nuttata”.
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Guarda l’orologio, si rinfila la giacca
scrollandosi le mollichine. “ Devo andare, mi
aspettano” dice uscendo a passo svelto.
Pago la consumazione e lo seguo con gli occhi.
Il vecchio palazzo di Via Arenula, per anni
simbolo della Giustizia, sfuma a poco a poco,
come Don Gennaro, nella nebbia che sale dal
Tevere. Rivedere quei posti dopo tanto tempo mi
ha emozionato facendomi incontrare tra i clienti
del bar un simpatico personaggio, un usciere
chiamato Gennaro,personaggio che non c’è ma che
bisognerebbe inventare. Mi incammino verso la
macchina e lì vicino, al 34, passo davanti alla
sede dell’UDEUR, da dove penzolano, meste ed
inerti, le bandiere di partito nelle prime ombre
della sera.
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