Comunicato
Stampa n. 274 del 29 ottobre 2008
“Proporremo un dimensionamento scolastico
esattamente identico a quello dello scorso
anno”: questa la dichiarazione dell’assessore
della Regione Campania all’istruzione Corrado
Gabriele nel corso degli Stati generali della
Scuola del Sannio presso
la Sala Consiliare
della Provincia alla Rocca dei Rettori sul tema
un “Incontro con le Istituzioni e
la Scuola”,
in preparazione degli Stati generali delle
Scuola del Mezzogiorno, fissati dal 7 al 9
novembre
2008 in
Castelvolturno.
La Regione
intende, dunque, confermare le Istituzioni
scolastiche vigenti. La dichiarazione forte è
caduta nel mezzo di un'Aula fin troppo affollata
nella quale erano presenti sindaci, consiglieri
e assessori provinciali, dirigenti scolastici,
docenti e operatori scolastici e sindacalisti, e
nella quale era forte ed avvertita la
preoccupazione dei tagli governativi paventati
con il provvedimento del Ministro Gelmini
approvato proprio oggi in via definita dal
Senato.
La
seduta si era avviata con una polemica notazione
dell’assessore provinciale all’istruzione ed
edilizia scolastica prof.ssa Mariella Cirocco
che aveva detto: “A Sant'Arcangelo Trimonte
resterà la discarica regionale, ma non
la Scuola”.
L’assessora provinciale ha
illustrato le conseguenze del provvedimento noto
come Riforma Gelmini su un territorio come
quello sannita, caratterizzato da piccoli
comuni, la gran parte dei quali insistenti in
aree montane. La concomitante approvazione della
legge di riforma delle Comunità montane che ha
escluso molti comuni da possibili deroghe: così
molte Scuole saranno chiuse e anche i bambini
più piccoli dovranno sottoporsi ogni giorno a
defatiganti trasferte. Cirocco infine ha
indicato i numeri dei posti di lavoro che
andranno persi.

Il
provveditore Mario Pedicini ha affermato che le
comunità locali e la stessa Scuola devono
raggiungere obiettivi di contenimento di spesa.
In questi giorni, ha affermato Pedicini, sono
state compulsate tutte le realtà locali; ma non
sono venute dal basso le proposte di soluzione
del problema della definizione dei limiti, le
deroghe, dei parametri ai provvedimenti
restrittivi.
La Regione Campania
non ci ha ancora dato tali criteri, cioè il
“range” di oscillazione del numero minimo degli
studenti con relative deroghe. Il provveditore
ha anche ammesso che nel passato sono state
autorizzate con una certa larghezza nuove
istituzioni scolastiche che oggi è difficile
giustificare. Da parte della Regione è doveroso,
tuttavia, secondo Pedicini, prestare la massima
attenzione alla natura dei suoli e la realtà
delle aree montane.
Il sindaco di Faicchio Mario
Borrelli ha chiesto di non utilizzare criteri
ragioneristici nella riorganizzazione della
Scuola e di salvare l'Istituto del turismo della
propria cittadina.
Giorgio Carlo Nista, vice
sindaco di Colle Sannita, chiede lumi sulla
ipotesi di verticalizzazione “tout court” dalla
materna alle Superiori, nonché sulla
coabitazione di comuni montani e non montani.
Vincenzo Delli Veneri, a nome
di Organizzazione sindacale CGIL, ha affermato
che non possiamo conservare come se niente fosse
successo oggi in Senato il nostro piccolo
orticello: stiamo infatti assistendo ad una vera
e propria destrutturazione della scuola
pubblica.

L’assessore Gabriele chiudendo i lavori e nel
confermare che non intende sopprimere alcuna
scuola ha ribadito che
la Regione
ricorrerà alla Corte Costituzionale contro la
legge del dimensionamento. Egli inoltre ha
assicurato che il provvedimento regionale sul
dimensionamento scolastico, confermativo del
precedente, sarà approvato entro il 30 novembre
al fine di non incorrere in alcun provvedimento
commissariale da parte del Governo. A Benevento
tutte le scuole di cui il territorio ha bisogno
resteranno aperte – ha aggiunto Gabriele. Egli
ha affermato di avere chiara la sensazione della
preoccupazione circa le autonomie scolastiche:
quasi la metà infatti delle dirigenze
scolastiche non ha i numeri rispetto al
provvedimento Gelmini. Il provvedimento del
Ministro, tuttavia, ha detto Gabriele, non è
passato nemmeno per le Commissioni parlamentari,
né per
la Conferenza Stato-Regioni
o per il confronto con i sindacati ed il Paese.
L'assessore ha chiesto dunque la possibilità di
avviare un esercizio di democrazia sul
territorio, anche sul Piano dell'Offerta
Formativa, partendo dalle Province per chiudersi
in Regione Campania.
Gabriele
ha quindi spiegato: il numero delle autonomie
scolastiche è già stato stabilito per legge e
quindi il Piano precedente che prevede 83
dirigenze scolastiche non è stato in alcun modo
cambiato: l'assessore proporrà dunque un
dimensionamento scolastico esattamente identico
a quello dello scorso anno.
La Corte Costituzionale,
poi, ha detto ancora Gabriele, ha stabilito che
le competenze della Regione sulla scuola sono
esclusive, compresa quella sugli operatori non
docenti della Scuola. E
la Regione
non intende abdicare a questo suo ruolo.
La Scuola
ha una funzione fondamentale del nostro Paese:
siamo per questo conservatori, ma siamo anche
innovatori, vogliamo infatti trasformarla. Gli
Stati Generali vogliono rispondere ad un danno
irreversibile nei confronti dei nostri figli.
Nel Sud c'è il 35% degli abitanti del Paese ed
il 65% della povertà: le condizioni di reddito e
sociali sono gravemente compromesse. Gli
abitanti del Sud hanno un grave deficit
formativo rispetto agli altri. Le risorse
finanziarie per le borse di studio e buoni-libro
si ridurranno del 25%; si azzereranno i fondi
per le costruzioni delle Scuole: ma in queste
condizioni perché vogliamo fare un
dimensionamento scolastico uguale agli anni
precedenti? E qui Gabriele ha lanciato un
appello: dobbiamo dire che
la Scuola
del Sud vuole una sua risposta. I suoi 3 milioni
di ragazzi e i 200 mila docenti reclamano una
risposta concreta e non astratta. Infine
Gabriele ha lanciato tre proposte:
Prima: il ricorso alla Corte
Costituzionale deve essere accompagnata da una
raccolta di firme abrogative del provvedimento
ed associarsi a cura di tutti i sindaci del
Sannio.
Seconda proposta: accanto
alle riunione per il dimensionamento e agli
incontri che ci saranno dovranno riunire i
Collegi dei docenti e i Consigli d'Istituto per
chiedere il tempo pieno, anche (ed anzi
soprattutto) se non ci sono le strutture:
infatti, ha aggiunto polemico Gabriele, i soldi
per pagare gli insegnanti di religione, che
costano 700 milioni di Euro ogni anno non
saranno toccati - a differenza di quanto accade
per gli insegnanti di inglese.
Terza
proposta: fare come con l'Alitalia; cioè
dobbiamo salvare anche
la Scuola
pubblica individuando le risorse sul Fondo
Sociale e Fondo strutturale per un miliardo e
mezzo di Euro per qualificare l'offerta
formativa sul territorio meridionale.
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