Signor
Ministro,
mi
consenta di dissociarmi dal coro di quelli che
da mesi La ritengono il salvatore della patria
per aver finalmente preso il bastone contro i
dipendenti pubblici, questi “fannulloni di
Stato” ritenuti dall’immaginario collettivo vera
causa del disastro economico, politico, sociale
e
culturale di questa
nostra allegra Italia.
I suoi provvedimenti, osannati
da una certa stampa,condivisi da una parte
dell’opinione pubblica e nel sostanziale
silenzio delle organizzazioni sindacali, stanno
terrorizzando i sogni degli statali che prima di
dormire pregano il loro Dio di farli svegliare
sani al mattino.
Ora può essere soddisfatto,
signor Ministro, perché dall’alto della Sua
carica è riuscito a fustigare quei fannulloni
che rubavano lo stipendio impunemente ed erano
il vero scandalo della pubblica amministrazione.
Forse però Le è sfuggito che
sta colpendo alla cieca. Per dirla come un Suo
amico, mi consenta di ricordarLe che Lei sta
violando alcuni diritti costituzionali
fondamentali del cittadino, cosa per Lei forse
trascurabile o comunque meno importante
dell’ansia di fare terra bruciata sui manovali
della razza padrona.
Il Suo
decreto (il 112 del 2008) e le Sue circolari (la
N.7 del 2008 e la n.8 del 2008 in fase di
registrazione alla Corte dei Conti) violano
disinvoltamente il principio costituzionale del
diritto alla salute previsto dall’art.32 Cost. “La Repubblica tutela la
salute come fondamentale diritto dell’individuo”
, riconosciuto dall’art.35 della Carta dei
Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e
dall’art.152 del Trattato CE.
L’art.71 del Suo decreto prevede infatti che
“…
anche in caso di assenza
per un solo giorno l’amministrazione disporrà il
controllo fiscale previsto nelle nuove fasce
orarie 8.00-13.00 e
14.00-20.00 di tutti
i giorni della settimana (compresi i festivi)…”
 |
Bene,
Signor Ministro, Le chiedo come siano
compatibili tali fasce di “arresti domiciliari”
con il diritto a curarsi, alimentarsi,
acquistare farmaci, recarsi dal proprio medico.
Non Le è venuto in mente che una persona che
vive da sola (e Le assicuro che ce ne sono
tante, meno accudite di me e sicuramente di Lei)
non ha alcuna possibilità di fare la spesa,
alimentarsi, acquistare medicine o farsi
visitare dal proprio medico, perché nella fascia
oraria dalle 13 alle 14 i negozi, le farmacie e
gli ambulatori medici sono chiusi?
|
E se dovesse andare dal medico durante le fasce
orarie di reperibilità, Lei ricorda la normativa
secondo la quale tale scelta deve essere
giustificata da motivi “gravi, urgenti ed
inderogabili” se non vuole vedersi decurtare
tutto lo stipendio per i primi 10 giorni ove nel
frattempo fosse arrivata a casa la visita
fiscale? Ed allora, Ministro Brunetta, cose deve
fare il cittadino ammalato?
Non ha pensato, Signor Ministro, che il Suo
decreto – applicato solo ai dipendenti pubblici
e non ai privati nè, per certi aspetti, ai
dipendenti del comparto sicurezza – viola anche
il principio costituzionale previsto dall’art.3
della Cost. secondo il quale “…Tutti
i cittadini … sono eguali davanti alla legge…”
Lei ritiene che il diritto
alla salute del dipendente pubblico sia meno
protetto del dipendente privato o del poliziotto
assente per causa di servizio? O ritiene che il
dipendente privato sia in ogni caso più virtuoso
del pubblico? L’ha forse spaventata l’idea di
vedere le piazze piene di metalmeccanici e
uomini in divisa?
Rilegga
le sue disposizioni, mi creda, e sorrida un po’.
Nel
famigerato art.71 Lei aveva scritto che :
“….Nell’ipotesi
di assenza per malattia protratta per un periodo
superiore a dieci giorni e, in ogni caso, dopo
il secondo evento di malattia nell’anno solare,
l’assenza viene giustificata esclusivamente
mediante presentazione di certificazione medica
rilasciata da
struttura sanitaria pubblica.”.
La disposizione aveva gettato nel panico i
dirigenti degli uffici ed i dipendenti pubblici
perché significava inequivocabilmente che gli
unici abilitati a rilasciare certificazioni
erano gli ambulatori delle ASL.
Lei se l’immagina signor Ministro il medico
della ASL chiamato al domicilio per attestare la
malattia del signor Fantozzi? Sarebbe stato il
caos.
Deve essersene reso conto anche Lei, perché
subito dopo, con la circolare n.7 del 2008, ha dovuto rettificare
scrivendo testualmente che bisognava dare al suo
testo “….un’interpretazione che supera il dato meramente testuale della
disposizione per cui deve ritenersi ugualmente
ammissibile la certificazione rilasciata dalle
persone fisiche che comunque fanno parte del
Servizio in questione…”. Interlocuzione
burocratica che significa: ho scritto una cosa,
mi sono reso conto dell’assurdità e ora ne dico
un’altra. Conclusione? OK, va bene anche il
medico di famiglia. Prosit!
 |
E meno male che almeno questo si è capito, visto
che dal Dipartimento della Funzione Pubblica il
4.7.2008, con la circolare 0031725 pari oggetto,
si erano dati “chiarimenti” al Ministero del
Lavoro, scrivendo testualmente :
“….Per
una più corretta analisi della problematica è
infatti necessario integrare la presente
valutazione di alcune considerazioni che
attengono il valore documentale che il vigente
quadro giuridico riconosce a certificazioni che
attestino la temporanea incapacità lavorativa di
un dipendente”
(sic!!). Ci vorrà una
circolare scritta in chiaro che spieghi il testo
della circolare scritta in burocratese! E meno
male che doveva essere un chiarimento. |
Signor Ministro, potrei continuare a lungo,
specialmente poi se dovessi passare ad
analizzare la sua ultima circolare, la n.8,
quella sull’applicazione della legge 104 per chi
assiste i portatori di handicap, non ancora in
vigore perché è
in attesa del visto della Corte dei Conti (che
spero provveda in merito).
Una delle tante chicche è quella sulle
assenze per visite specialistiche, dove Lei dice:”…
E’ opportuno evidenziare che, nel caso di
imputazione dell’assenza per effettuare visite
specialistiche, cure o esami diagnostici a
malattia, l’amministrazione che ha conoscenza
della circostanza a seguito della comunicazione
del dipendente deve valutare di volta in volta,
in relazione alla specificità delle situazioni,
se richiedere la visita domiciliare di controllo
per i giorni di riferimento”.
Nel linguaggio comune
questo significa che il dipendente che va a
fare una visita specialistica
deve
pagare lo specialista,
si
vedrà decurtato lo stipendio dalle indennità
accessorie (come da Sua disposizione) perché la
visita specialistica equivale per Lei a un
giorno di malattia e, al ritorno, potrà anche
trovare nella cassetta postale l’avviso che è
passato il medico fiscale mentre lui era dallo
specialista, per cui gli scatta la decurtazione
di tutta la voce stipendiale per quel giorno!!!
Ma pensando che possono
esserci Capo Uffici fiscali che mandano la
visita anche in questo caso – perché a loro
discrezione -
ha
pensato di giustificare gli inadempienti
suggerendogli che se non la mandano sono
giustificati perché in questi casi
“ possono ricorrere quelle
“esigenze
funzionali ed organizzative”
di cui si deve tener conto nel richiedere la
visita fiscale secondo l’art. 71, comma 3, del
d.l. n. 112 del
2008”(!?!)
Basta, ci ripensi, signor Ministro, non si lasci
coinvolgere dai forcaioli di turno. Ho lavorato
come dirigente per 35 anni
nella Pubblica Amministrazione ed ho
avuto centinaia e centinaia di dipendenti da
nord a sud. Negli ultimi 5 anni sono stato
Direttore del Personale per tutta la Regione Marche, in
un’amministrazione molto difficile, con circa
1000 dipendenti appartenenti a varie
professionalità: ho imparato che i collaboratori
si coltivano, si valorizzano e non si fustigano
né si illudono con le noccioline e le carote,
come pare voglia fare in questa seconda fase,
che già sa essere
demagogica perché a favore di pochi
favoriti, percentualmente irrilevanti, ma
funzionali al divide et impera.
I suoi dati statistici puntano di certo verso
l’alto, Lei avrà
più persone in servizio, ma Le assicuro
che saranno demotivate, mi consenta, incazzate
e
disponibili solo a girarsi i pollici attendendo
l’ora dell’uscita.
Cerchi allora sistemi per colpire le mele marce
e non butti via tutto il cestino! Lo so, è
difficile, ma Lei è il Ministro ed ha illustri
collaboratori che, dalla trasparenza del
Sito del Suo Ministero, risultano fruire
di lauti stipendi ed alte indennità accessorie e
di certo sapranno consigliarLa per il meglio.
La saluto e La ringrazio per l’attenzione. Mi
scusi se non Le dico tutto. Le altre cose mi
riservo di dirglieLe in un aula di TAR o davanti
a un magistrato del lavoro. Ma questo è un altro
discorso.
Distintamente
Aldo Maturo *
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*avv.aldomaturo@studiomaturoperlini.com
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