
Provincia di Benevento
Comunicato Stampa n. 8 del 08 maggio 2008
Si è
insediato stamani il Consiglio provinciale di Benevento eletto nella tornata elettorale del 13 e 14 aprile scorso. Dopo la convalida degli eletti, il presidente della Provincia prof. Aniello Cimitile ha giurato davanti al
Consiglio fedeltà alla repubblica, alle istituzioni ed alle leggi.
Il presidente Cimitile ha letto un suo discorso alla Assemblea. Egli innanzitutto ha salutato le massime autorità dello Stato: il presidente della repubblica Napolitano, i presidenti delle
Camere Fini e Schifani, il presidente del Consiglio Berlusconi, i presidenti Bassolino e Lonardo del Consiglio regionale della Campania; Autorità civili e religiose del Sannio, della città capoluogo ed il past president della
Provincia Carmine Nardone. Il prof. Cimitile ha anche salutato calorosamente i suoi principali competitori Cosimo Izzo ed Erminia Mazzoni. Egli ha quindi esaltato il ruolo della Provincia quale ente di governo del territorio con capacità
di programmazione di area vasta. Il senso di responsabilità istituzionale – ha
quindi detto Cimitile – deve essere massimo per affrontare un impegno gravoso quale è quello per lo sviluppo del territorio sannita nell’interesse esclusivo della comunità. Il presidente ha quindi dichiarato di voler essere
rispettoso delle minoranze in Consiglio e pronto a lavorare insieme a loro purché le stesse lavorino a progetti e programmi nell’interesse della collettività. Il presidente quindi ha comunicato l’intenzione di nominare sette
Assessori e di riservarsi un’ottava nomina appena possibile. I nomi degli Assessori indicati sono: Giovanni Vito Bello, Pompilio Forgione, Maria Cirocco, Gianluca Aceto, Rossano Insogna, Francesco Cocca, Nicola Augusto
Simeone. Il presidente ha quindi affermato che, in attesa dell’accettazione della carica di Assessore da parte dei Consiglieri nominati, l’Assemblea avrebbe dovuto sospendere i propri lavori.
Al termine delle dichiarazioni del presidente il consigliere Mario Marotta ha dichiarato di abbandonare l’Aula.
E’ seguito quindi un dibattito.
Il consigliere Cosimo Izzo ha dichiarato che quanto accaduto con la indicazione degli assessori da parte di Cimitile sia un deja vu: era accaduto già con
la Giunta Nardone – ha detto Izzo. Il centro-sinistra non ha capacità di governo ed è solo una sommatoria di liste che può vincere le elezioni, ma non gestire i problemi del territorio. Da subito, ha
proseguito Izzo, devo chiedere le dimissioni della Amministrazione attiva per consentire ai cittadini di tornare a votare. Il momento storico è delicato – ha proseguito Izzo: a venti giorni dal voto, non solo c’è una giunta monca, ma
anche una maggioranza spaccata. Nell’annunciare la formazione di un unico gruppo del Popolo delle libertà, con lui alla guida, Izzo ha infine chiesto che almeno il Consiglio sia messo in condizioni di lavorare passando subito all’elezione
del presidente.
La consigliera Erminia Mazzoni ha contestato al presidente Cimitile la contraddizione tra le sue evocazioni al senso di responsabilità e i fatti concreti dai quali non emergerebbe alcuna
responsabilità istituzionale e sensibilità. La consigliera ha quindi dichiarato che il proprio gruppo è all’opposizione in Consiglio provinciale e nelle due Camere a Roma: eppure nella capitale – ha puntualizzato - sono stati più
responsabili di Benevento, sebbene a livello nazionale siano certamente maggiori le pressioni sul Governo che nel Sannio. La politica a livello nazionale - ha proseguito Mazzoni - ha dato prova di esistere e probabilmente il nostro Paese,
grazie al nuovo Governo potrà essere nuovamente competitivo a livello internazionale. Ma qui nel Sannio - ha precisato Mazzoni - abbiamo perso una sfida. Quindi la consigliera, avviandosi alla conclusione, ha affermato: “Non sopporto più
che il Sannio, a motivo delle beghe interne dei partiti, rimanga l’ultima della Campania. Io sono aperta al dialogo, ma non posso tollerare questo stato di cose. Noi possiamo andare al di là degli schieramenti politici, ma ci vuole
serietà e consapevolezza da parte di tutti”. Infine, la consigliera ha precisato di ritenere che non sia stata rispettata la lettera e lo spirito delle norme in merito alla composizione ed alla nomina della Giunta provinciale da parte del
presidente della Provincia.
Il consigliere Claudio Ricci ha dichiarato l’amarezza personale e del PD perché è nei fatti e nelle cose che
la Consiliatura
non è partita con il piede giusto. “Ancora una volta registriamo – ha proseguito il capogruppo PD - che la politica conserva le sue complessità e non si è adeguata alle istituzioni. Abbiamo creduto che si andasse ad una semplificazione
della partitocrazia: registriamo che questo vento tarda a farsi strada nel Sannio. Questa difficoltà io non la voglio nascondere e chiedo scusa alla opinione pubblica per lo spettacolo di oggi”. Nell’invocare la fine delle instabilità dei
governi, Ricci ha però dichiarato di essere fiducioso nella risoluzione dei problemi per la formazione della Giunta anche perché, ha detto, abbiamo un ottimo presidente.
Il consigliere Spartico Capocefalo ha accusato la maggioranza di aver gravato il territorio problemi aggiuntivi con la vicenda della mancata formazione della Giunta provinciale. La
comunicazione sugli Assessori resa dal presidente – ha proseguito Capocefalo - è in violazione della legge, anche perché, dai nomi sentiti, risultano essere presenti i motivi di incompatibilità per la carica previsti dalle leggi, in
quanto taluni nominati sono amministratori di società partecipate dall’ente.
Il consigliere Luca Ricciardi ha detto che l’affermazione secondo la quale il PD sarebbe elemento di innovazione e di governo fa solo sorridere. Lo spettacolo del Consiglio – ha proseguito - è
penoso. La coalizione di centrosinistra non si è mai distinta per il governo del territorio, limitandosi ad esercitare politiche spartitorie e degenerative che hanno creato il disimpegno nei confronti della classe politica e della stessa
politica, con il cosiddetto fenomeno dell’antipolitica. Ha chiesto infine elezioni anticipate.
Il consigliere Lucio Rubano ha dichiarato che una giunta monca avevamo con Nardone, una giunta monca ci ritroviamo dopo le elezioni con Cimitile. La maggioranza non ha avuto il coraggio della
sfida politica con il centrodestra, ma ha semplicemente costruito una accozzaglia di Liste per vincere le elezioni. I cittadini sanniti hanno avuto il torto di credere a questa aggregazione, non avendo capito l’inganno. Il coraggio della
maggioranza oggi - ha proseguito Rubano - dovrebbe essere quella di andare a casa in quanto i problemi delle nostre comunità sono inauditi e gravi e tali da portare ai limiti della sopravvivenza la nostra gente ed ha ricordato l’esempio
della comunità di Cusano Mutri, isolata a causa di un movimento franoso.
Il consigliere Gennaro Capasso ha dichiarato la sua preoccupazione per i gravosi problemi della nostra collettività che il Consiglio non riesce a risolvere da due anni a questa parte ed ha
citato il caso delle biomasse e dei rifiuti. Noi siamo ultimi nelle statistiche nazionali - ha proseguito Capasso – e siamo ultimi nel governo del territorio. Lo spettacolo di oggi - a suo dire - si verificherà anche in futuro. La
minoranza, con i suoi dieci consiglieri, ha concluso, chiede che il Consiglio possa operare al più presto.
Il consigliere Pompilio Forgione ha detto che saranno al più presto superati tutti gli ostacoli che si sono parati sul cammino della nuova Amministrazione e che la coalizione continuerà nel
proprio lavoro, anche perché essa è coesa.
Alfredo Cataudo i problemi saranno superati nel corso di questi giorni. Cataudo ha affermato che occorre che qualche Collega consigliere di parlare in modo più consono all’Aula anche perché in
politica si è più volte assistito al cambiamento dei fronti di riferimento. Egli si è comunque augurato che tutti lavorino nell’interesse della collettività.
E’ stata quindi votata la proposta di aggiornare il Consiglio provinciale a venerdì 16 maggio 2008, dando per approvato solo il provvedimento di convalida degli eletti. La proposta è passata
con quattordici voti a favore e dieci contrari.
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