Il binomio
stupro=romeno riempie la terribile cronaca di
questi ultimi tempi ed allora prima di
rassegnarmi all’idea che solo i romeni stuprano
ho dato per curiosità uno sguardo al rapporto
ONU 2006 sulla violenza per apprendere, con
sorpresa, che in 89 dei 192 Stati membri la
violenza sessuale non viene punita e anche lì
dov’è reato non è detto che si riesca a
condannare chi
lo ha commesso.
Uno dei posti al
mondo dove la donna è più rispettata e questo
reato è meno frequente è l’Indonesia dove la
religione islamica
lascia
immaginare una totale soggezione della donna
(gli stupri li fanno i loro soldati in guerra,
per sfregio o per torturare il nemico) o il
Giappone, dove addirittura nella metropolitana,
per evitare il fenomeno del palpeggiamento,
esistono vagoni “Women only”, solo per donne.
Non è possibile,
per problemi di spazio, fare il giro del mondo
ma può essere utile guardare cosa succede oltre
i confini più vicini a casa nostra, tenendo
presente che in Italia l’art.609 bis del codice
penale punisce la violenza sessuale con una pena
da
5 a
10 anni che diventa da
6 a
12 in
presenza di aggravanti, quale ad esempio quella
commessa
su minore dei 14 anni.
ROMANIA
Secondo
uno
studio
citato nel rapporto ONU, la Romania resta tra i Paesi europei
quello con l’indice più alto di violenza
alle donne, con 2226 casi nel 2003 e 2198 nel
2004.
La mentalità dell’uomo romeno
– salvo che nelle grandi città -
non è
cambiata molto e quindi in certi ambienti
caratterizzati da povertà, promiscuità,
disoccupazione, consumo esagerato di alcol o
stupefacenti
“la donna è vista come la proprietà
assoluta del capofamiglia”.
Ogni anno in
Romania,
soprattutto in
campagna, migliaia di donne anziane o minorenni
vengono stuprate e percosse. La violenza in
famiglia è molto diffusa ma le mogli soffrono in
silenzio e quelle che osano chiedere il divorzio
vengono minacciate di morte, tanto che il più
delle volte la polizia è chiamata dai vicini di
casa e non dalle dirette interessate.
Il Codice penale romeno, che dopo la caduta di
Ceasescu ha abolito l’ergastolo, punisce lo
stupro con la reclusione da 3 a 10 anni e, se sussistono le
aggravanti, lo stupratore può stare dietro le
sbarre anche 20 o
25 anni.
ALBANIA
In alcune zone dell’Albania le tradizioni ancora
legittimano la subordinazione della donna
all'uomo. La violenza familiare, subìta
mediamente da una donna su tre da mariti e
partners, è “considerata normale e tollerata da
istituzioni, polizia e apparato giudiziario” .
In questi territori vige ancora la legge del
Kanun, un codice di leggi creato intorno al 1400
e trasmesso per secoli, oralmente, di
generazioni in generazioni. Si tratta di una
vera e propria
raccolta delle tradizioni giuridiche e
degli usi albanesi di cui determinati strati
sociali non riescono a liberarsi.
La legge del Kanun legittima
la
vendetta e quando una famiglia subisce un
omicidio si deve vendicare su tutti i familiari
dell’altra famiglia
entro le prime 24 ore.
Secondo un articolo di questo codice
il
marito ha diritto di consigliare e correggere la
moglie, e, quando disprezza le sue parole e i
suoi ordini, può bastonarla e legarla. Se una donna è stuprata
davanti alla famiglia “deve suicidarsi per
evitare che il disonore ricada sui
consanguinei”.
FRANCIA
In Francia lo stupro è punito con 15 anni di
carcere che diventano 20 se lo stupratore è un
parente o una persona che abusa della sua
autorità sulla vittima. Dal 1990 è riconosciuto
anche lo stupro coniugale, intendendosi per
stupro “qualsiasi atto di penetrazione
sessuale, di qualunque natura esso sia, commesso
sulla persona attraverso la violenza,
l’obbligazione, la minaccia o la sorpresa”
Anche in questo Paese i dati sono allarmanti con
14.000 casi di stupro nel 2005, di cui molti
avvenuti nel quartieri periferici, le banlieues,
dove si assiste con sempre maggior frequenza al
fenomeno degli stupri collettivi.
BELGIO
In Belgio il reato di stupro è stato riconosciuto
solo nel 1989 e prevede una pena fino a 20 anni
di carcere. Secondo
il citato rapporto ONU vengono denunciati in
media sette casi di violenza al giorno di cui il
50 per cento riguarda donne di oltre 18 anni.
Quelli conosciuti,
secondo gli addetti ai lavori, sarebbero
un terzo di quelli effettivamente consumati. In
sede processuale
solo una percentuale di circa il 40%
arriva ad una condanna. Tre volte su quattro lo
stupro viene commesso da persone conosciute e il
colpevole va ricercato nell’ambito familiare
allargato o sul luogo di lavoro, senza
distinzione di ceto o di razza.
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GERMANIA
Ogni giorno viene violentata
più di
una
ventina
di
donne.
Nel 2005
ci sono
stati
8.133
stupri,
6.519
violenze
sessuali
su donne
tra i 20
e i 60
anni e
13.962
su
bambini.
E questo in un posto dove
solo uno
su 20
viene
denunziato.
Il 33,4
per
cento
degli
stupratori
stranieri
è di
origine
turca,
seguiti
dai
serbi e
dagli
italiani.
Le pene vanno da 1 a 10 anni con un minimo di 5
anni se
la
violenza
è stata
commessa
con
armi. E’
considerata
naturalmente
aggravante
la
violenza
di
gruppo.
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GRAN BRETAGNA
Secondo le statistiche del Ministero degli Interni
inglese le donne stuprate nel 2004-2005 sono
state 13.322 cui si aggiungono 19.000 episodi di
molestie sessuali. La maggioranza delle donne
comunque non presenta la denunzia e due terzi di
quelle che lo fanno la ritirano prima di
arrivare in tribunale. Forse anche per questo il
94 per cento dei colpevoli resta libero.
L’archiviazione è ricorrente se risulta che la
vittima e il colpevole già si conoscevano.
RUSSIA
Secondo i dati riportati nel rapporto, il 40%
delle donne sposate è soggetta a violenza fisica
da parte di mariti ubriachi ma non arrivano al
10% quelle che li denunziano perché è necessario
non solo riempire dei questionari dalla polizia
ma anche andare in ospedale per farsi fare la
certificazione medica.
Nella
maggioranza dei casi
“i mariti che violentano o picchiano la
propria moglie non vanno incontro ad alcun tipo
di persecuzione da parte della legge. Uno dei
motivi è che la legge russa non riconosce la
violenza domestica come un crimine distinto”.
I mariti non vengono considerati colpevoli e la
polizia liquida le denunce come “affari interni
alla coppia”.
E questo in un Paese dove già dal giorno prima
dell’8 marzo, Festa della Donna,
non si
trova più una rosa neanche a pagarla a peso
d’oro perché le donne quel giorno, semel in
anno, vengono sommerse di fiori.
SVIZZERA
La Svizzera
ha la normativa antistupro più severa d’Europa
ed è previsto l’ergastolo per “criminali
sessuomani o violenti, particolarmente
pericolosi e refrattari alla terapia”.
Dal 2004 la violenza sessuale domestica,
all’interno della coppia legalmente riconosciuta
o di fatto, eterosessuale o omosessuale, è
perseguibile d’ufficio, e non solo in seguito a
querela da parte della vittima. Questa può
abbandonare il tetto coniugale in caso di
pericolo così come
la Polizia
può allontanare da casa il marito per almeno 30
giorni.
Nonostante tale severità nel 2005 ci sono stati
646 stupri.
POLONIA
Fino a 10 anni fa lo stupro era considerato un
reato secondario, un crimine contro la moralità
e addirittura in qualche processo si era
valutato se “l’atteggiamento provocatorio delle
vittime” avesse influito sul comportamento del
colpevole.
Con l’ingresso in Europa, Varsavia è stata
invitata a rivedere la normativa e la pena è
stata portata a 12 anni.
Nel 2005 ci sono stati comunque 1987 casi di
stupro, considerati dagli osservatori di dieci
volte inferiore a quello reale
Terminiamo qui il
giro per constatare che la violenza sulle donne
è un fenomeno connesso alla bestialità
dell’uomo, l’uomo senza confine perché il
crimine non ha bandiere. Sapere che 89 Paesi al
mondo sui 192 facenti parte dell’ONU non punisce
questo reato ci dice che per la donna la dignità
e il rispetto sono obiettivi culturali ancora
tutti da conquistare.
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